Recensione Moon Diver

Un action a scorrimento sulla falsariga di Strider. La recensione di Everyeye

Recensione Moon Diver
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Non molto tempo fa abbiamo avuto a che fare con Yar’s Revenge. Titolo piuttosto dimenticabile, affondava le sue radici da un vecchissimo blockbuster per Atari 2600 con cui, a dire il vero, condivideva ben poco al di là del nome della protagonista.
    A quanto pare la moda di riesumare antiche glorie, ben si sposa con gli scaffali virtuali di XBLA e PSN. Questa volta, pur non avendo a che fare con un reboot, ci troviamo di fronte a un allievo spirituale del famosissimo Strider, piccolo capolavoro che nel lontano 1989 mandò in bancarotta centinaia di abituali frequentatori di sale giochi. Non solo il genere di riferimento è simile, ma tra i fautori di questo Moon Diver troviamo Koichi Yotsui: vero e proprio ideatore dell’antica perla sopracitata.

    Salire di Livello a velocità Luce

    Visto come è andata a finire con Yar’s Revenge, incapace anche se solo per un soffio di conquistare la sufficienza, è il caso di chiedersi sin dall’inizio se un’altra grande icona del passato è stata disonorata o meno. Pur non trovandoci di fronte a un indiscutibile capolavoro, si tratta di un prodotto che può trovare più di un estimatore, pur con tutti i limiti e difetti che a breve descriveremo.
    Moon Diver è il più classico degli hack’n slash bidimensionali, con una pesante spruzzata di RPG che ormai non può più mancare. Partendo dal punto A, dovrete giungere sani e salvi al punto B affettando con la spada qualsiasi cosa vi si pari davanti, senza dimenticare il classico e giganteggiante boss di fine livello.
    Sorpresa delle sorprese, l’aspetto più riuscito di Moon Diver non è quello action, che analizzeremo in seguito, ma quello ruolistico.
    Sorvolando sulla trama, mal diretta da schermate fin troppo statiche e nemmeno troppo ispirate artisticamente parlando, il maggior coinvolgimento verrà regalato dalla crescita e gestione del proprio avatar. All’inizio dell’avventura principale vi verrà chiesto di scegliere uno tra i quattro combattenti presenti. A differenza di tanti altri giochi simili, tra una partita e l’altra potrete liberamente cambiare avatar e, anzi, vista la presenta di Achievement/Trofei legati alla crescita di tutti i personaggi, verrete spinti ad utilizzarli un po’ tutti. Uccisione dopo uccisione vedrete incrementare il vostro livello d’esperienza con insospettabile velocità, cosa che vi regalerà immensa e immediata soddisfazione. Sparsi per i livelli poi, avrete modo di scovare diverse abilità che andranno equipaggiate riempiendo di volta in volta quattro slot. Alla fine di ogni livello o in seguito a un game over potrete incrementare le tre voci che caratterizzano l’abilità del personaggio: l'energia vitale, quella magica, indispensabile per sfruttare le abilità equipaggiate, e la forza, che determina la potenza dei fendenti.
    Iniziare con un combattente debole, per ritrovarsi con uno dotato di un ampio parco mosse è questione di pochi livelli e qualche centinaio di avversari messi fuori gioco. Ogni istinto di onnipotenza, insito in ognuno di noi, si risveglierà spingendoci a compiere l’ennesimo massacro per guadagnare un livello in più.

    Combattimenti poco convincenti

    E’ un vero peccato che una tale struttura ruolistica, semplice ma assuefante, non sia degnamente supportata da un corrispettivo action all’altezza. C’è poco da fare: Moon River fallisce proprio dove ci si aspettava il meglio da lui. Non ci troviamo di fronte a un gameplay ingestibile o tremendamente noioso, ma è inutile girarci intorno: diversi difetti rendono modesto un titolo che con un po’ di più cura avrebbe potuto fare molto meglio.
    Innanzi tutto il sistema di controllo si rivela vagamente impreciso. Per quanto la pratica mitighi la pecca, si ha la costante sensazione che l’avatar pattini sul terreno e ritardi di un decimo di secondo di troppo l’esecuzione del comando impartitogli.
    Il design dei livelli, dal canto suo, delude le aspettative. Per quanto il vostro guerriero sia capace di scalare muri, appendersi al soffitto e scivolare da un piano all’altro con estrema libertà, la creatività degli sviluppatori non riuscirà mai a rendere effettivamente giustizia a cotanta abilità ginnica. Questo discorso può essere prolungato anche ai nemici che affolleranno lo schermo. Per quanto vi ritroverete quasi sempre assediati da decine e decine di avversari che vi attaccheranno contemporaneamente, la scarsità di razze avversarie vi spingerà implicitamente ad adottare sempre la stessa tecnica.
    Va comunque spezzata una lancia in favore di Moon River. A discapito dei difetti qui riportati, l’elevato tasso di difficoltà farà la felicità di tutti coloro in cerca di qualcosa di veramente impegnativo. Non esistendo checkpoint, un game over vi costringerà a ricominciare da capo l’intero livello. I meno abili però non devono spaventarsi: in loro aiuto due feature. La prima, già menzionata, vi permetterà di mantenere le statistiche guadagnate nel corso della partita, anche dopo una morte prematura. Un po’ di sano, per quanto tedioso, grinding vi permetterà di superare facilmente qualunque difficoltà.
    La seconda risponde al nome di co-op. Tanto in locale, quanto online, fino a quattro utenti potranno lottare fianco a fianco, rendendosi vicendevolmente la vita più facile. Purtroppo anche in questo caso bisogna segnalare qualche difetto. Se è vero che in multiplayer il divertimento aumenta a dismisura, a farlo sarà anche il caos generato su schermo. Spesso farete una tremenda fatica ad individuare il vostro avatar, tanto più se un altro giocatore deciderà di utilizzare il vostro stesso personaggio. Non solo: ma quando verranno utilizzate particolari abilità, l’azione verrà spezzata da un brevissimo filmato. Se la cosa può rivelarsi piacevole le prime volte, all’ennesima interruzione nel giro di pochi minuti, verrete colti da un’irrefrenabile voglia di spegnere la console. Per quanto divertente insomma, il co-op è consigliabile goderselo in locale con un fidato amico al proprio fianco: si evita il caos e le interruzioni eccessive.
    Graficamente il titolo lascia piuttosto indifferenti. Per quanto gli effetti speciali siano ben confezionati, le animazioni e l’artisticità delle ambientazioni non impressionano come sperato. Lo stile inoltre, realistico ma non troppo, cartonesco ma non troppo, potrebbe incontrare i gusti estetici di pochi.
    Ottimo il sonoro. Se gli effetti sono nella media, la colonna sonora si rivela estremamente azzeccata.
    Per quanto riguarda la longevità, otto ore sono più che sufficienti per completare l’avventura principale e sbloccare buona parte delle abilità presenti.

    Moon Diver Moon DiverVersione Analizzata Xbox 360Moon Diver è un gioco largamente imperfetto. Per quanto la componente ruolistica sia estremamente intrigante, quella action presenta più di un difetto, alcuni dei quali tutt’altro che ignorabili. Tuttavia allo stesso tempo il titolo diverte e intrattiene. Chi è alla ricerca di un hack’n slash impegnativo e vagamente old style, potrebbe anche dargli una chance. Naturalmente non bisogna aspettarsi un titolo all’altezza di Strider, né uno che possa minimamente sopravvivere al passare del tempo.

    6

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