Ori and the Will of the Wisps: recensione della nuova esclusiva Microsoft

Moon Studios torna alla carica con il seguito di uno dei metroidvania più apprezzati degli ultimi anni. E il ritorno di Ori non può che essere trionfale.

Ori and the Will of the Wisps 4K 60fps
Recensione: Xbox One X
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Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • Se da bambino - diciamo all'epoca dei gloriosi pomeriggi in compagnia del mio vecchio Sega Mega Drive - mi avessero chiesto di immaginare i videogiochi del futuro, non sarei mai stato in grado di pensare a esperienze complesse come Cyberpunk 2077 o The Last of Us Part II, né a progetti sperimentali e difficili da classificare come il recente Dreams. Al contrario, credo che la mia fantasia si sarebbe indirizzata verso una grafica 2D da urlo (bella da mozzare il fiato, come una specie di cartone animato interattivo...), verso un gameplay all'epoca a me decisamente familiare (piattaforme, salti e quel livello di sfida che faceva parecchio vecchia scuola...) e a un approccio dai toni un po' fiabeschi, sulla scia di certe delizie su licenza Disney tipo Aladdin.

    Insomma, sarei finito esattamente dalle parti del qui presente Ori and the Will of the Wisps. Un titolo che, a ben vedere, ha davvero tutti i canoni per rappresentare non soltanto il gioco dei sogni del piccolo Mottura-bambino, ma anche il prototipo dell'uscita imperdibile per tantissimi appassionati, anche se non soprattutto tre decenni più tardi.

    Come migliorare una meraviglia

    Ori and the Will of the Wisps è il seguito diretto del fortunato Ori and the Blind Forest, platform/action pubblicato nel 2015 su Xbox One e PC e successivamente apparso, non senza sorpresa, anche su Nintendo Switch: un mirabile esponente del filone Metroidvania (ovvero quel sottogenere di avventure in cui l'avanzamento è non strettamente lineare bensì basata sull'accesso progressivo ad aree labirintiche, grazie allo sblocco di particolari abilità), che in un colpo solo è riuscito a consacrarsi come una delle IP più prestigiose della galassia Microsoft e a battezzare gli esordienti Moon Studios come una delle realtà più lodevoli degli ultimi tempi.

    Era insomma naturale che dopo un debutto clamoroso, contraddistinto dalla classe innata che appartiene solo ai grandissimi (citofonare Cuphead per un esempio molto, molto simile e non troppo distante, tanto nella forma quanto nella sostanza), le aspettative verso questo secondo capitolo fossero grossomodo spasmodiche.

    Un'attesa peraltro alimentata da ben due rinvii, oltre che dall'ondata di nuovi fan raccolti dalla già citata uscita in orbita Nintendo - destinazione che a livello di affinità elettive sembra essere davvero perfetta per le corde solleticate da un videogioco che sa essere sia toccante sentimento sia gameplay purissimo. La notizia eccellente, anche se un po' si era francamente già intuito durante gli scorsi hands-on, è che Will of the Wisps non delude. In linea col sublime predecessore, il ritorno di Ori - alle prese con una nuova minaccia e alla ricerca della piccola amica Ku - ancora una volta esalta, stupisce, coinvolge, appassiona ed emoziona. E sì, in un'occasione fa pure infuriare, proprio come era accaduto nell'originale con il passaggio dell'acqua che saliva dentro a quello stramaledetto albero.

    L'aspetto che più di tutti lascia a bocca aperta non può che essere la componente artistica del gioco: in 4K Will of the Wisps si dimostra di una bellezza irreale, irrorato da colori che sembrano uscire fuori dallo spettro ordinario. Siamo senza esagerare in zona sindrome di Stendhal, con lo sguardo che viene rapito dalla moltitudine di dettagli, dall'illuminazione stellare, dalle animazioni pregevolissime, dalla profondità degli scenari in un'estasi pressoché totale.

    Un'estasi che non si limita però agli occhi, perché la meraviglia orchestrata da Moon Studios è di matrice squisitamente audiovisiva: la colonna sonora si rivela infatti a dir poco magistrale, impeccabile nell'accompagnare con un calore struggente e con momenti di un lirismo fenomenale gli snodi di una fiaba che vi terrà impegnati per una buona dozzina di ore a difficoltà normale. Un racconto semplice ma efficace, che proprio grazie alle musiche acquisisce una forza emotiva da non sottovalutare.

    Bellezza da vedere, bellezza da giocare

    Per quanto Ori riesca insomma a farsi amare nello spazio di appena un'occhiata, visto il modo in cui si presenta a schermo e possibilmente in cuffia, non bisogna comunque trascurare il suo gameplay sopraffino. Moon Studios in questo senso si è dimostrata addirittura capace di migliorare sé stessa, riprendendo i valevoli punti di forza del predecessore e buttando nel frattempo un occhio anche a uno sfidante diretto come il pluripremiato Hollow Knight. Aspettatevi allora la consueta e appagantissima sensazione di progresso, un level design di fattura prodigiosa, i mai troppo lodati controlli impeccabili che più impeccabili non si può.

    Insomma, conferme granitiche, con per lo meno due/tre novità degne di nota. La prima è un nuovo sistema di salvataggi, che abbastanza a sorpresa rinuncia alla coraggiosa impostazione fai-da-te vista nel 2015 per preferire dei check point tradizionali, che funzionano alla grande in virtù della loro generosità. La seconda riguarda un diverso sistema di potenziamenti e abilità, meno diretto e capace di garantire approcci più variegati a seconda delle situazioni e del proprio stile di gioco (è forse in questo senso che l'impostazione del Team Cherry si è fatta maggiormente sentire). Rimuovendo completamente il vecchio albero dei talenti, la progressione di Ori si affida a una serie di amuleti nascosti nel mondo di gioco, così da rendere l'avanzamento e l'esplorazione più stimolanti rispetto al passato.

    Ultimo ma non ultimo, un sistema di combattimento rivisto quasi dalle fondamenta grazie all'inclusione di vere e proprie armi, per aggiungere al "solito" platforming anche i crismi di un piccolo grande action bidimensionale tipo Dust: an Elysian Tail o Dead Cells: un risultato grandioso, che conferisce ulteriore solidità a una formula consolidata, trovando massima espressione di sé nelle stanze in cui si deve sopravvivere a ondate di nemici e nelle coreografiche boss fight.

    Allora, tutto oro quel che luccica fra i riverberi del sole al tramonto che si staglia attraverso il bosco e lo scintillio di acque cristalline? La risposta oscilla tra il "non proprio" e il "quasi", a seconda di alcuni difetti più o meno veniali. Uno riguarda il problema di bilanciamento della difficoltà: contrariamente al suo aspetto innocente ancora una volta Ori resta un videogioco volutamente impegnativo, e ancora una volta in un singolo passaggio è presente un'impennata nel tasso di sfida che finirà per frustrare e scoraggiare più di qualcuno.

    L'altro inciampo è invece di natura spiccatamente tecnica: per quanto l'aspetto sia sublime, le performance di Will of the Wisps appaiono altalenanti e incerte, per un'esperienza che in generale (anche su Xbox One X, dove è stata effettuata questa recensione) dimostra di non avere la fluidità e la solidità che sarebbe stato legittimo attendersi dopo tutto questo tempo.

    Stuttering quasi costante e alle volte pure davvero fastidioso, cali di framerate nelle circostanze più intense e una scarsa sensazione di reattività nella navigazione dei menu sono stati purtroppo una costante durante la mia esperienza di review, così come alcuni bug più o meno seri - il più preoccupante quello legato alle difficoltà di salvataggio arrivato a un certo punto, ma anche i crash nello scontro col primissimo boss non mi hanno dato una grande sensazione di tranquillità. Microsoft promette una patch di lancio destinata se non a risolvere in toto per lo meno a migliorare sensibilmente le cose: un aggiornamento già disponibile su PC ma al momento ancora in arrivo su console. Incrociamo le dita e promettiamo di riprendere il discorso con update di questo articolo o con approfondimenti futuri, ma nel frattempo per onestà intellettuale non posso non riportare ciò che ho vissuto di persona - ovvero una navigazione in acque ben più turbolente del previsto, che pur senza compromettere l'insieme rendono il tutto meno godibile e meno ineccepibile sul piano tecnico.

    Ori and the Will of the Wisps Ori and the Will of the WispsVersione Analizzata Xbox One XOri and the Will of the Wisps è il degno seguito di uno dei migliori giochi mai apparsi su Xbox One: un ritorno in grandissimo stile da parte di Moon Studios, che pur senza stravolgimenti (ma con comunque qualche modifica degna di nota) riconferma l'eccezionale talento di una software house speciale. Il risultato è un platform in stile Metroidvania tutto da vivere, in grado di mozzare il fiato tanto con la sua spettacolare resa audiovisiva quanto col suo encomiabile gameplay a tutto tondo - per l'occasione irrobustito da una convincente venatura action. Peccato per alcune sbavature nelle performance e nella pulizia generale del codice che compromettono una votazione che altrimenti avrebbe meritato di essere ancor più roboante: anche così tuttavia Will of the Wisps resta un'uscita imperdibile, che ribadisce l'importanza (della diversità) di Ori all'interno del firmamento Microsoft.

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