
Mortal Kombat 1 Recensione: un grande combat system, ma poco bilanciato
Mortal Kombat 1 è un ottimo picchiaduro, nonché un buon punto di ingresso per i neofiti. Il gameplay funziona, ma non tutto è andato per il verso giusto.
Mortal Kombat 1: kattivo e violento
Recensione: Multi
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Antonello "SchiacciSempre" Gaeta
Disponibile perPc
Switch
PS5
Xbox Series X
SteamDeck
La saga Mortal Kombat ha saputo ritagliarsi, nel corso degli anni, una fanbase inossidabile. Stiamo parlando di uno dei picchiaduro cult degli anni '90, capace di incarnare in maniera perfetta lo spirito dei B-Movie a base di arti marziali che tanto spopolavano in quel periodo. Nonostante un gameplay di certo non rivoluzionario, l'allora Midway riuscì a catturare l'attenzione del pubblico grazie ad attori in carne ed ossa e mosse finali estremamente cruente e viscerali, che hanno scatenato polemiche e, di conseguenza, aumentato a dismisura la popolarità del franchise. Naturalmente, con il finire degli anni '90 ed il tramonto delle sale giochi, la sola ultraviolenza non sarebbe bastata a mantenere in vita la saga. Ecco quindi che NetherRealm, nel rilanciare la serie con il nono capitolo, ha deciso di tentare vari approcci al gameplay, con risultati altalenanti.
Ad un Mortal Kombat 9 estremamente apprezzato dal grande pubblico è seguito un decimo capitolo dinamico, frizzante e tecnico ma con grossi problemi di bilanciamento, e poi un undicesimo episodio che ha tentato l'approccio opposto, lento e compassato, risultando tuttavia non particolarmente divertente. Nel frattempo, il genere picchiaduro ha saputo regalarci perle di altissima qualità, come il recente Street Fighter 6 (recuperate qui la recensione di Street Fighter 6). Ed boon e soci si trovano quindi a dover fare i conti, come non mai, con una concorrenza agguerrita, con la necessità di creare un titolo all'altezza del franchise Mortal Kombat che riuscisse a permanere nell'immaginario colletivo.
A tale scopo, lo sviluppatore americano decide di rinnovare completamente il proprio combat system con aggiunte davvero inaspettate, mantenendo una certa enfasi sulle modalità single player, da sempre cavallo di battaglia della saga di Liu Kang e compagni.
Le innovazioni del gameplay
Per rimanere al passo coi tempi e vivacizzare il proprio combat system, lo studio guidato da Ed Boon decide di includere due meccaniche che non ci saremmo mai aspettati di vedere in un titolo del franchise Mortal Kombat: il sistema assist (chiamato "Kameo") e le combo aeree. L'inserimento di tali importanti aggiunte al gameplay ha una doppia valenza: innanzitutto, permette di svecchiare un combo system che, con l'undicesimo capitolo, iniziava a risultare stagnante e poco creativo.
In Mortal Kombat 11, infatti, ogni personaggio obbediva ad un rigido schema di combo che prevedeva una stringa (o una mossa speciale) in grado di lanciare l'avversario, un filler intermedio e un ender per concludere la sequenza. In secondo luogo, l'enfasi sulla collaborazione e la sinergia di due personaggi va parzialmente a colmare un gap lasciato da Marvel vs Capcom e Dragon Ball FighterZ (qui la recensione di Dragon Ball FighterZ) in fatto di picchiaduro "assist based". Con una concorrenza così agguerrita, era importante che NetherRealm introducesse elementi in grado di differenziare la propria creatura dagli altri picchiaduro bidimensionali presenti sul mercato, come il già citato Street Fighter o l'imminente Granblue Fantasy Versus: Rising. Nella schermata di selezione del personaggio, il giocatore selezionerà il proprio combattente ed il suo assist da due roster completamente separati, che verranno rimpolpati costantemente durante l'arco vitale del gioco. Il Kameo, guidato attraverso i tasti dorsali, avrà un cooldown interno e disporrà di diversi attacchi, che dovranno essere utilizzati in sinergia con il nostro guerriero principale. Attenzione, non stiamo parlando di un sistema tag team: gli assist infatti interverranno solo per brevi spezzoni di match e non saranno giocabili.
La scelta del Kameo, tuttavia, sarà estremamente importante. Approviamo l'abbandono del sistema delle varianti dei precedenti capitolo: in ambito competitivo, dopo breve tempo ogni giocatore ha cominciato ad utilizzare la variante o la combinazione di mosse che risultava più efficace nel metagame, rendendo inutile di fatto il presupposto stesso dell'esistenza di più versioni dello stesso combattente.

I Kameo aggiungono notevole pianificazione strategica agli scontri e forniscono una notevole varietà di approccio: sarà possibile decidere se utilizzare un assistente in grado di estendere le nostre combo o, magari, aiutarci in fase difensiva, fornendoci proiettili e barriere protettive. Possiamo affermare con assoluta certezza che il combo system di Mortal Kombat 1 è il più vario mai visto in un episodio della saga NetherRealm. La rigidità dei precedenti capitoli risulta praticamente assente, e ci siamo trovati molto spesso a passare ore in modalità allenamento per cercare le sinergie più folli e creative.
Sicuramente da apprezzare sono i callback agli episodi storici della saga: rivedere personaggi come Stryker o Motaro, seppur solo in forma di Kameo, ci ha fatto estremamente piacere. Importante è anche l'aggiunta delle combo aeree e del dash block: tali tecniche permettono di variegare ulteriormente il gameplay e di muoversi più liberamente nelle arene di gioco. Dopo aver sperimentato la legnosità della prima closed beta, non possiamo che essere contenti della risposta del team di sviluppo al feedback dei giocatori.
Nel titolo non è presente una modalità 1vs1 classica, ma si tratta di una scelta più che comprensibile: il gioco è fortemente basato sull'interazione tra personaggio principale ed assist, e non avrebbe senso proporre una modalità monca che comprometterebbe notevolmente il divertimento. Nonostante permanga una leggera rigidità di fondo nei movimenti dei personaggi, sono stati fatti notevoli passi avanti anche dal punto di vista delle animazioni, che risultano più armoniose ed appaganti rispetto ai predecessori. Spiccano per qualità le animazioni di personaggi come Reptile, che passerà liberamente dalla forma umana alla forma di rettile durante le combo, e Havik, che modificherà il proprio corpo utilizzandolo come un'arma durante gli scontri. Anche sul fronte grafico il gioco si comporta davvero bene, sfruttando al meglio l'Unreal Engine 4. Segnaliamo in particolare la bellezza delle arene, che spiccano per ricchezza di elementi sia negli stage luminosi che in quelli più oscuri e lugubri, come la celeberrima Foresta Vivente.
La Kampagna: il grande retcon
Passiamo quindi ad analizzare una delle colonne portanti della serie Mortal Kombat: l'offerta single player. Anche questa volta NetherRealm si fa trovare pronta all'appuntamento, fornendo ben due ricche modalità a giocatore singolo: la Kampagna e le Invasioni. La prima prevede una nuova storia cinematografica, interamente doppiata in italiano. Il nome Mortal Kombat 1 non è assolutamente casuale: il team di sviluppo ha infatti pensato di fare tabula rasa di tutto ciò che ha costruito nel corso degli anni. Liu Kang, nella sua nuova forma divina, ha deciso di ricostruire interamente la timeline.

Nel farlo, ha modificato radicalmente il fato di ogni personaggio. Tale presupposto metanarrativo dona nuova linfa vitale a ciascun combattente del roster, che avrà un ruolo ed un destino radicalmente differente all'interno dell'universo di gioco, rispetto a quello ricoperto nei precedenti capitoli. Shang Tsung, ad esempio, non sarà più uno stregone malvagio ma un semplice ciarlatano costretto a vendere strane pozioni e rimedi per sopravvivere, Kenshi si ritroverà ad essere un membro della Yakuza con l'obiettivo di ripristinare l'onore della sua antica famiglia ed un giovane Raiden ricoprirà il ruolo di campione prescelto del Regno della Terra al posto di Liu Kang.
La Kampagna scorre veloce e senza troppi intoppi, mostrandoci inizialmente le motivazioni dei vari personaggi ed introducendo piacevoli scontri con personaggi non presenti nel roster. È estremamente interessante osservare i radicali cambiamenti di ogni lottatore, le sue nuove motivazioni e la sua personalità. I moveset dei lottatori si evolveranno durante la storia: Raiden, ad esempio, disporrà solo di attacchi a base di arti marziali per buona parte dell'avventura, e Kenshi non sbloccherà il potere latente della spada Sento fino al raggiungimento di un certo snodo di trama. La conclusione dell'intreccio, tuttavia, ci è sembrata affrettata e non altrettanto efficace.

Il "topos" del multiverso e delle realtà alternative inizia a essere un po' troppo abusato. Nei momenti finali della narrazione la ricerca estrema dell'epicità finisce per risultare un po' forzata e con un leggero gusto kitsch, nonostante alcuni apprezzabili rimandi ai vecchi capitoli a tre dimensioni della serie. Non si tratta assolutamente di un cattivo Story Mode, e le circa cinque ore richieste per completarlo presentano una notevole varietà di situazioni, easter egg ed avversari.
L'Invasione
Tocca ora alla seconda modalità, Invasione, grande novità dell'offerta ludica e componente essenziale della visione Game As a Service di Mortal Kombat 1. Dopo aver scelto il nostro personaggio e il Kameo verremo posizionati su una serie di scacchiere virtuali che presenteranno vari punti di interesse. Partendo dalla villa di Johnny Cage, avanzeremo disputando incontri con vari avversari e vari modificatori, salendo di livello e potenziando il nostro alter ego come in un GDR.
Avremo pieno controllo delle sue statistiche e potremo costruire la nostra build per affrontare sfide di difficoltà crescente. Ci troveremo ad esempio a lottare in arene elettrificate, con avversari che presentano resistenze e debolezze elementali o dotati di particolari barriere da abbattere. All'interno di questa modalità recupereremo diverse chiavi, aree segrete e forzieri contenenti non solo talismani e potenziamenti per il nostro personaggio, ma anche "unlockables" come costumi, nuove fatality, nuovi personaggi e Kameo e bozzetti di produzione visibili nella modalità Galleria. Questa nuova avventura a giocatore singolo, inoltre, presenterà delle sottotrame che verranno aggiornate gratuitamente con il passare del tempo. Nonostante alcuni dubbi in fase di pre-release circa la monetizzazione del titolo, possiamo affermare con certezza che qualunque elemento all'interno del gioco è sbloccabile gratuitamente senza farm eccessivo, con un intelligente sistema di "Mastery" che permetterà di sbloccare costumi ed elementi cosmetici del proprio personaggio preferito, semplicemente con l'utilizzo.
La modalità Invasioni risulta abbastanza godibile, ma gli scontri potrebbero alla lunga risultare ripetitivi. Fortunatamente, l'intero roster di personaggi salirà di livello all'unisono e quindi si potrà cambiare liberamente lottatore senza il timore di perdere i progressi fatti. Consigliamo caldamente di sperimentare con build e personaggi per mitigare parzialmente il senso di già visto all'interno dei vari mondi. Nonostante il livello di sfida sia calibrato verso il basso, non riteniamo che questo contenuto Single Player abbia delle sfaccettature di stampo didattico, ma sia piuttosto un gioco a sè, con propri criteri e regole da imparare.
Le altre modalità
Tornano inoltre le Torri, le modalità classiche del genere picchiaduro come Versus, Tutorial e Allenamento, a cui si affianca una Personalizzazione abbastanza ricca, che permetterà di modificare l'aspetto del proprio lottatore preferito, sbloccando ed aggiungendo nuovi pezzi per creare infinite combinazioni.
Avremo infatti pieno controllo su quasi ogni parte dell'equipaggiamento, e potremo agghindare il nostro "main" come meglio ci aggrada. Per quanto riguarda le modalità prettamente didattiche e tutorial, arrivano finalmente le sfide Kombo, in grado di fornire i rudimenti principali di un personaggio. Questa volta completare i vari tutorial ricompenserà i giocatori con un discreto quantitativo di valuta in game, invogliandoli ad imparare le basi del gioco. Non si tratta sicuramente delle migliori guide in circolazione, ma risultano sufficienti ad insegnare al neofita le meccaniche presenti nel titolo. Corredano l'offerta ludica numerosissimi sbloccabili. Havik sarà ottenibile completando la modalità Kampagna, mentre tutti i Kameo segreti verranno sbloccati in maniera libera continuando a giocare in qualsiasi modalità e facendo salire il livello generale del proprio account. Coloro tra voi che amano sbloccare contenuti troveranno pane per i propri denti.
Infine, segnaliamo la copiosa presenza di opzioni di accessibilità, ormai diventata virtuosa regola di ogni picchiaduro che si rispetti. Dal filtro per daltonici all'assistente vocale che descrive le posizioni dei combattenti sullo schermo ed addirittura descrive le fatality, grande sforzo è stato profuso per permettere a giocatori con varie disabilità di godere del titolo.
L'online e il bilanciamento
Le modalità online di Mortal Kombat 1 non sono particolarmente innovative, ed anzi si pongono in perfetta continuità con i capitoli precedenti. La Kombat League permetterà ai giocatori di competere in classifiche stagionali, che verranno periodicamente resettate e daranno modo ai lottatori più navigati di ottenere skin speciali, in maniera identica a quanto accadeva in Mortal Kombat 11. Torna anche il rollback netcode, da sempre una certezza in casa NetherRealm.

Alla prova dei fatti si comporta abbastanza bene, dimostrandosi solido e permettendo un'esperienza online fluida con ping inferiori ai 120 ms. Tuttavia, segnaliamo la grave assenza del crossplay al lancio. Gli sviluppatori hanno annunciato che provvederanno ad inserirlo il prima possibile, ma non avendo la possibilità di testarne l'efficacia, rimandiamo il giudizio ad un secondo momento. Il crossplay è ormai una necessità in ogni picchiaduro che si rispetti, e ci auguriamo che venga aggiunto quanto prima. Gli scontri classificati si svolgeranno in modalità "First to 3" e solo il vincitore dell'intero set sarà ricompensato con un quantitativo variabile di punti.
Questo sistema ci è parso molto più onesto e bilanciato della nuova Master League di Street Fighter 6, troppo punitiva e per certi versi ingiusta. La modalità Ranked di Mortal Kombat 1 va a simulare l'esperienza dei tornei, ricompensando solo il vincitore del set, e risulta estremamente efficace sia per studiare i vari personaggi del roster che per adattarsi allo stile di gioco dell'avversario in maniera dinamica.
Piuttosto che puntare a Battle Hub immersivi e esperienze online coinvolgenti, il team di Ed Boon ha deciso di realizzare un menu minimale con opzioni ristrette.
Si sente purtroppo la mancanza di alcuni importanti elementi di "quality of life" che renderebbero l'esperienza multigiocatore più piacevole. In particolare, si avverte e l'assenza di un filtro di connessione e la presenza di limiti di ping troppo generosi durante le partite classificate. Siamo inoltre in presenza di un titolo decisamente meno bilanciato delle controparti Giapponesi. I giochi dello sviluppatore americano hanno sempre posto l'accento sulla spettacolarità e l'azione frenetica. NetherRealm è spesso stata costretta a realizzare numerose patch per evitare personaggi o tecniche troppo performanti. La situazione si complica in questo Mortal Kombat 1 per la presenza dei Kameo, che rendono il processo di bilanciamento infinitamente più complesso e ricco di varianti. Il metagame non si è ovviamente ancora sviluppato a dovere, ma possiamo già registrare la preponderanza di certi lottatori del roster e del Kameo Sareena, presente in quasi ogni configurazione. Servirà tempo per valutare il bilanciamento del prodotto, ma già da adesso risulta un titolo più problematico da gestire rispetto ai predecessori, con combinazioni estremamente efficaci che lasciano poco spazio all'avversario e, di contro, personaggi poco performanti. Bisognerà tuttavia aspettare l'evolversi del metagame per effettuare una valutazione più accurata del roster.
Mortal Kombat 1Versione Analizzata PlayStation 5Mortal Kombat 1 presenta uno dei migliori combat system della saga, creativo, ricco di varianti, profondo e complesso. Il sistema Kameo e le combo aeree risultano integrate in maniera naturale con il gameplay storico della saga e forniscono una nuova interessantissima prospettiva sui cruenti scontri tra i membri del roster. Tuttavia, la sensazione è che NetherRealm abbia affrettato la release, con una componente online piuttosto povera ed un bilanciamento non sempre impeccabile. Si tratta comunque di un solidissimo episodio, e un ottimo punto di partenza per chiunque voglia avvicinarsi alla saga.
8
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