Recensione Octodad: Dadliest Catch per PC

Problemi tentacolari per l'indie di Young Horses

Recensione Octodad: Dadliest Catch per PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Octodad è, senza ombra di dubbio, uno dei giochi più malvagi che ci sia mai passato per le mani. Non fraintendeteci, qui ad Everyeye amiamo i giochi crudeli: non teniamo neanche più il conto delle ore passate a guadagnare preziosi punti esperienza lungo le ambientazioni di Dark Souls o ad affinare il tempismo dei nostri movimenti in Ninja Gaiden, mentre i nostri ricordi d'infanzia sono ancora turbati da Donkey Kong Country, Battletoads e Megaman vari. Sapere che i nostri sforzi viaggiano di pari passo con il miglioramento delle nostre abilità, e con il superamento di ostacoli a prima vista insormontabili, è una delle sensazioni più appaganti che la nostra passione preferita può regalarci. Purtroppo, in Octodad il problema sta proprio in questo aspetto. Il titolo Young Horses non sbaglia quasi nulla nelle sue premesse, nella sua ambientazione e, tutto sommato, nemmeno nella sua presentazione; solamente, di punto in bianco, chiede al giocatore di prodursi in azioni palesemente incompatibili con il suo sistema di controllo, cadendo in una delle più grandi trappole del game design. Non c'è livello di abilità del giocatore che tenga, in Octodad, perché alcuni dei suoi momenti meno brillanti potranno essere oltrepassati solamente armandosi di grandi dosi di pazienza, e il fatto che queste si dimostrino anche le sue sezioni più esilaranti non può che lasciare un po' d'amaro in bocca. Ma andiamo con ordine, perché la storia di Octodad è comunque una di quelle che merita di essere ascoltate.

    E' UN UOMO? E' UN POLPO? NO, E' OCTODAD!

    Octodad racconta le avventure di un polpo antropomorfo perfettamente integrato nella sua comunità: che, apparentemente, non sembra dare troppo peso al fatto che il nostro protagonista abbia dei tentacoli al posto degli arti o comunichi tramite strani gorgheggi. Il nostro giallastro alter-ego, infatti, è talmente inserito nel tessuto sociale della sua ridente cittadina da riuscire a trovare un'adorabile moglie umana con la quale concepire due altrettanto splendidi bambini, misteriosamente umani anch'essi. Nonostante i leciti dubbi che potrebbero nascere nel giocatore circa la fedeltà coniugale della compagna di Octodad, è proprio durante il giorno delle loro nozze che il gioco si apre, sfruttando l'occasione per metterci alle prese con il più classico dei tutorial. Come anticipato, una delle caratteristiche distintive di Octodad è il suo particolare sistema di controllo e, per questo motivo, questa breve fase di rodaggio si rende tanto gradita quanto indispensabile per abituarci ai comandi; che si scelga di utilizzare un joypad o la classica combo mouse-più-tastiera, il controllo del protagonista passa per le stesse, fondamentali regole. Innanzitutto, esistono due fasi principali nel guidare Octodad: una legata al suo movimento e l'altra collegata all'utilizzo di oggetti e parti di scenario. Per switchare tra le due modalità sarà sufficiente la pressione di un tasto che, contestualmente, ci permetterà un controllo diretto delle 'gambe' e delle 'braccia' del nostro protagonista. Una volta scelta la tipologia di arti da utilizzare, sarà la pressione del tasto destro o del tasto sinistro del proprio mouse (o dei tasti dorsali del proprio joypad) ad indicare quale dei due verrà comandato direttamente tramite il movimento della periferica stessa (o dello stick analogico). Durante i primi istanti di gioco, nonostante il tutto appaia leggermente macchinoso, ogni cosa sembra funzionare discretamente bene: la forte (anche se un po' fallace) influenza della fisica sui movimenti schizofrenici del protagonista inizialmente può spiazzare, ma rende anche le prime deambulazioni per la chiesa nella quale si svolgerà la cerimonia alquanto esilaranti, con un Octodad in grado di spostare, urtare o distruggere goffamente, ed involontariamente, più o meno qualsiasi cosa si pari di fronte al suo cammino.

    Parte del divertimento scaturito da questa e dalle fasi immediatamente successive di Octodad proviene infatti dalla indiscutibile stranezza della situazione vissuta dal protagonista, così come dalle richieste di livelli che sembrano inizialmente adattarsi in modo elegante ad un sistema di controllo unico, e che fa della sua 'imprecisione' uno dei suoi punti di forza. Rimane quindi un mistero il motivo per cui il team di sviluppo abbia voluto inserire, nei livelli più avanzati, sezioni nelle quali tempismo, precisione e discrezione siano fondamentali per proseguire, ma davvero impossibili da ottenere E' proprio durante queste fasi che la pazienza e la calma del giocatore verranno messe a dura prova, lungo interminabili e frustranti minuti di tentativi su tentativi falliti. Neanche rallentare i ritmi per aumentare l'accuratezza dei propri movimenti produrrà purtroppo l'effetto desiderato, proprio a causa di quella sempre meno esilarante imprecisione che caratterizza il movimento degli arti del protagonista, unici elementi del gioco che sembrano soffrire di una gestione della fisica discutibile. Durante lo svolgimento delle sue mansioni, inoltre, Octodad dovrà tenere necessariamente conto della presenza di esseri umani particolarmente interessati al suo operato: quando il loro sguardo sarà puntato su di noi, infatti, ogni movimento particolarmente convulso che vada ad urtare uno di essi o a distruggere qualche componente dello scenario riempirà una barra di 'sospetto' che, una volta piena, rivelerà loro la 'scioccante' verità circa la natura cefalopode di Octodad (altrimenti perfettamente mimetizzato dentro la sua giacca e la sua cravatta d'ordinanza) con relativo Game Over immediato.

    THE OCTODAD SHOW

    La mancanza di una maggiore attenzione, da parte del team di sviluppo, nella creazione di un level design più 'a misura di protagonista' è un vero peccato non solo per le potenzialità, rimaste per la maggior parte inespresse, di Octodad, ma anche per la storia raccontata dalle sue avventure: pur non raggiungendo i picchi di qualità della narrazione di produzioni più importanti, infatti, la vicenda di Octodad riesce a muovere qualcosa nel giocatore, toccando temi anche delicati come la paternità, l'integrazione e l'importanza di essere accettati in un determinato gruppo sociale, che tanta importanza riveste nella società attuale. Il tutto, senza dimenticare la vena comica che incornicia il gioco sin dalla sua premessa; questa caratteristica è ben trasmessa da un comparto visivo che, nella sua semplicità, non manca mai di donare al tutto quell'atmosfera classica da 'sit-com' americana: si perdonano, quindi, anche un aliasing a tratti prepotente ed il riciclaggio di più di un modello poligonale se poi, nella chiesa del nostro matrimonio, troviamo richiami al culto di un essere (probabilmente divino per i cefalopodi) come Cthulhu e nel supermercato di quartiere è esposto in bella mostra il cioccolato 'Mintcraft' (con tanto di slogan “costruisci un mondo di sapore”).

    Anche l'accompagnamento sonoro compie in modo più che discreto il suo dovere, grazie ad effetti sonori ben realizzati, musiche di sottofondo piacevoli (da segnalare, in questo senso, i brani d'apertura e in coda al gioco appositamente composti dal musicista sperimentale Ian McKinney) e dialoghi che non mancheranno di strapparvi un sorriso. Assolutamente insufficiente, invece, la longevità complessiva del titolo, la cui modalità principale potrà essere completata in poco più di un paio d'ore; nemmeno l'aggiunta di elementi collezionabili (come le trenta cravatte del protagonista sparse per i livelli) e una modalità Steam Workshop (per giocare livelli creati dagli utenti tramite un apposito editor esterno) riescono purtroppo a prolungare sensibilmente la permanenza del giocatore nell'universo creato da Young Horses.

    Octodad: Dadliest Catch Octodad: Dadliest CatchVersione Analizzata PCEsattamente come il suo protagonista, Octodad: Deadliest Catch è un gioco cerca in tutti i modi di nascondere la sua vera natura. Sfortunatamente per Young Horses, però, i giocatori non sono afflitti dalla stessa ingenua cecità che nasconde le sembianze da polpo del nostro alter-ego agli occhi dei suoi concittadini, e i suoi difetti di design sono quindi destinati ad emergere inesorabilmente. Un sistema di controllo insolito ma intrigante deve purtroppo fare presto i conti con richieste ludiche non adatte alle sue caratteristiche che, per i giocatori meno pazienti, potrebbero sfociare in momenti di frustrazione con pochi eguali nella storia del gaming. Una cura maggiore sotto questo punto di vista, e l'aggiunta di qualche livello, avrebbero potuto accompagnare egregiamente tanto la riuscita vena ironica del gioco quanto la storia raccontata dalle imprese di Octodad, regalando al titolo ben altro spessore rispetto a quello attuale.

    5.5

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