Megadimension Neptunia VIIR Recensione: ritorno a Gamindustri

Il remake di Megadimension Neptunia VII ci riporta a Gamindustri per "incontrare" le divinità della serie targata Compile Heart in modi nuovi e inediti.

Megadimension Neptunia VIIR Recensione: ritorno a Gamindustri
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  • PS4
  • Nonostante siano già trascorsi un paio d'anni dal suo originale esordio su PlayStation 4, Megadimension Neptunia VII (leggasi Victory II, non 7) è ancora oggi il più alto pinnacolo mai raggiunto dalla serie più irriverente e parodistica del sottobosco videoludico, con le sue tante dinamiche di gameplay, la mole di personaggi introdotti, e un'ottima colonna sonora che nulla ha da inviare a produzioni più blasonate. Similmente a quanto avvenuto ai primi tre episodi della saga, anche il titolo ha ricevuto una sorta di remake che ribilancia l'intero ecosistema, aggiungendo soprattutto delle nuove meccaniche e introducendo il supporto VR, che oggi permette ai fruitori di incontrare e chiacchierare con le avvenenti divinità di Gamindustri all'interno di uno spazio virtuale. Sebbene la storia alla base del prodotto sia rimasta praticamente invariata, se non per quanto concerne i finali multipli, ci siamo imbarcati con curiosità in Megadimension Neptunia VIIR, la (non troppo) nuova avventura di Neptune che inizierà ufficialmente il prossimo 11 maggio sull'attuale ammiraglia Sony. Scopriamo cosa è cambiato rispetto alla versione originale!

    A zonzo tra le dimensioni

    Cronologicamente ambientato dopo i fatti narrati nell'Hyperdimension Neptunia Victory pubblicato nel 2012 su PlayStation 3, Megadimension Neptunia VII ed il suo remake vedono il mondo di Gamindustri affrontare una situazione nuova e pericolosa: dopo aver fatto amicizia, al termine della console war che le aveva viste nemiche per diversi anni, le divinità delle quattro nazioni stanno lentamente perdendo la stima della gente, che di conseguenza ripone ora la propria fiducia nelle emergenti Gold Third ed appare intenzionata ad eleggere delle nuove regnanti.

    Mentre le personificazioni parodistiche di SQUARE ENIX, Bandai Namco, Konami e Capcom conquistano sempre più favori, la vulcanica Neptune, dedita al bighellonaggio più sfrenato e quasi indifferente verso lo stato attuale della nazione, si ritrova suo malgrado catapultata nella prima delle nuove dimensioni introdotte dal prodotto: la Zero Dimension, un luogo prossimo alla distruzione, in cui è stata sigillata una terrificante e potente entità del passato. A cavallo fra varie realtà e diviso in tre diversi capitoli, ognuno dotato di un proprio titolo e di vere e proprie sigle di apertura e chiusura (al pari di un anime), Megadimension Neptunia VIIR offre una vicenda geniale e ben scritta, ricca di personaggi splendidamente caratterizzati, di accurati riferimenti allo stato attuale del mercato videoludico, e delle ormai tradizionali rotture della quarta parete effettuate dalla prorompente Neptune, che in più occasioni riusciranno a strapparvi delle grasse risate.

    Come anticipato nella nostra introduzione, tuttavia, Megadimension Neptunia VIIR, quantomeno sotto il profilo narrativo, non ha subito le notevoli modifiche che possiamo invece riscontrare a livello di gameplay e sul fronte tecnico; pertanto, chiunque abbia già giocato la versione originale potrebbe non trovare una valida ragione per rivivere quella che, a conti fatti, ricordiamo come la più grande e divertente impresa delle otto CPU. Collocate nei vari intermezzi proposti dalla trama, le scenette VR del remake, spesso obbligatorie e fruibili anche senza l'apposito visore, non aggiungono assolutamente nulla alla storyline, dalla quale si direbbero addirittura sconnesse. Di tanto in tanto, infatti, una divinità a turno entrerà nella piccola stanza virtuale del giocatore per scambiare quattro chiacchiere e portare il già l'onnipresente fanservice ad un livello superiore. In questi casi, l'interazione fra utenti e personaggi sarà limitata al solo movimento della testa o della visuale, per rispondere affermativamente o meno alle varie domande poste dalle fanciulle.

    Quasi nuovo, quasi diverso

    Qualora non abbiate mai giocato l'originale Megadimension Neptunia VII, permetteteci innanzitutto di fare una piccola premessa: si tratta di un titolo enorme, con molteplici attività secondarie ed un post-game di tutto rispetto, ricco di potenti boss opzionali. Ma esaminiamo ora l'aspetto indubbiamente più interessante del pacchetto: il combat system.

    Come la maggior parte dei suoi predecessori (quantomeno i titoli appartenenti al filone principale della saga), Megadimension Neptunia VIIR propone un sistema di combattimento a turni che, una volta sul campo di battaglia, chiede al giocatore di schierare liberamente fino a quattro personaggi per volta, scegliendo dove possibile delle posizioni strategiche. I protagonisti, infatti, possono ricorrere ai classici attacchi fisici o alle potenti tecniche speciali, e la corretta disposizione delle unità permette di accedere ai cosiddetti "Link" - colpi devastanti che, sfruttando la conformazione del terreno di gioco, arrecano danni impietosi e possono ribaltare le sorti di uno scontro particolarmente ostico.
    Va comunque precisato che la difficoltà generale del titolo è purtroppo tarata verso il basso, ragion per cui, a meno che il giocatore non sia particolarmente distratto o impreparato, la possibilità che questo incappi in un brusco game over appare alquanto minima, se non limitata al alcune boss battle nelle fasi avanzate nel gioco o nell'end game. Come se non bastasse, a differenza di quanto avveniva nell'originale, i personaggi di Megadimension Neptunia VIIR si curano automaticamente tra una battaglia e l'altra, eliminando la costante necessità di acquistare gli esosi oggetti curativi ed agevolando il grinding (stavolta meno necessario che mai). Tra le altre novità degne di menzione va poi segnalata l'introduzione di una funzione di salvataggio automatico che va a sostituire i vecchi save-point, e che, in caso di sconfitta, limita al minimo i progressi persi in caso di sconfitta.
    Benchéil titolo risulti assai semplificato, è impossibile negare la cura riposta da Compile Heart nella non facile impresa di migliorare tutti gli aspetti del prodotto, inclusa la componente tecnica. Grazie al cambio di motore, il livello di dettaglio raggiunto da Megadimension Neptunia VIIR si dimostra assai più soddisfacente della precedente incarnazione, ma soprattutto vanta texture e modelli poligonali più in linea con gli standard della corrente generazione. Per quanto i dungeon siano stati perlopiù riciclati dal predecessore, la possibilità di attraversarli finalmente anche in corsa fa sì che l'esplorazione risulti sempre divertente e mai forzata, invogliando l'utente a compiere di buon grado anche le missioni secondarie e limitando la sensazione di fastidio suscitata dalle sporadiche sessioni di backtracking.

    L'ottima colonna sonora, sempre molto attenta ai toni della narrazione, che alterna sapientemente momenti di puro delirio a episodi anche piuttosto drammatici, è accompagnata anche stavolta da un doppiaggio originale giapponese di prim'ordine, che durante la nostra prova ci è parso ben più preciso della controparte anglofona. Non solo le voci inglesi non sono recitatate in maniera altrettanto convincente, ma i testi tendono a semplificare o alterare il significato delle parole, precludendoci in talune occasioni la compressione di battute e simpatici giochi di parole. Menu e sottotitoli, invece, sono proposti unicamente inglese, come imposto dalla tradizione; durante il test cui abbiamo sottoposto Megadimension Neptunia VIIR, tuttavia, non abbiamo individuato errori grossolani e la traccia si è dimostrata sempre molto fluida.

    Megadimension Neptunia VIIR Megadimension Neptunia VIIRVersione Analizzata PlayStation 4Anche dinanzi alla forse eccessiva (e inspiegabile) semplificazione delle battaglie, Megadimension Neptunia VIIR resta la versione definitiva del migliore esponente della saga, nonché quella che consigliamo ai neofiti o a chiunque non abbia ancora recuperato l'edizione originale. Le funzioni VR, limitate alla cosiddetta “Player Room”, potrebbero tuttavia non fornire agli storici fan del titolo il giusto incentivo per portare a casa il remake di un gioco uscito solo un paio d’anni fa, per giunta sulla medesima console. A ragion veduta, avremmo preferito che il decennale connubio formato da Idea Factory e Compile Heart esplorasse le possibilità offerte dal VR con una produzione completamente nuova, o anche solo uno spin-off interamente in realtà virtuale e più improntato verso il fanservice, come lo fu, ad esempio, Hyperdimension Neptunia PP: Producing Perfection.

    7.8

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