Overpass Recensione: un gioco di corse che finisce fuori strada

Overpass è un corsistico peculiare, che cerca di evidenziare un lato inedito delle corse off-road facendo ampio uso di fisica e interazione ambientale.

Overpass Recensione: un gioco di corse che finisce fuori strada
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Nel tempo si sono susseguiti sui nostri schermi svariati giochi ad alta concentrazione di fango, ma mai così particolari come quello di cui stiamo per parlarvi. In mezzo ai numerosi titoli dedicati al mondo del motocross e del supercross, si sentiva la mancanza di un prodotto del genere, fermamente convinto della possibilità di mostrare un lato meno conosciuto delle corse off-road. Overpass non è sicuramente il primo prodotto a basare parte del proprio appeal sulla presenza di nervosi quad, ma è indubbiamente il primo a volerne dipingere in maniera così dettagliata e realistica il comportamento quando ci si trova nel fango fino al collo. Purtroppo, non senza qualche brusca frenata qualitativa.

    Punti di forza e di debolezza

    Il gioco sviluppato da Zordix Racing cerca di riprodurre in maniera maniacale il comportamento di ATV e UTV, puntando tutto sulla differenziazione e la verosimiglianza delle interazioni fisiche tra veicolo e terreno. Il risultato, al netto dell'idea di base lodevole e intrigante, tende a sfociare sfortunatamente in una claudicante fusione tra un corsistico ed alcuni elementi tipici dei rompicapo: un amalgama che fatica a convincere pienamente soprattutto a causa di una realizzazione tecnica quasi mai all'altezza. In mezzo a cali di framerate e qualche comportamento bizzarro di troppo, comunque, il gioco lascia intravedere un discreto potenziale, che avrebbe potuto essere sfruttato molto meglio.

    Le competizioni si suddividono in due tipologie, ciascuna della quali basa il proprio gameplay su diversi tipi di interazioni con l'ambiente. Quella più classica è denominata "percorso a ostacoli", una corsa contro il tempo in cui, in maniera asincrona, occorre sfidare gli avversari gareggiando all'interno di circuiti a ostacoli, sia artificiali che naturali. Sebbene non rappresentino la porzione più caratteristica del gioco, queste gare iniziano a mettere in mostra buona parte dei capisaldi dell'impasto ludico della produzione, strettamente legati al modello fisico e alle reazioni agli urti dei veicoli.

    Saltando a bordo di un quad (ATV) o di un UTV, si ha immediatamente la sensazione che il lavoro svolto dal team in termini di fedeltà sia stato effettivamente considerevole, e al contempo si percepisce anche che qualcosa non funziona come dovrebbe. Gestire interazioni fisiche complesse all'interno di terreni così sconnessi e impervi non è sicuramente facile, e una volta impugnato il pad basta davvero poco per accorgersi di quante approssimazioni siano presenti nel gioco.

    Il più grande problema di Overpass riguarda la scarsa leggibilità di alcune situazioni e la poca coerenza del comportamento dei veicoli. Certi tipi di passaggi sono particolarmente difficili da superare in maniera chiara, in quanto il titolo fatica a rispondere in maniera efficace al nostro input. Spesso capita che, affrontando una serie di tubi nello stesso identico modo, si ottengano risultati differenti ad ogni giro. Un vero peccato, perché l'idea di dover adottare strategie e tecniche diverse per ogni ostacolo era oggettivamente molto stimolante.

    A rendere Overpass davvero speciale, però, sono le "scalate di montagna", sfide a tempo contro la natura in cui spingere al limite il proprio veicolo; tragitti mediamente brevi ma ancor più complessi e tecnici, all'interno dei quali il gioco abbandona il concetto tradizionale di racing game per abbracciare una dimensione nuova fatta di tempismo, precisione e ingegno. Oltre a metterci a disposizione bivi e percorsi multipli tra cui scegliere, questi circuiti richiedono un approccio più metodico e ragionato, incredibilmente simile a quello di un puzzle game.

    Siamo di fronte ad uno dei pochi racing game in cui per vincere non serve tenere sempre l'acceleratore schiacciato a tavoletta. Affrontare una salita, specialmente se caratterizzata da un terreno fangoso, richiederà un approccio più gentile, onde evitare di restare impantanati perdendo secondi preziosi; anche l'angolazione con cui si fronteggia un determinato pericolo può fare la differenza, così come la velocità con cui lo si approccia. Anche in questo frangente, però, i problemi non mancano: l'eccessiva complessità di alcuni passaggi, davvero ai limiti del proibitivo, tende a rendere l'esperienza alquanto frustrante, e i comportamenti bizzarri che i veicoli assumono di tanto in tanto non fanno altro che peggiorare ulteriormente la situazione. Decisamente più interessante, invece, la gestione dei danni meccanici, a tutti gli effetti parte integrante del gameplay di Overpass. Cimentarsi in maniera scriteriata in alcune tipologie di ostacoli porterà inevitabilmente a un logoramento delle componenti meccaniche del mezzo, rendendolo meno efficace.

    Un elemento che aggiunge un ulteriore livello di complessità e strategia: difatti, talvolta potrebbe essere una scelta intelligente evitare di strafare negli ostacoli iniziali in modo tale da arrivare con il veicolo al massimo dell'efficienza in concomitanza con i passaggi più pericolosi e complessi del tracciato. A dirla tutta, però, anche in questo caso non ci siamo trovati completamente soddisfatti dell'effettiva validità del sistema di danni, spesso un po' troppo impreciso e approssimativo.

    La strada (sterrata) verso il successo!

    Il prodotto di Zordix, purtroppo, non brilla neanche dal punto di vista contenutistico. Le modalità sono quelle classiche: la gara rapida, da cui iniziare velocemente una competizione a evento singolo, la sfida personalizzata, nella quale creare eventi su misura caratterizzati da più gare in successione, e l'immancabile carriera. Quest'ultima, solitamente fiore all'occhiello di ogni corsistico dei tempi moderni, in Overpass è appena abbozzata e non particolarmente ricca di contenuti.

    Una volta iniziato il nostro viaggio, veniamo catapultati in un lunghissimo tutorial, leggermente prolisso ma indispensabile per comprendere pienamente la mentalità con cui affrontare determinati ostacoli, al termine del quale ci ritroveremo nella schermata di selezione della gara. Completando una competizione, otterremo ovviamente la possibilità di partecipare a nuove sfide, sbloccando ulteriori veicoli o elementi di personalizzazione extra con cui potenziare i veicoli già in nostro possesso.

    La customizzazione non è così varia e profonda come quella vista in altri congeneri, ma risulta tutto sommato discreta: si possono cambiare sospensioni, telaio e quant'altro, e ciascuna modifica risulta percepibile in gara in maniera abbastanza chiara. A lasciare un po' di amaro in bocca, invece, è il numero di competizioni, di poco superiore alla doppia cifra. Una volta completate tutte le gare troveremo ad attenderci la corsa della corse, l'ambitissima "world final".

    Sebbene il team abbia cercato di impreziosire il tutto con un sistema di sponsorship e altre trovate interessanti, come la presenza di elementi di personalizzazione e attrezzature casuali in saldo nel garage, la sensazione è quella di trovarci all'interno di una modalità "usa e getta" poco coinvolgente e fredda. Un'impressione accentuata ulteriormente dall'invadente presenza di un vistoso pulsante "abbandona campagna", capace di reimpostare i nostri progressi nella modalità in qualunque momento. Manca inoltre la possibilità di ripetere più volte la stessa gara, scelta che onestamente non ci sentiamo di condividere.

    L'assenza di giocatori in rete non ci ha permesso di provare le modalità online nella loro interezza, tuttavia il comparto multigiocatore ha saputo comunque regalarci una gradita sorpresa: la possibilità di gareggiare contro i nostri amici in sfide "locali". Data la natura asincrona di ciascuna delle due tipologie di gare presenti nel gioco, però, tali sfide non si sono rivelate particolarmente coinvolgenti. In fin dei conti, si tratta semplicemente di prender parte a più prove consecutive passandosi il controller tra una gara e l'altra. D'altronde, il gioco non fa altro che tener traccia dei tempi e decretare un vincitore.

    A destare le maggiori preoccupazioni, però, è la presenza di non poche magagne tecniche. Nonostante la qualità del rendering risulti ben lontana dagli standard generazionali, il gioco finisce per arrancare costantemente, incapace di raggiungere livelli di fluidità ottimali. Importanti cali di framerate si possono osservare inoltre quando ci si ritrova impantanati, con le ruote che girano all'impazzata alzando molta polvere. La modellazione poligonale dei veicoli, pur non facendo gridare al miracolo, ci è parsa invece discreta, e anche le ambientazioni, tutto sommato, si sono dimostrate ispirate e ben assemblate.

    Overpass OverpassVersione Analizzata PlayStation 4 ProOverpass è un titolo originale, uno dei pochi tasselli mancanti all’interno di una nicchia di mercato sempre più ricca di appassionati come quella dei corsistici off-road. Basato su un gameplay tecnico e riflessivo, capace persino di sconfinare brevemente, durante le fasi più complicate delle “scalate”, nel territorio dei puzzle game, il titolo di Zordix Racing rappresenta sicuramente un prodotto unico nel suo genere. Peccato che, al netto della buona idea di base e del grandissimo potenziale, il gioco del team svedese faccia molta fatica a trovare la sua strada, perdendosi dietro ad errori tecnici e concettuali e ad una realizzazione tecnica tutt'altro che esaltante. Speriamo comunque che il team riesca in futuro a imboccare il giusto percorso, perché con qualche accorgimento e un’ottimizzazione maggiore, potrebbe assemblare un racing game di tutto rispetto.

    5.5

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