MotoGP 20 Recensione: Milestone in pole position

Anche quest'anno torna la MotoGP targata Milestone. Riuscirà a farci dimenticare l'assenza del campionato reale, fermo per l'emergenza Coronavirus?

MotoGP 20
Recensione: PlayStation 4 Pro
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Ormai lo abbiamo capito: con F1 e Motomondiale ancora parcheggiati ai box in attesa di buone nuove, quest'anno spetta al mercato videoludico il compito di fornirci una valida alternativa alle nostre consuete scorpacciate domenicali a base di sport motoristici. Nonostante lo stop forzato del campionato motociclistico per eccellenza, Milestone non si è fermata ed ha messo in piedi un'iterazione che migliora sotto quasi tutti gli aspetti il già notevole lavoro dell'anno scorso. MotoGP 19 ha rappresentato una sorta di rivoluzione per quanto concerne lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, svolta che abbiamo apprezzato moltissimo anche in sede di recensione e che ha aperto un nuovo capitolo nella storia del brand. Con A.N.N.A. (nome tecnico dell'algoritmo in questione) ormai saldamente al comando delle movenze e dei comportamenti in pista dei piloti controllati dalla CPU, però, serviva qualcosa di nuovo e potente da mettere sul piatto per mantenere alto l'interesse e replicare lo stesso successo.

    Nuova linfa vitale

    L'evoluzione della serie MotoGP quest'anno passa principalmente da una rivoluzione contenutistica volta a rendere più appaganti le modalità offline. La più "colpita" da questo stravolgimento strutturale è sicuramente la carriera di MotoGP 20, completamente reinventata e migliorata sia nella forma che nella sostanza.

    A tre anni di distanza dall'ultimo tentativo - non perfettamente riuscito - svolto in tal senso, il team nostrano ha deciso di avventurarsi in una riscrittura dei suoi paradigmi in chiave manageriale, proponendo una soluzione maggiormente stratificata e meglio progettata, ma al tempo stesso snella e alla portata di ogni tipologia di giocatore, dal meno inesperto fino al più smaliziato.

    Work in ProgressNon era un'impresa semplice, quella di portare avanti una serie basata su un "campionato fantasma", con tutte le incognite che questa situazione di disagio comporta. Sorprende positivamente l'introduzione del nuovissimo KimyRing, inedito tracciato finlandese ancora in fase di ultimazione (il complesso è aperto nel 2019, ma manca ancora di un paddock a regola d'arte), presente in tutto il suo splendore all'interno del gioco, riprodotto fedelmente seguendo i progetti originali. Anche la composizione dei team è stata correttamente aggiornata alla stagione 2020. In futuro dovrebbero comunque arrivare piccoli aggiornamenti per sistemare eventuali dettagli e modifiche dell'ultimo momento per tutte e tre le classi, ma vista la situazione possiamo ritenerci più che soddisfatti.

    La novità più importante, attesa da tempo da moltissimi fan della serie, è la possibilità di creare un team personalizzato partendo da zero, per poi passare ad una squadra ufficiale in qualsiasi momento e senza soluzione di continuità. Una novità non da poco, rafforzata ulteriormente dall'ottimo editor di livree integrato, che assieme a quelli per toppe e caschi rappresenta fin dall'anno scorso una grande eccellenza del prodotto targato Milestone.
    Dimenticatevi però delle sovrastrutture estremamente complesse tipiche di buona parte dei giochi manageriali classici: il risultato finale continua ad essere rapido e scattante come una Moto3, complesso ma al contempo facile da interpretare come una Moto2. Il focus di MotoGP 20 resta la guida in pista e, più in generale, il tentativo di mostrare il mondo delle due ruote attraverso gli occhi del pilota.

    Viene di conseguenza enfatizzato il nostro rapporto con il capo-tecnico e la nostra influenza sul reparto di ricerca e sviluppo, ingranaggi fondamentali di ogni team, senza i quali nessun pilota sarebbe in grado di dimostrare a pieno il proprio potenziale in pista. Per complessità, questa nuova iterazione sembra avvicinarsi a grandi passi alla completezza delle controparti targate Codemasters, senza però scimmiottarne i contenuti: è un'interpretazione molto personale e schietta della vita nel paddock.

    Per sviluppare la moto dovremo interfacciarci costantemente con ogni elemento del nostro staff, cercando di distribuirlo in maniera sensata - in base alle sue competenze specifiche - nelle varie aree di sviluppo, valutando bene il rapporto costo-beneficio di ciascuna nostra azione. Ogni classe di moto ci metterà a disposizione rami di sviluppo diversi: la Moto3, ad esempio, appare molto più limitata delle altre sotto questo punto di vista, rappresentando un ottimo punto di partenza per impratichirsi prima di raggiungere i livelli massimi di complessità della classe regina.

    Ancora siamo lontani dalla perfezione, però, e alcuni elementi del bilanciamento non ci hanno convinti pienamente. Spesso si ha la sensazione che, nel tentativo di non complicarci troppo la vita, il gioco ci lasci margini di manovra leggermente troppo ampi, che non provi mai ad alzare il tasso di sfida per non scoraggiare i meno avvezzi alle sue velleità manageriali.

    Nonostante la presenza, almeno sulla carta, di molteplici aspetti di cui tener conto, tra cui il già citato dipartimento di ricerca e sviluppo, spesso basta continuare a macinare chilometri e vincere gare per ritrovarsi al sicuro e progredire indisturbati nel cammino verso la vetta. Facendo il nostro dovere e rispettando gli incarichi assegnatici dalla squadra anche gestire il budget, per quanto risicato quest'ultimo potesse sembrare inizialmente, non ci è mai sembrato un reale problema, neanche provando a spendere di proposito in maniera non particolarmente oculata.

    Una scelta probabilmente voluta, che punta ad abbracciare ogni tipologia di giocatore, dal più meticoloso manager al più pragmatico degli animali da pista, senza necessariamente imporre a nessuno dei due uno stile di gioco che non gli si confà. Il risultato finale rappresenta in definitiva un buon compromesso tra accessibilità e profondità, oltre che un evidente passo in avanti in uno degli aspetti della serie che più stava iniziando a scricchiolare sotto il peso degli anni.

    Un'altra area che ha subito diverse modifiche rispetto all'edizione precedente è quella dedicata alle corse storiche: se un anno fa lo scopo principale sembrava essere quello di mantenere più alto possibile il grado di veridicità della messinscena, quest'anno le cose paiono essere cambiate non poco. Milestone ha insomma deciso di sacrificare un po' di fedeltà sull'altare del divertimento, dando la priorità alla creazione di contenuti più corposi e belli da giocare.

    Nell'edizione 2019 capitava spesso di dover rivivere attimi cruciali della carriera di un particolare pilota all'interno di gare con numero ridotto di partecipanti, dovuta alla mancanza di buona parte dei reali partecipanti all'interno del gioco, mentre quest'anno le griglie saranno sempre riempite con piloti storici casuali (seppur appartenenti alla stessa categoria) indipendentemente dal periodo di appartenenza.

    Una scelta che da appassionati ci ha lasciato un po' di amaro in bocca, ma che ci è sembrata molto sensata e convincente dal punto di vista del gameplay e del divertimento complessivo. Ogni sfida, inoltre, ci fornirà dei punti da usare all'interno del "negozio storico" per sbloccare nuovi piloti o moto storiche (il cui costo è determinato dalla rarità), che potranno poi essere usati liberamente in ciascuna delle modalità offline (carriera esclusa) del gioco.

    Più intelligente che mai

    Un anno fa avevamo speso bellissime parole per descrivere quella che al tempo rappresentava una delle più grandi evoluzioni all'interno del genere di appartenenza: l'introduzione di una nuova forma di intelligenza artificiale basata sulle reti neurali. Ovviamente A.N.N.A. è tornata anche quest'anno, e lo ha fatto con svariate migliorie.

    Dopo aver insegnato ai piloti a lottare con grinta e ad evitare i tanto odiati "trenini", il team di sviluppo ha deciso di spostare l'attenzione dell'algoritmo su altri aspetti meno appariscenti, ma altrettanto fondamentali per fargli raggiungere una maggiore consapevolezza dei propri mezzi: la gestione delle gomme e del carburante. I piloti avversari hanno di conseguenza imparato a gestire e controllare l'usura degli pneumatici in maniera coerente e credibile, e si sono adattati all'utilizzo, in base alla necessità, delle varie mappature del motore. Di fatto, adesso i nostri rivali controllati dall'IA sono sullo stesso identico piano del giocatore, e devono sottostare alle medesime regole. Non mancano, tra l'altro, graditi effetti collaterali, scaturiti probabilmente dall'idilliaco connubio tra l'aumento delle variabili in mano all'algoritmo e le migliorie alla fisica di gestione delle collisioni e del comportamento in curva delle moto: i nostri rivali ci sono sembrati più inclini a sbagliare quando si trovano in situazioni complicate o braccati da un avversario, arrivando persino, di tanto in tanto, a vedersi costretti al ritiro o a scontrarsi con un rivale.

    Nessuna paura, però: non capita troppo spesso, e durante le nostre prove la frequenza con cui tali situazioni si sono verificate si è rivelata bilanciata e credibile. La cosa più sorprendente è che tutto ciò accade naturalmente, senza alcuna riga di codice che indichi parametri specifici o ne definisca in alcun modo le dinamiche.

    Tutti in piedi sul divano

    Un discorso a parte lo meritano infine le novità del motore fisico, cuore pulsante di ogni simulazione che si rispetti. Pur partendo dalle solidissime basi dello scorso episodio, i passi in avanti ci sono sembrati decisamente significativi anche in questo campo. Le modifiche si sono tradotte in una più marcata differenziazione del feeling delle moto, sia all'interno della stessa classe che, ovviamente, tra una categoria e l'altra.

    Le Moto3 trasmettono ancora meglio il proprio senso di "leggerezza" e di estrema agilità che le rende forse più simili a della velocissime biciclette motorizzate che non alle mastodontiche MotoGP; la Moto2 è invece una discreta via di mezzo, e forse la più semplice da guidare. I maggiori cambiamenti però li abbiamo notati provando per la prima volta una MotoGP: il feeling della staccata è leggermente cambiato, rendendo di fatto più complesso, soprattutto con la fisica impostata su "normale" o "pro", andare alla ricerca del limite senza perdere il punto di corda o, peggio ancora, finire nel sabbione a bordo pista.

    Nonostante il tasso di verosimiglianza della simulazione si sia alzato molto negli ultimi due anni, MotoGP resta comunque un prodotto fieramente accessibile e alla portata di tutti.

    Grazie all'ampia gamma di aiuti a nostra disposizione possiamo smussare ogni asperità del modello di guida, plasmandolo e adattandolo con facilità alla nostra abilità in pista. Se non apprezzate particolarmente la creazione di assetti personalizzati, tra l'altro, sarete sicuramente entusiasti della possibilità di adattare la moto alle vostre esigenze senza toccare neanche un parametro manualmente, attraverso un menu dedicato in cui sarà sufficiente specificare quale problema stiamo riscontrando in pista. Il sistema ci fornirà una possibile soluzione nel giro di pochi secondi basandosi sul nostro feedback, senza che sia necessario "sporcarsi le mani" andando per tentativi.

    MotoGP 20 MotoGP 20Versione Analizzata PlayStation 4 ProLo diciamo subito e senza troppi giri di parole: MotoGP 20 è il miglior gioco della serie e, secondo il nostro modesto parere, uno tra i migliori corsistici su due ruote di sempre. Contenutisticamente ineccepibile e impreziosito dalla presenza di una carriera manageriale articolata ma accessibile, l’ultimo arrivato in casa Milestone conferma il trend positivo lanciato l’anno scorso con l’arrivo in pompa magna della nuova intelligenza artificiale basata sulle reti neurali. Al netto di qualche piccolissima sbavatura nel bilanciamento della modalità principale e la mancanza di particolari migliorie relative al sound delle due ruote, che sembra essere rimasto pressoché invariato rispetto a un anno fa, il risultato raggiunto dal team italiano è davvero encomiabile. Ottimo, oltre il profilo del gameplay, anche l'aspetto tecnico, che si appoggia sulle conquiste del precedente episodio e - su console mid-gen- regge senza problemi, anche con numerose moto a schermo o sul bagnato, un refresh rate di 60 frame al secondo (in modalità “prestazioni”). Giro quasi perfetto per Milestone.

    8.6

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