Monster Hunter World Iceborne: la recensione della versione PC

Dopo aver debuttato su console lo scorso mese di settembre, la prima corposa espansione per Monster Hunter World approda anche su Personal Computer.

Monster Hunter World Iceborne: la recensione della versione PC
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Il supporto post lancio di Monster Hunter: World dimostra chiaramente quanto Capcom abbia a cuore l'ultima iterazione della sua saga venatoria: World non è solo un grandissimo successo commerciale per l'azienda giapponese, ma anche il capitolo più accessibile della serie, adatto insomma anche ai cacciatori meno smaliziati e capace dunque di trovare il consenso di un pubblico molto più eterogeneo. Non c'è quindi da sorprendersi se per la prima volta nella storia del brand, Capcom ha deciso di pubblicare un'espansione dalle dimensioni così generose da rivaleggiare con quelle del titolo di base. Iceborne è la summa della campagna di supporto di un gioco che a due anni dall'uscita continua ad essere ancora molto vivace e ricco di possibilità.

    È inoltre una nuova base di partenza per una stagione che si prospetta florida almeno quanto la precedente: lo sanno gli utenti console, che ormai da quattro mesi hanno potuto saggiare la perizia di Capcom e i primi vagiti di una ricchissima serie di contenuti in arrivo; gli utenti PC hanno dovuto invece aspettare un po' di più, ma con la promessa che avrebbero ricevuto un trattamento altrettanto buono. Per chi ha voluto o ha dovuto aspettare con impazienza questi quattro mesi possiamo dare subito una conferma: la versione PC di Iceborne è in buona forma. Non priva di alcuni elementi più sgraditi (che però sono insiti nella struttura di World) e ancora un po' esosa nelle richieste hardware, eppure rifinita il tanto che basta grazie all'esperienza maturata da un lancio non proprio impeccabile.

    Le terre del gelo

    Iceborne non si limita a rinnovare la struttura di gioco con l'introduzione del Grado Maestro e con l'inclusione di nuovi wyvern, come accade in World, l'espansione presenta le novità attraverso una campagna a missioni intervallata da filmati e momenti strettamente dedicati all'esposizione narrativa. Una soluzione che, ancora una volta, strizza l'occhio ai giocatori meno navigati e a coloro che prediligono le cacce in solitaria, ma che spesso e volentieri diviene invasiva, limitante, quasi un ostacolo al vero cuore dell'esperienza.

    Si tratta come sempre di un elemento infinitesimale se messo in relazione con tutto quello che Iceborne ha da offrire, ciò non toglie che Capcom avrebbe potuto rivedere una struttura che, per sommi capi, rimane identica a quella del gioco base, cali di ritmo e dialoghi di una leggerezza disarmante inclusi. Bisogna però ammettere che alcuni filmati di presentazione, specialmente quelli che ci introducono alla nuova area gelida delle Distese Brinose hanno il loro indiscutibile impatto.

    Distese Brinose è peraltro un'"arena" molto interessante, dominata da un clima gelido a cui si può far fronte ingurgitando calde bevande ricavate dai peperoncini locali. Si suddivide in una zona boschiva dove trovano posto dei nevai che rendono difficile i movimenti, delle caverne profonde (e più calde) in cui però risiedono aggressivi predatori, valli dominate da sorgenti termali e scogliere di ghiaccio a picco sull'oceano.

    Ovviamente ogni sezione della nuova mappa non è semplicemente un belvedere che esalta le doti artistiche del team giapponese, ma una vera e propria arena di combattimento le cui caratteristiche possono essere sfruttate a proprio vantaggio durante gli scontri più ardimentosi. In una delle prime aree è possibile scatenare una terribile valanga, nel sottosuolo si può innescare la caduta di pesanti stalattiti di ghiaccio, mentre gli sbuffi delle sorgenti termali concedono lo slancio necessario per saltare in groppa ad un mostro e sfiancarlo.
    Anche la fauna riveste un ruolo che non è meramente estetico: in Iceborne è ad esempio possibile salire in groppa ad alcune bestie più piccole e sfruttarle come cavalcatura, tuttavia anche i mostri più grossi, come di consueto, possono essere condotti in scontri con i loro simili in grado di fiaccarli enormemente.

    Tutto è insomma al suo posto, in una nuova ondata di contenuti che opera anche alcuni accorgimenti al combat system, nella cui economia la fionda riveste ora un ruolo di primo piano. Se in precedenza il suo utilizzo era molto più macchinoso e relegato a operazioni semplici (come l'interruzione di una mossa o l'attivazione di un effetto ambientale), in Iceborne ha ora un ruolo più attivo nel flusso della battaglia, tanto da essere persino determinante per innescare combo letali.

    Grazie all'introduzione del rampino è possibile sfruttare il balestrino da polso per salire in groppa al nemico, modificarne la direzione e scagliarlo, attraverso un Colpo Sussultante sparato dalla fionda, contro le pareti: una mossa che apre una -breve - finestra in cui è possibile infierire sul bestione atterrato in completa sicurezza. L'espansione rivede poi tutta una serie di dettagli del sistema di combattimento, introducendo nuove mosse e modificandone alcune già esistenti.

    Una schiera mostruosa

    Le novità più attese di Iceborne erano però relative ai mostri: anche in questo caso Capcom non ha deluso le aspettative. La nuova lista di wyvern che vengono per la prima volta ospitati in World non è lunghissima, ma tra essi troviamo anche delle versioni alternative dei mostri affrontati in passato (come il Paolumu Onirico, l'Anjanath Tonante o il Tobi-Kadachi Vipera), che per cura e differenziazione rispetto alle versioni classiche sono quasi da considerare delle creature nuove di zecca.

    Proprio per via di queste novità, oltre che per il nuovo grado di difficoltà inaugurato dal Grado Maestro, Iceborne non è un contenuto da prendere alla leggera. È assolutamente sconsigliabile affrontarlo senza aver padroneggiato World (e aver finito la storia, requisito indispensabile per poter accedere alle novità) e senza avere a disposizione un equipaggiamento di qualità. Le prime fasi, per quanto moderatamente impegnative, non sono indicative del livello di difficoltà che accoglierà i giocatori quando i mostri più minacciosi inizieranno a comparire: è in quei momenti che Iceborne diventa inclemente con chi prende gli scontri alla leggera e li affronta mancando della dovuta preparazione.

    La ripidità con cui la sfida dell'espansione si innalza è sensibilmente maggiore rispetto al gioco base, ma questo contribuisce a sublimare l'esaltazione che si vive quando i compiti più ardui vengono portati a termine, o quella che scaturisce dal perfezionamento di una build alla quale ci si dedica per ore e ore. Per ottimizzare qualsiasi aspetto del proprio cacciatore è difatti richiesto un ciclo di farming continuo, reso più semplice da un'incrementata possibilità di ottenere gemme di maggiore rarità, ma comunque sempre lungo, tortuoso e non sempre sopportabile. La ripetitività dei compiti è però mitigata da un design dei mostri mozzafiato e da routine dell'intelligenza artificiale credibili e capaci di creare scontri al cardiopalma. Alcuni dei nuovi arrivati hanno certamente ereditato da i loro cugini di World parte dei moveset e delle caratteristiche, eppure Capcom è stata capace di creare creature ben diversificate e a loro modo uniche.

    Il Banbaro, uno dei primi wyvern in cui ci si imbatte nelle Distese Brinose, assomiglia a un grosso alce: si lancia in furiose cariche frontali che ricordano quelle di un Diablos e con le sue corna è capace di brandire grossi tronchi sradicati o degli enormi massi, in base al tipo di bioma in cui si trova. Il Glavenus agita la sua coda come fosse una spada rovente e si lancia in letali acrobazie rotanti; il Brachydios secerne invece una melma instabile dalle zampe anteriori e da un corno sopra la sua testa, trasformando l'arena in un pericoloso campo minato.

    C'è poi il Barioth, una furia zannuta capace di creare vortici glaciali, il Tigrex, il Nargacuga, il leggendario Velkhana e diverse altre new entry, fino ad arrivare allo Shara Ishvalda, il nemico finale dell'espansione. Per quanto riguarda il design dei mostri, insomma, non c'è nulla da temere, nemmeno quando si è di fronte a "semplici" revisioni di alcune versioni già apparse nei contenuti base di World. L'aspetto delle armi e delle armature è invece un po' sottotono, e in alcuni casi queste ultime ci sono apparse troppo stereotipate e carnevalesche, soprattutto nelle versioni femminili: la speranza è che Capcom riesca a trovare il giusto compromesso tra l'esagerazione tipica della serie e un design che non sia così sfacciatamente sessualizzato.

    La versione PC

    Come anticipato in apertura, la versione PC di Iceborne non presenta particolari criticità, a parte tutti quei problemi, spesso mitigati, che eredita dal gioco di base. Il matchmaking e in generale la struttura online non comunicano molto bene con Steam e ciò rende più macchinoso del dovuto unirsi a sessioni o partecipare alle cacce.

    Il sistema a salvataggi, essenziale per chi non vuole connettersi alla rete e giocare offline, è piuttosto esposto al rischio della perdita di dati a seguito di una corruzione. Le richieste hardware, infine, sono forse troppo esose in rapporto con quanto il gioco ha da offrire a livello tecnico: con schede moderne è possibile gestire tutto al meglio, mentre con hardware più attempato potrebbe essere necessario sacrificare qualche dettaglio in favore della fluidità.

    Abbiamo testato Iceborne su una configurazione sensibilmente più prestante rispetto a quella utilizzata per World (Ryzen 7 2700X, RTX 2070 e 16GB di RAM) e, com'era lecito aspettarsi, il gioco non ha avuto tentennamenti. Va comunque segnalato che nel tempo trascorso dall'uscita il gioco ha subito diversi aggiornamenti e ottimizzazioni, se quindi vi siete distaccati da Monster Hunter: World per diversi mesi potreste trovare la situazione migliorata. Migliore anche il controllo attraverso mouse e tastiera (sebbene gli aggiornamenti siano precedenti ad Iceborne): non ci sentiamo di consigliarne l'utilizzo nel corso delle cacce, ma potrebbe essere utile cambiare al volo sistema di controllo durante la gestione dei menù, navigabili, in questo modo, con molta più agilità.

    Monster Hunter World: Iceborne Monster Hunter World: IceborneVersione Analizzata PCPiù che una semplice espansione, Iceborne rappresenta una vera e propria rinascita per Monster Hunter: World: i contenuti, i perfezionamenti e le novità sono infatti così corpose da stravolgere quasi nella totalità tutto ciò a cui si era finora abituati. Con Iceborne si stabilisce inoltre una nuova base dove edificare un futuro supporto che condurrà, ne siamo certi, nel migliore dei modi a un nuovo capitolo della serie. Come è stato scritto nella recensione di Monster Hunter World Iceborne per PS4 (analisi che, tra l’altro, condividiamo) “Iceborne eredita tutti i punti di forza del gioco base e ne amplifica ulteriormente la godibilità”, si tratta insomma di un contenuto fondamentale per chiunque si sia lasciato conquistare dalle imprese venatorie vissute in World. La versione PC, a patto di avere un hardware abbastanza potente, beneficia di una fluidità incrementata e di un maggiore livello di dettaglio rispetto alle controparti console: chi ha atteso l’arrivo di questa edizione può quindi tirare un sospiro di sollievo.

    9.3

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