Nintendo Switch OLED Recensione: cosa cambia e quali sono le novità?

Nintendo lancia Switch OLED, nuova versione della sua celebre console ibrida: vale la pena sostituire il vecchio modello? Le nostre impressioni

Nintendo Switch OLED: la recensione
Recensione: Nintendo Switch
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Molto spesso il pubblico ha la pretesa che la recensione di un prodotto videoludico o tecnologico sia in qualche maniera "conclusiva". Che non si limiti quindi ad approfondire le caratteristiche dell'oggetto di analisi, a raccontarne l'esperienza d'uso, ma che invece ne espliciti in maniera decisiva il valore universale. La domanda che il pubblico pone al redattore, insomma, è spesso e volentieri una sola: lo compro oppure no?

Mi pare che Switch OLED sia l'esempio più lampante di un prodotto per cui non si può trovare una risposta univoca. Dal momento che la console Nintendo si presta a tipi di fruizione molto diversi tra loro, l'opportunità di acquistare questo nuovo modello - identico nelle prestazioni a quelli già presenti da anni sul mercato - dipende fortemente dalle abitudini del giocatore. Appare evidente, infatti, che Switch OLED sia nata con l'intento di delineare una "portabilità premium", migliorando quasi esclusivamente l'esperienza in mobilità (ad eccezione di qualche lieve modifica al dock). Considerando questo come lo scopo primario del redesign, si deve dire che Nintendo ha centrato l'obiettivo: con uno scarto di prezzo tutto sommato ridotto rispetto al modello base, l'esperienza utente di OLED è indiscutibilmente migliore sotto molti punti di vista. D'altro canto c'è una fascia di pubblico che non sentirà minimamente il richiamo del nuovo modello, e anche una categoria di giocatori rimasti un po' sconsolati dalla strategia commerciale di Nintendo. Ironia della sorte, sono proprio i più appassionati, quelli che potremmo definire "i fedelissimi" del videogioco e i più voraci fruitori delle produzioni disponibili su Nintendo Switch.

Nintendo Switch OLED migliora ma non rivoluziona

Switch OLED non è Switch Pro. Perdonatemi se utilizzo un nome mai ufficializzato per far passare un concetto fondamentale, ma credo che in questo caso possa essere utile, dal momento che per mesi, sul web, si è parlato di un modello aggiornato dal punto di vista delle prestazioni, in grado di far girare senza fatica tutti i prodotti della libreria Switch senza rinunce in fatto di risoluzione e framerate.

Questo aggiornamento tecnologico, di fatto, non esiste. Se i rumor su Nintendo Switch PRO si erano diffusi in maniera pervasiva il motivo è anche da ricercare nel fatto che molti giocatori sentissero concretamente l'esigenza di un update a livello hardware. Alcuni prodotti - persino alcune esclusive - cominciano un po' a "scricchiolare" dal punto di vista prestazionale, e il sogno di una Switch completamente "disfrenata", in grado di reggere più agevolmente anche i titoli multipiattaforma, si era fatto molto seducente. Invece Switch OLED, sotto la scocca, è sempre Switch. Risoluzione nativa, framerate, grafica in-game, non cambiano di una virgola. Giocando in mobilità è ingiusto dire che l'esperienza visiva è sempre la stessa, perché l'aumento delle dimensioni dello schermo ha degli effetti di cui parleremo, ma attaccando la console alla TV non si vede la minima differenza. Forse l'unico vantaggio concreto per chi gioca in modalità fissa è l'aumento della memoria interna, che è stata portata a 64GB, ma è difficile essere pienamente soddisfatti da questo raddoppio, che non cambia la vita a chi acquista giochi in digitale: l'acquisto di una microSD è sempre caldeggiato per chi vuole conservare un elevato quantitativo di titoli installati.

Visto che abbiamo cominciato parlando dell'esperienza casalinga, citiamo le modifiche al Dock, che adesso è realizzato con plastiche migliori, ha una superficie frontale più elegante, e una cover posteriore completamente removibile, che facilita l'accesso alle porte di connessione. In fatto di connettività, il Dock di Switch OLED ha finalmente una presa ethernet, che potrebbe essere utile per chi gioca molto online.

Un'altra piccola modifica riguarda l'allargamento dello spazio in cui la console viene collocata, per ridurre il rischio di graffi accidentali. Nonostante la base di collegamento alla TV risulti quindi meno "giocattolosa", più elegante e con un design attento al cable management, non ci sentiamo di considerarla l'elemento trainante di questa riedizione; tantopiù che se doveste sentire il bisogno della porta ethernet, sappiate che il dock può essere acquistato singolarmente ed è pienamente compatibile anche con la Switch originale.

Lo schermo OLED è il protagonista

Il nome scelto per questo nuovo modello di Switch ha se non altro un grande pregio a livello comunicativo: trasmette fin da subito, in maniera molto esplicita, il fatto che il protagonista della riedizione sia proprio lo schermo OLED da 7 pollici.

L'esperienza visiva della console è legata a doppia mandata al nuovo pannello, più largo del precedente (la cui diagonale si fermava a 6,2''), e soprattutto migliore per quel che riguarda la gestione dei contrasti e dei colori. Importante citare il fatto che le dimensioni più generose del pannello non modificano il form factor della console, ma sono ottenute rimuovendo quell'ingombrante bordo nero che circonda l'LCD del modello base. Questo fa sì che anche i Joy-Con già disponibili sul mercato siano compatibili con Switch OLED. Appena accesa la console la differenza si nota subito. Le caselle del menù che permettono di avviare i vari giochi sono più grandi e tutta l'interfaccia risulta più leggibile. Ma ovviamente è attivando gli specifici prodotti che si notano i cambiamenti maggiori. La tecnologia OLED è indubitabilmente migliore rispetto a quella LCD, e bastano poche ore di utilizzo per innamorarsi del nuovo schermo. In un titolo cupo come Metroid: Dread il contrasto aumentato riesce a far risaltare i dettagli dello scenario, amplificando poi il senso di meraviglia quando si passa dalle zone più in ombra alle stanze meglio illuminate del laboratorio sotterraneo.

Anche un prodotto variopinto e sgargiante come Super Mario Odyssey esce rinvigorito dal "trattamento OLED", con una gamma cromatica impareggiabile: sfumature più avvertibili, colori più nitidi, per una pienezza visiva davvero avvolgente. Altri titoli come Hades dimostrano invece che la diagonale più ampia può far bene quando si tratta di leggibilità dell'interfaccia, dei sottotitoli o dei testi a schermo. A tal proposito bisogna comunque citare un dettaglio importante: nonostante lo schermo sia più largo, la risoluzione nativa dei prodotti non aumenta, proprio perché la dotazione hardware di Switch OLED non cambia.

Questo fa sì che in alcuni casi si noti un aliasing - le famigerate "scalette" - più pronunciato rispetto al vecchio modello. Girellando per le terre di Hyrule in Breath of the Wild, ad esempio, abbiamo notato questo effetto. L'incremento delle dimensioni del pannello trova però il giusto bilanciamento fra il lieve aumento degli artefatti visivi (l'aliasing, appunto) e la piacevolezza di avere elementi più grandi, colori migliori, contrasti più profondi.

Quando diciamo che OLED definisce una "portabilità premium", tuttavia, non ci riferiamo solamente al miglioramento della qualità visiva. Anche le casse sono molto più potenti e migliorano la tridimensionalità del suono. Nonostante taglino in maniera avvertibile le frequenze basse (e per questo sconsigliamo di tenerle al massimo volume in ambiente casalingo), sono perfette per giocare in spazi particolarmente rumorosi oppure all'aperto. In quest'ultimo caso anche la luminosità dello schermo e la superficie meno riflettente aiutano.

Ultimo tocco di classe, il supporto posteriore della console, che nel vecchio modello era rappresentato da una linguetta molto piccola e apparentemente fragile, è qui sostituito da una fascia che si estende per tutta la superficie posteriore, apribile grazie ad una cerniera solida e stabile. Finalmente una soluzione che trasmette un'impeccabile sensazione di solidità, e permette anche di regolare l'angolo d'inclinazione della console. Come abbiamo già sostenuto dopo le prime prove, forse uno dei miglioramenti più sorprendenti e inattesi di OLED.

Durata della batteria e Burn In: la nostra esperienza

Dopo aver descritto l'esperienza "stanziale" e quella in mobilità, restano da affrontare alcune questioni d'ordine generale. Non tutte troveranno risposta, ma è importante delineare la situazione in maniera completa. Anzitutto la durata della batteria di Nintendo Switch OLED, che al momento è paragonabile a quella del modello uscito due anni fa, identificato dalla sigla Hac-001(-01).

Impossibile dare invece una risposta alla questione del drifting: i Joy-Con inseriti nel modello OLED (compatibili con le vecchie versioni di Switch e con i loro accessori) ripresentano il problema che affligge un gran numero di utenti? Nei nostri test non abbiamo registrato fenomeni di drifting, ma senza una dichiarazione precisa da parte di Nintendo, che per altro non sembra voler affrontare pubblicamente il problema, non possiamo escludere che si ripresenti la spiacevole casistica registrata fino ad oggi.

Infine, importante discutere il fenomeno del burn in: un problema fisiologico degli schermi OLED, su cui tendono a "stamparsi" gli elementi che vengono visualizzati a lungo nella stessa posizione, come per esempio vari indicatori di un'interfaccia fissa. Per ridurre l'incidenza di questo problema i televisori di ultima generazione integrano tecnologie pensate per sollecitare i pixel (per esempio allo spegnimento) e quindi evitare che visualizzino per troppo tempo lo stesso colore. Switch OLED non utilizza queste tecniche, inoltre l'uso esclusivamente ludico che molti utenti ne faranno rischia di aumentare i rischi rispetto ad una TV, su cui solitamente passano anche contenuti multimediali di altro tipo. Purtroppo non c'è modo di sapere, oggi, quanto sarà problematico il burn in per Switch OLED: il problema si verifica dopo molti mesi di utilizzo, se non addirittura dopo anni. Si tratterà di un discorso da affrontare più avanti, speriamo più tardi possibile.

Nintendo Switch OLED Nintendo Switch OLEDVersione Analizzata Nintendo SwitchArrivati alla fine di questa disamina, pensiamo di aver delineato, se non altro, un suggerimento per tutte le tipologie di utenti. Se avete già Switch e giocate quasi sempre connessi alla TV non c'è nessuna ragione per cambiare modello e passare a OLED. Oltre alle prestazioni invariate, il fatto che la console resti appoggiata sul mobile a fianco alla TV impedirebbe anche di godere della qualità costruttiva migliorata (o di sfoggiare l'estetica più elegante del modello bianco, che ha molto carattere). Diversamente, se giocate a Switch in portabilità, una buona offerta di trade-in (ritiro della vecchia versione a fonte del nuovo acquisto) potrebbe legittimamente tentarvi: OLED è un modello più bello, che garantisce un'esperienza visiva impareggiabile. Al di là delle parole che possiamo spendere su resa cromatica e contrasti, vi basti sapere che tornare al vecchio modello dopo aver provato OLED non è facile. E se invece siete nuovi utenti, che si affacciano all'ecosistema Nintendo solo oggi? In quel caso vi suggeriamo di puntare sul nuovo modello. La differenza di prezzo è commisurata ai miglioramenti di questa riedizione. Certo, non potendo sapere quale sarà la vostra esperienza d'uso, il rischio concreto potrebbe essere quello che finiate per giocare sempre con la console nel Dock. Switch è però così malleabile che sarebbe un peccato precludersi a priori qualche possibilità prima di aver testato con mano l'hardware. Da questo punto di vista, anche per ragioni di reperibilità sul mercato, OLED finirà probabilmente per sostituire il vecchio modello, in questi anni che ci accompagneranno verso il futuro di Nintendo.