Need For Speed Undercover: recensione della versione Xbox 360

Ritorna Need For Speed: Most Wanted... sotto copertura!

Need For Speed : Undercover
Recensione: Xbox 360
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Disponibile per
  • PS2
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • iPhone
  • Pc
  • Psp
  • E sono 12

    Nel panorama videoludico odierno i simulatori di guida di maggior successo sono rappresentati generalmente da seguiti più o meno ispirati di vecchie glorie, con qualche rara eccezione (Race Driver Grid) proveniente comunque da software house ben conosciute nel ramo di questo genere.
    La famosissima serie targata EA "Need For Speed" colloca le sue radici a metà degli anni 90, quando i ragazzi della Distintive Software (in seguito Electronic Arts Canada) lanciarono sul mercato un prodotto estremamente avanzato sotto il profilo della tecnica e della giocabilità (fu uno dei primi casi in cui i programmatori si rivolsero agli esperti del settore per ricreare un modello di guida più realistico), garantendosi -grazie a licenze di prestigio ed all'inserimento degli spettacolari inseguimenti con la polizia- una prima foltissima schiera di appassionati, sempre più nutrita col passare degli anni e delle varie versioni del gioco, sino a consacrare la serie come una tra le più popolari. Sull'onda di questo successo la saga è giunta addirittura al dodicesimo capitolo, col tredicesimo appena annunciato da Jhon Riccitello, il CEO di EA.
    Durante questa lunga scalata fatta di successi ma anche di cocenti delusioni (Carbon e Pro Street, gli ultimi due capitoli, sono stati dei mezzi flop) sono intercorsi vari cambiamenti di rotta da parte della software house, tuttavia l'inserimento della componente "tuning" - dalla versione Underground in poi - è rimasta una costante di sicuro interesse per tutti i fan del film Fast & Furious, pellicola cinematografica di notevole impatto commerciale che ha ispirato ed influenzato moltissimo anche la saga automobilistica di EA.
    Il primo Need For Speed ad approdare nella next-generation, praticamente al lancio della nuovissima Xbox 360, fu Most Wanted, uno dei capitoli meglio confezionati, suffragato anche da buoni consensi di critica e pubblico, grazie ad un comparto tecnico molto curato, un background cinematografico ed il ritorno degli inseguimenti con la polizia, feature che rendeva l'esperienza di gioco molto più accattivante ed adrenalinica.
    Need For Speed Undercover, il titolo che esamineremo in questa recensione, rappresenta il seguito ideale e spirituale (sarebbe meglio dire "l'estensione") di Most Wanted, presentandosi ai fan della serie con le medesime carte da gioco: mera operazione commerciale (in seguito ai flop dei già citati Carbon e Pro Street) senz'anima o produzione videoludica ricercata in grado di imporsi nell'affollato mondo delle simulazioni su quattro ruote? Scopritelo continuando a leggere il nostro articolo!

    Non sei buono..e non sei cattivo!

    La prima cosa che balza all'occhio iniziando una nuova partita su Undercover è sicuramente la cura riposta nel presentare la trama del gioco, con filmati in altissima qualità dove attori in carne ed ossa introducono il giocatore (il "solito" poliziotto infiltrato nella banda di street racer e ladri d'auto) nel mondo delle corse clandestine: da sottolineare non solo la professionalità di chi recita (nonostante alcune figure troppo caricaturali che verranno presentate nello svolgimento della storia), ma anche la scelta della maggior parte dei doppiatori italiani, con una prova decisamente buona e che non dovrebbe restare isolata in un settore dove molto spesso si incappa in realizzazioni grottesche.
    Terminata la presentazione (preceduta da un breve sezione di gameplay che culmina con la fuga del protagonista) ci si trova finalmente ai comandi della propria prima auto (una vecchia ma "allegra" Nissan 240 Sx), con la possibilità di muovere i primi passi nella grande città predisposta dai programmatori o gettarsi a capofitto nelle primissime corse illegali.
    L'ampiezza della mappa a disposizione del giocatore (suddivisa in aree rese disponibili avanzando nella storia) stupisce tanto quanto la mancanza di "vita" all'interno di questa florida cittadina statunitense chiamata Tri-City, dove tutto è pensato per gli inseguimenti e per le folli corse in cui saremo impegnati dall'inizio alla fine della storia.
    Uno degli aspetti ludici più interessanti (probabilmente anche un'arma a doppio taglio per chi va di fretta) è la possibilità di accedere alle competizioni limitrofe premendo semplicemente la croce direzionale verso il basso, venendo immediatamente proiettati nella corsa; se invece si vuol partecipare ad una gara specifica basta aprire la mappa GPS (premendo la croce direzionale verso l'alto) e selezionarla dalle decine che vengono proposte contemporaneamente su schermo.
    Le tipologie di competizioni presenti spaziano dalle comuni corse a tappe o su circuito dove è assolutamente necessario arrivare in prima posizione (non è un'impresa), a quelle più caratteristiche della serie come le fughe dalla polizia in un tempo determinato, la distruzione di volanti, il furto di nuovi veicoli e successiva consegna (evitando di distruggerli nell'inseguimento), corse a checkpoint ed inseguimenti "versus"in autostrada dove è necessario precedere il proprio avversario di un tot di metri: ciascuna di queste gare è inserita nel contesto della trama, dove riuscire a guadagnare più rispetto e denaro ci consentirà di competere coi leader più potenti dell'organizzazione criminale e di assecondarcene favori e fiducia, riuscendo nel nostro intento di poliziotto infiltrato.
    Ciò che comunque lascia perplessi è la totale mancanza di idee rivoluzionarie nella struttura del gioco, la volontà di esplorare nuove strade proponendo qualcosa di inedito e più appetitoso per i giocatori ormai abituati a questo concept ultracollaudato, che comincia a sentire il peso degli anni e che necessita sicuramente di una ventata di originalità: la possibilità di accedere direttamente alle corse premendo un tasto toglie inoltre quella componente esplorativa che un titolo dalla paventata "giocabilità aperta" dovrebbe avere, una scelta che entra in contraddizione con lo spirito stesso di Undercover.

    Sotto copertura

    Il gameplay di Need For Speed Undercover non brilla certo per innovazione, ma si attesta sui buoni livelli di Most Wanted (un arcade con lieve verve simulativa) grazie ad un sistema di controllo semplice e divertente, che esprime le migliori doti durante gli inseguimenti con la polizia.
    Come in passato è possibile entrare in una sorta di bullet-time (Max Payne docet) premendo il tasto X, funzione che ci permetterà di effettuare le manovre più complicate al limite e soprattutto di evitare ostacoli al millimetro, un espediente in grado di farci scappare dalla maggior parte dei posti di blocco e di sorpassare agevolmente le numerosissime auto che ci verranno incontro durante gli inseguimenti autostradali.
    Il parco vetture a disposizione del giocatore che comprende circa 50 modelli distinti (dalla berlina media sovralimentata fino alle auto da sogno più veloci, come la Pagani Zonda o la Lamborghini Murcielago) naturalmente propone un modello di guida diversificato e verosimile, inoltre è possibile intervenire a più livelli di tuning grazie ai negozi virtuali presenti nella mappa (vi si può accedere anche dal menù premendo start) dove comprare sia componenti estetiche (alettoni, spoiler, minigonne, cerchi, vinili e così via) che meccaniche, in grado di trasformare profondamente il proprio bolide.
    Le vetture così modificate rappresentano un ulteriore campo di sfida per i giocatori più appassionati, soprattutto online, dove poter esibire le proprie doti di tuner e vincere quantomeno la competizione "estetica", un aspetto sicuramente importante nello spirito del gioco e nella realtà che EA ha cercato di riprodurre.
    Le modalità multiplayer presenti (fino ad otto giocatori contemporaneamente) non sono molte e rappresentano una trasposizione di quelle già viste in single player ed in moltissimi titoli analoghi, con la gradevole aggiunta di un guardie ladri in salsa Need For Speed, denominata proprio "Cops&Robbers": in questa frenetica competizione il gruppo di giocatori che impersona la polizia deve impedire la consegna di un pacco da parte degli altri, imbastendo inseguimenti e vere e proprie "trappole" su strada.
    Sicuramente buono e solido il netcode, come da prassi con i server EA, che garantisce sfide veloci e frenetiche senza problemi di lag o di ritardo nella risposta ai comandi.
    Anche in questo caso, comunque, il quasi "nulla di nuovo da segnalare" sottolinea quanto questa storica serie necessiti di una decisa inversione di rotta per scrollarsi di dosso la nomea di titolo per "casual gamer" senza un target definito, che cerca di accontentare il maggior numero di videogiocatori senza mai mettersi in discussione o proponendo valide alternative ad una concorrenza che col passare degli anni si fa sempre più spietata e ricca.

    Most Wanted 1.5

    Dal punto di vista squisitamente tecnico l'ultima fatica targata EA non definisce nuovi standard qualitativi tanto meno stupisce per particolari meriti artistici, presentandosi discretamente valida per quanto concerne alcuni effetti di illuminazione ma anche afflitta da fastidiosi bug e mancanze (bad pop-up evidente alle alte velocità, aliasing sulle vetture) ma soprattutto da un framerate instabile, con cali sensibili nelle situazioni più affollate ed un costante senso di precarietà e scarsa fluidità che mina il risultato globale.
    La palette di colori molto particolare scelta dai grafici di EA è un ulteriore ed evidente richiamo al capitolo Most Wanted, da cui questo Undercover trae totale ispirazione ed attinge a piene mani sotto diversi aspetti, non solo ludici.
    Il level design di Tri-City è sicuramente buono, ma la mancanza di vita pulsante e la somiglianza tra le varie aree che distinguono la mappa (vuoi anche per la tonalità di colori, che rende la veduta d'insieme un poco "caotica" e dai tratti sfuggenti) non la fanno certo brillare per originalità.
    Non mancano comunque scorci gradevoli ed a tratti impressionanti, soprattutto in particolari condizioni d'illuminazione (al tramonto, ad esempio): ottima la modellazione delle oltre 50 vetture presenti nel gioco, realizzate con cura nelle proporzioni e con un'ottima mole di poligoni, in grado di farci ammirare dettagli una volta impensabili in un videogioco.
    Dal punto di vista audio nulla da eccepire, con un doppiaggio in italiano sicuramente tra i migliori sulla piazza (cosa che ci stupisce, dato che stiamo pur sempre parlando di un gioco di guida!), eccezionali campionamenti per quanto concerne i vari rombi dei motori - filtrati da qualche espediente tecnico proprietario EA - , per le sgommate sull'asfalto ed anche per le collisioni, profonde e realistiche come ci si aspetta da una produzione moderna.
    Per godere appieno della pulizia e della bontà dell'ottimo comparto audio è necessario dotarsi di un impianto Dolby Digital 5.1, in grado di valorizzare anche la discreta colonna sonora del gioco, fatta di temi e canzoni ispirate al mondo che EA vuol rappresentare.

    Need For Speed : Undercover Need For Speed : UndercoverVersione Analizzata Xbox 360Need for Speed : Undercover non aggiunge nulla di nuovo nel vasto panorama dei titoli automobilistici basati sulle corse urbane illegali ed il tuning, proponendosi persino come versione aggiornata di un suo predecessore uscito tre anni fa, al lancio della nuova console Microsoft. Valido sotto il profilo tecnico-ludico (pur soffrendo di svariati problemi, in primis il framerate instabile), il prodotto EA offre un’esperienza di gioco collaudata (sia offline che online), con un livello di sfida orientato verso il basso e praticamente nessuna innovazione: consigliato a chi ha amato Need for Speed: Most Wanted e le sue meccaniche e a chi che segue con passione la serie da diversi anni, per tutti gli altri potrebbe rappresentare un piatto riscaldato per cui è necessaria una prova su strada.

    6.5

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