Recensione Not a Hero

Dopo OlliOlli, Roll7 si conferma come nuova sostenitrice di chi ha venduto l'anima agli dei dell'arcade, con uno shooter frenetico e sfrontato

Recensione Not a Hero
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Un corpulento coniglio rosa parlante venuto dal futuro ha intenzione di salvare l'umanità da un non ben precisato pericolo. Parla come Donald Duck con un trombone infilato dritto in gola, ma ha le idee ben precise: il piano prevede, per qualche motivo, una laboriosa campagna elettorale e, ovviamente, la sua elezione a sindaco. La machiavellica impresa comprende una lotta serrata ai criminali più potenti della città -e potenziali concorrenti politici-, volantinaggio, loschissimi insabbiamenti, pubbliche relazioni, favori personali e un grosso quantitativo di sparatorie, il tutto affidato al devoto entourage del neocandidato Bunnylord.

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    La cricca del Bunnylord è una manica di reietti, individui che male si incastrano nel tessuto sociale britannico, taciturni e goffi nelle relazioni interpersonali, ma particolarmente abili quando si tratta di applicare qualche buco extra nei corpi dei malviventi. Ci sono molestatori seriali con le fattezze del Jesus de "Il Grande Lebowski", con tanto di instancabile movimento pelvico, pluriomicidi vegani, nevrastenici tabagisti in giacca e cravatta, confusi afroamericani allevati da gerbilli, zotici finti scozzesi in gilet rosso imbottito e giustizieri di mezza età in tutine attillate di spandex, pronti ad improvvisarsi antieroi per soddisfare allo stesso tempo un'incontrollabile smania omicida e un contorto orientamento politico.
    Prima di poterci rilassare di fronte ad uno degli stomachevoli milkshake della zia Ruby e goderci l'ebbrezza del consenso popolare, si renderà necessaria qualche sortita nei quartieri malfamati della città, per portare a termine i semplici incarichi del buon attivista. Ogni missione è introdotta dai monologhi del Bunnylord, pregni di demagogia surreale e soluzioni pratiche dall'etica piuttosto dubbia, che toccano nuove vette del british humour dell'assurdo.
    Se le strambe premesse, i singolari co-protagonisti e la psicotica parlantina del neocandidato non dovessero bastare a conquistare le masse, il caotico gameplay dovrebbe fare il resto: Not a Hero è uno sparatutto a scorrimento frenetico ed impegnativo, dalle meccaniche elementari ma ben congegnate e con un efficiente ed intuitivo sistema di coperture.
    La scelta dell'antieroe sconvolge l'intero assetto di gioco, rendendo necessario un approccio differente per ogni personaggio selezionato: alcuni prediligono il corpo a corpo, e si prestano meglio ad un approccio imprudente e rapido, altri hanno dalla loro una maggiore gittata di fuoco e un'accuratezza tali da consentire una modalità di gioco lievemente più calma e ponderata, altri ancora hanno a disposizione abilità speciali -ricaricabili effettuando qualche cruenta esecuzione- che si incastrano perfettamente con alcune delle sequenze di gioco più ardue. Qualunque sia l'approccio scelto, è d'uopo prendere dimestichezza con le scivolate e le coperture, fondamentali in combattimento: le prime si renderanno necessarie per atterrare i nemici meno aggressivi per qualche secondo, o per irrompere nei palazzi mandando in frantumi qualche finestra, come in un film di John Woo; il sistema di copertura, invece, si attiverà automaticamente dopo ogni scivolata, mettendo l'eroe al sicuro mentre ricarica, o prova a pianificare una strategia d'attacco in qualche frazione di secondo.

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    Con 9 antieroi a disposizione e 24 missioni in totale, contando quelle segrete, l'ultimo lavoro di Roll7 può vantare un livello contenutistico più che buono, sempre nell'ambito delle produzioni indipendenti low budget, e una buona rigiocabilità, garantita dai 3 obiettivi secondari legati ad ogni missione, recuperabili una volta portata a termine la strampalata campagna elettorale.
    Se la prima dozzina di livelli vola via con una certa leggerezza, quelli successivi fanno emergere la vera natura skill-based del titolo, mettendo a dura prova i riflessi e il sangue freddo del giocatore, in sfide dalla difficoltà esponenzialmente crescente.
    I festosi massacri di Not a Hero si svolgono fra coloratissimi appartamenti disegnati in un gradevole 2,5D, sfruttando la "nuova" tecnologia ISO-Slant, degnamente infarciti di sprites bidimensionali ben animati e accompagnati dall'ormai immancabile stordente dose di chiptune.

    Il punto di forza di Not a Hero resta però l'umorismo surreale che rende interessanti e memorabili anche dei tozzi personaggini alti una manciata di pixel, quell'amore incondizionato per il nonsense, che rende intoccabili i ragazzi di Roll7 anche quando si concedono qualche accenno di vera satira politica verso l'UK Independence Party di Farage.
    Le uniche note dolenti, seppur marginali, di fronte a un gameplay più che convincente, riguardano l'assenza di una modalità cooperativa e di checkpoint a metà missione, che rendono a tratti estenuanti le sessioni di gioco meno produttive.
    Dato il taglio prettamente arcade, si consiglia vivamente l'utilizzo di un buon joypad, meglio se provvisto del caro vecchio controller digitale.

    Not a Hero Not a HeroVersione Analizzata PlayStation 4Dopo OlliOlli, Roll7 si conferma come nuova sostenitrice di chi ha venduto l’anima agli dei dell’arcade. Not a Hero è uno shooter frenetico, sfrontato e carico di humor surreale, in grado di rapire chiunque grazie ad un gameplay solido quanto impegnativo e alla bizzarra natura dei protagonisti. Bombardati dal nonsense e investiti da un’incessante pioggia di proiettili digitali, non c’è tempo di chiedersi se si può effettivamente far esplodere un estintore sparandoci sopra.

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