Oninaki Recensione: custodi della vita e della morte su Nintendo Switch

Sebbene ONINAKI vanti un gameplay articolato e coinvolgente, la narrazione ci ha convinti molto poco, anche a causa di colpi di scena prevedibili...

Oninaki Recensione: custodi della vita e della morte su Nintendo Switch
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  • Fondato con la precisa e lodevole intenzione di offrire JRPG di stampo classico ai fan del genere, il team di Tokyo RPG Factory ha confezionato ben tre giochi di ruolo in un solo quinquennio, scommettendo sul fattore nostalgia e su temi profondi quanto la spiritualità ed il sacrificio. Annunciato nel febbraio 2019, ONINAKI ha però scelto di prendere un percorso assai diverso da quello imboccato dai propri predecessori: anziché utilizzare ancora una volta il combat system a turni e tutte le altre meccaniche tipiche del JRPG in stile anni '90, lo sviluppatore ha optato stavolta per un approccio più action, conferendo al gameplay una possente componente strategica. La prova cui l'abbiamo sottoposto durante l'ultima settimana, tuttavia, ha smascherato un prodotto dignitoso, ma purtroppo incapace di tenere fede alle aspettative maturate nel corso delle nostre precedenti analisi. Di seguito vi proponiamo dunque il nostro verdetto finale.

    Shinigami di quartiere

    Quello di ONINAKI è un mondo persino più cupo di quello esplorato in I am Setsuna, in quanto i suoi abitanti, in possesso di una spiritualità senza precedenti, sembrano più votati alla morte che alla vita stessa.

    Poiché il ciclo di reincarnazione è il perno fondamentale su cui poggiano la cultura e la società umana, i popoli di ONINAKI trascorrono la loro esistenza con una naturale (e spesso disarmante) attenzione verso la vita successiva, al punto tale da condizionare pesantemente quella attuale. Non è raro infatti che gli NPC decidano spontaneamente di togliersi la vita per seguire i propri cari in un futuro migliore, o comunque per lasciarsi alle spalle una realtà poco soddisfacente e sfidare la fortuna. Come se questa realtà non fosse già abbastanza bizzarra, all'uomo è per giunta proibito piangere per la dipartita delle persone care, poiché questo impedirebbe ai defunti di passare oltre e rinascere. Qualora un trapassato rimanesse vincolato al mondo terreno, la sua anima continuerebbe a vagare senza meta, incapace di trovare la pace: un malinconico viaggio che finirebbe per trasformare lo sventurato spirito perduto in una creatura malefica e raccapricciante (che da questo momento in poi chiameremo Fallen).

    È per questa precisa ragione che nella città di Deto è stato istituito l'ordine dei Watcher, il cui compito è appunto quello di preservare - con ogni mezzo possibile - l'ordine naturale delle cose. Non sorprende, dunque, che proprio questi, al fine di "liberare" le anime dei Lost dai loro vincoli terreni, non esitino nemmeno per un istante a eliminare con la forza chiunque ne impedisca la rinascita.

    Capaci di viaggiare dal Living World al Beyond, rispettivamente il mondo dei vivi e quello dei morti, questi guerrieri sono chiamati a risolvere i casi di omicidio, mantenere l'ordine pubblico e diffondere a loro volta gli insegnamenti ricevuti durante l'addestramento.

    Protagonista della vicenda è il distaccato Kagachi, che dopo aver perso i genitori durante l'infanzia è stato cresciuto da una famiglia di Watcher, dalla quale ha inevitabilmente ereditato le radicate convinzioni spirituali.

    Divenuto a sua volta un guardiano, il ragazzo è forse l'individuo che più di ogni altro incarna alla perfezione il proprio ruolo: glaciale e talvolta spietato, Kagachi è incapace di mettere in dubbio gli insegnamenti ricevuti, ragion per cui, dove necessario, dispensa morte senza remora alcuna. Il suo eccessivo cinismo comincerà gradualmente a vacillare soltanto dopo l'incontro con Linne, ossia lo spirito di una dolce e vivace bambina che, nel corso dell'avventura, riuscirà a far breccia nel suo cuore duro e da troppo tempo chiuso al prossimo. Un fato avverso lega infatti Kagachi, la misteriosa Linne e l'inquietante Night Devil, che a quanto pare vorrebbe obliterare la ragazzina per poi diffondere il proprio odio nel mondo intero.
    Nonostante un incipit originale e assai curioso, la trama di ONINAKI vive di continui alti e bassi, in quanto i momenti di maggior tensione, invero capaci di coinvolgere adeguatamente lo spettatore, sono in genere seguiti da altrettanti frangenti noiosi e soporiferi, che addirittura rischiano di minare la volontà di proseguire.

    Oltretutto, la drammaticità degli eventi finisce purtroppo per assuefare il pubblico alle continue tragedie, minando l'efficacia di qualsivoglia colpo di scena, inclusi quelli più insospettabili. A pagarne il prezzo è la caratterizzazione dei personaggi, i quali vengono introdotti e soppressi altrettanto velocemente, impendendo al giocatore di esplorarne a dovere la personalità.

    Se a questo aggiungiamo l'assenza di un party variegato - Kagachi è infatti l'unico personaggio giocabile - i dialoghi (e più in generale la narrazione) appaiono poco impattanti e coinvolgenti. Come risultato, l'ineguagliabile cura riservata al delicato tema della morte, da sola, potrebbe non riuscire a giustificare le trenta ore circa per giungere ai titoli di coda o la visione dei vari finali sbloccabili.

    Il giusto mix fra strategia e grinding

    Poiché ONINAKI è il primo gioco di ruolo di stampo action di casa Tokyo RPG Factory, avevamo qualche legittimo dubbio sull'efficacia, a lungo termine, del combat system. Fortunatamente il gameplay, seppur con qualche riserva, è riuscito a soddisfarci a dovere, dimostrandosi frenetico e appagante. Partiamo con una piccola premessa: nei panni di Kagachi, il nostro compito è quello di completare una serie di missioni e indagare sul mistero che circonda il Night Devil.

    Per riuscirci, dovremo obbligatoriamente attraversare una serie di aree immense e farci strada attraverso i letali Fallen, i quali tenderanno ad attaccarci in gruppi anche piuttosto numerosi e a ostacolarci in ogni modo possibile. Come ogni Watcher che si rispetti, il nostro fidato dispensatore di morte e salvezza può legarsi ai cosiddetti Daemon, ossia dei Lost che, per un motivo o per un altro, hanno continuato a vagare nel mondo terreno senza tramutarsi in Fallen. Una volta stipulato il patto, ciascuno di essi conferisce a Kagachi una nuova tipologia di arma, spaziando dalla più classica katana alla falce, passando nel mezzo dalla lancia alla catena, per giungere alla balestra e addirittura ad un cannone portatile. Sparsi per tutta la mappa del mondo, i Daemon sono davvero tanti, e ognuno di loro, una volta "equipaggiato", modifica radicalmente il moveset di Kagachi, conferendogli nuove skill.

    Va inoltre detto che questi potenti spiriti dispongono ognuno di un diverso albero delle abilità, dove apprendere attacchi speciali, skill passive spesso estendibili all'intero party, e così via. Addirittura il giocatore può spendere i punti abilità acquisiti dai propri Daemon per risvegliare i loro ricordi sopiti e scoprirne i tumultuosi trascorsi.

    Anziché costringere l'utente ad accedere al menu ogni qualvolta che questi desideri cambiare l'arma equipaggiata, il sistema fornisce ben quattro scorciatoie cui assegnare altrettante risorse belliche, che Kagachi può rapidamente sostituire attraverso la pressione del tasto corrispondente.

    È fondamentalmente questo l'elemento chiave dell'intero combat system, poiché il Watcher, potendo scendere in campo con quattro moveset differenti ed un massimo di sedici abilità speciali, è in grado di adattarsi a qualsiasi situazione o avversario, sfruttando a dovere le debolezze del nemico o comunque i principali punti di forza dei propri Daemon.

    Se per esempio Aisha, custode della spada disponibile fin dall'inizio dell'avventura, dispone di una forza bruta ineguagliabile e di uno scatto fantasma, utile sia per evitare attacchi all'ultimo secondo che per portarsi alle spalle del nemico, la lancia di Zaav apre le porte a micidiali assalti aerei (palesemente ispirati alla classe Dragoon della serie Final Fantasy), mentre Dia, in possesso di una curiosa - ed efficace - combo tra balestra e fucile, consente di devastare i boss rimanendo a distanza di sicurezza.

    La meccanica dei Daemon ha quindi un unico punto debole, anche piuttosto spinoso: poiché gli spiriti vanno cercati nella mappa di gioco, non è escluso che il giocatore riesca a ritrovarne alcuni solo nelle fasi avanzate dell'avventura, ossia dopo aver cementato una squadra molto competitiva e delle rodate strategie di combattimento.

    Mentre il livello di Kagachi aumenta indipendentemente dall'arma equipaggiata, i suoi Daemon acquisiscono punti abilità solo attraverso l'utilizzo in battaglia. Di conseguenza ogni nuovo spirito, al momento della stipulazione del patto, avrà a disposizione una sola abilità di attacco, tempi di evocazione piuttosto lunghi e soprattutto necessiterà di molte ore di grinding.

    A ragion veduta, potreste ritrovarvi a voler utilizzare per tutta la vicenda un unico spirito, o comunque un massimo di quattro, ritenendo inutili tutti gli altri. In quel caso, avreste ragione solo in parte, poiché ciascun albero dell'abilità dei vari Daemon nasconde al suo interno una serie di skill passive che si applicano a tutto il party, agevolando non poco la sopravvivenza di Kagachi. Di conseguenza, una volta ritrovato un nuovo spirito, diventa imperativo analizzarne quantomeno le abilità sbloccabili, al fine di valutare un'eventuale sostituzione.
    A prescindere dal Daemon utilizzato, una percentuale indicata in basso a sinistra dello schermo indica l'affinità fra Kagachi ed il suo partner, e tende a riempirsi per ogni attacco inflitto ai danni dei Fallen. Colpo dopo colpo, questa può raggiungere addirittura il 200%, potenziando a dismisura i parametri offensivi del Watcher, che tuttavia, una volta superato il 150%, vedrà calare altrettanto drasticamente la propria difesa. Per riequilibrare le cose e azzerare il contatore, l'utente, dopo aver raggiunto almeno il 100%, ha la facoltà di "manifestare" il Daemon di turno e attivare un incredibile stato di berserk. In tale condizione, tutte le statistiche di base di Kagachi salgono alle stelle, il Watcher diventa immune al barcollamento e soprattutto può interrompere le azioni già innescate.

    Va inoltre detto che la durata dello stato di berserk non è scandita dal passare dei secondi, bensì dal numero di colpi inflitti ai mostri, a patto che il guerriero non rinfoderi la propria lama. In quel caso, il suo Daemon ritorna subito alla normalità, azzerando immediatamente l'affinità.

    Pertanto, se in genere consiglieremmo di conservare l'affinità per le battaglie contro i boss, i bonus e i malus conferiti dalla suddetta meccanica rappresentano quindi un'arma a doppio taglio di cui il giocatore dovrà ponderare attentamente l'utilizzo. In determinate situazioni, e specialmente al livello di difficoltà più elevato, il crollo della difesa potrebbe infatti rappresentare un metodo assai veloce per giungere alla schermata di game over.

    Per fortuna, va comunque detto che ONINAKI presenta un sistema di salvataggio automatico che si attiva ogni qualvolta il giocatore superi uno dei tantissimi checkpoint disseminati per il mondo di gioco, permettendo quindi di ripetere le battaglie senza perdere i propri progressi.

    Il titolo presenta inoltre un sistema di crafting alquanto basilare, ma comunque pratico e intuitivo. Una volta sbloccato il negozio di alchimia situato nella città di Deto, Kagachi può infatti utilizzare le sue vecchie armi (droppate dai mostri in quantità industriale) per migliorare i valori di attacco di qualsiasi strumento. L'alchimia, inoltre, consente di inserire delle gemme speciali nelle armi con slot, al fine di conferire loro dei bonus extra, atti magari a potenziare l'efficacia degli attacchi basi, delle skill, dell'affinità, e così via.

    La morte non è l'opposto della vita, ma parte di essa

    Uno degli aspetti peculiari di ONINAKI è la presenza di ben due regni, praticamente identici se non per le tonalità cupe e spente del Beyond, che a primo acchito poteva apparire puramente scenica. Al contrario, il mondo dei morti, in cui è possibile reperire (e aiutare) gli spiriti dei trapassati ancora in pena, ha due funzioni fondamentali.

    Poiché le due realtà sono pressoché uguali, capita spesso che per poter proseguire nell'una o nell'altra, il giocatore debba attraversare dei portali che collegano due diversi punti della mappa. Questo sistema consente quindi di oltrepassare crepacci o raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili, a patto che l'utente purifichi di volta in volta le aree del Beyond. Mentre le mappe del Living World possono essere esplorate nella loro totalità fin da subito, il regno dei morti va invece "illuminato", in quanto un velo impedisce ai Watcher di vedere ad un palmo di naso e soprattutto li rende estremamente vulnerabili. Per riuscirci, sarà dunque necessario eliminare i cosiddetti Sight Stealer presenti nel regno terreno e rimuovere il miasma nocivo che questi generano. Una meccanica, insomma, che incentiva la totale esplorazione della mappa visitata e soprattutto l'eliminazione dei mostri che la affollano.
    Seguendo questa procedura, il giocatore è inoltre costretto ad affrontare una doppia dose di Fallen, che a loro volta conferiscono il doppio dei punti esperienza e permettono ai Daemon di crescere più velocemente.

    Tale sistema, se adoperato a dovere, elimina quasi del tutto la necessità di sottoporsi a tediose ore di grinding, agevolando il passo a chiunque voglia completare la campagna in tempi brevi o comunque ragionevoli.
    In definitiva, si tratta di un bel passo avanti rispetto a I am Setsuna e Lost Sphear, che invece presentavano un livello di difficoltà spesso mal bilanciato e richiedevano una quantità eccessiva di grinding.

    Sul piano tecnico, la versione di ONINAKI per Nintendo Switch (da noi analizzata) presenta un frame rate stabile a 30 fps, con qualche sporadico e pressoché impercettibile calo nei momenti più concitati, sia in portabilità che in modalità dock.

    Un risultato tutto sommato ottimo, se consideriamo che persino l'edizione per PlayStation 4 gira a 30 fps (in questo caso granitici). Entrambe le edizioni, però, sono affette da tempi di caricamento piuttosto lunghi e irragionevoli, che nel passaggio da una mappa all'altra superano i 20 secondi circa. Ben più curato è il comparto artistico, che trova la propria apoteosi nelle sublimi illustrazioni realizzate a mano che affollano il menu principale.

    Al netto di qualche spigolo di troppo, i modelli poligonali dei personaggi risultano ben più curati e dettagli di quelli che caratterizzavano le precedenti opere di Tokyo RPG Factory, che ancora una volta ha saputo regalarci scenari nostalgici e ben ombreggiati.
    A "tradire" la tradizione del team è però la colonna sonora, che in troppi frangenti risulta distratta, se non assente o comunque incapace di rispecchiare i toni e la drammaticità della narrazione.

    Fatta eccezione per i brani che accompagnano un paio di cut-scene, nessuna traccia vi rimarrà impressa nella memoria. Buona e scorrevole la traduzione dei testi in lingua inglese, che anche stavolta "sopperisce" alla mancata localizzazione in italiano

    Oninaki OninakiVersione Analizzata Nintendo SwitchNon è affatto semplice esprimere un giudizio su ONINAKI. Al netto di una narrazione seria e profonda, capace di toccare corde molto delicate e far riflettere su temi forti, quali la spiritualità, il principale punto debole del prodotto va ricercato proprio nello storytelling. L’intrigante racconto di ONINAKI è purtroppo affetto da tassi di drammaticità e mortalità talmente elevati da abituare il giocatore ad aspettarsi sempre il peggio: di conseguenza, una lunga sequela di sventurati personaggi piomba sullo schermo e lo abbandona altrettanto in fretta, rendendo assolutamente prevedibili persino i colpi di scena più cruenti e - quantomeno sulla carta - del tutto impensabili. Oltretutto, questo contorto paradosso influenza in maniera assai negativa la caratterizzazione dei personaggi secondari, a conti fatti troppo abbozzati e relegati a misere comparse. L’ultima fatica di Tokyo RPG Factory ha comunque altri aspetti positivi da non sottovalutare, come ad esempio il vivace combat system e la straordinaria componente tattica rappresentata dal repentino e continuo cambio di Daemon, che permette all’eroe Kagachi di alterare in qualsiasi momento il proprio moveset di attacchi e adattarsi a qualsiasi avversario. Complici le discrete prestazioni tecniche registrate su Nintendo Switch, siamo comunque convinti che ONINAKI riuscirà, se non altro, a ritagliarsi un posto d’onore tra le più originali e drammatiche avventure ruolistiche finora approdate sull’ibrida della grande N. In definitiva, il viaggio spirituale compiuto da ONINAKI potrà non essere ricco e suggestivo quanto quello offerto da I am Setsuna, ma sarà comunque in grado di proporvi spunti di riflessione altrettanto validi.

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