Paday 3 Recensione: quando si organizza una rapina, non tutto fila liscio

I rapinatori più famosi del mondo videoludico sono tornati in azione con Payday 3, il nuovo capitolo della popolare serie di sparatutto.

Payday 3: rapine in co-op!
Recensione: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Col suo grande successo, Payday 2 ha messo in ombra il suo predecessore (qui la recensione di Payday 2). Lo sparatutto di Starbreeze Studios è stato capace non solo di innovare il genere con le sue frenetiche rapine, ma anche di tenere alto l'interesse dei giocatori con una costante aggiunta di espansioni a pagamento, pensate per ampliare l'offerta contenutistica e le possibilità in termini di personalizzazione.

    Forti degli ottimi risultati raggiunti dal titolo, che iniziava ad avere qualche anno di troppo sulle spalle, gli sviluppatori hanno quindi lavorato a Payday 3, in un processo di sviluppo tutt'altro che agevole. Fortunatamente, però, la situazione si è ripresa e grazie anche al contributo economico di Plaion Starbreeze è tornata in carreggiata fino a poter pubblicare la versione finale dell'esperienza lo scorso 21 settembre 2023. Ovviamente non potevamo saltare un appuntamento così importante e abbiamo recuperato la nostra maschera da clown per tornare in azione.

    Tanti saluti alla pensione

    Se ricordate bene, la fine di Payday 2 vedeva Chains, Wolf, Hoxton e gli altri membri della banda, ormai ricchi sfondati per via delle numerose rapine messe a segno, in qualche isola da sogno a godersi i frutti del lavoro sporco. Durante questa meritata pausa, però, qualcuno prende di mira i conti dei vari esponenti del gruppo e li congela: è per questo che, per vendicarsi e mettere nuovamente un gruzzoletto da parte, i malfattori tornano ancora più forti di prima.

    Questa premessa viene raccontata al giocatore attraverso una serie di filmati che si sbloccano via via che si procede con il completamento delle missioni. Sebbene i colpi siano disponibili tutti sin dal primo avvio del gioco, gli utenti possono metterli a segno nella sequenza pensata dagli sviluppatori per guadagnarsi le cutscene di cui sopra, che però aggiungono ben poco all'esperienza e risultano essere scarsamente curate. Parliamo infatti di scene statiche in 2D accompagnate da brevi dialoghi, il cui ruolo è giusto quello di dare un contesto a ciò che sta accadendo e nulla più.

    Tralasciando la scarsa cura per la componente narrativa, che in una produzione come questa è del tutto trascurabile, ci riteniamo assolutamente soddisfatti dalle otto attività che vanno a comporre il pacchetto iniziale, che tra l'altro viene venduto anche a prezzo budget ed è incluso sin dal lancio su Game Pass.

    Gli addetti ai lavori sono stati abili nel realizzare incarichi ben diversificati, che non rappresentassero il tradizionale colpo in banca (per ora ne troviamo soltanto uno così). Dovremo infatti irrompere in una discoteca per fare incetta di criptovalute, intrufolarci in una galleria d'arte per accaparrarci inestimabili opere, bloccare un blindato lungo la strada per rubare i metalli preziosi al suo interno e così via.

    La varietà non è solo negli scenari in cui ci daremo al crimine, ma anche nei metodi da adottare per mettere le mani sulla refurtiva. In Payday 3, la possibilità di completare in maniera stealth un colpo è concreta e nella quasi totalità delle rapine si può fuggire via con il malloppo senza aver allertato nessuno.

    Non si tratta di un'impresa semplice, anche per via delle numerose aree con telecamere di sicurezza ed NPC pronti a chiamare aiuto, ma con un po' di pratica e la perfetta conoscenza della mappa si può assolutamente fare, a patto che non vi sia qualche membro della banda maldestro che si faccia beccare tra un passaggio e l'altro. Quella furtiva è solo una delle opzioni per concludere le operazioni criminali della banda, che in determinati scenari possono contare anche su approcci extra. Si tratta prevalentemente di modalità d'accesso secondarie alle stanze importanti, all'interno delle quali si può arrivare tramite condotti d'aria, tessere magnetiche o codici QR. Crediamo però che il team avrebbe potuto inserire qualche opzione in più per finalizzare i colpi e variegarne ulteriormente la struttura. Per intenderci, allo stato attuale una sequenza numerica utile a proseguire la malefatta possiamo trovarla sempre allo stesso posto, il che non è certo l'ideale per il fattore rigiocabilità.

    Il solito Payday

    Sul fronte del gameplay, Payday 3 non nasconde la sua volontà di restare quanto più fedele possibile al suo predecessore. In linea di massima, questo terzo capitolo della serie a base di rapine si limita a rifinire le meccaniche già note, aggiungendo alla già citata possibilità di agire silenziosamente anche la gestione degli ostaggi, che diventano vere e proprie risorse. I civili possono essere utilizzati come scudo durante i conflitti a fuoco, così da far esitare le forze di polizia e guadagnare qualche istante prezioso.

    Chi non vuole mettere a repentaglio la vita di poveri innocenti con conseguenze spiacevoli anche sul malloppo finale, può invece scambiare gli ostaggi per ottenere vantaggi. Tra un assalto e l'altro, è possibile consegnare ai tutori della legge qualche NPC per ritardare un'irruzione oppure ottenere un medikit, che nelle fasi più concitate del colpo può essere davvero utile.

    Per tutto il resto, la struttura di gioco è rimasta la stessa, con qualche miglioria in termini di gunplay. Le bocche da fuoco presentano sempre un'impostazione più orientata all'arcade che al realismo, ma rispetto allo scorso capitolo è più piacevole impiegarle in battaglia. Le armi in aggiunta sono personalizzabili dal punto di vista estetico e funzionale.

    Basta utilizzare per un po' lo stesso fucile per sbloccare silenziatori, mirini, impugnature e altri strumenti, che permettono di alterare in maniera più o meno netta le sue prestazioni. Se l'arsenale è molto ricco e include una miriade di armi standard e rare - che sono già accessoriate e non possono essere alterate in alcun modo - risulta essere molto più carente il reparto gadget, che oltre alla nuova torretta automatica non vanta un gran numero di possibilità. L'aspetto più interessante del loadout è legato però alla schermata delle abilità. Le skill a disposizione sono tantissime e ciascuna di esse conferisce bonus molto specifici che si adattano ad ogni possibile stile di gioco: si possono guadagnare dei power up per le torrette, buff alla velocità di movimento e persino vantaggi al momento della consegna degli ostaggi. Gli sviluppatori peraltro hanno scelto di non vincolare il giocatore ad alcuna sua decisione, quindi si possono ridistribuire i vari punti ottenuti in qualsiasi momento e ripensare al tipo di build con cui si vuole scendere in pista.

    A rendere più gradevole l'esperienza sono anche le migliorie relative all'intelligenza artificiale e, più nello specifico, ad alcune unità specifiche e ai compagni. Non siamo di fronte ad una rivoluzione in tal senso, ma sono comunque stati compiuti dei piccoli passi avanti. In sostanza, ora è più probabile che un colpo con al fianco criminali mossi dalla CPU possa andare a segno o che le strategie messe in atto dalle forze speciali - che si nascondono e non sempre attaccano a testa bassa - riescano a mettervi in difficoltà.

    Un sistema di progressione problematico

    Il principale problema di Payday 3 è il suo rinnovato sistema di progressione, che purtroppo ha un impatto negativo sulla piacevolezza della produzione. Per qualche strana ragione, probabilmente legata alla volontà di aumentarne la longevità, il team di sviluppo ha pensato di rimuovere il più classico accumulo di esperienza per rimpiazzarlo con l'Infamia. In sostanza, la progressione verrà scandita dal completamento di una corposa serie di obiettivi, i quali ricompensano il malvivente di turno con quella che è a conti fatti l'esperienza di Payday 3.

    Se le sfide legate alle eliminazioni con le varie armi sono tutto sommato piacevoli da portare a compimento, ve ne sono tante altre che abbiamo trovato quasi irritanti. Dopo una manciata di partite, le missioni più semplici giungono al termine e l'avanzamento subisce un arresto se non ci si dedica a incarichi specifici. Questo fatto spinge il giocatore - suo malgrado - a vivere un'esperienza meno libera se vuole aumentare il livello e accedere a più bocche da fuoco e gadget. Il team di sviluppo ha anche confermato in una recente diretta streaming che non ha alcuna intenzione di ripensare integralmente questo sistema e che nel tempo si limiterà a semplificare l'interfaccia per rendere le sfide più visibili nei vari menu.

    Dobbiamo muovere una critica anche alla totale assenza di un'adeguata modalità offline, che non ha una vera e propria spiegazione. Qui il problema non è tanto nella natura always online del gioco - dovuta alla volontà di contrastare i cheater - ma nel non aver pensato adeguatamente agli utenti che vogliono godersi una partita con al fianco i bot al posto di utenti in carne ed ossa.

    Tale opzione è disponibile, ma solo per chi decide di creare una partita privata per poi avviarla senza invitare altri utenti: questo fa sì che si debba non solo sottostare ad eventuali problematiche dei server, ma anche attendere svariate decine di secondi per un matchmaking che non ha bisogno di trovare nessuno. Altre carenze che per certi versi segnano un passo indietro rispetto al secondo capitolo e si fanno sentire sono l'assenza della chat vocale e del browser dei server, che unito al matchmaking problematico rende spesso e volentieri frustrante riuscire a trovare un gruppo completo di sconosciuti con cui giocare.

    Maschere in cambio di criptovalute

    Penserete mica che abbiamo dimenticato di parlare di maschere e personalizzazione? Assolutamente no! In una produzione come Payday 3 anche l'occhio vuole la sua parte, col team di sviluppo che ha riposto una certa attenzione nella modifica estetica dei rapinatori. Oltre al già citato sistema di

    customizzazione delle armi, che si limita prevalentemente ad una serie di verniciature classiche e metalliche, vi è anche l'opportunità di acquistare abiti, guanti e maschere da far indossare ai membri della banda. Dobbiamo però essere sinceri, tutti questi elementi cosmetici non ci hanno convinto pienamente e abbiamo preferito giocare con quelli predefiniti dei vari criminali, perché li abbiamo trovati molto più dettagliati. La sensazione che abbiamo avuto è che Starbreeze abbia deciso di frenarsi su questo aspetto per poi sbizzarrirsi con pacchetti futuri, che introdurranno le opzioni più interessanti. In ogni caso non c'è molto di cui preoccuparsi, visto che si tratta di elementi puramente estetici e ogni criminale non è che una skin priva di abilità peculiari o statistiche alterate.

    L'aver tirato in ballo la personalizzazione ci consente anche di parlare di un'altra novità assoluta di Payday 3, i C-Stack. Il funzionamento è semplicissimo: più C-Stack convertirete, più alto sarà il valore delle successive conversioni, che si resetterà dopo qualche giorno. Alcune armi e molti elementi cosmetici come i guanti, infatti, vanno acquistati con questa speciale criptovaluta che si ottiene in cambio di denaro.

    Non fraintendete però, i soldi messi da parte non possono essere persi e non occorre ‘cristallizzarli' tramite questa conversione per evitare guai: si tratta semplicemente di una seconda valuta che può essere ottenuta in quantità limitate e permette di sbloccare gli oggetti più preziosi.

    Furto con bug

    Seguendo quella che è la tendenza generale di tutti (o quasi) gli aspetti di Payday 3, anche il comparto tecnico segna un netto miglioramento rispetto al passato, complice anche l'abbandono del Diesel Engine a favore del ben noto Unreal Engine 4, che verrà aggiornato alla sua quinta iterazione solo in corso d'opera. Basta avviare nuovamente il secondo capitolo per notare uno stacco su tutti i fronti, dalle texture al sistema di illuminazione.

    Pur con le evidenti migliorie sul fronte grafico, Payday 3 non riesce a raggiungere la qualità visiva di molte produzioni moderne. Complici modelli non troppo dettagliati e animazioni a volte un po' spartane (soprattutto per quel che riguarda i civili), possiamo affermare che non è il comparto tecnico il fiore all'occhiello della produzione.

    Non possiamo lamentarci invece della fluidità, visto che il gioco riesce a raggiungere i 60 fotogrammi al secondo anche su console. Il team di sviluppo ha implementato non solo un contatore degli fps, ma anche un'ampia gamma di opzioni che permette di sacrificare i dettagli e la risoluzione su PlayStation 5 e Xbox Series X|S per migliorare il framerate, che altrimenti è soggetto a oscillazioni evidenti in determinati frangenti.

    . Vi è anche un'opzione per modificare il FOV, assolutamente non scontata su console. Abbiamo messo alla prova Payday 3 anche su PC, visto che con il pieno supporto al cross-save ci è stato permesso di passare da una piattaforma all'altra mantenendo tutti i nostri progressi. In questo caso, abbiamo dovuto mettere mano alle impostazioni per limitare qualche problema di stuttering, ma con le giuste opzioni il risultato ottenuto è stato più che soddisfacente. La nostra esperienza col gioco non è stata del tutto priva di problematiche, alcune delle quali hanno rischiato di mandare all'aria il colpo. Ci è capitato ad esempio che il borsone contenente la strumentazione per ultimare il furto di un'opera d'arte si incastrasse nello scenario, o che il tesserino per accedere all'area riservata del night club sparisse nel nulla. Fortunatamente, in casi come questi si può procedere per altre vie, ma nel caso in cui si volesse completare la rapina in un determinato modo, la comparsa di un bug vi costringerà ad agire diversamente (chiaramente, non è nulla che una patch non possa risolvere).

    Payday 3 Payday 3Versione Analizzata PlayStation 5Payday 3 è la naturale evoluzione del secondo capitolo e offre un'esperienza solida e divertente, seppur non priva di spigoli e scelte discutibili, si pensi ad esempio alla struttura della progressione. La sensazione che si ha giocando al titolo di Starbreeze è quella di essere di fronte ad un’Early Access che parte molto bene, ma su cui c’è ancora del lavoro da fare affinché possa esprimersi al meglio. È quindi probabile che la produzione verrà migliorata ed espansa nel tempo, proprio come quella precedente, tramite i già confermati content update gratuiti e a pagamento.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel i7-10700
    • RAM: 32GB DDR4
    • GPU: Nvidia GeForce RTX 2080 Super
    7.5

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