Override 2 Super Mech League Recensione: robottoni in guerra su PS5

Override 2 Super Mech League propone battaglie frenetiche tra robottoni: idea interessante ma il risultato finale non è dei migliori.

Override 2 Super Mech League Recensione: robottoni in guerra su PS5
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Un paio d'anni fa i ragazzi di The Balance Inc hanno dato vita al divertente Override: Mech City Brawl (qui la nostra prova di Override), che come lascia intendere il nome è un picchiaduro 3D dedicato alle zuffe tra torreggianti mecha. Pochi mesi dopo Modus Games ha ufficializzato l'acquisizione del team brasiliano, che ha cominciato a lavorare al sequel dell'arena brawler nelle vesti di Modus Games Brazil. Ebbene, nel corso di queste festività natalizie siamo riusciti a mettere le mani su Override 2: Super Mech League, sperando di tuffarci in un'esperienza "caciarona" al punto giusto e al contempo più rifinita sul piano ludico e contenutistico. Ridurre dei costosi mecha in ammassi di ferraglia è sempre appagante ma la verità è che il titolo di Modus è funestato da piccoli e grandi problemi, che purtroppo non gli hanno consentito di superare il predecessore.

    La nascita di un pilota

    Gli eventi di Override 2 si aprono sette anni dopo la sconfitta degli Xenotipi, la temibile e misteriosa razza aliena che nel corso del primo capitolo aveva portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione. Da allora i difensori della Terra e i loro mecha hanno deciso di "cambiare mestiere", perché non c'era più bisogno di rischiare la vita in conflitti sanguinosi.

    Si sono quindi trasformati in intrattenitori per il grande pubblico, prendendo parte a degli avvincenti scontri tra giganti di metallo. È così che sono nati i Campionati, una sfilza di competizioni per piloti veterani legate a sponsor e Club di primo piano. Neanche a dirlo, i Campionati costituiscono il cuore dell'offerta ludica di Override 2 e vedono un timoroso cadetto senza volto battagliare con coraggio per raggiungere l'Olimpo dei piloti di mecha. Avvicinato da Zoe, una agente professionista esperta nello scovare i talenti nascosti, il nostro impersonale protagonista deve prima superare un tutorial atto a illustrare le basi del gameplay e poi partecipare ai primi incontri, che potrebbero garantirgli l'acquisizione di uno sponsor. Incredibile ma vero, al netto di alcuni aneddoti di Zoe sulla propria infanzia o sull'avida Octavia Atul delle Officine Iron Lady, la "componente narrativa" di Super Mech League può dirsi esaurita qui. In aggiunta, i dialoghi con questa figura di supporto si sono rivelati spesso poco interessanti, al pari della gestione a dir poco basilare delle partnership con sponsor e Club.

    Nel primo caso, le realtà come Fujiwara Tech e Giocattoli Crystal & Moon, impongono al pilota di completare degli obiettivi secondari durante gli scontri, mentre sul fronte dei Club - a cui è possibile unirsi raggiungendo il rango C in tre diverse modalità di gioco - è necessario guadagnare dei Punti Influenza che vengono azzerati e riconvertiti in crediti a cadenza settimanale. Guadagnare crediti è l'unico modo per partecipare a competizioni con biglietto d'ingresso ma anche per acquistare nuovi mecha dal Garage, che ovviamente possono essere personalizzati, seppur in minima parte.

    Tra le nuove (e risicate) colorazioni e un pool di oggetti estetici piuttosto scarno e poco convincente - perché mettere un cappellino sulla testa di un robot dalle fattezze angeliche è privo di senso - il sistema di personalizzazione avrebbe dovuto essere ben più curato di così, soprattutto perché costituisce l'unica motivazione per guadagnare crediti oltre all'acquisizione dei mecha.

    Se a ciò aggiungiamo l'estrema ripetitività e banalità dei compiti legati agli sponsor, si pensi a dover afferrare un avversario 100 volte in un certo tempo, le motivazioni per raggranellare verdoni si fanno sempre più inconsistenti. In estrema sintesi, la presenza di Zoe, l'avanzamento di rango, i contratti coi partner e la personalizzazione, altro non sono che un mero contorno dei Campionati, che di fatto costituiscono l'HUB centrale da cui accedere alle varie modalità di gioco. Differenti nel nome ma di fatto molto simili tra loro, questi scontri possono essere sostenuti sia online che offline e ciò è sinceramente un bene.

    La base di utenza di Override 2 sembra essere molto limitata e imporre il combattimento con avversari reali avrebbe portato l'esperienza ai limiti dell'ingiocabile, soprattutto visti i lunghi tempi del matchmaking. Tornando a noi, sorvolando sulle battaglie in coppia, le sfide in singolar tenzone e le zuffe tutti contro tutti per 4 giocatori, i match un po' più particolari sono di certo "Xeno-sciame", dove bisogna sconfiggere un'intera orda di nemici, e "Controllo", che chiama a lanciare i robottoni avversari al di fuori di un cerchio d'energia blu, in modo da fargli perdere grandi quantità d'energia vitale in pochi secondi. Gli incontri insomma non si distinguono né per originalità, né per varietà, e a volte si rivelano sin troppo facili a causa di un'intelligenza artificiale "ballerina", che alterna guizzi di estrema ferocia a delle fasi che non esitiamo a definire letargiche.

    Nel vivo dell'azione

    Fino ad ora abbiamo dovuto affrontare molte delle storture di Super Mech League che, al netto degli evidenti limiti dell'offerta ludica, trova il suo più grande punto di forza nel roster dei mecha. Il titolo di Modus Games Brazil consente di scendere in campo con ben 20 giganti differenti, a cui è doveroso aggiungere anche il DLC di Ultraman, il leggendario protagonista dell'omonima serie giapponese.

    Ad ogni modo, ciascun mecha vanta un design efficace e intimamente legato al suo stile di combattimento, il che contribuisce a renderlo genuinamente "unico" rispetto ai competitor. Per intenderci, Shifu combatte con la flemma del vecchio maestro di arti marziali, Contessa si avvale di numerosi attacchi magici, mentre Aura sgomina gli avversari con la grazia di un angelo lucente. Ogni gigante d'acciaio dispone di quattro attacchi di base, che si eseguono con la pressione dei rispettivi tasti dorsali. A L1 e R1 sono assegnati gli arti superiori del mecha, mentre ai grilletti inferiori - come prevedibile - i colpi legati alle gambe.

    Premere in rapida sequenza i grilletti consente di inanellare delle semplici combinazioni, che talvolta includono anche gli attacchi in salto ma, a causa di una responsività del mecha tutt'altro che rifinita e della legnosità delle animazioni, il sistema di combo si è rivelato piuttosto grezzo. Decisamente migliori invece sono gli attacchi speciali, che si eseguono con la pressione simultanea di due dei tasti dorsali. Imparare a padroneggiare i colpi energetici, le prese o le mosse ad ampia area d'effetto, è fondamentale per ribaltare le sorti di uno scontro, sebbene Override 2 offra anche altre possibilità offensive.

    Tutte le arene ad esempio sono disseminate di armi bianche e da fuoco, che a loro volta consentono di danneggiare i nemici con colpi di vario genere. Oltre a poter afferrare gli opponenti per poi scaraventarli in aria, i bestioni d'acciaio dispongono di un'immancabile mossa finale ma per utilizzarla devono caricare un'apposita barra in un modo un po' particolare. Nelle mappe infatti spunta senza preavviso una sorta di sorgente di ricarica a tempo, che bisogna raggiungere al più presto per attingere la maggior quantità possibile di energia.

    Tutto ciò crea delle zuffe molto accese nei pressi del fascio di luce e dona una leggera spolverata di strategia agli incontri. Una volta riempito l'indicatore il mecha può dar sfogo a tutto il suo potere e danneggiare seriamente un bersaglio preciso o i nemici in una data area, ed è un peccato che questi momenti siano stati privati delle mini cutscene viste nel capitolo precedente.

    Grafica e arene

    In ultima analisi, pur essendo molto semplice e limitato, il sistema di combattimento di Super Mech League si affida in toto alla buona varietà di mecha disponibili per tenere lontana l'ombra della ripetitività, ma ciò non toglie che gli scontri siano caratterizzati da altri piccoli intoppi di natura visiva e prestazionale.

    Grazie a un buon uso dell'Unreal Engine gli sviluppatori sono riusciti a confezionare una presentazione grafica a cavallo tra il realistico e il cartoonesco, che alla lucentezza del metallo dei mecha affianca un'effettistica dal retrogusto anime ma non per questo di minor impatto.

    Le 9 arene disponibili sono perlopiù gradevoli a vedersi e laddove l'attenzione al dettaglio latita ci pensa la direzione artistica a colmare le lacune. Pensiamo ai torrioni futuristici di Arcate Lucenti o all'atmosfera festaiola di Circuito Buona Sorte ma anche all'assolata Costa Lucente. Senza soffermarci sui campi di battaglia meno riusciti, il vero problema in tal senso è insito nelle dimensioni ridotte delle mappe, una criticità che risulta ancor più evidente quando si combatte con altri tre avversari.

    Nelle situazioni più concitate la leggibilità dell'azione si fa a dir poco complicata e talvolta la telecamera non riesce a seguire correttamente i movimenti e le azioni del robot. Oltre al mancato supporto alle caratteristiche del controller DualSense, ci tocca segnalare anche degli sporadici ma vistosi cali di frame rate, che riteniamo essere a dir poco ingiustificabili su un hardware capace di mantenere i 60 fps fissi in situazioni ben più esose dal punto di vista computazionale.

    Override 2: Super Mech League Override 2: Super Mech LeagueVersione Analizzata PlayStation 5Override 2: Super Mech League non è riuscito a espandere le buone idee del predecessore, perché all’assenza della campagna in singolo aggiunge un’offerta ludica limitata su più fronti. L’entrata in un Club, l’acquisizione degli sponsor e le chiacchierate con Zoe, non sono che meri riempitivi dei Campionati, che semplicemente racchiudono tutti i tipi di match disponibili. Mentre il roster di lottatori robotici si è dimostrato piuttosto ampio - complice anche la presenza del mai dimenticato Ultraman - il sistema di personalizzazione è ridotto all’osso, un discorso che estendiamo anche alla profondità del combat system. Senza aspettarsi di eseguire lunghe combo di attacchi, è sempre possibile divertirsi a distruggere gli altri mecha con mosse speciali, spade, fucili e colpi di grazia poderosi, soprattutto quando la telecamera si comporta adeguatamente e il frame rate non subisce brusche oscillazioni. Gli irriducibili fan dei tokusatsu giapponesi potrebbero anche decidere di tuffarsi nei campi di battaglia di Override 2 ma tutti gli altri farebbero bene a desistere, sperando magari in una futura iterazione più solida di questa.

    5.2

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