Recensione Ninja Gaiden 2

La carneficina di Ryu Hayabusa su Xbox 360

Ninja Gaiden 2
Recensione: Xbox 360
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Il Ritorno del Tecmo Team Ninja

    Tomonobu Itagaki e il suo Team Ninja sono legati dal filo rosso del destino alla console del colosso di Redmond, ormai questo è un dato di fatto. La collaborazione estremamente fruttuosa con Microsoft ha infatti prodotto, sin dalla prima, nerissima Xbox, alcuni titoli che non solo hanno saputo ugualmente conquistare la platea di giocatori e critici, ma al tempo stesso sono riusciti a riflettere quella che è una vera e propria filosofia alla base della software house capitanata dal butterato designer asiatico.
    Lo stesso Itagaki ha più volte ribadito di voler essere considerato una vera e propria pecora nera del mercato a base di cd, circuiti e silicone, concentrandosi sullo sviluppo di titoli atipici che in un certo senso hanno battuto la strada per alcuni aspetti del videogaming moderno. Si pensi a Dead or Alive ed ai suoi seguiti, il primo vero picchiaduro tridimensionale capace di unire una spruzzata di fan service hentai ad un gameplay completissimo, senza dubbio uno dei migliori nel suo genere.
    E proprio da Dead or Alive riprende il cammino di una delle più grandi mascotte Tecmo, quel Ryu Hayabusa che negli anni ottanta aveva incarnato al meglio uno dei più grandi stereotipi videoludici del tempo: Ryu Hayabusa, per chi già due lustri fa era alle prese con pad e joystick, era IL NINJA per eccellenza.
    E così, dopo aver fatto capolino nella serie di picchiaduro, muovendosi sinuoso ed elegante tra seni dal moto asincrono e giganteschi lottatori di wrestling, Hayabusa si è finalmente ritagliato un suo spazio con il primo Ninja Gaiden, probabilmente uno dei titoli più rivisitati degli ultimi anni, la cui ultima incarnazione ha visto la luce su PS3.
    A placare gli animi feriti dei possessori di Xbox 360 delusi, che avevano visto Sigma approdare sulla nuova macchina Sony, ci ha pensato il buon Tomonobu in persona (dopo aver letteralmente rinnegato il titolo PS3), annunciando e rilasciando in breve tempo Ninja Gaiden II, ancora una volta in esclusiva per il bianco monolite.
    Ben presto però l'entusiasmo degli astanti è stato sopraffatto da un timore più che giustificato: il primo Ninja Gaiden era un vero capolavoro; riuscirà questo seguito a tenergli testa?

    Non una sceneggiatura da Oscar

    Ancora una volta slegato dal passato ad otto bit (niente riferimenti a The Dark Sword of Chaos, dunque), in questo sequel vestiremo i panni del Ryu Hayabusa di nuova maniera, in una vicenda ambientata prima della rocambolesca avventura d'esordio sulla prima Xbox.
    Durante il primo filmato faremo conoscenza della bella Sonia, agente della CIA in missione speciale: il suo compito è quello di scovare Ryu per farsi aiutare a fermare il piano diabolico del Black Spider Clan.
    Il gruppo di acerrimi nemici del clan Hayabusa, infatti, sotto gli ordini di Genshin, sempre in cerca di potere per primeggiare tra i ninja, sta collaborando con la demonessa Elizebet per riportare in vita l'Arcidiavolo, una potente entità che in passato dominava il mondo intero.
    Ovviamente, toccherà a noi cercare di mettere fine a questo folle piano, facendoci strada a colpi di spada tra orde demoniache e cyber-ninja.
    La sceneggiatura, sempre ai limiti del clichè e del trash, riesce comunque a giustificare la presenza di elementi tanto diversi all'interno della stessa ambientazione e, sopratutto, non risulta mai invadente, lasciando il ruolo di protagonista all'azione pura.
    Il cast del gioco è molto nutrito. Quasi tutti i boss distribuiti tra i 14 livelli che compongono lo story mode sono personaggi caratterizzati (lo stesso Genshin, o i quattro Demoni superiori) in modo certamente scontato, ma perfettamente funzionale alle modeste esigenze narrative del titolo.

    Gameplay: Parte Prima

    Ninja Gaiden 2 è ben più di un more of the same, un semplice sequel del suo predecessore.
    Il veicolo d'innovazione principale all'interno di un gameplay consolidato e mai come ora ricco e completo è, come avremo modo di analizzare in modo accurato, la rinnovata violenza che pervade il titolo, e che lo rende caldamente sconsigliato agli stomaci più deboli: decapitazioni e mutilazioni più o meno cruente sono ora all'ordine del giorno.
    Il cuore del gioco è quello di un action in terza persona "a missioni", che eredita la sua struttura portante da grandi classici del passato quali i vecchi Ninja Gaiden, mixando abilmente sessioni platform a scontri contro decine d'avversari e risoluzioni di piccoli enigmi di carattere ambientale.
    Padroneggiare le caratteristiche di Ryu sarà inizialmente molto complicato, a causa di un livello di difficoltà così alto che anche giocare in modalità "facile" potrebbe rivelarsi per alcuni un grave problema. E' bene chiarire sin da subito che non ci troviamo dinnanzi ai picchi di crudeltà del capostipite della serie: questo secondo episodio è leggermente ammorbidito sotto molto punti di vista. Innanzitutto è ben più generosa la frequenza di save point, distribuiti a decine lungo l'arco dei vari livelli. Al primo utilizzo, questi piccoli idoli del drago ci permetteranno, oltre che di salvare la partita, anche di guarire completamente le nostre ferite. Inoltre è stato introdotto un nuovo sistema di gestione dell'energia vitale di Ryu, che prevede che parte dei danni subiti vengano rigenerati automaticamente una volta eliminati tutti i nemici sullo schermo.
    Se siete tra quelli che hanno sviscerato tutto ciò che Ninja Gaiden aveva da offrire in questo momento starate probabilmente storcendo il naso, pensando che Itagaki e compagni abbiano deciso di rendere questo seguito più "user friendly". Si tratta di un clamoroso errore. Certo, globalmente l'esperienza sarà meno frustrante che in passato, e persino la maggiorparte dei boss potranno essere affrontati più a cuor leggero, ma d'altro canto occorre specificare come sia stata migliorata l'intelligenza artificiale dei nemici e la composizione stessa delle forze che di volta in volta scenderanno in campo.
    Se nelle prime sezioni verremo caricati a testa bassa da squadre di "ninja semplici", ben presto dovremo fronteggiare al contempo arcieri, demoni alati, maghi ninja, licantropi e chi più ne ha più ne metta.
    Ognuna di queste creature differisce in modo sensibile per pattern di attacchi e tattica offensiva, e basterà distrarsi un secondo per vedere la propria energia vitale cominciare a ridursi pericolosamente. Inoltre, se già quattro o cinque nemici per volta (numero a cui gli aficionados della serie saranno abituati) rappresentano un problema, bisogna aggiungere che nella maggiorparte dei casi saranno almeno una decina i cattivi che tenteranno di farci la pelle.
    Ryo certo non è uno sprovveduto, e disporrà da subito di un grandissimo numero di tecniche e risorse per sopravvivere a tutte le avversità, purchè a stringere le mani del pad ci sia un giocatore capace o, quantomeno, paziente. Il pattern di controllo del protagonista è quasi identico al passato: Y e X sono adibiti all'uso dell'arma principale, mentre A serve a saltare e B ad usare le armi da lancio.
    Il trigger destro sarà invece utilizzato per parare, ma anche schivare (tramite scatti, non più capriole) ed assumere una posizione di contrattacco.
    Sono decine le combo a disposizione del giocatore, centinaia se si contano tutte le armi da corpo a corpo incluse nel gioco. Ognuna di queste varierà notevolmente le capacità di Ryu: equipaggiando la spada otterremo un buon compromesso tra potenza e velocità, disponendo di una serie di tecniche veloci perfette per gli assalti frontali con un singolo nemico. Con Falce o Bastone, invece, saremo più lenti ma godremo di un'area di azione più ampia, mentre Ryu riuscirà a fare a pezzi gli avversari con ben pochi colpi. I giocatori amanti delle acrobazie e degli scambi veloci invece troveranno il loro tempio nei Falcon Talon o nei Tonfa, che permettono di sbizzarrirsi con tecniche letali di corpo a corpo. Per chi ama l'imprevedibile, c'è ache il Kusari Gama, falcetto e catena difficili da padroneggiare, ma estremamente efficaci.
    Queste sono solo sei delle armi che nel corso dei livelli Ryu potrà recuperare. Alcune saranno bene in vista, altre nascoste: non temete però, se qualcosa dovesse sfuggirvi, nel livello successivo comparirà nella lista degli oggetti venduti dal buon Muramasa. Il fido fabbro, oltre che dedicarsi alla vendita di oggetti curativi e munizioni di vario genere, sarà anche capace di potenziare una delle nostre armi spendendo un lauto quantitativo delle Sfere Gialle, che i nemici lasceranno alla loro morte. Il sistema di upgrade delle armi (che vanno da livello uno a livello quattro) influenzerà l'aspetto degli strumenti letali, ma anche la quantità di danno inflitto e, ciliegina sulla torta, sbloccherà nuove mosse con cui seminare distruzione attraverso i livelli. Dunque, anche qualora si prediliga l'uso di un singolo equipaggiamento, sarà comunque cura del giocatore apprendere sempre nuove abilità di cui Ryu si doterà accumulando Power Up.

    Gameplay: Parte Due

    Non sarà solo la potenza distruttiva delle armi di Ryu ad aumentare nel corso del gioco. Proprio come in passato, raccogliendo oggetti chiamati "Vita degli Dei" e "Mille vite degli Dei", la nostra barra della salute si espanderà, e allo stesso modo sarà possibile acquisire e potenziare vari Ninpo, devastanti magie ninja in grado di eliminare decine di avversari al tempo stesso.
    Leggermente più lineare è invece la gestione delle armi da lancio. Inizialmente disporremo soltanto di shuriken infiniti, ma ben presto il nostro arsenale si infoltirà di arco e freccie, kunai esplosivi e addirittura una pistola ad aghi subaquea.
    Queste armi, se escludiamo quella in dotazione di base, sono tutte utili non solo all'eliminazione dei nemici, ma rappresentano anche la chiave per risolvere alcuni dei piccoli enigmi sparsi per gli stage. Ulizzando l'arco e passando in visuale in prima persona, potremo premere interruttori nascosti, mentre grazie ai kunai potremo abbattere alcune pareti sfruttando dei barili di esplosivo. La needle gun segna l'entrata in scena di una situazione di gioco completamente inedita per Ninja Gaiden, ovvero la presenza di sezioni estese di nuoto subaqueo, in cui dovremo eliminare anche alcuni nemici tenendoci a debita distanza.
    Questo ci porta ad un altro, prezioso tassello del gameplay, ovvero il level design del gioco. Tutte le promesse di Itagaki dimostrano subito di essere state mantenute. In effetti è difficile trovare anche un singolo schema in tutto il gioco che sia qualitativamente inferiore a quelli del primo Ninja Gaiden.
    Il primo cambiamento risiede nell'assenza quasi totale di caricamenti: i livelli si offrono al giocatore in tutta la loro continuità, mettendo in risalto un design delle locazione d'eccezione, estremamente ispirato ed archettonicamente verosimile. La maggiorparte degli stage si svolge in cittadine che alternano in modo perfetto stanze e viottoli con zone ben più ampie come terrazze e stradoni. Tralasciando la varietà incredibile (è categoricamente impossibile trovarsi in due posti anche solo lontanamente somiglianti, all'interno dello stesso stage), e lo studio costante reso necessario dagli ambienti che vanno sfruttati in modo attivo e creativo per liberarsi degli avversari (camminando sui muri, arrampicandosi e colpendo dall'alto, camminando sull'acqua per sfuggire ai nemici più pavidi), quello che colpisce è la libertà lasciata al giocatore, che potrà spostarsi facendosi inseguire dai nemici per affrontare con più calma un'orda di creature troppo aggressive se lasciate libere di muoversi in un ambiente troppo ampio, oppure trovare riparo dai proiettili avversari in un intricato corridoio.

    Ultraviolence


    Si era anticipato poco fa della violenza come veicolo di innovazione del gameplay della serie.
    Il modo in cui un elemento tanto controverso di questi tempi, come la prensenza di sangue a litri e mutilazioni ben evidenti e illustrate nel dettaglio, è stato gestito dal Team Ninja (ovvero spregiudicatamente) denota grande coraggio e voglia di osare. In special modo se consideriamo che recentemente giochi come No More Heroes o Manhunt 2 sono stati vittime di soprusi e censure di vario genere, ci renderemo conto che l'operato dei ragazzi di Itagaki è ancora una volta qualcosa in grado di andare contro il perbenismo videoludico, brandendo con dignità le armi di un livello di difficoltà poco amichevole e di un retrogusto ultraviolento degno dei migliori film di serie zeta degli scorsi decenni.
    Una filosofia sfacciata e primitiva che ha però dato vita a svolte inaspettate in termini di gioco.
    Mutilando gli avversari, Ryu potrà diminuirne capacità motoria ed offensiva, dopodichè avvicinandosi ad un qualunque nemico privo di un arto e premendo Y, eseguiremo una spettacolare "finishing move", una vera e propria esecuzione tanto violenta quanto elegante, che produrrà schizzi di sangue in ogni dove mentre le parti mozzate del cadavere dello sfortunato avversario cadranno al suolo.
    Ma non è tutta in discesa la strada di Ryu. Le routine comportamentali dei vari nemici cambieranno leggermente in base alle ferite subite: un demone privato di un braccio attaccherà più violentemente in preda alla furia, mentre un ninja senza gambe striscerà attraverso i corpi dei compagni caduti, mimetizzandosi e infastidendoci con shuriken per poi afferrarci e lasciarsi esplodere in un disperato quanto letale attacco kamikaze. Addirittura alcuni nemici utilizzeranno i resti dei cadaveri come armi, lanciandoceli contro.
    L'imprevedibilità di una tale feature, in effetti per la prima volta inclusa in un titolo di questo genere, rende da solo Ninja Gaiden II un gioco da provare assolutamente, dato che lungo i 14 livelli di cui il gioco si compone, per un totale di circa 15-20 ore, le sorprese ed il divertimento non mancheranno di certo.
    Inoltre grazie alle leaderboard online e sopratutto ai canonici quattro livelli di difficoltà (che vista la precisione e l'eleganza del sistema di controllo, rappresentano un valore aggiunto ben maggiore che in altri titoli appartententi allo stesso genere come, ad esempio, Devil May Cry), l'interesse per questo action rimarrà elevato per lungo tempo, soddisfacendo così le aspettative di chi si aspettava da questo seguito un gioco degno dei fasti del capostipite della saga.

    Il cattivo tempo

    Se non è possibile esprimere dubbi sulla giocabilità spicciola di Ninja Gaiden II, purtroppo è doveroso notare che il comparto tecnico del titolo poteva essere curato in maniera leggermente migliore.
    Il motore grafico si muove fluido a 60 fps nella maggiorparte delle situazioni, calando leggermente in rare occasioni, sopratutto in presenza di fonti d'acqua come fontane, cascate e quant'altro. Non si tratta però di un problema eccessivamente grave, poichè la precisione del gioco non rimane mai veramente compromessa da questi rari rallentamenti, ed è anzi straordinario come venga gestita senza problemi la presenza di più di dieci personaggi contemporaneamente su schermo. Leggermente più insistente è invece la presenza di tearing, un male comune a molti altri titoli di questa nuova generazione di console, che si presenta più frequentemente, ancora una volta senza rischiare di rovinare particolarmente l'esperienza di gioco.
    I livelli, ambientati in un gran numero di location realmente esistenti come New York e Venezia, sono generalmente una meraviglia per gli occhi. Pur non raggiungendo picchi tecnici esageratamente elevati, quello che Ninja Gaiden II offre è uno spettacolo fatto di un numero più che soddisfacente di poligoni che compongono strutture e scenari dal colpo d'occhio notevole. Raramente il titolo ricicla elementi presi dal passato (ciò accade solo durante la prima sezione del secondo livello, ambientato nel villaggio di Hayabusa), pur mantenendo una coerenza stilistica invidiabile. Ne è la prova il primissimo livello, ambientato tra gli avveneristici e al tempo stesso estremamente tradizionali grattacieli di Tokyo. Proseguendo, è impossibile non restare piacevolmente sorpresi da come ogni livello disponga di elementi unici che lo rendono perfettamente originale e distinguibile dagli altri, pur facendo leva su una serie di stereotipi "di genere". E' il caso della New York devastata, tra fulmini purpurei e il costante battere della pioggia, o delle terrazze Veneziane gremite di lupi mannari.
    Dunque da un livello puramente stilistico le ambientazioni fanno centro, e lo stesso può dirsi della cura per la quasi totalità dei personaggi. Il carisma di Ryu è fuori discussione, sia in quanto a realizzazione meramente grafica (ottimi gli effetti di luce sulla tuta, probabilmente in latex, e sulle parti metalliche delle armi), che per quanto riguarda le animazioni, caratterizzate alla perfezione e quasi sempre fluidissime. Stesso discorso per i nemici, che in alcuni casi toccano punte di originalità notevoli. E' il caso dell'equipaggio ninja della fortezza volante Daedalus, un gruppo di soldati ombra abili tanto nell'uso della spada quanto in quello... degli uzi. Il risultato è una serie di acrobazie e sventagliate di arma da fuoco incredibili da ammirare. Ovviamente ci sono poi i boss, enormi e cattivissimi. Certo ci sono anche i casi di alcune creature (come i demoni volanti), che soffrono di una realizzazione leggermente al di sotto della media, ma i più grandi problemi dell'aspetto cosmetico del titolo risiedono nell'eccessiva semplicità di alcune texture ambientali e di alcuni shader, che sembrano puntare ad un distacco non troppo marcato dai fasti della old gen. Per fortuna la cura per il dettaglio, la presenza di buoni shader di superficie e la furbizia di alcune inquadrature, limitano notevolmente questo problema, mettendo anzi in risalto gli elementi più riusciti del comparto grafico, come la rifrazione della luce attraverso l'acqua o le superfici lucide a causa dell'umidità, le sempre presenti esplosioni, le scintille prodotte dallo sfregare delle armi contro i muri, o, infine, il sangue che sgorga a fiotti e filamenti dai nemici mutilati.
    Altri piccoli difetti risiedono in alcuni problemi di collisione dei poligoni: pur raramente, alcuni mostri addirittura sembrano sparire nelle pareti dei corridoi più stretti, e durante le cutscene (piuttosto mediocri in quanto a qualità registica, a dire il vero), alcuni elementi come tessuti che svolazzano al vento si comportano in modo anomalo, sparendo ora all'interno dei visi, ora dei vestiti.
    Forse però quello che è il più grande deficit di Ninja Gaiden II, ciò che rovina veramente il gioco, è la gestione della telecamera, troppo lenta e poco reattiva, che spesso non riesce ad inquadrare in modo adeguato le schermaglie, forse a causa della velocità elevatissima dei combattimenti. Fatto sta che spesso capita di subire qualche colpo di troppo da un nemico nascosto, oppure di non riuscire a riprendere come vorremmo la scena (nemmeno intervenendo con lo stick adibito a ruotare la camera) a causa dei continui zoom causati dalle esecuzioni di Ryo. E quando, specie contro alcuni boss particolarmente ostici, la schermata game over comparirà per l'ennesima volta, si potrebbe essere tentati di lasciar perdere tutto e dedicarsi ad altro.
    Un vero peccato che un simile difetto non sia stato limato, specie considerando che si tratta di un problema che affligge da sempre la serie.

    La colonna sonora accompagna con discrezione tutti i momenti del gioco, sempre in modo appropriato, con brani energici ora estremamente orecchiabili, ora drammatici e cinematografici.
    Gli effetti, invece, sono a dir poco ottimi, sempre curatissimi, e conferiscono un certo realismo ai combattimenti, grazie ad una campionatura imponente di rumori di clangore di lame e grugniti dei nemici. Anche il doppiaggio è piuttosto buono, anche se completamente in inglese. Ad ogni modo il testo del gioco è localizzato in italiano.

    Ninja Gaiden 2 Ninja Gaiden 2Versione Analizzata Xbox 360Ninja Gaiden II è uno dei migliori titoli approdati sulla bianca console di Redmond dal suo lancio. Il gameplay è ricco di novità rispetto al suo predecessore, e bilanciato in maniera eccelsa. Il comparto tecnico poteva essere certamente più curato, ma quello che veramente impedisce al lavoro del Team Ninja di spiccare il volo ed essere consacrato come capolavoro assoluto è nella gestione della telecamera, che vanifica i tentativi di bilanciare la difficoltà del gioco attraverso una curva d'apprendimento ben più morbida e troppo spesso porta a degenerare verso la frustrazione gratuita. A parte questo e la sceneggiatura tutto sommato solo passabile, Ninja Gaiden II è un action da avere, un titolo che non teme la concorrenza, e anzi si muove con coraggio ed eleganza attraverso i fantasmi del presente videoludico, proprio come Ryu Hayabusa si fa strada attraverso orde di nemici assetati di sangue. Fiero e silenzioso, come un ninja.

    8.5

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