Recensione NARC

La Narcotici più immorale del panorama ludico

Recensione NARC
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Un tuffo nel passato

    Leggere un nome come NARC nella release list Midway di quest’anno provoca degli strani effetti su un redattore attempato come chi scrive questa review. Uno sguardo vacuo e assente, seguito da una indeterminata deformazione dell’ espressione (è difficile definirlo sorriso). Nel malcapitato tornano alla mente ricordi assopiti per quasi vent’anni, scene di una gioventù in cui la forma più evoluta di videogioco era ancora situata nella sala giochi, non nel salotto di una qualunque casa. Un giorno, in una di quelle sale giochi zeppa di cabinati variopinti e table-top con quattro joystick giunse un cabinato alquanto anonimo: due stick e un logo: NARC. Appena acceso, pochi secondi dopo il test delle rom, un messaggio: “Winners Don’t Use Drugs! - William J Session - Director of F.B.I.”.

    E infine il gioco, uno shooter a scorrimento orizzontale, due agenti della narcotici che combattono il traffico di stupefacenti con ogni mezzo, un carosello di sparatorie, esplosioni e violenza mai vista prima in un videogioco. Arrestare un trafficante in NARC era possibile, ma non necessario, l’importante era toglierlo di mezzo, con un paio di manette o con una raffica di mitragliatrice. C’era da rimanere di stucco nel vedere, per la prima volta, i cadaveri dei trafficanti investiti dalle esplosioni: saltavano in mille pezzi sanguinolenti.
    Un gioco in cui un certo tipo di criminalità viene trattata con il pugno di ferro, forse un ammonimento dagli Stati Uniti e dalla allora First Lady della Casa Bianca Nancy Reagan (che aveva finanziato, alla fine degli anni ’80, la campagna informativa “Just Say No”) alla gioventù di tutto il mondo: la droga è una cosa seria e va combattuta.
    Il mezzo sorriso provocato dal ricordo di un gioco così controverso, ricco di violenza e azione da una parte e di messaggi educativi dall’altra, purtroppo dura pochi secondi. La linea delle labbra si appiattisce e lo sguardo si imbroncia d’un tratto: a distanza di diciassette anni Midway ha deciso di riproporre il nome Narc ai moderni videogiocatori. Che cosa dobbiamo aspettarci? Quale senso ha lanciare nuovamente sulla scena un gioco che si distingueva dalla massa per le immagini crude in un epoca in cui alla violenza digitale siamo più o meno abituati? Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sfruttamento del marchio (Altered Beast docet) o c’è della carne al fuoco?
    Scopriamolo insieme.

    Good Cop - Bad Cop

    Narc racconta le avventure di Jack Forzenski e Marcus Hill, due agenti della narcotici una volta amici e inseparabili colleghi, ora divisi da un profondo rancore. Tale sentimento è nato due anni prima dell'avventura principale, nella notte in cui Marcus aveva scoperto Jack intento a gestire un traffico di droga e lo aveva arrestato. Da allora la vita di entrambi non era stata semplice: il paladino della legge decaduto aveva affrontato un lungo periodo di disintossicazione e riabilitazione e Marcus aveva dovuto difendersi dalle accuse che ipotizzavano un suo coinvolgimento nei loschi traffici di quella notte, data la sua vicinanza nella vita e nel lavoro con il principale accusato.
    La libertà di azione che viene concessa al giocatore in NARC è simile a quella della serie Grand Theft Auto: lo scenario in cui si svolge l’azione è una sporca metropoli statunitense ricca di vitalità e, naturalmente, di criminalità. Spaccio, taccheggio, prostituzione e sparatorie sono all’ordine del giorno e il nostro compito è quello di arginare l’opera della criminalità organizzata. Inoltre nella città si sta diffondendo una nuova e potentissima droga che rende le persone che la assumo insensibili al dolore e accecate dalla follia omicida. Sarà compito nostro indagare sull’origine di questa sostanza stupefacente per fermarne il traffico.
    Il gioco è diviso in una serie di missioni, ognuna delle quali ha come fine quello di raccogliere informazioni sulla nuova, pericolosa sostanza stupefacente: dovrete pedinare dei sospetti, infiltrarvi in bande di quartiere, interrogare spacciatori o fotografare degli indiziati mentre compiono un crimine. Durante lo svolgimento delle missioni incapperete anche in comuni crimini da strada, taccheggio e l’aggressione su tutti, a cui dovrete porre termine usando le tecniche apprese alla scuola di polizia.
    Potrete perciò estrarre il vostro distintivo al grido di “Polizia! Nessuno si muova!” ed attendere le reazioni del criminale. Normalmente il colpevole opporrà resistenza all’arresto; potrebbe fuggire a gambe levate, nel qual caso dovrete inseguirlo e “placcarlo”, oppure potrebbe aggredirvi. In caso di colluttazione potrete difendervi prima di tentare l’arresto: Avrete a disposizione un repertorio piuttosto classico di pugni e calci. La procedura di arresto è piuttosto complessa: premendo il tasto triangolo si blocca il colpevole: sulla sua testa apparirà quindi una barra verde ad indicare il vigore di cui è ancora in possesso. Questa energia va azzerata prima di passare alle manette. Per far ciò sarà necessario premere ripetutamente il tasto triangolo. Una volta esaurita l’energia il criminale non opporrà più resistenza e sarete liberi di ammanettarlo.
    Molti criminali sono armati: prima di procedere all’arresto sarà necessario disarmarli: tramite la pressione del tasto cerchio e il movimento della leva analogica sinistra potremo tentare questa pericolosa procedura.
    Arrestando un criminale guadagnerete dei “punti reputazione”. Più punti avete acquisito pmaggiore sarà il rispetto di cui godete tra i criminali di strada e minore sarà la resistenza che opporranno all’arresto o all’interrogatorio. Ma attenzione: i punti possono anche essere persi nel momento in cui ci si comporta in modo “poco ortodosso”.
    Durante un arresto, per esempio, potete picchiare il vostro sospettato per ridurre la sua barra energetica. Questa procedura, se da una parte rende più sbrigativo l’arresto, dall’altra vi creerà la reputazione di poliziotto violento, con conseguente calo dei vostri punti. Lo stesso capita quando siete troppo rudi durante un interrogatorio, quando vi fate prendere troppo la mano con le armi da fuoco o quando vi immedesimate troppo nel ruolo di infiltrato.
    Tutto il gameplay di Narc gioca abbondantemente sulla sottile linea che demarca il confine tra Good Cop, ovvero il poliziotto che fa il suo dovere attenendosi alle regole, e Bad Cop, che delle regole se ne infischia e agisce illegalmente nell’ombra.
    Le missioni sono molte, estremamente diverse tra loro e possono essere affrontate in vari modi, più o meno legali. Sta al giocatore decidere se agire da paladino della legge, rischiando maggiormente di essere ferito o ucciso dai criminali, o se essere un pericoloso poliziotto di strada rischiando di essere arrestato per abuso di potere o peggio.

    I temi trattati da Narc sono spesso molto crudi. Il linguaggio di strada è piuttosto colorito e le più comuni e volgari offese vengono proferite in abbondanza dai criminali e dai poliziotti corrotti. Ci sono prostitute ad ogni angolo di strada, personaggi che estraggono fucili a pompa da sotto l’impermeabile appena sentono la parola polizia, agenti di strada sorpresi a spacciare ai minorenni.
    Ma c’è anche qualcos’altro. La droga. Non abbiamo capito per quale motivo in questo secondo episodio di NARC (se così lo vogliamo chiamare) la droga non è più un fenomeno da combattere a tutti i costi, anzi è quasi tollerata. Durante il gioco avremo la possibilità di raccogliere vari tipi di droghe e assumerle per migliorare temporaneamente le nostre prestazioni fisiche. Certe sostanze vi renderanno più precisi nel mirare con le armi, con altre sarete insensibili al dolore. Questo atteggiamento, decisamente immorale, per un agente di polizia può essere punito con la perdita di qualche punto o con l’arresto, in funzione della gravità dell’infrazione.

    Grafica e Sonoro

    Tecnicamente Narc è parecchio sotto tono. L’aspetto generale è scarno, privo di effetti speciali (a parte l’effetto blur che si attiva durante l’assunzione di una droga. Sinceramente avremmo preferito non vederlo). Le animazioni sono poche e povere. L’unico aspetto appena pregevole è la vitalità della città: ci sono decine di persone che si comportano in modo distinto, passeggiano, si fermano a parlare, si scambiano bustine di droga, litigano e si sparano. Le cut scene sono davvero obsolete, non si addicono ad un gioco di questa generazione di console.
    L'aspetto tecnico di contro ben curato è il reparto audio, che vanta una colonna sonora composta da 21 brani R&B davvero orecchiabili ed un doppiaggio in inglese a cui hanno partecipato star di Hollywood del calibro di Michael Madsen (il Budd di Kill Bill).

    Conclusioni

    Narc è un titolo si porta a casa il premio per il gioco con il nome più pretestuoso del panorama videoludico: del precedente videogame non è rimasto nulla a cui fare riferimento a parte l'attinenza con la droga. Comunque abbiamo di fronte un gioco che, pur non appagando l’occhio, per qualche giorno potrebbe divertirvi: le procedure di arresto, gli interrogatori, il lavoro sotto copertura e gli inseguimenti sono argomenti sviluppati con un certo buon senso e una notevole profondità. La varietà delle missioni e delle sub quest garantisce una sufficiente longevità al gioco e il giocare, facendo il bravo o cattivo poliziotto, rende il tutto ampiamente rigiocabile. Purtroppo Narc è anche ricco di trovate di pessimo gusto, come il modo in cui la droga viene usata dal protagonista come potenziatore di prestazioni e l’esorbitante volgarità dei dialoghi e di alcune scene.

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