Myst Remake Recensione: il ritorno di un classico, anche su Xbox Game Pass

Myst è stato un gioco che ha fatto appassionare tantissimi "non giocatori" al mondo di videogiochi, l'avventura di Cyan torna ora con un remake.

Myst Remake Recensione: il ritorno di un classico, anche su Xbox Game Pass
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  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • In un mondo dominato dalla velocità e dall'iperconnessione, è difficile credere che per molti anni il gioco più venduto per PC fosse qualcosa di diverso dai soliti Doom, Diablo, Warcraft o Half-Life. Un titolo in completa antitesi con i generi che spopolavano in quel periodo videoludico (stiamo parlando degli anni Novanta) e, soprattutto, in netta contrapposizione con il medium che dominava la scena, la cara e vecchia televisione. Myst era un elogio della lentezza interattiva, un capolavoro che è riuscito a resistere all'inevitabile trascorrere del tempo e delle mode, anche se non c'erano nemici da devastare con una sparachiodi o oggetti da spostare con un pistola gravitazionale.

    Myst fu creato dalla coppia di fratelli Rand e Robyn Miller su Macintosh usando il tool di programmazione ipertestuale HyperCard di Apple e venne pubblicato nel 1993. Oltre a diventare uno dei giochi più importanti dell'epoca (per l'innovativo utilizzo del rendering 3D e della tecnologia del CD-ROM), per quasi sette anni si confermò essere il titolo più venduto su PC con ben sei milione di copie. Un record assoluto per quel periodo che riuscì a resistere fino all'arrivo di un ciclone di nome The Sims (a proposito, ecco qui la nostra recensione di The Sims 4).

    Rivivere il passato

    Ripensare a Myst nel 2021 fa una certa impressione, non lo neghiamo. Il primo titolo multimediale firmato dai fratelli Miller (Cyan era il nome della società che avevano fondato) era "qualcosa" che trascendeva il semplice concetto di esperienza audio/visiva, un'avventura minimalista a tratti poetica e raffinata che non aveva nulla da spartire con tutto quello che era stato creato fino a quel tempo.

    Myst era un gioco davvero speciale ed era riuscito nell'impresa di avvicinare al mondo dei computer e dei videogiochi anche persone che non avrebbero mai usato per nessun motivo un mouse o una tastiera per giocare. L'avventura di Cyan venne pubblicata da una software piuttosto prolifica e attiva negli anni Ottanta e Novanta: la statunitense Broderbund che vantava nel suo palmarès la serie Prince of Persia di Jordan Mechner e quella Carmen Sandiego, oltre ad aver avuto tra le propria fila come dipendente un brillante programmatore del calibro di Will Wright (Sim City, The Sims e "sim qualsiasi cosa").

    Com'era prevedibile, il successo di Myst sulla scia di 7th Guest diede origine a un nuovo filone (quello delle avventure interattive) e a diversi seguiti ufficiali e molteplici adattamenti, senza dimenticare una lunga scia di cloni: l'ultimo episodio della serie è datato 2005 (Myst V: End of Ages), mentre l'ultimo remake/remastered in ordine di tempo è quello apparso un paio di settimane fa sul servizio Xbox Game Pass per le console di casa Microsoft e disponibile anche per PC.

    Una riedizione curata e supervisionata dalla stessa Cyan (ora diventata Cyan Worlds) che non ha fatto altro che riprendere la versione creata ad hoc lo scorso anno per la Realtà Virtuale e l'ha restaurata con un unico obiettivo: farla apprezzare a una nuova generazione di giocatori.

    In beata solitudine

    Un isolotto tranquillo offuscato da fitte e impenetrabili nebbie, un mistero antico e inquietante da risolvere: dopo aver toccato la pagina di un libro, il protagonista di quest'avventura (il giocatore) si ritrova letteralmente catapultato in una nuova dimensione, in un'isola nel bel mezzo del nulla. Non c'è un nome né un volto a identificare il personaggio principale di Myst: Cyan ha sempre voluto che i giocatori si sentissero come se fossero realmente bloccati su quella porzione di terra emersa e circondata dalle acque.

    L'espediente del libro (ne esistono di due tipi, uno di collegamento e uno descrittivo) è stato sfruttato sapientemente per far viaggiare il giocatore attraverso le diverse ere presenti nel gioco. Non c'è dubbio che la coppia di fratelli Miller si fosse ispirata ad alcune teorie sui mondi paralleli della meccanica quantistica (il famoso multiverso): la possibilità di viaggiare tra le ere non era altro che un intelligente escamotage per invogliare il giocatore a risolvere gli enigmi/tranelli studiati appositamente.

    E dopo qualche minuto di esplorazione ci si ritrova così a far la conoscenza dei due fratelli Sirrus e Achenar, intrappolati in libri diversi (in universi paralleli) e desiderosi di essere liberati. Solo il giocatore può aiutarli: in che modo? Risolvendo una serie di enigmi e indovinelli che gli permetteranno di scoprire il segreto che si nasconde in quest'isola. E ci fermiamo qui, per evitare di anticipare troppo.

    La magia di Myst è rimasta intatta

    I paesaggi e le ambientazioni create da Cyan trent'anni fa sembravano uscire direttamente da un dipinto surrealista: Myst non ha perso nulla del fascino originale anche nel 2021 e, in pochi istanti, ci trova a esplorare un paradiso terrestre caratterizzato da una folta vegetazione, rocce che sporgono, sabbia, acqua e costruzioni misteriose (compreso un vascello di legno sommerso). È bello sentire il vento che soffia sugli alberi e le onde che si infrangono contro gli scogli, mentre in lontananza si avverte il garrito di alcuni gabbiani: sull'isola, a parte noi, non c'è nessun altro essere vivente.

    Non ci sono personaggi con cui interagire, siamo solo noi e la natura. E in completa e beata solitudine ci troveremo a risolvere i numerosi misteri ed enigmi che sono celati in quest'isola, cercando allo stesso tempo di trovare un modo per fuggire da questo luogo (o universo parallelo) alquanto bizzarro. La fruizione degli enigmi proposti in Myst è davvero particolare - negli anni Novanta il game design era diverso - e ci vuole una buona predisposizione mentale per capirne la logica e, soprattutto, per decriptare i vari collegamenti.

    Il plot narrativo è fumoso quanto le fitte nebbie che circondano l'isola e solo raccogliendo i documenti (che vanno memorizzati) che si trovano in giro è possibile capire quello che sta accadendo. Alcuni enigmi si rivelano ostici e complessi anche nel 2021 e richiederanno un ampio uso di fosforo, fantasia e un pizzico di follia: la dote più richiesta resta, comunque, la pazienza. Da questo punto di vista Myst non è cambiato: è rimasto quello del 1993 e ci vorranno almeno 5/6 ore per completarlo.

    Un cambio di grafica

    Cyan aveva creato all'epoca un sofistico impianto narrativo per dare un senso logico agli enigmi e ai puzzle che il giocatore si trovava via via ad affrontare. Questo era l'aspetto che aveva sempre differenziato Myst (e i suoi sequel) dalla maggioranza delle avventura pubblicate fino a quel periodo.

    L'interfaccia utente si distingueva nel 1993 per un design minimalista ed è stata mantenuta così anche in questa ennesima restaurazione: se nell'originale si cliccava sullo schermo (statico) per spostarsi nella direzione indicata o per attivare un oggetto, oggi la transizione avviene molto più velocemente pad alla mano e si può liberamente esplorare l'isola in lungo e in largo. Per quanto riguarda il sistema di controllo, il lavoro effettuato da Cyan ci ha lasciato un po' perplessi: in certe situazioni il controller di Xbox si è rivelato un filo macchinoso più del dovuto, soprattutto in determinate sezioni di gioco (quando si devono attivare determinate leve, per esempio).

    Apprezzabile, invece, la scelta di Cyan di permettere ai giocatori di rigiocare Myst in versione 1993 oppure di affrontare gli enigmi in ordine casuale: per chi aveva già completato negli anni Novanta l'opera dei fratelli Miller, questa opzione può essere interessante. Oltre a questa aggiunta, la novità più eclatante di questa riedizione è senza dubbio la sostituzione degli storici filmati in Full Motion Video con altri riprodotti tramite CGI.

    Molti fan dell'originale Myst hanno contestato apertamente la soluzione adottata da Cyan: possiamo discuterne all'infinito ma considerando la qualità dei vecchi filmati, probabilmente, si trattava di una scelta obbligata. Il team di sviluppo ha cercato di imbellire ulteriormente l'aspetto di Myst (l'illuminazione, per esempio) per rendere ancor più onirica e surreale l'esperienza proposta in 4K: nonostante il buon lavoro effettuato era lecito aspettarsi qualcosina in più.

    Gli ambienti appaiono un po' spogli e statici per gli standard attuali, mentre le animazioni 3D proposte sono discrete, nulla di più. Infine, Myst è localizzato in italiano (sottotitoli): trattandosi di un'avventura è un aspetto non secondario.

    Myst Remake Myst RemakeVersione Analizzata Xbox Series XAbbiamo provato questa versione restaurata di Myst su Xbox Series S e l'abbiamo apprezzata molto. Da vedere l'opera di Cyan fa sempre un certo effetto, così come cercare di risolvere gli enigmi proposti. Per chi aveva già giocato l'originale quasi trent'anni fa, un giro per l'isola è sempre consigliato. Per chi aveva già rivissuto la magia di Myst attraverso la VR o qualche altra riedizione (realMyst, per esempio) lo è un po' meno, soprattutto se non si dispone di un abbonamento Xbox Game Pass. Per chi, invece, non aveva mai sentito parlare di quest'avventura, si tratta di un'occasione unica per recuperare uno dei pezzi della storia videoludica. Certo, gli enigmi proposti nel lontano 1993 erano molto innovativi, mentre nel 2021 potrebbero risultare non particolarmente impegnativi per i veterani delle avventure: l'atmosfera, però, resta qualcosa di insuperabile. A questo punto sarebbe bello avere una riedizione degli episodi successivi: a quando Cyan Worlds?

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