NHL 22 Recensione: l'hockey su ghiaccio secondo EA Sports

Dopo FIFA e Madden, EA Sports lancia anche il nuovo gioco della serie NHL dedicato all'hockey su ghiaccio: come se la cava?

NHL 22 Recensione: l'hockey su ghiaccio secondo EA Sports
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  • PS4
  • Xbox One
  • PS5
  • Xbox Series X
  • La stagione dell'hockey professionistico a stelle e strisce 2021/22 riparte dal successo dei Tampa Bay Lightning, autori di uno storico "back to back" nelle due ultime stagioni. Quest'anno la NHL si presenta con arene piene di tiforsi e con qualche novità: la più interessante è senza dubbio il debutto assoluto della franchigia dei Seattle Kraken nella Climate Pledge Arena (ex Key Arena), impianto leggendario che ha ospitato per diversi decenni le partite dei Supersonics della NBA fino al loro trasferimento a Oklahoma City. Il ritorno alla normalità sul ghiaccio vale anche per la celebrata serie videoludica NHL di EA che ha beneficiato - finalmente - della tanto attesa versione next-gen. Lo scorso anno, complice la pandemia, ci siamo dovuti accontentare di un NHL 21 in tono minore, con qualche modalità migliorata ("Be A Pro", per esempio) ma con un gameplay non più al passo con i tempi.

    Per la stagione 2021/22 EA Vancouver è corsa ai ripari andando a rivoluzionare il motore di gioco (grafico e fisico) della sua simulazione, passando al Frostbite già utilizzato dalle serie Madden NFL e FIFA. E dal brand di football NFL più venduto di sempre sono stati ripresi anche i famosi X-Factor Superstar. No, i vari Crosby, Ovechkin, McDavid, Panarin e soci non dovranno salire sul palco del celebre show televisivo e cantare una canzone: come già sperimentato con Brady, Rodgers, Mahomes, Watts e compagnia nelle ultime annate di Madden NFL, le superstar del ghiaccio avranno delle abilità specifiche che li distingueranno sul ghiaccio dal resto dei giocatori. Le novità non si esauriscono qui: sono state aggiunte diverse cosucce nelle modalità Franchise, World of Chel e HUT, la versione "puck e ghiaccio" del famosissimo Ultimate Team.

    Un puck più realistico

    Chi scende sul ghiaccio ogni anno con la serie prodotta da EA Vancouver noterà subito una grossa differenza in NHL 22 per quanto riguarda la fisica di gioco: i movimenti dei vari Kucherov, Kane e MacKinnon sono cambiati rispetto a quelli sperimentati in NHL 21. È stato modificato soprattutto il loro modo di pattinare: i giocatori più veloci e agili si faranno apprezzare per uno stile più pulito ed elegante, quelli più lenti appariranno

    maggiormente sgraziati e meno efficaci. In generale, grazie al Frostbite gli atleti sembrano più reattivi e fluidi rispetto al passato mentre la velocità di gioco è stata complessivamente rallentata. Il disco di gomma scivola in modo più naturale sul ghiaccio ed è meno incollato al bastone in confronto agli ultimi episodi della serie. Il puck si rivela sin dai primi istanti di gioco più difficile da padroneggiare, meno controllabile nei passaggi e nelle conclusioni al volo. Per rendere sempre più realistico il gioco EA Vancouver ha lavorato anche sui "poke check" (il colpo dato con il bastone dal difensore per togliere il puck all'attaccante) e, soprattutto, sui "body check" tanto amati dal pubblico e dalla balaustre delle arene della NHL. In generale, ogni tipo di contatto sul ghiaccio sembra aver beneficiato dell'implementazione del Frostbite: in uno sport di questo tipo è un aspetto fondamentale. Anche i passaggi sono stati avvantaggiati da questa aggiunta ed è più difficile per i giocatori intercettare un disco o essere posizionati perfettamente per ricevere il puck e segnare.

    L'intelligenza artificiale

    La Cpu negli ultimi episodi della serie aveva un po' lasciato a desiderare: spesso l'IA (che controlla anche i nostri giocatori) sorprendeva con giocate semplicemente assurde e poco realistiche. Questa scelleratezza si pagava non solo nella partite e nelle modalità offline ma soprattutto quando ci trovava a giocare online: spesso le marcature saltavano inspiegabilmente ed era facile per un utente esperto piazzare il proprio uomo in prossimità della porta in attesa di una ribattuta vincente. In NHL 22 i difensori, finalmente, fanno i difensori e marcano chiunque si avvicini alla loro porta, mentre i portieri hanno limitato sensibilmente i gol presi sul proprio palo.

    La Cpu ha fatto progressi anche nella costruzione del gioco: le azioni sono molto più fluide e soprattutto meno scontate (anche se le percentuali di passaggio sono da limare). In NHL 21 per segnare, spesso, si era costretti a un fastidioso tiki-taka di stampo calcistico che fortunatamente è scomparso nel nuovo capitolo: l'IA è migliorata anche se in attacco in certi frangenti i propri compagni rimangono un po' troppo statici quando non hanno il disco. Sul fronte penalità, i fischi degli arbitri appaiono più sensati anche se sono ancora troppo limitati numericamente parlando: in generale, essere troppo aggressivi come in NHL 21 può rivelarsi controproducente.

    X-Factor

    Una delle grandi novità di NHL 22 sono gli X-Factor, delle skill specifiche che differenziano i fenomeni dai giocatori normali. Le abilità delle superstar (sono nove suddivise in sei categorie) variano dalla potenza di tiro fino alla velocità nel passare il puck e via dicendo. Si tratta di un'addizione importante che ha delle pesanti ripercussioni nelle dinamiche di gioco di NHL 22: come è successo la prima volta con Madden NFL (a proposito, cco la nostra recensione di Madden NFL 22), queste abilità vanno tarate perfettamente. Perché avere un portiere come Andrei Vasilevskiy o Tuukka Rask con poteri da supereroi può rovinare il realismo stesso della simulazione, così come usare un centro come Leon Draisaitl o Sidney Crosby che sono capaci di segnare e sfornare preziosi assist in ogni condizione.

    La differenza tra un giocatore con X-Factor (sono una cinquantina per ora a possedere questo tipo di abilità) e uno che ne è privo si avverte subito sul ghiaccio, specialmente in attacco. La scelta di personalizzare le stelle della NHL è interessante e sembra perfetta per la modalità World of Chel che permette di sfidare gli altri giocatori online con il proprio alter ego virtuale: aggiungere questi potenziamenti e abilità al proprio campione è qualcosa di fantastico. Per quanto riguarda le modalità di gioco, la Franchise non è cambiata moltissimo rispetto a quella dello scorso anno che aveva introdotto una serie di importanti migliorie, mentre continua a mancare la possibilità di giocare online con la propria franchigia contro quelle create dai propri amici: una funzione che EA ha fatto sparire (anche in Madden NFL) già da qualche anno. Tra le novità segnaliamo la possibilità di condividere il proprio roster (è in arrivo tra qualche mese), mentre lo scouting nella valutazione dei rookie diventa imprevedibile e regala sorprese grazie all'aggiunta della "Fog of War".

    Le valutazioni dei giocatori, invece, sono piuttosto discutibili: i valori dei vari Gretzky, Lemieux, Howe e soci fanno sorridere (per non dire di peggio). Le modalità "Be A Pro" e "Hockey Ultimate Team" non offrono particolari novità: la prima è stata ripresa in blocco da NHL 21; la seconda - a parte l'introduzione dei sopracitati X-Factor - non offre molto altro da segnalare se non piccole variazioni nei menu di gioco e in HUT Rush (le ricompense e i premi).

    Qualche glitch di troppo

    Abbiamo testato NHL 22 su una PlayStation 5 e bug, glitch non sono mancati: alcuni sono davvero assurdi, altri divertentissimi. Le nuove angolazioni delle telecamere di gioco sono molto piacevoli, e rendono bene l'azione sul ghiaccio, mentre l'illuminazione (non c'è il Ray Tracing!) ha beneficiato della potenza di calcolo delle nuove console ed è un significativo passo in avanti per la serie. I solchi dei pattini lasciati sul ghiaccio sono spettacolari ed è bello vedere i giocatori che si scambiano qualche battuta prima di un ingaggio.

    Per quanto riguarda le animazioni facciali i miglioramenti ci sono stati ma "solo" per gli atleti: per i coach la situazione è surreale, con alcuni allenatori animati in modo grossolano e, in alcuni casi, con corpi sproporzionati.

    Guai poi a toccare la velocità di gioco di NHL 22: non si sa per quale motivo ma la simulazione di EA Vancouver va in difficoltà e appaiono misteriosi cali di frame rate. Da segnalare la mancanza di qualche nuova arena della NHL (quella degli Islanders), mentre le statistiche che sfruttano la realtà aumentata sono davvero un bel vedere. Per chi gioca online, invece, segnaliamo l'assenza del cross-play.

    NHL 22 NHL 22Versione Analizzata Xbox Series XLa strada è tracciata: nel corso dei prossimi mesi NHL 22 migliorerà e, soprattutto, EA Vancouver farà sparire tutti quei bug/glitch che hanno caratterizzato il primo mese di gioco. Sul fronte gameplay le nuove aggiunte e la rivoluzionata fisica sono apprezzabili, così come gli X-Factor che però vanno ancora perfezionati. Le modalità non offrono nulla di nuovo quest'anno, mentre l'Intelligenza Artificiale ha dato qualche segnale di vita dopo qualche annata di coma profondo. Infine, l'assenza del cross-play è abbastanza limitante per uno sport non proprio popolarissimo dalle nostre parti. NHL 22 porta finalmente la serie nella next-gen: l'inizio è incoraggiante ma siamo ancora lontani da quella magnificenza che aveva caratterizzato per lunghi periodi la serie di EA nei suoi primi trent'anni di vita.

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