MXGP 2020 Recensione: il motocross di Milestone tra fango e terra su PS5

Milestone esordisce sulle nuove console con l'ultimo episodio della serie racing dedicata al campionato del mondo di Motocross.

MXGP 2020 Recensione: il motocross di Milestone tra fango e terra su PS5
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Da anni Milestone è un punto di riferimento per il panorama digitale dei racing game. Dopo l'acquisizione da parte di THQ, lo sviluppatore milanese ha consolidato ancor più la sua posizione nel settore. Il contatto costante con gli ambienti del motorsport si è fatto universale, e oltre alle licenze del MotoGP e del Supercross, il pacchetto si completa con quella del campionato mondiale di Motocross. Anche la serie MXGP, tuttavia, ha prestato il fianco a qualche incertezza nel corso della sua gestazione, e questa nuova incarnazione non si discosta troppo dagli standard qualitativi cui il franchise ha abituato con i precedenti capitoli, anche a causa delle novità davvero esigue. Si tratta, però, del primo approccio alla nuova generazione non solo per la serie, ma anche per il mondo delle due ruote (in attesa dell'upgrade next-gen di Ride 4, in arrivo il prossimo 21 gennaio). L'occasione, dunque, è stata propizia anche per pregustare l'impatto delle nuove implementazioni hardware ed i benefici della next-gen. Pronti ad allacciare il casco e scrubbare?

    Sulle orme di Cairoli

    Esattamente come le altre produzioni di questo respiro, la struttura di MXGP 2020 ricalca una formula prevedibile, in questo caso trasposta quasi integralmente dal predecessore. La modalità Carriera rimane il fulcro dell'esperienza per i puristi, per gli appassionati di simulazione e fedeltà, sebbene sia considerevolmente meno espansa e curata rispetto a quella di altri franchise. Qui si bada al sodo, forse anche troppo, e in tempi nei quali abbiamo fatto il callo ad aspetti capillari ruolistici e manageriali, la cosa appare quasi come una singolarità. Creazione del pilota virtuale, scelta del numero e via con il primo team, inizialmente limitato alla cadetteria MX2. Niente fronzoli, fasi di transizione o vezzi di alcun tipo: solo lo sterrato. Le nostre uniche preoccupazioni saranno il setup della moto e la scelta della struttura del weekend di gara. Possiamo decidere di affrontarlo per intero, con un solo turno di qualifica o gettarci direttamente a capofitto nella doppia gara. Le opzioni, naturalmente, ci consentono anche di settare il minutaggio del cronometro ed altri - pochi - parametri di rilievo come il meteo, la fisica e il livello dell'IA nemica. Nella scalata al successo abbiamo la possibilità di creare un nostro team o aderire a quelli ufficiali.

    La discriminante, in questo caso, è rappresentata dal livello di prestigio del nostro alter-ego, che aumenta correndo e vincendo le gare nelle varie modalità di gioco. Più questo è alto, più prestigiose saranno le scuderie con cui potremo stipulare accordi, accrescendo anche il portafoglio digitale. Questi due aspetti sembrano essere gli unici stimoli, oltre alle corse, di un sistema di progressione un po' scarno, che rende questa Carriera molto, forse troppo vicina alla reiterazione di una semplice modalità Campionato.

    Una questione di waypoints

    In MXGP 2020 torna anche la modalità Playground, con un setting questa volta ispirato ai suggestivi fiordi norvegesi. Per chi non avesse familiarità con la serie si tratta di una modalità sconnessa dalle altre e dai campionati in cui è possibile guidare liberamente in una mappa aperta, interagendo con particolari segnalini denominati waypoints. In specifici punti dell'area di gioco è possibile prendere parte ad alcune corse a tempo o gare canoniche su tracciati, oppure creare liberamente la vostra sfida da somministrare alla community creando un percorso proprio grazie ai waypoints.

    Battere i tempi di altri biker o correre nelle gare libere (al momento solo contro l'IA in questa modalità) contribuisce ad aumentare il prestigio pilota. La natura scandinava è affascinante, e tra edifici, leggeri pendii, corsi d'acqua e relitti offre diversi spunti per scaricare la fantasia e costruire sfide anche piuttosto eccentriche. Complice senz'altro la gioventù del prodotto sul mercato, l'area di gioco è ancora fin troppo vuota, ed in generale la presenza di due sole tipologie di evento saturerà ben presto gli stimoli della maggior parte dei piloti a trascorrere diverse ore nel Playground, se non forse per curiosità verso le creazioni. Nonostante si tratti, a conti fatti, di un'aggiunta che si discosta dalla ragion d'essere di un prodotto che vede la luce con intenti simulativi - non è casuale il sottotitolo della serie, The Official Motocross Videogame - la sensazione è che l'istanza free-roaming sia ancora in uno stato embrionale. I margini di accrescimento sono molti, e magari auspichiamo di vedere un po' più di varietà e densità nelle edizioni future.

    I contenuti

    Oltre a Carriera a Playground, il menu di MXGP 2020 si completa con le Modalità Veloci. Tra esse abbiamo l'autoesplicativo Time Attack, il Gran Premio che permette di affrontare un singolo weekend di gara e il Campionato, con cui inscenare un'intera stagione impersonando uno dei piloti ufficiali. Le licenze sono aggiornate alla stagione in corso.

    Le categorie presenti nel gioco sono MX2 e MXGP, per un totale di 68 piloti e 19 tracciati, il pacchetto completo delle tappe del campionato del mondo. Chiudono il menu principale un editor di tracciati abbastanza essenziale, la modalità multigiocatore online strutturata secondo le consuete lobby con server dedicati ed un sottomenu di personalizzazione, all'interno del quale è possibile spendere i crediti ottenuti acquistando equipaggiamento e modifiche estetiche per pilota virtuale e moto, scegliendo fra decine di oggetti su licenza ufficiale. Su questo fronte il lavoro è encomiabile, e la collaborazione fruttuosa di Milestone con i vari brand della scena contribuisce anche qui a regalare agli appassionati un prodotto fedele e realistico. Il team ha inoltre confermato un supporto post lancio che aggiungerà nuove feature tra cui la co-op, il multiplayer sincrono nel Playground ed una misteriosa Race Director Mode, proiettata alla condivisione delle sfide online.

    In sella

    Il sistema di guida di MXGP 2020 è altrettanto in continuità con la struttura derivata dell'offerta ludica. Non ci sono migliorie sostanziali nel modello, che si interpone in un limbo tra simulazione e scioltezza a causa di una gestione della fisica nuovamente migliorabile. Il peso delle moto e del pilota non è particolarmente incisivo, e fra il parametro più permissivo e quello realistico non intercorre una risposta su pista marcata. La gestione dei salti ed il calcolo della traiettoria sono l'elemento forse più soddisfacente, e l'approccio ad essi può determinare soprattutto a livelli di difficoltà elevati una buona differenza tra un piazzamento e l'altro. Le collisioni e le asperità degli sterrati sconnessi, tuttavia, non convincono pienamente nella resa. In modo particolare, si sente ancora troppo poco l'incidenza del fango ed il mutare delle condizioni metereologiche ha un impatto ancora molto marginale nell'economia della gara.

    DualSenseMXGP 2020 sfrutta naturalmente le feature peculiari del nuovo controller di casa Sony nella maniera che ci aspettavamo. I trigger adattivi sono senz'altro l'aggiunta più d'impatto, anche perché diversificano la resa del tracciato e le varie situazioni di guida. La corsa dei grilletti, infatti, si farà più lunga o più corta in relazione alle configurazioni dell'assetto della moto in congiunzione con le asperità dei terreni. Anche il dosaggio del gas è migliorato, grazie alla maggior sensibilità e precisione dell'hardware. Abbiamo riscontrato un utilizzo marginale, invece, dell'altoparlante integrato, che avrebbe potuto rendersi interessante nella riproduzione di alcuni effetti acustici legati al rapporto della moto con i tracciati o alle condizioni atmosferiche variabili. I led frontali del Dualsense che disegnano il touchpad, infine, si colorano di verde, giallo o rosso in funzione dei giri del motore, come una sorta di tachimetro visivo. Un vezzo più estetico che realmente funzionale.

    In questo, i nuovi hardware e la tecnologia hanno offerto un miglioramento solo sul fronte visivo, con le pozze d'acque che si compongono in prossimità degli avvallamenti o nei solchi lasciati dagli pneumatici durante una battuta di pioggia, ma la resa di guida cambia solo marginalmente. Da un lato è un peccato, perché consapevoli che le possibilità sono infinitamente superiori siamo tutti ancor più bramosi di osservare i team trarre il massimo dalle novità tecnologiche. D'altro canto, tuttavia, comprendiamo che la natura del prodotto, destinato a una nicchia di pubblico, abbia potuto frenare almeno in parte gli investimenti, e che i tempi sono comunque ancora giovani. Sul fronte dell'IA, per dire, non si riscontrano altrettanto cambiamenti di sorta, e l'assenza della tecnologia A.N.N.A con cui Milestone ci ha ormai allietato nei MotoGP e in Ride si percepisce. Qui troverete la nostra recensione di Ride 4.

    Migliorie tecniche?

    Sotto il profilo tecnico, per chiudere, si scorge l'impatto delle nuove risorse. L'Unreal Engine 4 ha dato nuova linfa alla serie, e complessivamente il titolo si difende bene. Su PS5 la resa visiva è più rifinita, gli elementi di contorno dello scenario finalmente sono renderizzati a risoluzioni elevate, complice anche il supporto completo al 4k e la generale sensazione di pulizia è avvertibile.

    Si assottiglia leggermente - ma ancora con buon margine - quello stacco qualitativo fra la resa dei modelli poligonali dei bolidi e dei piloti e gli elementi di contorno dello scenario. Il pubblico è ancora reso superficialmente, con manichini immobili e abbozzati, mentre è decisamente più curata e vispa l'illuminazione. Bene anche le prestazioni, che reggono anche con 20 piloti su pista una buona fluidità, con giusto qualche amnesia d'assestamento durante i cambiamenti climatici.

    MXGP 2020 MXGP 2020Versione Analizzata PlayStation 5MXGP 2020 è un capitolo conservativo, nel bene e nel male. Si ritrovano tutte le caratteristiche che hanno appagato gli appassionati della disciplina del Motocross, come una fedeltà contenutistica notevole ed un’offerta ludica austera ma centrata. Purtroppo, ristagnano anche alcune imperfezioni congenite al franchise e che rimandano a difetti di gioventù di Milestone. La gestione della fisica ha ancora margini importanti di miglioramento e l’approccio alla nuova generazione risulta alquanto timido. Il franchise si pone in basso nella scala qualitativa delle produzioni a cura del team milanese, probabilmente anche a causa del respiro non troppo ampio della disciplina che ha frenato una parte degli investimenti produttivi. Comunque, MXGP 2020 è in grado di intrattenere e divertire egregiamente gli appassionati, anche se ci saremmo aspettati un'evoluzione maggiore nella rappresentazione digitale del mondo delle due ruote.

    6.9

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