Recensione NHL 2K9

La consueta secessione sportiva americana

Recensione NHL 2K9
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Nuove strade?

    L'autunno è sempre più vicino e con esso l'immancabile e travagliato periodo delle simulazioni sportive.
    In questo periodo dell'anno, infatti, sugli scaffali dei negozi di videogiochi di tutto il mondo FPS, action game ed RPG fanno spazio a patinate cover recanti sigle ed acronimi incomprensibili per chiunque non abbia un minimo di dimestichezza con le discipline -calcio escluso- praticate in questo o quell'angolo del Globo Terrestre.
    Ecco quindi affiorare Madden NFL 09, Tiger Woods PGA Tour 09 o, nel nostro caso specifico, spiccare in cerca di riscatto NHL 2K9, laddove la distribuzione italiana del diretto concorrente (NHL 09) è ancora in forte dubbio.
    Visual Concept, conosciuta sin dagli oramai mitologici tempi SEGA Dreamcast per aver introdotto il concetto di “simulazione pura” nella sua produzione sportiva, pare, da un paio d'anni a questa parte, aver perso la sua verve.
    Tale fase negativa ha avuto inizio con la perdita di tutte le licenze ufficiali per la National Football League, seguita dalla distribuzione -limitata fortunatamente al suolo a stelle e strisce- di All Pro Football 2K8 e da un impensabile passo indietro nel brand NHL 2K nello stesso 2007 (uscendo in autunno queste produzioni recano la dicitura dell'anno solare successivo).
    NHL 2K9, distribuito da Take2 e disponibile sul mercato europeo dal 12 di Settembre, porta quindi sulle spalle il grosso peso della redenzione, reso ancor più insopportabile dalla bontà già dimostrata in più occasioni dall'ancora latitante rivale di Electronic Arts, capace già lo scorso anno di primeggiare.
    Pressato da questa grossa responsabilità, il team statunitense ha scelto di ampliare il proprio target verso gli accoglienti lidi del “Mass Market”, ovvero l'insieme di videogiocatori più o meno occasionali alla ricerca di un divertimento immediato e spesso disimpegnato.

    La potenza è nulla senza controllo

    Il primo passo necessario verso quella che possiamo chiamare una semplificazione generale del gameplay passa inesorabilmente attraverso la delicata operazione di (ri)mappatura dei controlli, uno dei maggiori difetti del precedente capitolo.
    A seguito di test approfonditi possiamo affermare che il nuovo sistema di controllo -sebbene non del tutto soddisfacente- migliora non di poco la sensazione di padronanza sul ghiaccio, senza per questo banalizzare la manovra.
    Le modifiche più importante riguardano il tiro ed il deke, che quest'anno vanno -finalmente- a braccetto.
    Grazie alla configurazione chiamata “Evoluzione Pro-Stick” (che ci sentiamo di consigliare spassionatamente) i movimenti del bastone e le conclusioni verranno affidati interamente allo stick analogico destro, aumentando non poco la fluidità dell'azione.
    Basta fare un piccolo passo indietro per capire, grazie ad un semplice confronto, come questa nuova impostazione sia, anzitutto, più comoda della vecchia -che prevedeva lo spostamento della stecca tramite leva analogica per poi delegare il tiro al tasto dorsale destro. Se ancora non fosse chiara la fondamentale importanza di questa sistemazione spieghiamo che nell'hockey su ghiaccio ci si trova spesso in situazioni (vedi, ad esempio, 1-on-1 contro il portiere) nelle quali è di vitale importanza spostare il disco e -quasi contemporaneamente- indirizzarlo verso la rete.
    Secondo settore beneficiario di particolari attenzioni è stato il comparto finte e mosse elusive atte a dribblare gli avversari e confondere gli estremi difensori.
    Inizialmente l'intero pacchetto è stato riscritto da zero in modo da renderlo più credibile e coerente: le evoluzioni da All-Star Game (vedi alzare il puck e colpirlo al volo) sono state bandite a favore di più semplici cambi direzionali o rotazioni a 360° su se stessi.
    In seguito è stato rivisto lo schema di controlli legato a tali evoluzioni, scarsamente accessibile in NHL 2K8 (richiedeva la pressione di un pulsante dorsale e di una combinazione di due tasti in sequenza), riducendolo ai minimi termini: tasto dorsale sinistro -mantenuto premuto- ed analogico destro per determinare l'animazione.
    E' rimasta invece invariata l'associazione di un tasto unico per i bodycheck (le spinte utili a sbilanciare l'avversario) e del D-pad per i cambi all'interno delle linee.
    Prima di passare avanti riteniamo utile una piccola parentesi per descrivere il nuovo sistema di controllo diretto del portiere durante i rigori.
    La visuale passerà alle spalle dell'estremo difensore ed un cono (rappresentante lo sguardo) verrà rappresentato graficamente fronte ai suoi piedi: spostando il campo visivo con lo stick sinistro dovremo seguire i movimenti del puck per poi effettuare la parata vera e propria tuffandoci spostando la levetta destra.
    Per facilitare leggermente le cose una volta scoccato il tiro l'azione rallenterà per mostrarci -tramite bersaglio- dove si sta dirigendo il disco.
    Se, abboccando ad esempio ad una finta, ci getteremo in terra prima del previsto non ci sarà alcuno slow motion ed il goal avversario sarà assicurato.

    On the ice

    Prima di tutto bisogna ammettere che i tiri sono notevolmente migliorati: grazie al controllo garantito dallo stick risulterà ora molto più naturale tentare uno slap shot (180° di rotazione dello stick) piuttosto che un quick shot (semplice pressione in avanti); inoltre, con un pizzico di pratica, sarà possibile effettuare conclusioni molto più precise rispetto al passato.
    Invariata invece la qualità del sistema di passaggi, completamente customizzabile (da manuale ad automatico) in modo da permettere ai più smaliziati una totale libertà nell'esecuzione di traiettorie smarcanti e quant'altro sul ghiaccio.
    A differenza della produzione EA (e ci riferiamo ancora ad NHL 08 beninteso) quella dei passaggi manuali è una carta che permette ai possessori del titolo statunitense un maggiore sfruttamento delle balaustre, diventate quasi strumento integrato nel gioco nella lega maggiore americana.
    L'azione è stata lievemente rallentata (ora vi è solo un tasto per lo sprint anziché uno per lo sprint ed uno per la corsa) ma ancora non si riesce ad ottenere il pieno controllo di quello che accade durante una partita.
    Nemmeno il selettore di velocità aiuta in quanto il gameplay è intrinsecamente incentrato sull'azione in velocità, sullo spettacolo e sull'immediatezza, per gli stessi motivi già esposti nel cappello introduttivo.
    Questa tendenza è dimostrata in primis dalla programmazione dell'intelligenza artificiale della CPU, votata principalmente all'aggressività, sia in attacco che in difesa.
    In fase offensiva gli atleti guidati dal computer tenderanno ad utilizzare quasi sempre l'approccio chiamato “crash the net” (tutti e tre gli attaccanti lanciati frontalmente verso la rete alla ricerca del rimpallo), in difesa aggrediranno in massa il portatore del disco, lasciando perciò ampio spazio alle conclusioni dalla distanza dimenticando spesso persino di coprire la porta.
    Tali routine -particolarmente in fase d'attacco- rendono il gameplay piuttosto ripetitivo, anche a livelli di difficoltà elevati: se durante la prima decade di partite di affrontare squadre sempre diverse, la consapevolezza che questa differenziazione sia insita semplicemente nelle capacità atletiche del team (attuare sistematicamente il “crash the net” richiede un attacco dalle notevoli prestazioni fisiche) si farà sempre più radicata con l'aumentare dell'abilità del giocatore umano.
    Viene qui in nostro aiuto l'elevata velocità di gioco, non rivelatasi quest'anno mero fattore negativo proprio perchè consente di limitare le scompensazioni ludiche derivate dalla ripetitività del gioco computerizzato massimizzando l'adrenalina durante ciascun match.
    La bontà complessiva del gameplay è dovuta anche all'intelligenza artificiale dei portieri, davvero credibile ed efficace.
    Potremo raggruppare gli estremi difensori in tre categorie: le saracinesche umane (Luongo e Khabibulin su tutti) contro i quali conviene invocare la dea bendata per sperare in una segnatura, i portieri discreti (Osgod e Fleury, ad esempio), capaci di grandi salvataggi ma battibili con pazienza e dedizione e, infine, i mediocri.
    Anche se caratterizzati ad hoc tutti i portieri soffrono di due difetti, colmati spesso dall'aggressività delle difese: escono eccessivamente dai pali e si sbilanciano eccessivamente sui lati, rendendo piuttosto semplici i goal 1-on-1 con finta, i goal sul secondo palo accentrandosi appena dopo la linea blu e le segnature in one timer (tiro di prima) sul primo palo.
    E' doveroso precisare che nonostante la velocità dei match e l'accresciuta fluidità di tutti i movimenti (mazza in primis) manca ancora un pizzico di reattività che in determinate circostanze può davvero fare la differenza.
    Capita, ad esempio, di non riuscire a ribadire in rete un rimpallo perchè prima di concludere il giocatore deve entrare in possesso del puck: frazioni di secondo decisive per uno sport come l'hockey.
    Vogliamo, in conclusione, citare un piccolo cambiamento che, sebbene non influisca nettamente nella giocabilità, nel corso della nostra analisi abbiamo trovato davvero fastidioso.
    Un piccolo flashback dal passato ci aiuterà a ricordare che in NHL 2K8, qualora due atleti stessero per venire alle mani in seguito ad una serie di contatti ai limiti del regolamento, al giocatore umano veniva data facoltà di decidere se combattere (e subire 5 minuti di penalità) o lasciar correre.
    In questo nuovo capitolo, invece, non v'è alcuna possibilità di rinuncia; i due contendenti inizieranno una rissa che produrrà per entrambi la massima penalità, privandoci per una non trascurabile fetta di match di un giocatore potenzialmente importante (se della prima linea, per esempio).

    Sliders, queste sconosciute

    In questa sede abbiamo ribadito il cambiamento di rotta del brand NHL 2K verso lidi più felici per la maggior parte dei casual gamer che sempre più si affacciano al mondo videoludico, rendendo più immediata e meno simulativa in senso stretto una struttura che palesava segni di cedimento.
    Tuttavia riteniamo doveroso precisare che i game designer hanno lasciato l'ultima decisione all'utente, mettendo come ogni anno a disposizione quelle che in gergo vengono chiamate Sliders, una serie di parametri sui quali agire per modificare a tutti gli effetti il gameplay.
    Anche se non abbiamo ritenuto opportuno tenerne conto nella nostra analisi (ci vogliono decine di ore di pratica ed una conoscenza maniacale del gioco per ottenere risultati decenti), è bene render noto che nelle community online più famose sono già presenti le modifiche necessarie a rendere NHL 2K9 vicino alla realtà della lega americana.

    Gioca come vuoi e con chi vuoi

    L'offerta ludica, per quel che riguarda la parte offline della produzione Virtual Concept, è rimasta pressochè invariata: alla possibilità di disputare match singoli, carriere e stagioni (differenziate solo dalla presenza o meno della parte manageriale) è stato affiancato il ritorno del 3-on-3 in un campo ristretto e la partita libera sul laghetto ghiacciato.
    Quest'ultima presenta l'interessante possibilità di comporre team personalizzati utilizzando tutte le rose (compresi i free agent) ed affrontarsi in match senza la regole (il gioco viene fermato solo per puck ghiacciato, ovvero trattenuto) per sperimentare finte, tiri, azioni particolari e chi più ne ha più ne metta.
    Segnaliamo infine alcune piccole aggiunte “di contorno” in carriera e stagione che presenteranno una ricca componente news sulla lega stessa, citando vittorie, sconfitte, acquisti, infortuni e prestazioni singole in maniera simpatica e sempre diversa ed una componente manageriale sempre più vasta.
    Se le 82 gare di regular season dovessero non dovessero solleticare abbastanza la nostra voglia di hockey il team responsabile del brand 2K ha pensato bene di rivoluzionare completamente l'intero comparto online, aggiungendo contenuti alcuni contenuti persistenti che stanno facendo la fortuna di molti giochi online.
    L'ingresso nel mondo online di NHL 2K9 richiederà a ciascun partecipante la creazione di un avatar personalizzato attraverso un semplice editor e, successivamente, di un profilo contenente tutte le preferenze per il gioco online; profilo utile come raccoglitore di tutte le nostre statistiche online dal momento della registrazione.
    Una complessa classifica, basata su percentuale di vittorie rispetto alle partite disputate, ai goal fatti e subiti, alla percentuale di partite abbandonate e tenente conto power ranking del team utilizzato verrà aggiornata di settimana in settimana per selezionare (uno a settimana) i titolari del team 2K.
    Non sono ancora molto chiare le modalità ma questi giocatori verranno inseriti nel database di NHL 2K10 (nel DVD vero e proprio) per creare una squadra.
    A livello di modalità di gioco introduzione consiste nel gioco cooperativo online: sino a 12 giocatori umani potranno sfidarsi in adrenalinici match 6 vs. 6 utilizzando persino il portiere.
    Qualora non si riuscissero a trovare tutti e dodici la CPU farà le veci degli assenti consentendo sfide 2 vs. 2, 3 vs. 3 e via discorrendo.
    Purtroppo l'intelligenza artificiale in questo particolare frangente è decisamente più limitata ed è perciò sconsigliabile decidere -qualora non vi fossero le condizioni per il 6 vs. 6- di mantenere il controllo bloccato su un solo ruolo o un solo giocatore.
    Purtroppo non è tutto oro quello che luccica: l'esperienza online, garantita da server dedicati, risulta fortemente limitata e debilitata dall'impossibilità di creare partite classificate che costringe gli utenti ad attese stratosferiche, specialmente da questa parte dell'oceano dove gli appassionati della National Hockey League si contano in poche migliaia.
    Sebbene di secondaria importanza è doveroso segnalare -se non altro per dovere di cronaca- la presenza di una sezione chiamata Reelmaker che consentirà sia il montaggio e l'invio ai server 2K dei replay salvati sia il download e la votazione delle prodezze altrui.

    Mai sottovalutare l'aspetto estetico

    Il comparto tecnico dell'ultima produzione Visual Concept non si discosta in maniera decisiva dal suo diretto precursore dal quale discende.
    I modelli poligonali degli atleti sono solidi, di buona fattura e costituiti da una notevole mole poligonale ma risultano troppo poco curati e dettagliati quando osservati da vicino.
    Sia i volti che la corporatura non riescono, come in altre produzione, ad essere convincenti e riconducibili ad atleti reali, nemmeno per professionisti di fama internazionale quali Henrik Zetteberg e Rick Nash che si è addirittura prestato per il motion capture.
    I modelli dei pattinatori, insomma, sembrano “abbozzati” o realizzati con tecniche di capture digitale superate.
    Buono senza alcuna riserva il comparto texture e shader superficiali: caschi, divise e le magnifiche superfici ghiacciate dei palazzetti sono quanto di meglio si possa trovare nelle produzioni sportive next generation.
    Altalenante invece la qualità delle animazioni che, dall'eccellenza dello sprint (da sempre cavallo di battaglia 2K), passano alla scarsa varietà nel bodycheck e consecutive collisioni e nella mancanza di alcuni frame “di raccordo” nelle animazioni di alcune tipologie di passaggi e tiri.
    Intendiamo in particolar modo parlare di situazioni nelle quali il giocatore si trova rivolto con la schiena verso la porta avversaria o verso il giocatore al quale intendiamo passare il disco: in entrambi i casi otterremo un'animazione molto legnosa e, ad un'attenta osservazione, incompleta.
    Scarsa anche la quantità d'animazioni che configura gli interventi degli estremi difensori, incapaci di compiere diversi degli interventi con la stecca che si possono ammirare in un qualunque match della NHL.
    Vi sono poi una serie di piccolissimi dettagli -positivi e negativi- che si annullano vicendevolmente.
    Di positivo, ad esempio, non possiamo non citare i perfetti movimenti eseguiti dai giocatori quando solamente sbilanciati da un contatto o quando, finiti a terra, riprendono in tutta fretta la mazza sfuggita di mano.
    Il rovescio della medaglia è invece costituito dalla mancanza di quelle che chiamiamo finezze nella pattinata: una su tutte il particolare movimento (quasi un micro-salto) che un pattinatore esperto compie quando riparte in velocità da fermo.
    Passando oltre il gusto dei palati più raffinati si denota una buona implementazione della fisica del puck, esattamente in linea con le produzioni precedenti; leggermente esagerata, invece, la reazione agli urti del plexiglass circondante il campo da gioco.
    Il comparto audio mantiene l'ottima qualità alla quale i Visual Concept ci hanno negli anni abituato.
    La folla reagisce agli stimoli del campo partecipando attivamente con incitamenti, fischi e chi più ne ha poù ne metta; le campionature ambientali sono credibili e l'atmosfera della National Hockey League è ricreata alla perfezione dalle sfarzose presentazioni pre-partita.
    La colonna sonora è l'ultimo dei tocchi di classe di un reparto sonoro perfetto: l'abile mix di tracce rock, punk, punk-rock e metal più o meno recenti è una vera e propria manna per canalizzare tutta la tensione che caratterizza questo fantastico sport.

    NHL 2K9 NHL 2K9Versione Analizzata Xbox 360Tirando le somme possiamo dire di aver riscontrato un grande passo avanti rispetto alla scorsa edizione di quella che fino ad un paio d'anni fa era LA simulazione d'hockey su ghiaccio per eccellenza. Un gameplay rinfrescato ed immediato, il rinnovato sistema di controlli, qualche interessante aggiunta nelle modalità di gioco online ed offline ed un comparto tecnico discreto non bastano però a far dimenticare totalmente quei difettucci (scarsa reattività, eccessiva foga, mancanza di profondità nell'IA) che mantengono la produzione Visual Concept ben al di sotto del vero e proprio colosso messo in piedi da EA. Gli sviluppatori statunitensi hanno però dimostrato di aver compiuto solo un passo falso senza troppe conseguenze lo scorso anno, mostrando una nuova base di partenza dalla quale riconquistare vecchi fan di vecchia data ma, soprattutto, aprire le porte a molti novellini. L'acquisto di NHL 2K9 è sicuramente consigliato a tutti gli amanti di questo sport che volessero una valida alternativa alla simulazione a tutti i costi senza per questo rinunciare a del buon hockey comodamente seduti in poltrona.

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