Necrobarista Final Pour Recensione: un caffé nell'aldilà

La versione definitiva della visual novel firmata Route 59 Games affascina ma non convince del tutto: ecco la nostra recensione di Necrobarista Final Pour.

Necrobarista Final Pour Recensione: un caffé nell'aldilà
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  • Switch
  • Da sempre l'essere umano si interroga su cosa venga dopo la morte. Inferno? Paradiso? Nulla? Oppure un accogliente bar, dove sorseggiare un drink e fare amicizia con una barista sopra le righe? Necrobarista: Final Pour è la versione definitiva della visual novel firmata Route 59 Games e ambientata in una Melbourne decisamente particolare: quella dove le anime dei morti e dei vivi possono incontrarsi in un crepuscolo dove i limiti sono sfumati e si può spingere la notte un po' più in là.

    Premesse affascinanti, dunque, arricchite da una direzione artistica capace di dare un taglio cinematografico azzeccatissimo alle scene in cui si articola la narrazione. Non mancano però alcune ingenuità e una generale superficialità nella trattazione delle tematiche messe sul tavolo dalla fidata barista Maddy e dai suoi amici e clienti... Ma prendete pure un drink e mettetevi comodi, perché è sempre meglio andare con ordine.

    Un'ultima bevuta

    Il Terminal è un crocevia di incontri, storie, emozioni. Questo locale, ben più grande e articolato di quanto potrebbe sembrare ad una prima occhiata, si nasconde in un vicolino di Melbourne, lontano dagli sguardi indiscreti dei passanti.

    Ma per chi si perde nei suoi pensieri e ha tante domande è il luogo ideale... specie se si è appena morti. Perché il Terminal non è un bar qualunque: la barista Maddy e l'ex proprietario Chay, assistiti dalla giovanissima Ashley, praticano la misteriosa arte della necromanzia.

    Detta così, questo caffé potrebbe sembrare un luogo losco, dove maghi e streghe si dedicano a riti oscuri utilizzando abbondante sangue di capro. La realtà è molto diversa: Maddy è una ragazza tutta pepe, pronta a servire un drink e una chiacchierata ai propri clienti. Che non sono sempre dotati di portafogli... le leggi della morte sono misteriose, e non tutti arrivano al Terminal con i propri effetti personali. La barista, però, offre calore e conforto a tutti coloro che si trovano (inevitabilmente) confusi dalla propria condizione di neo-defunti.

    Nessuno sa cosa venga dopo il Terminal, che è soltanto un primo passo nel viaggio che viene dopo la vita; molti avventori sono spaventati dalla loro situazione e dalla necessità di abbandonare il bar entro ventiquattr'ore dalla loro dipartita. Non un minuto di più. È per questo che è nato un particolare sistema di scambio di ore, e non mancano scommettitori pronti a puntare il proprio tempo nella speranza di vincere - e poter così trascorrere qualche momento in più nel comfort del Terminal. Nel corso del tempo l'amabile Maddy ha però concesso molte ore ai clienti più bisognosi di tempo per poter accettare la propria condizione, e il Consiglio della Morte, nella persona di Ned, ritiene che sia ormai tempo di riscuotere il proprio credito nei confronti del Terminal. L'idea del tempo come bene più prezioso per i viaggiatori post mortem è eccellente, senza mezzi termini: per ogni essere non vi è nulla che vada conservato con maggior cura (se il tema vi interessa, il nostro speciale sui loop temporali nel videogioco è a portata di click).

    Tutta la trama di Necrobarista: Final Pour (anche nelle due storie rilasciate in seguito all'uscita del gioco, presenti in questa versione definitiva) è incentrata sulla necessità di dare il giusto valore al tempo dato sia ai vivi che ai morti. Perché con la morte il tempo non finisce, semplicemente si trasforma - e non è dato sapere quali siano, per le anime dei defunti, le tappe successive rispetto all'arrivo nel Terminal.

    Altrettanto interessante è la presenza di un Consiglio deputato a controllare il corretto funzionamento dei complessi meccanismi della morte. Vi sono, tuttavia, delle note dolenti.

    Se è vero che non è obbligatorio (anzi!) spiegare nel più minuto dei dettagli le regole di un mondo di fantasia (quale è la crepuscolare Melbourne di Necrobarista), è però opportuno non incorrere nell'eccesso opposto. Ci si trova a volte persi in una trama fumosa, in cui le regole del gioco sono poco chiare; Ned, rappresentante del Consiglio, assiste ai riti proibiti di Maddy, Chay e Ashley senza battere ciglio. La storica amicizia tra Ned e Chay è una scusa troppo debole per questa e altre ambiguità che ci hanno lasciati perplessi nel corso del gioco, e forse un maggiore focus su alcune tematiche chiave avrebbe potuto risolvere questo problema.

    Menzione d'onore per le due storie aggiunte in seguito alla release dell'originale Necrobarista, capaci di approfondire le vicende di alcuni avventori del bar che sembravano condannati a restare semplici camei. Una gradita novità è anche la possibilità di esplorare due nuovi ambienti del bar, che in questo modo risulta ancora più ricco. Resta però l'amaro in bocca per la scarsa coralità che si respira nel Terminal, dove la gran parte dei clienti restano semplici ombre cui non viene destinata neppure un'inquadratura.

    Kishan, l'avventore che dà avvio alla trama del gioco, viene considerato speciale da tutto il personale del bar... ma il motivo per cui riesca a diventare il beniamino di Maddy e soci in poche ore non è chiaro per il giocatore. Vediamo su schermo soltanto un ragazzo confuso dalla propria condizione di neo-morto - simpatico, certo, ma ben lontano dal giustificare la propria condizione di prediletto dello staff Terminal.

    As above, so below

    Quella di Necrobarista è quindi una storia di difficili equilibri, dove la bilancia tende sempre a pendere dalla parte della compassione dei confronti dei clienti del Terminal, creando così problemi alla barista Maddy. Nella partita doppia della morte i conti non tornano - e lo stesso si può dire, in un certo senso, per il gameplay di Necrobarista. Una doverosa premessa: come già accennato, ci troviamo dinanzi ad una visual novel, e per questo non è lecito (né possibile) aspettarsi una massiccia interazione con il mondo di gioco.

    In Necrobarista si preme un tasto per mandare avanti le scene in cui si articola la trama, e una volta conclusi i vari episodi si può vagare liberamente nel Terminal alla ricerca di storie e approfondimenti secondari, interagendo con vari oggetti presenti nell'ambientazione... e ottenendo paragrafi scritti, che a volte ci hanno lasciati perplessi per il loro scarso interesse e la pertinenza marginale rispetto alle vicende narrate. La presenza di una Studio Mode, in cui i giocatori possono creare nuove scene tramite un editor di non semplice comprensione, non rende il piatto molto più ricco. Siamo lontani dai livelli di coinvolgimento generati, pur con meccanismi non particolarmente complessi, da Oxenfree (2016) e What Remains of Edith Finch (2017). Non possiamo in alcun modo incidere sulla trama, vista l'assenza di opzioni di dialogo; tutto va avanti su un binario prestabilito fino ad una conclusione che abbiamo trovato anticlimatica e piuttosto scontata.

    Ed è un vero peccato, perché Necrobarista ha stile da vendere. Gli sviluppatori di Route 59 Games sono stati magistrali nella gestione delle inquadrature e nella creazione di uno stile grafico che rimanda efficacemente ad anime illustri come Gurren Lagann: Necrobarista è un lavoro d'arte creato con cura certosina, ma spiace constatare come la stessa attenzione non sia stata posta sul fronte dell'ottimizzazione. Ci aspettavamo che i problemi di frame rate e i lunghi caricamenti fossero nel mirino di questa versione definitiva, nell'ottica di una loro risoluzione; non è stato così, e in due occasioni Necrobarista: Final Pour è andato addirittura in crash, costringendoci a riavviare il gioco.

    In alcuni casi, inoltre, specifici elementi dello scenario (avventori seduti nel bar, oppure oggetti presenti nell'ambientazione) si sovrappongono per errore al testo, rendendolo illeggibile... Non il massimo per un gioco che fa dei testi il proprio elemento fondante. Spesso, poi, apostrofi e lettere accentate scompaiono dallo schermo nelle scene narrative, con un effetto particolarmente sgradevole per il giocatore/lettore.

    E sempre parlando di testi... Necrobarista: Final pour è disponibile in numerose lingue, tra cui anche l'italiano.

    Abbiamo deciso di effettuare la nostra prova alternando il nostro idioma alla lingua inglese, in quanto la traduzione italiana è non sempre soddisfacente, a partire dal titolo. Troviamo poco elegante la scelta di tradurre Final Pour con la strana espressione Versamento Finale, visto che il termine "versamento" richiama più la terminologia medica (es. versamento pleurico) e bancaria che l'ovattato mondo di gustosi drink post mortem proposto da Necrobarista. Non mancano traduzioni letterali di espressioni idiomatiche del mondo anglosassone che risultano così incomprensibili e stranianti al giocatore italiano. Nulla di drammatico, intendiamoci - ma gli amanti della lingua inglese gradiranno la possibilità di godere del gioco senza l'intermediazione di una traduzione non sempre puntuale.

    Chiudiamo con una nota del tutto positiva per il sonoro, curato da Jeremy Lim e Kevin Penkin, autore delle musiche di quel piccolo capolavoro che è Florence (2018). La soundtrack è sempre azzeccata, e riesce ad accompagnare sia i momenti più malinconici che quelli più concitati, fornendo un magistrale assist alla regia per creare scene di grande impatto audiovisivo.

    Necrobarista: Final Pour Necrobarista: Final PourVersione Analizzata Nintendo SwitchNecrobarista: Final Pour è un drink a cui è mancata la verve necessaria per fare breccia nel nostro cuore: la miscela di base è interessante, ma la barista Maddy non mantiene tutte le sue promesse. I personaggi mancano quasi del tutto di un’evoluzione nel corso della storia, e anche per questo motivo il finale è risultato poco incisivo; non aiuta la presenza di difetti tecnici e di lunghi caricamenti che tradiscono una scarsa attenzione nell’ottimizzazione di questa versione definitiva del lavoro di Route 59 Games. L’avventura di Maddy e soci sarà comunque gradita agli appassionati di anime che si concentreranno sulla eccellente resa estetica e regia del gioco, ora disponibile anche su Nintendo Switch al prezzo (non esoso) di 17.99 €. La versione Final Pour di Necrobarista sarà inoltre disponibile nel prossimo futuro anche su PC (sulle piattaforme Steam e GOG.com) e sul servizio Apple Arcade.

    6.8

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