Recensione Mortal Kombat X

NetherRealm porta a compimento l'operazione di restauro sulla gloriosa e violentissima saga di Picchiaduro. Conservando un gameplay molto "nervoso", l'ultimo Mortal Kombat si distingue per la mole di contenuti e la qualità complessiva dell'esperienza.

Mortal Kombat X
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • È esemplare come all’annuncio di un nuovo Mortal Kombat segua sempre un’esplosione di autentico entusiasmo da parte dei fan di lungo corso, un hype incredibile che da generazioni accompagna la religiosa attesa fino al giorno del day one. Del resto stiamo parlando di una vera e propria istituzione videoludica che, dai venerabili cabinati sino alle più moderne console, è riuscita a creare un’iconografia fra le più amate del panorama videoludico, restando ancora oggi vessillo occidentale dei picchiaduro.
    Parte del merito è sicuramente di Midway e Warner, che più di vent’anni fa si concessero l'americanissimo lusso di esagerare, creando così quello stile inconfondibile che ancora oggi sopravvive al repentino susseguirsi delle mode. Eppure il tempo passa per tutti, come testimoniano gli alti e bassi a cui la fortunata saga ha dovuto far fronte: in tempi recenti Mortal Kombat ha tentato di evolversi e riscrivere la sua formula senza troppi successi, fino all’arrivo dei ragazzi di Netherrealm Studios. A loro dobbiamo la svolta del nono capitolo che, con le sembianze di un reboot, modernizza la serie preservandone al tempo stesso lo spirito. Con quella interminabile lista di innovazioni e contenuti all’insegna del fan service, il precedente Mortal Kombat celebrava il suo passato, omaggiandone la matrice tipicamente anni novanta, senza però compiere quell’ultimo passo decisivo, necessario a completare l’opera di ristrutturazione.
    Il nuovo Mortal Kombat X intende ripartire da qui, perfezionando i suoi punti di forza all’insegna di una spettacolarità unica nel suo genere, che promette di stupire anche il pubblico più giovane ed esigente. Agli stili di combattimento spetta il compito di arricchire il gameplay, mentre le Faction War si incaricano di ampliare l’esperienza del multiplayer online. A completare l’offerta c’è poi il celebre Story Mode, che qui si fa portatore di una grande innovazione visiva e stilistica, tangibile sin dalle prime schermate di gioco.
    Gli ingredienti scelti da Netherrealm sono ottimi e con questi si appresta ad aggiornare la sua ricetta senza dimenticarsi di quei contenuti che hanno reso grande la serie: insomma, il decimo capitolo è un Mortal Kombat per le nuove generazioni, che non dimentica l'eredità della sua stirpe.

    HOLLYWOOD KOMBAT

    Tutti ricordiamo la modalità storia del precedente capitolo, che assieme al più datato arcade aveva il compito di sorreggere l’offerta single player del titolo. Con l’espediente del reboot gli autori riuscirono a raccogliere il lascito dei primi Mortal Kombat dando un nuovo sapore all'esperienza di gioco, ma il risultato soffriva inevitabilmente di una serie di imperfezioni e forzature (dovute spesso ai mezzi tecnici) che penalizzavano in parte l’intera esperienza. Lo story mode si fermava lì: si accontentava di spiegare le origini dei personaggi e raccontava una storia sicuramente longeva e piacevole, ma che fungeva solamente da cornice.
    In questo decimo capitolo, invece, la volontà degli sviluppatori è stata quella di creare una trama più avvincente e matura, supportata questa volta da una regia di prim’ordine e da un comparto tecnico all’avanguardia. Il balzo compiuto è davvero incredibile: le lunghe cut-scene che intervallano i dodici capitoli sono dirette in modo magistrale e, senza disdegnare i divertenti egocentrismi del brand, riescono a raggiungere la dignità di un action-movie della moderna Hollywood.
    Il merito di tale successo è dovuto al sapiente uso della telecamera e ad una rinnovata scrittura dei dialoghi, che ora sono infinitamente più scorrevoli, incalzanti e finalmente supportati da una recitazione più credibile. A quanto detto si aggiungono una vasta gamma di location e oggetti creati appositamente per la trama, che non mancano mai di sorprendere per qualità e caratterizzazione. Tutto scorre fluido insomma e, fra una battuta e un combattimento, si ha la reale sensazione di assistere a un film interattivo, grazie anche ai riusciti (anche se troppo semplici) quick time event. La trama di per sé non è certo un miracolo di originalità, eppure questa volta si discosta completamente dalle tematiche del classico torneo per concentrarsi invece sugli avvenimenti immediatamente successivi a quelli raccontati nel precedente capitolo. Il risultato è una sceneggiatura inaspettatamente dinamica, che anche mediante l’utilizzo dei flashback pone l’accento sui protagonisti, alternando con successo una buona varietà di tempi e situazioni.

    Una grande cura è giustamente riservata ai personaggi che, pur non discostandosi troppo dalle loro radici stereotipate, oggi appaiono più veri e meglio contestualizzati nelle vicende che li circondano. Il nuovo Mortal Kombat X tenta inoltre di alzare la posta proponendoci dei nuovi arrivi che, nonostante il loro appeal decisamente più contemporaneo, risultano perfettamente integrati con il roster (non è un caso che questi ultimi rivestano un ruolo di spicco nello stesso intreccio). Segnaliamo a tal proposito un buon numero di comparse e citazioni provenienti dai vecchi capitoli della saga che faranno certamente la felicità di tutti gli appassionati. Ad un restyling così ispirato si contrappone però una riduzione della longevità: il nuovo story mode si attesta sulla durata media delle quattro ore, e forse ancor di meno se giocato ad una difficoltà bassa. È comunque un grande passo avanti per la serie di Mortal Kombat, che acquista una capacità d’intrattenimento tutta nuova, grazie a quel Single Player, spesso considerato superfluo nei picchiaduro, che si configura ancora come una delle sue carte migliori.

    IL PUGNO E LA SPADA

    Mortal Kombat ha sempre cercato di valorizzare un gameplay “nervoso”, fatto di juggling e di brevi scatti, e indipendentemente dalle critiche di chi apprezza altre scuole di Beat'em Up (come quella giapponese) è riuscito ad ottenere un’innegabile rispetto. È bene precisare che l’impostazione generale non subisce rivoluzioni e resta dunque fedele all’ormai consolidata tradizione occidentale. Lo schema dei comandi è ancora quello classico, che ripropone il semplice legame fra i tasti principali del pad e i quattro arti del combattente: le prese, le interazioni e le parate rimangono fissate sui dorsali, mentre i modificatori EX sono accessibili attraverso la pressione congiunta di entrambe le tipologie di pulsanti, permettendoci così di scatenare le nostre mosse speciali. L’utilizzo delle funzioni di combattimento avanzate prevede comunque una spiccata padronanza del joystick nonché di un allenatissimo timing, dimostrando ancora una volta il dualismo che sta alla base del gameplay stesso.
    Mortal Kombat X si offre a due diversi piani di lettura e giocabilità: gli utenti meno esperti avranno subito accesso ad uno stile più semplice, ma meno articolato, fatto di salti, montanti e qualche mossa spettacolare, mentre solo i veterani riusciranno abilmente a concatenare il buon numero di combo disponibile, aumentando incredibilmente il ritmo di gioco. Il risultato è una convincente via di mezzo, che mira a raggiungere nuove platee senza disdegnare i tecnicismi. Apprezzare o meno tale stile va rimesso al proprio gusto personale, poiché la profondità ed i ritmi tipici dei picchiaduro di stampo orientale sono piuttosto distanti anche da questo Mortal Kombat, che resiste alle solite accuse di legnosità concentrandosi su altre dinamiche.

    Ad un primo sguardo anche i problemi di bilanciamento sembrano smussati, sostituiti piuttosto da un tangibile divario nella facilità di utilizzo di alcuni dei personaggi del roster, con combattenti che si dimostrano spesso più immediati da padroneggiare rispetto ad altri. Oltre ai piccoli aggiustamenti segnaliamo anche il gradito ritorno delle varianti di stile, che aumentano significativamente la profondità del gameplay di ogni combattente, permettendo in parte di eludere i fastidiosi counterpick. Nella fattispecie parliamo di tre tecniche di combattimento differenti di cui ogni personaggio sarà dotato e, come accadeva in Mortal Kombat: Deadly Alliance, quasi tutti comprendono l’utilizzo di un’arma. La scelta di una variante comporta alcune modiche che non stravolgono il moveset, ma che vi permetteranno comunque di cambiare notevolmente il vostro stile grazie ad alcune esclusive abilità. Pistole, lame e bastoni vi garantiranno l’accesso ad un più ampio spettro di attacchi, mentre altre abilità come l’invisibilità di Reptile o il veleno di D’Vorah aprono la strada a nuove ed efficaci strategie. La quantità di queste aggiunte varia da un personaggio all’altro, ma tutte si sposano perfettamente con il sistema modulare delle combo: con un buono studio della dettagliata schermata delle mosse, potremo -di fatto- moltiplicare le nostre combinazioni.
    Non è certo un mistero che Mortal Kombat debba molto del suo successo a quella violenza sanguinolenta caratteristica e fieramente esplicita: un marchio di fabbrica presente sin dalla nascita che questo capitolo non vuole certo nascondere. Le amate mosse X-Ray ritornano in grande stile e raggiungono un nuovo primato di violenza e crudeltà, superato soltanto dalle gloriose Fatality, che in una sola parola racchiudono l’essenza stessa della serie. La finishing move per eccellenza è da sempre oggetto di culto per gli appassionati e anche questa volta sarà presente in due terribili varianti per ciascun personaggio. A malincuore segnaliamo l’assenza delle Stage Fatality, mentre a grande richiesta tornano le care e vecchie Brutality (ben cinque per combattente) che, soddisfacendo alcuni requisiti, permetteranno di chiudere lo scontro in una maniera macabra e spettacolare. Citiamo anche la new entry denominata Faction Kill che, come è facile intuire dal nome, ci permetterà di terminare i nostri avversari con un’animazione esclusiva della nostra fazione di appartenenza. Conclude la serie di mosse speciali la presenza delle animazioni legate al contesto ambientale del livello, grazie alle quali potremo sfruttare degli oggetti contundenti per attivare un’animazione molto simile a quella dei sopracitati X-Ray.
    Lo story mode non è certo l’unica attrazione del single player. Del resto cosa sarebbe un Mortal Kombat senza una gigantesca mole di contenuti? Le vecchie skalate arcade si tramutano in Torri, ma la sostanza non cambia. La più semplice di queste viene denominata “Klassica” e prevede una lista di dieci avversari ordinati come nel torneo originario, con tanto di finale dedicato per ogni personaggio. Oltre a scegliere la difficoltà sarà possibile accedere ad altre quattro varianti della torre base ben più difficili da portare a termine. Scegliendo ad esempio “Prova la tua fortuna” andrete incontro a sette battaglie intralciate pesantemente da modificatori casuali, mentre la torre “Senza Fine” metterà a dura prova la vostra resistenza con una lista infinita di nemici. La nostra preferita rimane comunque la torre “Sopravvissuto”, nella quale si procede a oltranza cercando di conservare la propria barra vitale, che per l’occasione smette di rigenerarsi dopo ogni scontro. La sfida delle torri tradizionali è un buon espediente è un po' ripetitiva: proprio per questo Netherrealm ha inserito tre ulteriori torri (dette viventi), che grazie alle funzionalità online si aggiornano rispettivamente ogni ora, giorno o settimana, fornendo sempre nuovi contenuti. Quest’ultima funzione ci sembra decisamente la più riuscita, vista anche la promessa del team di organizzare eventi tematici dove pare sarà possibile provare gratuitamente i personaggi inclusi nei DLC a pagamento.
    Una volta esaurito l’interesse per le attività prettamente solitarie viene spontaneo dedicarsi al comparto multiplayer e, oltre all’intramontabile PvP casalingo, Mortal Kombat X vuole fregiarsi di una componente online di tutto rispetto, proponendoci un’offerta strutturata su più livelli e costruita come sempre sulla base del tradizionale versus. Purtroppo manca all’appello la possibilità di giocare in Tag Team (2v2), lasciandoci così provvisti solo dei classici match 1v1: questi potranno essere organizzati mediante un sistema di stanze dove potrete incontrare e sfidare personalmente i vostri avversari, oppure con un veloce matchmaking scegliendo fra classificato, amichevole o privato. Oltre a questo torna anche la divertentissima modalità Re della Collina, che permette di accedere ad una sala d’attesa dedicata per poi affrontare una serie di combattimenti dove “chi vince, resta”. Nell’attesa del nostro turno sarà comunque possibile visionare gli altri match come fossimo in platea, interagire liberamente con le emoticon e infine dare un voto al vincitore. Ci sarebbe inoltre la modalità battaglia a squadre, che non abbiamo potuto testare a fondo durante la nostra prova per motivi di matchmaking, ma che in buona sostanza si esprime in uno scontro diretto fra team di tre o cinque giocatori.
    Tutte le funzioni presenti nell’online vengono infine accolte nel nuovo sistema delle fazioni, un’idea che ci è piaciuta sin dal primo annuncio e che potenzialmente può mantenere alto l’interesse dei giocatori anche dopo lungo tempo. Lo scopo di quest’ultima feature è presto detto: creare nel giocatore una sensazione di appartenenza verso un macro-clan, ricompensandolo al contempo con vantaggi personali. Appena entrati in Mortal Kombat X, infatti, ci verrà chiesto di scegliere una delle cinque fazioni disponibili, che rispondono ai nomi di Lin Kuei, White Lotus, Brotherhood of Shadow, Black Dragon e Special Forces. Da quel momento in poi alla ormai consueta esperienza personale (XP) si affiancherà anche quella dedicata alla nostra specifica fazione (FXP), che ci aiuterà a scalare un’apposita classifica, sbloccando parallelamente altre ricompense e personalizzazioni. Ogni combattimento, di una qualsiasi modalità online, ci farà guadagnare entrambe le tipologie di esperienza e tutte le volte che vorremo dedicarci espressamente alla causa della nostra fazione ci basterà adoperarci con una battaglia a squadre o con le semplici sfide giornaliere.

    Il comparto online promette insomma grandi cose per questo Mortal Kombat, anche se c'è un’importante precisazione da fare: la stabilità del netcode è in questo caso un argomento fondamentale, ma nonostante le promesse di miglioramento fatte dal team la nostra prova ha restituito dati contrastanti. Il tempo richiesto per lanciare un match è ottimo, ma abbiamo riscontrato un numero avvertibile di partite affette da lag, desync e bug vari, che ci hanno fatto perdere più di qualche scontro. Sicuramente le nostre disavventure erano dovute in parte alla fase pre-release in cui ci trovavamo, ma è di vitale importanza che tali problemi vengano sistemati al più presto.

    Giù nella Kripta

    Ogni giocatore di Mortal Kombat sa che dopo una lunga serie di estenuanti combattimenti non c’è niente di meglio che farsi una bella passeggiata giù nella Krypta, e questa volta ad aspettarci troviamo una gradita sorpresa: il team è riuscito a modernizzare anche questa particolare sezione, che adesso assume i connotati di un vero e proprio minigioco. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, diciamo che questa è la stanza dei segreti di ogni Mortal Kombat, in cui si nascondono - dietro a lugubri feretri o pietre tombali - diversi collezionabili da sbloccare con i token ottenuti nel gioco. La struttura è sempre la stessa, ma la visuale in prima persona è diventata più immersiva e, nonostante le possibilità di movimento siano ridotte, si ha l’impressione di vivere una piccola avventura. L’area esplorabile sembra essere leggermente ridotta, ma guadagna punti in termini di complessità e atmosfera, senza contare i randomici attacchi da parte delle belve del posto che, mediante un quick time event, possono essere sconfitte garantendoci anche qualche moneta extra. Osservare a fondo l’ambientazione diventa fondamentale poiché, oltre a risolvere qualche piccolo rompicapo dovremo cimentarci nella ricerca di alcuni oggetti chiave, che ci permetteranno di sbloccare le zone avanzate. La nostra avventura da tombaroli si è conclusa facilmente in meno di due ore, eppure è riuscita a divertirci rendendo il nostro abituale pellegrinaggio fra le lapidi ancor più piacevole.

    STESSO ENGINE, ALTRA STORIA

    L'aspetto tecnico è forse il merito più grande di Mortal Kombat X, ed è qui che si nota appieno tutto l’impegno profuso dai Netherrealm Studios. Il risultato raggiunto dalla produzione è straordinario, soprattutto se paragonato al precedente MK9 e al più recente Injustice. Le luci dinamiche e i particellari svolgono da soli gran parte del lavoro artistico, mentre le texture (quasi sempre) in HD, unite ad un ottimo filtro antialiasing, restituiscono un’immagine incredibilmente pulita e senza sbavature. La modellazione dei corpi è anch’essa di buonissima fattura, ma incontra qualche evidente limite nei volti dei personaggi, lasciando così trasparire quell’unica traccia old-gen che il titolo si porta dietro.
    Fortunatamente il comparto delle animazioni facciali è estremamente curato e riesce cancellare anche queste piccole insicurezze, valorizzando la recitazione stessa dei personaggi. I gesti e le movenze strizzano l’occhio ad uno stile più realistico e cinematografico e trovano la giusta dimensione nell’apposita story mode. Anche la fisica degli impatti restituisce ora un feedback più credibile, senza però abbandonare la spettacolarità dei moveset estremi che da sempre caratterizzano la serie. Le arene sono come sempre dettagliatissime e, oltre all’eccellente qualità, sfoggiano anche numerose interazioni ambientali e effetti atmosferici. Ci dispiace soltanto che il loro numero sia limitato a soli quattordici scenari (circa la metà del precedente capitolo).
    Per quanto riguarda l’ambito delle performance, la versione PS4 da noi testata si mantiene ancorata ai 60fps, con qualche rarissimo caso di singhiozzo che a malapena risulta avvertibile. Ci riteniamo soddisfatti anche dal comparto sonoro, che può contare su qualche tema epico e avvincente e che, come molti saranno felici di sapere, è finalmente dotato di un doppiaggio italiano dignitoso (che però non si risparmia qualche scivolone).

    Mortal Kombat X Mortal Kombat XVersione Analizzata PlayStation 4Mortal Kombat X riesce a perfezionarsi sotto molti aspetti, portando così a termine il lavoro del suo acclamato predecessore. Il restyling voluto da Netherrealm Studios può dirsi insomma compiuto: il comparto grafico si mostra incredibilmente potenziato, mentre il gameplay si aggiorna con qualche piccola ma interessante feature (come le varianti di stile), senza però allontanarsi troppo dall'essenza tipica della saga. Uno story mode altamente cinematografico ed un comparto online dalle dinamiche interessanti chiudono il quadro, valorizzando le violente e brutali esagerazioni che tutti i fan si aspettano. I problemi che affliggevano il nono capitolo sembrano essere in parte corretti e nonostante alcune incertezze riguardo un netcode non troppo stabile, Mortal Kombat X si presenta migliorato in ogni aspetto. Solo se non vi piace il gameplay, molto “scattoso” per scelta e a tratti quasi schizzato, sicuramente meno fluido rispetto a quello dei picchiaduro orientali, meno profondo ma non per questo meno tecnico, volgete lo sguardo altrove. Diversamente, potete andare sul sicuro indipendentemente dalla vostra familiarità con il genere: Mortal Kombat X ha una versatilità che accontenta tutti quanti e, anche se le grandi innovazioni strutturali dovranno aspettare, siamo sicuri che questo capitolo saprà conquistare vecchi fan e giocatori di nuova generazione.

    8.5

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