Recensione Metal Heart

Uno dei pochi RPG futuristici, farà parlare di sè?

Recensione Metal Heart
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  • Pc
  • Finalmente un GdR ambientato nel futuro

    Dopo decine e decine di giochi di ruolo tra orchetti elfi e ambientazioni fantasy, avremo la possibilità di cimentarci in un universo futuristico e finalmente “nuovo”.
    Senza dubbio le premesse per un titolo almeno sulla carta tutt’altro che banale ci sono tutte, e Metal Heart dal canto suo non si può certo definire uno di quei giochi già visti, questo perchè di tanto malfatti ce ne sono pochi.
    Perciò, nonostante il prezzo ridotto, non vale assolutamente l’acquisto.

    C’era una volta tanto tempo fa...

    Al primo impatto Metal Heart non impressiona di certo data la sua grafica estremamente datata, un sistema grafico in falso 3D non può competere con le moderne tecnologie intervenute negli ultimi anni nel campo videoludico. A onor del vero, alcuni fondali isometrici risultano davvero ben studiati e davvero accattivanti sotto l’aspetto visivo, che tuttavia si alternano a background molto sempliciotti e grossolani degni di un videogame datato almeno un lustro.
    Inoltre persino l’interattività con i fondali stessi e con i personaggi non giocanti è ridotta ai minimi termini.
    Per non parlare dei personaggi principali, (all’inizio del gioco solo due, ma arriveranno fino a sei) per niente carismatici e realizzati in modo disastroso sia a livello di filmati sia a livello di sprites in-game.
    Si vedrà infatti il personaggio principale maschile camminare come nemmeno il più scordinato dei gorilla farebbe, mentre la ragazza ancheggerà malamente.
    Gli interni degli edifici, che costringono ad un noioso caricamento, anche se molto particolareggiati sono estremamente piccoli e poco incisivi.
    In generale il lavoro fatto da Numlock è mal eseguito, rasenta persino un lavoro fatto amatorialmente da appassionati, senza ovviamente le scusanti del caso.

    Un fallimento sotto quasi tutti i punti di vista

    Proseguendo nello specifico, se l’aspetto grafico è di livelli bassissimi, non pensiamo di trovare caratteristiche di gameplay o longevità in grado di riportare il gioco a livelli quantomeno sufficienti.
    Partendo dall’interfaccia, clamorosamente stilizzata e di dimensioni ridottissime, il più delle volte insufficiente o inutile, sino al comparto musicale, semplicemente inclassificabile.
    Quanto alla giocabilità, Metal Heart ricorda da vicino Fallout, esaltandone tuttavia i difetti e non riportandone nella maggiorparte dei casi i pregi.
    Così pur avendo un sistema di combattimento a turni, con tre differenti posizioni ( in piedi, in ginocchio, sdraiato) e la possibilità di mirare alle parti del corpo per influenzare il buon esito dell’attacco, il gioco non decolla e risulta abbastanza ostico durante le prime ore.
    Come se non bastasse lo striminzito tutorial illustra solamente i movimenti base e nulla più, tutto il resto sta all’abilità del giocatore e al suo spirito di iniziativa.
    Si trova finalmente uno spiraglio positivo solo nel validissimo sistema di compravendita ( anche questo simile a Fallout) con tantissimi oggetti (dal peluche alle riviste pornografiche) e nella gestione delle statistiche e delle abilità.
    In generale oltre a NON essere il capolavoro annunciato, Metal Heart presenta dialoghi monodirezionali, di contenuto modesto, e alquanto banale. Tradotti oltretutto in un italiano “biscardiano” introducono decisamente male le fin troppo scontate nonchè alla lunga ripetitive quest.
    Queste ultime infatti non vanno oltre alle classiche missioncine di aiutare i (pochi) npc o alla eliminazione del cattivo di turno.
    La trama è banalotta e lenta nel dipanarsi, mentre il background del gioco è interessante, anche se poco sviluppato.

    Concentriamoci almeno sugli aspetti positivi

    Come già detto qualcosa di buono si è visto, anche se non è rilevante ai fini della valutazione finale sicuramente insufficiente.
    Per quel che riguarda le skill, se di base non sono numerosissime e tutte, direttamente o indirettamente, legate al combattimento. (per esempio: la destrezza aumenta i punti azione, la forza il danno delle armi corpo a corpo, la protezione riduce il danno subito) altre numerose abilità si guadagneranno con degli impianti. Ad esempio la facoltà di correre più velocemente, o di violare sistemi informatici, o di vedere attraverso i muri, o di notte.
    Questi impianti si dividono in tre categorie: “indumenti” (elmi, stivali ecc), impianti non invasivi (occhi, denti bionici ecc.) ed impianti invasivi (organi interni).
    In ogni caso servirà aver raggiunto un certo numero di punti nelle skills per utilizzarli, punti che raggiungeremo nel classico modo di aggiungerli ogni nuovo livello.

    Se non altro vince il premio: videogame con più bug dell’anno

    L’aspetto forse più fastidioso del “lavoro” ( si stenta e definire tale) della Numlock sono i molteplici bug che infestano il gioco.
    Le imperfezioni e gli errori di programmazione più o meno gravi sono talmente numerosi da far rischiare l’esaurimento nervoso.
    Infatti se consideriamo trascurabile che in quasi ogni dialogo ci siano simboli strani che mozzano le parole, non possiamo farla passare liscia ad un gravissimo errore, che sottolinea una volta di più l’amatorialità del titolo.
    Che possiamo dire della possibilità, sin dalle prime battute di gioco, di uccidere un npc che in seguito si rivelerà essenziale per il prosieguo della main quest, così da trovarci dopo molte ore di gioco irrimediabilmente bloccati e dover ricominciare da un vecchissimo savegame?
    Stesso discorso vale per un qualsiasi oggetto essenzale che potremo vendere in qualsiasi momento per poi non poterlo più riacquistare.
    Passi la scarsità del comparto tecnico in generale, ma in questo caso manca purtroppo una buona programmazione di base.

    Metal Heart Metal HeartVersione Analizzata PCIl verdetto finale è severo, ma non poteva essere altrimenti. Metal Heart da qualunque parte lo si guardi resta un brutto gioco, scarsamente appassionante e pessimamente realizzato. E' un peccato se si pensa che l'ambientazione non è abusata come può esserlo quella dei classici RPG Fantasy.

    4.5

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