Recensione Might and Magic Heroes VII

Un titolo che prende il meglio di questa storica serie e lo convoglia in un gioco solido, complesso, ma anche molto appagante una volta comprese le meccaniche di base che regolano il gameplay.

Recensione Might and Magic Heroes VII
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  • Pc
  • Might and Magic è uno dei brand più longevi del panorama videoludico. Dal 1986 ad oggi sono usciti molti titoli dedicati a questo universo fantasy, in varie declinazioni, tutte accomunate da un mondo di gioco ricco di miti e di storie, che hanno regalato ore di divertimento a generazioni di appassionati. Dopo due capitoli che non verranno certo ricordati per la loro qualità indiscussa, siamo ora al cospetto dell'ultima incarnazione di questa lunga epopea, che ha il compito di riportare la serie ai fasti passati, grazie anche alla stretta collaborazione del team di sviluppo con la community. Quando abbiamo incontrato a Parigi Ewan Le Breton, Creative Director del brand Might & Magic, siamo rimasti colpiti dall'attenzione riposta verso i fan della saga, che hanno risposto alla grande, fornendo una enorme quantità di feedback e partecipando attivamente allo sviluppo del titolo, prendendo decisioni anche importanti. La scelta di affidarsi alla community va vista anche sotto un'ottica di un ritorno al passato, con un mix di strategia e componenti RPG, il tutto arricchito con una trama che, grazie anche all'enorme quantità di storie che popolano i regni incantati di Might & Magic, riesce a immergere il giocatore in questo mondo fantastico. Con il mouse in una mano e il libro degli incantesimi nell'altra, quindi, ci siamo addentrati nell'universo fantasy di Ashan.

    Fatto per i fan

    Heroes of Might and Magic VII non è un gioco per tutti, questo è chiaro fin dal primo ingresso nel menù di gioco. La prima cosa che si nota è l'assenza di un tutorial: se da un lato i fan di vecchia data non avranno problemi, dopo una prima fase di adattamento alle nuove funzionalità, i novizi si ritroveranno spaesati, vista anche la complessità del titolo. Un vero peccato, perché un gioco di questo tipo merita anche le attenzioni di un pubblico nuovo, che vada a rinfoltire le schiere di fan in giro per il mondo. La curva di apprendimento quindi, se non si hanno rudimenti della serie e del genere, è piuttosto ripida. I menù di gioco sono ben realizzati, con la musica a sottolineare l'epicità dell'esperienza. Le modalità sono diverse: oltre alla campagna, è possibile fare una partita contro un'IA singola o contro avversari governati dal computer, scegliendo la mappa e le condizioni di partenza, oltre ovviamente al multiplayer. Per testare la bontà del titolo siamo partiti dalle campagne, che cominciano nel bel mezzo di una situazione spinosa, durante un consiglio di guerra che riunisce le sei fazioni del mondo di gioco attorno a un tavolo di guerra. L'incipit narrativo iniziale è funzionale allo svolgersi degli eventi, con il corso delle missioni che si sviluppa attraverso delle storie raccontate dai diversi rappresentanti delle fazioni. Quelle disponibili sono gli Heaven, i cavalieri, gli Stronghold, gli orchi, Accademy, i maghi, Necropolis, i non morti, Sylvan, gli elfi, e Dungeon, gli oscuri. La narrazione prosegue piuttosto bene lungo lo sviluppo delle campagne, senza mai però raggiungere picchi particolarmente positivi. In fondo, la parte del leone lo fa il gameplay, che fornisce un alto livello di sfida.

    Primo obiettivo: sopravvivere

    Per proseguire lungo i racconti che compongono la trama principale bisogna subito entrare nell'ottica che attaccare i nemici senza soluzione di continuità porta a morte certa. L'esplorazione è essenziale, come anche le risorse, senza le quali è impossibile radunare grandi armate. Le due componenti sono correlate, visto che se non si punta anche a obiettivi a prima vista marginali, la crescita diventa lenta, a tutto vantaggio degli avversari. Serve scegliere bene le mosse da fare turno dopo turno, pensando allo stesso tempo allo sviluppo della propria città e degli eroi. A proposito degli eroi, il loro peregrinare nel mondo gli permette di accumulare esperienza e oggetti unici, in grado di cambiare le dinamiche di gioco. Ad esempio, attraverso le magie si possono ottenere bonus durante il combattimento o nella mappa, come la possibilità di essere teletrasportarsi nelle città, essenziale per fare rifornimento di truppe senza perdere troppo tempo.

    Proprio il tempo è un elemento centrale durante la campagna. Di fatto, non c'è un limite alla durata delle varie missioni che compongono la storia, per cui lo sviluppo del personaggio viene gestito dal giocatore, che può puntare subito verso l'obiettivo principale o perdere più tempo e radunare grossi eserciti, esplorando tutte le mappe a fondo. Tutti i miglioramenti apportati agli eroi vengono mantenuti nel corso delle missioni, per cui lo sviluppo del personaggio è altamente consigliato. Attenzione a non esagerare però, perché il tempo che si impiega nel far crescere il proprio eroe fornisce un vantaggio anche agli avversari, per cui bisogna bilanciare bene le mosse da fare nel corso delle settimane. Il game design punta decisamente in questa direzione, mettendo a disposizione tantissimi scontri secondari, alcuni dei quali piuttosto ostici, almeno all'inizio, quando bisogna ancora prendere confidenza con la complessità del titolo. Non bastasse questo, altre varianti al gameplay sono introdotte con le strutture presenti nelle mappe, come le torri, che se sfruttate svelano parte dell'area di gioco, oppure i fortini, utilissimi per spostare rapidamente le proprie truppe (l'aspetto logistico è essenziale per rifornire i propri ranghi). Strategicamente importanti sono anche i ponti, che possono essere abbattuti e ricostruiti, in modo da bloccare il passaggio delle truppe nemiche, facendo guadagnare tempo prezioso. Uno dei pregi di questo titolo è che ogni giocatore può utilizzare approcci differenti per raggiungere gli obiettivi richiesti nelle varie mappe, il cui completamento permette di avanzare nella campagna. Ad esempio, durante una delle missioni, invece che occuparci subito degli obiettivi principali, abbiamo scovato sulla mappa una città secondaria poco difesa, senza alcun valore ai fini della missione. Una volta conquistata, abbiamo avuto accesso alle unità e all'albero tecnologico del nemico, con evidenti vantaggi tattici sull'avversario comandato dall'IA. Interessanti sono anche le variabili casuali inserite dai ragazzi di Limbic Entertainment al termine di ogni mese di gioco, che vanno a influenzare direttamente il mondo di Ashan. Ad esempio, appena prima di un'importante battaglia siamo incappati nella "settimana della tempesta", che impediva alle truppe di attaccare dalla distanza, costringendoci a rimandare l'attacco. Molto peggio è andata con la terribile "settimana della piaga", che ha azzerato tutte le riserve nelle città, tagliando praticamente i rifornimenti. Questa componente casuale aggiunge un pizzico di imprevedibilità che non guasta, anzi, rende più vivo il mondo di gioco.

    Abbiamo parlato dello sviluppo degli eroi e degli eserciti, ma un altro elemento da potenziare per migliorare le armate sono le città. Queste possono essere arricchite con strutture dedicate alla difesa delle mura o alla creazione di nuove unità. In tutto sono disponibili circa 30 costruzioni differenti, ognuna con un suo scopo preciso: anche l'aspetto prettamente gestionale dunque è curato a puntino. L'interfaccia di gestione dei centri cittadini è piuttosto semplice ma funzionale, con l'utilizzo di una grafica 2D vecchio stile. Qualche grattacapo arriva invece dalla mappa di gioco, con visuale fissa, coadiuvata da una mini mappa nella parte bassa sinistra dello schermo. Innanzitutto, la mini mappa è fin troppo piccola e confusionaria. Inoltre, il fatto di non poter cambiare la visuale nelle fasi esplorative nasconde spesso elementi importanti per il proseguimento dell'avventura, come ad esempio gli ingressi per i sotterranei, costringendo il giocatore a una ricerca spesso frustrante. Niente di troppo grave, ma può succedere.

    I combattimenti

    In un titolo come Heroes of Might and Magic VII si passa molto tempo nella mappa principale, ma i combattimenti non sono certo secondari. Essi si svolgono rigorosamente a turni, come da tradizione, e anche in questo frangente del gameplay Limbic Entertainment non ha facilitato il compito degli utenti, con avversari spesso molto ostici. Non si tratta di un difetto, ma spesso non è facile prevedere l'esito di uno scontro prima della battaglia, anche perché le indicazioni fornite sui rapporti di forza tra due schieramenti spesso sono poco chiare. Bisogna prenderci la mano, come del resto avviene anche per la parte gestionale/esplorativa del titolo. Una volta avviato uno scontro, il giocatore viene catapultato in una scacchiera virtuale, dove gestire i movimenti e gli attacchi delle proprie forze; compreso l'eroe, parte attiva dei combattimenti. Gli eroi partecipano alla lotta sia con attacchi corpo a corpo sia con le magie, che portano bonus/malus offensivi e difensivi, oltre agli incantesimi che danneggiano i nemici. Ci sono poi i personaggi speciali, reclutabili dalle apposite strutture nelle città, che portano benefici unici ma non sono direttamente controllabili, almeno all'inizio. Accerchiare il nemico, colpirlo alle spalle o sul fianco sono tattiche da seguire in ogni scontro, creando così bonus offensivi che possono incidere sull'esito delle battaglie.

    E' necessario gestire al meglio le capacità offensive e difensive delle proprie truppe per uscire vincitori, soprattutto negli scontri più impegnativi, calcolando bene le debolezze del nemico. Una variante ai combattimenti standard è data dagli assedi, che necessitano di tattiche differenti per essere affrontati, a causa delle strutture fisse: le mura ad esempio, che devono essere distrutte prima di poter affrontare il nemico. L'abilità del giocatore è essenziale anche nello scegliere le truppe giuste per formare armate equilibrate: spesso raggruppare grandi quantità di truppe di livello più basso ha un impatto maggiore rispetto allo scegliere unità singolarmente più forti ma anche molto più costose. La quantità di personaggi e situazioni differenti comunque rende i combattimenti divertenti ma soprattutto appaganti e vari, cosa non semplice da fare con un titolo complesso come questo.

    Leggerezza prima di tutto

    Dal punto di vista tecnico, Heroes of Might and Magic VII non stupisce per la qualità visiva. Il genere del resto non si presta molto alla grafica spinta, inoltre le scelte conservative del team di sviluppo non hanno portato rivoluzioni. La verità però è che titoli di questo tipo non necessitano di effetti grafici di ultima generazione, preferendo puntare tutto sul gameplay piuttosto che sul colpo d'occhio. Molta cura è stata riposta nella realizzazione degli sfondi delle schermate di caricamento, con disegni che rendono bene l'epicità del mondo di gioco. Limbic è riuscita comunque a dare una bella rinfrescata generale, anche durante gli scontri a turni, in cui spicca il character design dei personaggi, quasi delle miniature su una scacchiera. La definizione dei modelli poligonali è buona, anche se qualche cosa in più poteva essere fatta con l'Unreal Engine 3. Il risvolto positivo è la leggerezza del titolo, che non ha mostrato incertezze con un Intel i5 2500K, 8 GB di RAM DDR3 e GPU NVIDIA 970 GTX. Il sonoro risulta nella media, con tracce riuscite che però tendono a stancare un po' alla lunga.

    La parte multiplayer prevede scontri sia su rete locale sia online, anche se abbiamo deciso di rimandare il nostro giudizio su questa componente a quando i server saranno un po' più affollati, visto che per ora è difficile riuscire a trovare altri sfidanti, per testare meglio il matchmaking. Un'opzione in più, per un titolo che già in singolo mostra una longevità notevole, che supera abbondantemente le 60 ore, grazie alla campagna e agli scontri contro l'IA. Se si pensa che è disponibile anche l'editor delle missioni, allora possiamo dire che Heroes of Might and Magic VII durerà a lungo.

    Might and Magic Heroes VII Might and Magic Heroes VIIVersione Analizzata PCHeroes of Might and Magic VII è un titolo auto-referenziale, che prende il meglio della serie e lo convoglia in un gioco solido, complesso, ma anche molto appagante una volta comprese le meccaniche di base. L’assenza di un tutorial strutturato è inspiegabile, visto che questo potrebbe tagliare fuori nuovi utenti interessati a conoscere il brand, ma gli amanti della saga non rimarranno certo delusi. Le meccaniche di gioco richiedono impegno e dedizione, due caratteristiche che siamo sicuri non mancano ai fan, mentre le aggiunte ai combattimenti, seppur non rivoluzionando quanto visto in passato, creano delle variabili alle caratteristiche viste nei precedenti capitoli. Sul fronte tecnico, l’engine rende bene i personaggi durante gli scontri ma nulla di più, per un aspetto rivedibile ma in fondo marginale in un titolo come questo, dove il divertimento è dato da altri fattori. L’immedesimazione nel mondo di gioco, la gestione degli eroi e degli eserciti e i combattimenti a turni sono le chiavi con cui Limbic Enterteinment ha voluto dare il proprio tributo ai fan storici della saga, che apprezzeranno certamente l’impegno profuso nella realizzazione di questo titolo. Un gioco d’altri tempi in definitiva, ostico da padroneggiare all’inizio ma in grado di regalare sensazioni uniche.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel i5 2500K
    • RAM: 8 GB di RAM DDR3
    • GPU: NVIDIA 970 GTX
    7.8

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