Ni No Kuni 2 Recensione: il destino del Regno è nelle tue mani

Con Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno, Level-5 e Bandai Namco propongono un sequel che riscrive la formula del precedente capitolo. La recensione.

Ni No Kuni 2: Il Destino di un Regno
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • In Ni No Kuni 2: Il Destino di un Regno si percepisce il sapore delle fiabe: quelle che, oltre a meravigliare e sorprendere il lettore, cercano anche di proporgli un insegnamento, una morale finale. L'opera di Level-5 si pone sin da subito come un racconto di formazione, un cammino di crescita emotiva e spirituale, che conduce sia i protagonisti sia i giocatori verso una meta comune: la consapevolezza di se stessi. Il tutto è declinato con i toni tipici dell'animazione giapponese, che mescola delicatezza, poesia e struggimento. Sembrano caratteristiche comuni alle produzioni dello Studio Ghibli, le stesse che hanno contraddistinto il primo capitolo della serie, l'indimenticabile La Minaccia della Strega Cinerea. Il Destino di un Regno, dal suo splendido predecessore, recupera per soltanto il tocco artistico e narrativo, palesemente ispirato ai capolavori del maestro Hayao Miyazaki.
    Con questo sequel, Level-5 riscrive infatti le regole alla base del gameplay, abbandonando il sistema di combattimento a turni per abbracciare uno stile più action, ed inserendo inoltre nella formula anche qualche timido elemento strategico/gestionale. Ma l'ampliamento delle possibilità ludiche non si traduce necessariamente in un incremento qualitativo: Ni No Kuni 2 è sì un'opera maestosa e, a tratti, persino incantevole, eppure si dimostra, al contempo, arrendevole e superficiale sotto alcuni aspetti. Il nostro viaggio in questo "secondo mondo" è stato quindi simile ad un sogno: piacevole, immaginifico e favolistico. Ma poi quando tutto è finito, al risveglio mattutino, il suo ricordo ha iniziato pian piano ad affievolirsi...

    "Per la gloria del nostro mondo!"

    Il reame di Gatmandù è in subbuglio: il malefico Ratoleon, un tempo consigliere del defunto Re Leopold, ha ordito un colpo di stato per detronizzare il legittimo erede al trono, Sua Maestà Evan Pettiwhisker Felix, un ragazzino timido, spaventato e ignaro di cosa significhi realmente essere un sovrano. Poco prima di divenire la vittima sacrificale della congiura, il protagonista viene tratto in salvo da Roland, un uomo proveniente dal "mondo reale", in cui è il Presidente di una sconosciuta Nazione. Catapultato in un regno che non conosce, pieno di mostri fantastici e creature antropomorfe, Roland non si fa prendere dal panico e, con la saggezza tipica di un buon regnante, si affianca ad Evan nel suo esilio, per aiutarlo così a riconquistare la corona. Il cammino, ispido e pericoloso, sarà ovviamente supportato dalla presenza di altri, immancabili comprimari, come Shanty e Zoran, membri dei Pirati dei Cieli, i quali decideranno di riconoscere in Evan il loro sire: sarà soprattutto grazie al contributo di questi personaggi, se il nostro piccolo eroe potrà costruire dal nulla il paese di Eostaria, una nuova patria, punto di partenza per l'unificazione di tutti i popoli sotto un'unica bandiera. Come primo incarico, tuttavia, Evan dovrà stringere i rapporti con un Nume Tutelare, ossia una sorta di divinità che conferisce al sovrano il diritto di regnare: e qui entra in gioco Solario, una buffa bestiola dalla lingua tagliente (resa nel nostro idioma con un discutibile dialetto romano), che sostituisce il ruolo appartenuto, nel capitolo d'esordio, a Lucciconio. Questo "nume" è però molto meno regale di quello che era lecito aspettarsi: insieme, Solario ed Evan cresceranno passo dopo passo, muovendosi in simbiosi lungo il sentiero che li porterà a trasformarsi in un "grande re". Gli spunti della trama sono insomma ben diversi da quelli di La Minaccia della Strega Cinerea.
    Benché i due episodi siano accomunati dalla presenza di un protagonista giovanissimo ed inesperto, privato di qualcosa a lui molto caro, lo svolgimento segue tematiche piuttosto differenti. Le premesse lasciavano intuire la conduzione di un racconto più epico, trottante e meno "fanciullesco", che poneva il giocatore dinanzi agli obblighi di un leader, ai suoi diritti, ai suoi doveri, ai suoi compromessi. Una vicenda maggiormente matura, dunque, che suggerisse una storyline di più ampio respiro, non confinata negli stilemi di una favoletta. Ed invece è l'esatto contrario: dal punto di vista della sceneggiatura, Ni No Kuni 2 è molto più elementare dello scorso capitolo, prosegue tramite situazioni altamente prevedibili, pregne di ideologie infantili, talmente rigorose nel loro senso di giustizia da risultare stucchevoli.

    Il Destino di un Regno è in tutto e per tutto una fiaba per bambini, un'impronta stilistica riprodotta in gioco con un piglio troppo semplicistico. Non si avverte un senso di maturazione, né la paura dell'errore, né il dubbio di agire in una scala di grigi: il bene ed il male sono divisi in modo eccessivamente rigoroso. Ne è assoluto emblema proprio Evan, un eroe dotato di una moralità impeccabile: troppo schematico nel comportamento, troppo incline alla comprensione ed al perdono indiscriminato, troppo sognatore e, paradossalmente, già con l'animo pronto per essere un buon re. In questo caso, il compito di Roland e degli altri "aiutanti" è del tutto secondario: non insegnano granché al loro sovrano, e non ne smussano il temperamento. Viene così meno il concetto stesso del "romanzo di formazione". Anche i personaggi di contorno non vengono inquadrati con una grandissima analisi psicologica: di Roland, in particolar modo, non conosceremo mai il passato, né la vita che conduce nel "primo mondo" (Ichi no Kuni). È questo un difetto che lega tutti gli altri membri del cast, villain compreso. Le singole storie personali hanno anche un background piuttosto interessante, ma il gioco non si immerge mai oltre la superficie: purtroppo, si tratta di una mancanza che si riflette negativamente sul finale dell'avventura.
    Nelle battute conclusive (raggiungibili dopo 30 ore di gioco per la sola main quest), difatti, ci imbatteremo in un sorprendente susseguirsi di colpi di scena e cambi di prospettiva, i quali portano alla storyline una bella ventata d'aria fresca. Ma, come già accennato, lo scarso approfondimento dei singoli personaggi ci impedisce di provare empatia per il loro destino. La trama di Ni No Kuni 2 scorre quindi via con leggerezza ed un pizzico di noia, senza mai toccare le giuste corde del cuore, né restare impressa nella nostra memoria con la lieve amarezza del primo episodio o la potenza intellettuale e sognante delle opere dello Studio Ghibli.

    All'attacco, miei Cioffi!

    Ma la più grande differenza tra Il Destino di un Regno ed il suo antenato riguarda il sistema di gioco: la virata da action/rpg intrapresa dal titolo Level-5 dona all'esperienza quel grado di dinamismo e divertimento che sfortunatamente latita nella storia.

    Viaggiando lungo l'ampia world map o nei dungeon, infatti, fronteggeremo numerosissime tipologie di nemici: per annientarli e proteggerci potremo ricorrere alle schivate, all'attacco leggero, a quello pesante o ai colpi magici dalla distanza, con un sistema di combo molto intuitivo, facilissimo da padroneggiare ed avulso da tecnicismi di sorta. Ciò non implica, com'è ovvio, che non ci sia un buon livello di profondità all'interno del battle system. Il nostro party, anzitutto, sarà formato da un massimo di tre personaggi, ciascuno dei quali potrà equipaggiare altrettante armi alla volta, da alternare durante gli scontri in base ad una diversa percentuale di "carica", che le rende più o meno efficaci contro i vari mostriciattoli. Nel bel mezzo dei duelli nulla ci vieterà di passare in qualsiasi momento dal un membro del team all'altro, così da modificare in corso d'opera moveset e strategie di lotta, oppure aiutare un compagno in difficoltà, lanciare incantesimi di rigenerazione o sfruttare un determinato potere elementale a seconda dell'avversario che ci troviamo dinanzi. Riempito un indicatore di mana, in aggiunta, avremo l'opportunità di scagliare un assalto magico, selezionabile in un menù di quattro opzioni (connessi agli input frontali del pad) attraverso la pressione del dorsale destro.

    Sebbene possa sembrare lievemente confusionario nei frangenti più "epici", complice anche una telecamera non sempre perfetta, il combat system di Ni No Kuni 2 risulta comunque molto efficace ed appagante, spettacolare ed esaltante. In battaglia saremo poi affiancati dai cosiddetti Cioffi (Higgledies, in inglese), ossia spiritelli alquanto buffi ed adorabili, simili ai kodama di Principessa Mononoke. Anche loro, come il vastissimo armamentario disponibile e le creature che sfideremo, posseggono una connessione con gli elementi della natura, ed andranno pertanto adoperati sul terreno di scontro a seconda delle minacce che ci sbarreranno la strada. Diversamente dai famigli, i Cioffi saranno per lo più autosufficienti: si muoveranno zampettando nell'arena fino a raggrupparsi, permettendoci poi di attivare il loro potere speciale. Quando intorno a questi fuochi fatui si formerà un cerchio luminescente, ci basterà avvicinarci ed imporgli l'ordine di attaccare: ci sono Cioffi che lanciano bombe infuocate, altri che generano una barriera curativa, altri ancora che piegano le difese nemiche. La loro specie è suddivisa in circa un centinaio di esemplari, alcuni dei quali invero abbastanza simili l'uno all'altro, ma nel complesso differenziati quanto basta per garantire una sostanziosa dose di varietà agli scontri. Sono presenti due metodi ben distinti per sbloccarli e portarli sempre con noi: il primo consiste nel rinvenire, durante l'esplorazione, degli "idoli cioffi", ossia totem di pietra che ci chiederanno, in modo sibillino, alcuni doni votivi. Se indovineremo ciò di cui questi altarini hanno bisogno, verremo premiati con uno spiritello nuovo di zecca. La seconda opzione prevede la necessità di crearli grazie ad un'apposita fucina, un aspetto di cui ci occuperemo nel prossimo paragrafo, quando parleremo della gestione del regno di Eostaria. Benché nelle fasi avanzate della progressione l'uso dei Cioffi non sia poi così indispensabile per il trionfo, nel complesso il loro inserimento e la facilità con cui vengono controllati contribuiscono a snellire le sequenze action, rendendo così più piacevole e meno faticoso l'obbligo di dedicarsi alle inevitabili fasi di farming. A tal proposito, il sistema di progressione è probabilmente la novità più originale e stimolante dell'intera intelaiatura ludica. In pratica, dopo aver guadagnato esperienza i personaggi saliranno di livello in automatico, privandoci del gusto di aumentarne singolarmente le statistiche.

    Il Labirinto dei SogniNel marasma di missioni opzionali molto simili tra di loro, spicca una peculiare quest divisa in più fasi. Considerata la sua lunghezza, ed il grado minimo consigliato per portarla a termine, può facilmente considerarsi come un contenuto end game vero e proprio. Ci riferiamo ai Labirinti Onirici, nei quali accedere solo dopo aver scovato nel mondo di gioco una delle nove porte d'accesso. In questi dungeon il tempo è un ostacolo da non sottovalutare: allo scorrere dei secondi un'ansiogena percentuale comincerà a crescere, segnando di fatto un aumento della forza dei mostri che popolano l'area. Un po' come se ci trovassimo nei Chalice Dungeon di Bloodborne, ci faremo largo tra diversi piani fino a sconfiggere il boss finale e tornare alla "realtà". Per ridurre il livello, qualora ci fossimo attardati nell'esplorazione, potremo investire, su un altare, delle sfere lasciate cadere dai nemici sconfitti, rendendo la sfida un po' più abbordabile. Ma un vero re non arretra mai dinanzi al pericolo...

    Dovremo, d'altro canto, spendere i punti XP nell'Equalizzatore, un oggetto che, previo potenziamento, ci darà la facoltà di cambiare i parametri del team prima di ogni battaglia, nonché le diverse affinità: spostando l'ago della bilancia verso l'efficacia contro i mostri solidi, ad esempio, causeremo meno danni a quelli melmosi, oppure scegliendo la resistenza all'acqua saremo più vulnerabili al veleno. Potremo poi anche regolare il quantitativo di premi dopo una vittoria, privilegiando le ricompense in denaro oppure gli equipaggiamenti più vantaggiosi. Nonostante sia un meccanismo con poche variabili, aggiunge comunque un tocco di tatticismo assolutamente efficiente e versatile, tale da rendere l'esperienza parecchio personalizzabile. È bene precisare però che simili inclinazioni più "strategiche" del gameplay vengono parzialmente indebolite da un tasso di sfida tendente verso il basso: buona parte dei nemici, d'altronde, non ci darà molto filo da torcere, e nessun duello sarà in grado di impensierirci più del dovuto, merito anche dell'intelligenza artificiale dei compagni che, al netto di qualche fastidioso svarione, ha saputo dimostrarsi alquanto valida e coerente. Al fine di rendere l'avanzamento un po' più complesso, alle volte è consigliato cimentarsi in scontri con un livello minimo consigliato decisamente superiore a quello in nostro possesso: solo così le boss fight riusciranno a darci qualche serio grattacapo. Ma la vita di un Re non è composta solo da guerre e conquiste: tra le virtù di un ottimo governante trova spazio anche la capacità di amministrare i suoi possedimenti, farli evolvere e fiorire, per garantire la felicità del suo popolo ed acuire la potenza militare delle sue truppe. Ecco perché nei panni di Evan saremo chiamati ad erigere il pacifico regno di Eostaria.

    Le strategie di un sovrano

    Giunti al terzo capitolo di Ni No Kuni 2, verrà introdotto uno degli elementi più importanti nell'economia del gioco. Come in un gestionale all'acqua di rose, il nostro compito consisterà nell'edificare dal nulla un intero reame, costruendo palazzi, fabbriche e cantieri, spendendo le risorse accumulate e, proporzionalmente, ingigantendo i profitti. Non aspettatevi meccaniche elaborate come quelle di un vero "city builder": un'infografica assai semplificata ci accompagnerà nel processo di fondazione, automatizzando numerosi passaggi e lasciandoci più che alto l'arduo impegno di "riempire" i vari negozietti con i giusti talenti. Affinché il regno si sviluppi, non a caso, ad ogni edificio andrà assegnato un posto di lavoro, posizionando quei NPC che dispongono delle giuste doti per far fruttare adeguatamente un'attività. Una venditrice esperta, ad esempio, dovrà essere assunta nel mercato, mentre un'abile armaiola troverà impiego nella Forgia: così facendo ci riforniremo di armi sempre più potenti, o di beni di prima necessità, utili per completare alcune side quest o costruire altre attrezzature. Chiaramente, tutto ruota intorno alla quantità di moneta a disposizione: sotto quest'aspetto, il gioco di Level-5 prevede due sistemi economici. Da una parte i dorados (la valuta in game), obbligatori per acquistare merci ed equipaggiamento, mentre dall'altro i "dorados reali", ottenibili dalle casse di Eostaria (e basate sulla produttività dei sudditi), tramite i quali potremo costruire nuove botteghe o migliorarne le potenzialità. Ciascuna ricerca effettuata, tuttavia, sia essa la creazione di formule magiche o inediti Cioffi, richiederà sia denaro sia tempo prezioso, e ci imporrà di attendere diversi minuti prima di ottenere il prodotto desiderato. A poco servirà spendere altri dorados per velocizzare il lavoro: si tratta di un vincolo limitante e tedioso, che inficia la voglia di prodigarsi nella manutenzione del reame. Peccato che alcuni upgrade saranno fondamentali non solo per avanzare nella trama principale (imponendoci un farming a tratti gravoso), ma anche per risolvere alcuni incarichi opzionali, con i quali reclutare i talenti necessari a riempire i negozi di Eostaria.

    Al pari del precedente episodio, la scrittura delle missioni secondarie è molto basilare, ed è strutturata con un preistorico sistema di "baratto": la maggior parte dei NPC, in breve, si unirà alle nostre fila solo se prima avremo adempiuto le sue richieste. Alleggeriscono un po' la ripetitività delle side quest le Battaglie Campali, brevi sequenze in cui controlleremo delle truppe in formato chibi lungo la world map, con l'obiettivo di spazzare via le forze nemiche. Prima di dare inizio alle schermaglie ci toccherà scegliere gli eserciti che faranno da scudo ad Evan mentre avanzeremo lungo il terreno: proseguendo nell'avventura sbloccheremo nuova fanteria, di livello sempre più alto, grazie alla quale sopravvivere anche ai duelli più difficili. Nelle Battaglie Campali i drappelli al nostro servizio appartengono a precisi schieramenti, esattamente come le fila degli avversari, legati tra di loro da rapporti di forza e debolezza, con regole simili a quelle della morra cinese.

    Sarà quindi opportuno valutare attentamente quali manipoli far scontrare, ruotando a piacimento i gruppi posti intorno al protagonista: anche in questo caso, l'anima "strategica" di Ni No Kuni 2 si manifesta in tutta la sua semplicità, limitandosi a proporre un'attività che richiede poca pianificazione, facendo dell'immediatezza il suo perno dominante. Alla luce di quanto detto, è evidente che con questo sequel Level-5 abbia preferito concentrarsi sull'accumulo di soluzioni ludiche di stampo tattico senza sviscerarle mai a fondo. Le Battaglie Campali e la gestione di Eostaria rimangono comunque passatempi ben contestualizzati, mai troppo invasivi (se non in un paio di occasioni) e capaci di fornire al titolo una gradevole spruzzatina di varietà.

    I suoni e i colori di un regno incantato

    Quando ci è stato detto che lo Studio Ghibli non sarebbe stato coinvolto formalmente nel art design di Ni No Kuni 2 abbiamo temuto il peggio, convinti che questo seguito non avrebbe saputo riprodurre la magnificenza visiva de La Minaccia della Strega Cinerea.

    Per fortuna, i nostri timori erano infondati. Immergersi nello splendido universo di Level-5 è pura gioia per gli occhi: una delizia rara, un compendio di contaminazioni dalla cultura pop occidentale ed orientale, suggestioni tecno-magiche, visioni di "miyazakiana" memoria e panorami degni di un film d'animazione giapponese. Alcuni artisti in forze presso il team nipponico hanno collaborato con lo Studio Ghibli, e la loro impronta è pienamente riconoscibile. A coronamento di un immaginario così carico di ispirazione c'è un cel shading delizioso, leggero e dettagliato quanto basta per mantenere stabile un frame rate a 60 fps, che solo saltuariamente cede il passo a qualche oscillazione. Certo è che non tutti i paesaggi e le città esplorabili mantengono gli stessi standard, ed anzi alcune texture spesso cedono il passo a superfici poco particolareggiate, ma si tratta di piccolezze alle quali l'occhio si abitua molto presto, irretito com'è da un corredo grafico "da favola". Si sente purtroppo la mancanza di scene d'intermezzo disegnate interamente a mano, che avrebbero trasmesso l'illusione perfetta di trovarsi all'interno di una pellicola animata. Su tutto, infine, svetta la colonna sonora ad opera del prodigioso Joe Hisaishi (già compositore, tra l'altro, di La Città Incantata e Il Castello Errante di Howl): una partitura d'indescrivibile bellezza, variopinta, ipnotica, cullante. Le note che crea a schermo sono talmente comunicative che basterà chiudere gli occhi e perdersi nell'ascolto per dipingere nella nostra mente i contorni di terre lontane, boschi fatati, metropoli ipertecnologiche e città marittime. Con la sua musica, dunque, Hisaichi-San crea davvero un "altro mondo".

    Ni no Kuni 2: Il Destino di un Regno Ni no Kuni 2: Il Destino di un RegnoVersione Analizzata PlayStation 4Pur rivoluzionando in modo quasi radicale la struttura del titolo d’esordio, Il Destino di un Regno è un sequel che cerca di riprodurne integralmente la magia visiva e sonora. Cambia invece le dinamiche di gameplay, imbastisce un combat system più vicino allo stile di un action e non rinuncia all’aggiunta di semplici componenti tattico-gestionali. Ciononostante, a fronte di una progressione coesa e longeva, Ni No Kuni 2 non riesce ad essere pienamente rimarchevole in ogni suo aspetto. Se dal punto di vista grafico è un piccolo miracolo artistico, da quello narrativo tesse una trama elementare, sfilacciata ed infantile, che solo sul finale, quando ormai è troppo tardi, genera qualche sussulto d’emozione. E mentre il nuovo sistema di lotta convince ed esalta (senza eccellere in virtuosismi), la gestione del reame di Eostaria e le Battaglie Campali avrebbero potuto essere, di contro, un po’ più profonde e rifinite. L’ultima opera di Level-5 è certo un solidissimo esponente degli action-rpg, ma non compie, in fin dei conti, il salto qualitativo che ci saremmo aspettati dopo l’eccellente capitolo iniziale. Erige, tuttavia, in modo coraggioso, le fondamenta ludiche su cui edificare il proprio futuro: partendo da queste basi, quindi, il “destino” di Ni No Kuni ci appare particolarmente radioso.

    8.3

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