NBA 2K19 Recensione: la perfezione è una palla a spicchi

Visual Concepts torna sul parquet per proporci la sua visione del basket con il nuovo episodio di NBA 2K, un simulatore sportivo senza pari.

NBA 2K19
Recensione: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Da piccolo ero completamente malato per il basket. Dell'NBA, soprattutto, ma anche delle squadre bolognesi e della Benetton Treviso. D'altronde, quelli erano i tempi delle leggende e del "three peat" dei Chicago Bulls. Estasiato, ripetevo come un mantra quei nomi: Michael Jordan, Scottie Pippen, Hakeem Abdul "The Dream" Olajuwon, Shaquille o'Neal, Karl Malone, Dennis Rodman e forse il miglior difensore della storia della palla a spicchi, Dikembe Mutombo. L'agonismo che faceva salire quest'ultimo quando, dopo un'imperiosa stoppata, apostrofava gli avversari con il suo "Not in my house!" non ha ancora eguali. A scuola andavo pure con le figurine dell'NBA ma tutti erano in fissa col campionato di calcio. Non vi dico la fatica, e i soldi buttati al vento, per completare le collezioni.
    Ho fatto tutt'altro nella vita, soprattutto sportiva, ma il basket (sia a Stelle e Strisce che quello di casa nostra) è rimasto nel cuore. Da videogiocatore, le stagioni della pallacanestro targata EA non me le sono mai perse. In compenso, nel tempo si è persa EA. A farmi compagnia, però, è entrata in campo 2K e la sua serie cestistica per farmi dimenticare tutto il resto. Un brand ormai ventennale quello firmata 2K che, nel corso del tempo, è passato dalle 400.000 copie alle oltre dieci milioni dell'ultima iterazione. Questo numero l'ha - giustamente - fatta entrare nell'Olimpo delle simulazioni sportive ma non ci sarebbe mai arrivata se Visual Concepts, edizione dopo edizione, non avesse definito nettamente il proprio modus operandi, migliorandolo con una costanza senza pari. Certo, incontrando sempre qualche critica (da ultimo, il sistema di microtransazioni, un tantinello invasivo) ma cercando di estrapolare proprio i punti deboli per fare di più. E meglio.
    L'edizione di quest'anno, insomma, parte dalle solide basi gettate da NBA 2K18, per cercare di proporci una struttura ancora più solida, in grado di catapultarci con l'anima e col cuore nel mondo del basket a Stelle e Strisce.

    C'è sempre qualcosa in più...

    La produzione firmata Visual Concepts riesce, per l'ennesima volta, a divincolarsi dalle catene che rischiano di imbrigliare una serie a cadenza annuale. Il team di sviluppo non sa nemmeno cosa sia, la stanchezza. No, quelli di Visual Concepts hanno lavorato ancora una volta senza sosta, per cercare il proverbiale pelo nell'uovo e rimuoverlo: dalle migliorie legate alla fisicità degli atleti in campo, alla gestione delle collisioni e dei duelli fisici, sino ai movimenti più naturali e coerenti dei giocatori sul parquet.
    Visivamente, il titolo rimane qualcosa di impressionante. Ogni campo, ogni singola divisa o giocatore sono riprodotti in maniera fedele e precisa. È la cura ossessiva per il più piccolo dettaglio, però, ciò che ci colpisce sempre: le espressioni, il sudore, i movimenti dei giocatori, la folla sugli spalti, le mascotte, i tabelloni al neon, il parquet lucido, gli effetti sonori della regia. Tutto, insomma, appare esattamente come dovrebbe essere e contribuisce a calarci totalmente nel match che stiamo giocando, vivendolo assieme alla "nostra" squadra. In questo senso, nel corso di tutte le partite che abbiamo disputato il titolo appare solido dal punto di vista tecnico. Infatti, non ci è mai capitato di soffrire per bug, collisioni fantasiose o altre problematiche. Durante le cut scene, al contrario, capita un po' più spesso che i modelli poligonali cozzino uno contro l'altro, sovrapponendosi.

    Quest'anno l'attenzione del team si è comunque focalizzata su obbiettivi ben precisi, tesi a migliorare nuovamente l'esperienza ludica proposta. L'indicatore del tiro ha subito un'altra modifica ed è stato reso molto più chiaro in termini di efficacia visiva a fianco dell'atleta. Anche l'intelligenza artificiale dei compagni di squadra e delle franchigie avversarie appare un po' più naturale e reattiva rispetto persino al - pur ottimo - lavoro svolto l'anno scorso.

    Non solo: le dinamiche di stealing e quelle relative alla transizione sono state riviste e rese più coerenti e fluide nell'esecuzione, così come è stato ritoccato il fly coaching (il menù che consente di impartire velocemente ordini alla squadra e ai giocatori durante la partite). La difesa, poi, viene demandata all'analogico destro, cosa che consente di avere un maggiore controllo e modulare la pressione da portare agli avversari, cercando il contrasto fisico ed evitando l'aggiramento in maniera più efficace.
    Inoltre, il nuovo parametro denominato Impeto porta un fattore nuovo sul rettangolo di gioco. La barra di questo indicatore si riempirà man mano che eseguiremo azioni degne di nota e, una volta al massimo, sarà possibile attivarlo per migliorare (seppur temporaneamente) i parametri del giocatore ed essere, così, più efficaci nel nostro ruolo. Raggiunto il 50% di affiatamento con i compagni di squadra, infine, è possibile sbloccare anche un Impeto che si applicherà a tutti i giocatori nella formazione.

    Un destino avverso, ma mai immutabile

    Un'attenzione particolare è stata finalmente riservata alla modalità "Mia Carriera" la quale, come di consueto, ci permette di vestire i panni del nostro avatar virtuale e intraprendere il percorso verso la conquista dell'epiteto di "The Chosen One". Quest'anno la modalità carriera si distingue da tutto quello che abbiamo visto in precedenza, grazie alla cura riposta nella sceneggiatura da parte del team di sviluppo che ha voluto mettere sul piatto qualcosa di un po' più profondo e ambizioso rispetto agli anni passati.
    Tutto parte dalla Cina. Ebbene sì. Il nostro giovane e impaziente giocatore da quattro soldi (come sempre creato a nostra immagine e somiglianza tramite a un editor finalmente degno di questo nome che ci consente di scegliere da una grande quantità di opzioni completamente gratuite), parte proprio dalla lega asiatica. Scartato dal Draft in patria, l'esule fa fatica ad ambientarsi, ha un carattere davvero insopportabile, non riesce a digerire i consigli che le persone che reputava amici (e che ora, però, giocano nell'NBA) gli danno in maniera spassionata. Viviamo, insomma, la sua personalissima "discesa all'inferno", lo accompagniamo attraverso il purgatorio della G-League, sino a intravedere uno spiraglio che si apre poco a poco. Bisogna riscattare il proprio nome, ricostruire una carriera, ripartire dal basso. E la strada sarà tortuosa e non priva di ostacoli. Visual Concepts, come abbiamo detto, ha concentrato tutto lo sforzo creativo su una sceneggiatura che riesce a camminare sulle proprie gambe grazie anche a personaggi credibili e ben tratteggiati. Ovviamente il tutto viene confezionato ad arte con un taglio cinematografico e una profondità davvero apprezzatissimi.

    Una volta rientrati nel circuito che conta, infine, è possibile accedere al Quartiere, la ormai canonica sezione "social free roaming" che permette di giocare online con gli altri utenti connessi, girovagare liberamente, allenarsi, perdersi in qualche minigioco, farsi un tatuaggio, andare a ritirare gli assegni delle sponsorizzazioni dal proprio agente e sbloccare nuovi outfit.

    Ovviamente, se siete interessati solo a giocare le partite, non dovete far altro che usare il cellulare e andare alla partita desiderata. Sarete catapultati direttamente nello spogliatoio della squadra per dare spettacolo sul parquet. Al solito, per aumentare i parametri del proprio giocatore e innalzarne il livello si deve ricorrere alla valuta di gioco che, nonostante il suo ricorso sia stato ricalibrato leggermente al ribasso, vi porterà via un bel po' di tempo per raggiungere il massimo livello.

    Tutto il cucuzzaro che resta

    NBA 2K19, però, non è tutto casa e carriera. Visual Concepts, come di consueto, ha arricchito l'offerta ludico con un bel po' di carne messa sul fuoco. La modalità La Mia Lega, anzitutto, ci consente di prendere il controllo di una franchigia e portarla al successo nel corso di ben ottanta stagioni. Tutto quello che già è presente nella Lega offline, quest'anno, è stato traslato anche nella Mia Lega Online, per poter dare al giocatore i medesimi contenuti della controparte in singolo.

    My GM, invece, continua sul percorso narrativo intrapreso lo scorso anno, permettendoci dunque di iniziare una stagione con una nuova franchigia e nuovi proprietari, oppure di procedere con l'esperienza tradizionale. L'obbiettivo, come sempre, rimane quello di guidare la nostra franchigia al successo nei panni di un General Manager occupandoci di gestire contratti, scambi e tutto ciò che rende eccitante il ruolo di un quadro dirigenziale. Una modalità che, di sicuro farà felici tutti coloro amano confrontarsi con statistiche, numeri, sponsor, ingaggi, decine di parametri che caratterizzano la vita di una franchigia.
    Non poteva mancare poi La Mia Squadra suddivisa, come al solito, in obbiettivi da raggiungere in singolo e in multigiocatore. La modalità è, come sempre, davvero ricchissima e piena di sfide aggiornate a cadenza settimanale. Quest'anno presenta, inoltre, diverse novità di rilievo, a partire dal MyTeam Unlimited, un torneo online che mette in palio non solo 250.000 Dollari sonanti per il vincitore ma anche la possibilità di volare a Charlotte, per assistere dal vivo all'NBA All Star Week. L'inedito evento ricorda molto da vicino una sorta di modalità Arena, in cui i giocatori hanno un numero prestabilito di partite (dodici) per racimolare il maggior numero di vittorie. In base ai successi, alla fine della serie (dopo tre sconfitte il tabellone si azzererà), si guadagnano premi come carte aggiuntive, pacchetti standard o deluxe, gettoni extra e crediti di gioco. L'altra novità è la Triple Heat, ovvero partitelle 3vs3 (con un tetto settato a 22 punti) che risultano non solo un ottimo passatempo, ma ci danno anche la possibilità di guadagnare un po' di monete di gioco in più. Ecco, riguardo a quest'ultimo punto, gli acquisti in game continuano a essere un punto dolente per la produzione targata 2K.

    Come abbiamo accennato poco fa, nonostante l'intero sistema dei crediti di gioco sia stato rivisto al ribasso (cosa che ha per fortuna un po' alleggerito la progressione generale), gli acquisti in game perseverano comunque a farsi sentire, soprattutto nella modalità Mia Squadra.

    In questo caso, infatti, i requisiti per acquistare pacchetti e allestire così una formazione degna di non essere asfaltata rimangono abbastanza elevati, rendendo necessario un bel po' di farming. Certo, ci sono i gettoni con cui riscattare ricompense rare e i vari bonus settimanali legati al raggiungimento di obbiettivi e al completamento delle sfide, ma chiaramente non bastano al giocatore che non può permettersi l'impegno o il tempo necessari per racimolarli. Un vero peccato, perché - anche se la situazione rispetto all'anno scorso appare in ogni caso migliore - permane comunque il neo, in una produzione altrimenti davvero ineccepibile.

    NBA 2K19 NBA 2K19Versione Analizzata PlayStation 4NBA 2K19 rappresenta tutto ciò che un appassionato di basket può desiderare da una simulazione videoludica. I ragazzi di Visual Concepts continuano dritti per la loro strada, poggiando la produzione su quanto di buono è stato fatto nel capitolo precedente, affinando e rimpolpando l'offerta (se mai ce ne fosse stato il bisogno) con nuovi contenuti. Le modalità di gioco, dall'offline all'online, sono state arricchite e perfezionate un volta di più, rendendo l'esperienza di fatto ancora più completa e godibile. La rinnovata attenzione posta alla modalità Mia Carriera, poi, è un plus che merita finalmente d'esser giocato e vissuto fino in fondo. Visual Concepts, dunque, si è concentrata sulla sceneggiatura, sulla sostanza (e sulla forma), sulla costruzione di personaggi credibili. Ciò dona all'avventura del nostro alter ego digitale un taglio cinematografico e una profondità davvero apprezzabili. I miglioramenti ineriscono anche la sezione “social free roaming”, il Quartiere. Questo è stato ampliato e razionalizzato rispetto al debutto dello scorso anno, trasformando la permanenza nell'HUB in un piacevole passatempo con cui dilettarsi in diverse attività. NBA 2K19, lo ribadiamo, è tutta sostanza: un simulatore intenso, profondo, vario e sfaccettato. La produzione targata 2K e Visual Concepts è ineccepibile in - quasi - ogni sua parte. La permanenza degli acquisti in game, sebbene l'intero sistema sia stato rivisto e tarato verso il basso, rappresenta infatti l'unico neo che può condizionare la progressione soprattutto nella modalità My Team, in cui sono sempre necessari molti crediti per poter tirar fuori una squadra degna di esser chiamata tale. Un peccato, perché tutto il resto rasenta la perfezione tecnica e stilistica.

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