Paper Beast PSVR: Recensione del nuovo gioco dall'autore di Another World

Lo sviluppatore francese Éric Chahi, leggendario creatore di Another World, ci propone un'indimenticabile odissea onirica in realtà virtuale.

Paper Beast PSVR: Recensione del nuovo gioco dall'autore di Another World
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • Il nome dello sviluppatore francese Éric Chahi, autore - fra gli altri - di cult come Another World, Heart of Darkness e From Dust, risulta scolpito in maniera indelebile tra le leggende di questo medium. È fondamentalmente questa la ragione per cui, negli ultimi mesi, abbiamo atteso con trepidazione l'esordio su PlayStation VR dell'esotico Paper Beast: sin dai primi trailer abbiamo riposto la nostra fiducia più totale nelle sapienti mani di Chahi, augurandoci che il presidente del giovane studio indie Pixel Reef riuscisse a sorprenderci ancora una volta. La lunga prova a cui abbiamo sottoposto la nuova esclusiva per PlayStation 4 ha ripagato le nostre aspettative, permettendoci di vivere un'esperienza unica e a tratti "allucinogena".

    Un viaggio onirico nel mare di dati

    La nuova creatura partorita dalla mente geniale di Éric Chahi non possiede una storia vera e propria, ma attraverso una brillante e suggestiva narrazione ambientale riesce comunque a coinvolgere l'utente nell'esplorazione di vari ecosistemi selvaggi e sensazionali, nonché formati dai dati persi nella rete. Popolato da curiosi animali di origami, dai quali Paper Beast prende il nome, il silenzioso mondo di gioco è infatti avvolto da un'atmosfera incredibilmente rilassante e per giunta non presenta alcuna minaccia per l'alter-ego invisibile del giocatore. Lo stesso, però, non si può dire per le gracili creature di carta che vi risiedono, poiché alcune tipologie di origami tendono a nutrirsi delle specie più innocue e completamente incapaci di opporre alcuna resistenza. Il compito del giocatore è dunque quello di farsi strada in mezzo alle suddette bestie, cercando di risolvere dei puzzle ambientali e proteggendo, dove necessario, i pacifici origami incontrati lungo il proprio percorso. Chiunque disponga di un PSVR (o comunque di un qualsiasi altro visore per la realtà virtuale) avrà sicuramente già giocato almeno un paio di puzzle game, anche perché le meccaniche di simile genere ludico sfruttano alla perfezione le molteplici possibilità offerte dagli spazi virtuali, eppure siamo convinti che nessuno di voi si sia mai ritrovato nella posizione di dover risolvere dei rompicapi come quelli previsti dalla modalità avventura di Paper Beast.

    Ogni livello, del resto, nasconde degli enigmi ambientali alquanto atipici e sfiziosi, poiché in genere costringono il giocatore a utilizzare gli strumenti messi di volta in volta a sua disposizione dal sistema per alterare, spesso in maniera anche significativa, il delizioso paesaggio circostante. Durante quest'incredibile odissea, difatti, vi capiterà ad esempio di dover usare uno spolverino per creare un fiume e rimettere in sesto la flora e la fauna locale, in modo tale che queste possano sbloccare l'accesso all'area successiva.

    Altre volte, invece, dovrete elaborare dei metodi alternativi per sciogliere ghiacciai, ridurre o aumentare il livello dell'acqua, erigere montagne di sabbia sulle quali arrampicarvi, improvvisare dighe per oltrepassare dei violenti getti d'acqua, influenzare il meteo o magari legare un oggetto eccessivamente pesante agli origami più vicini, affinché gli animali di carta, dietro il giusto incentivo, lo trascinino nel luogo desiderato. Non a caso, l'interazione con le vivaci bestiole rappresenta quasi sempre la chiave di volta per superare o semplificare una situazione di apparente stallo, quasi a voler dimostrare quanto la collaborazione tra gli esseri viventi possa essere preziosa e insostituibile persino in un mondo fittizio e alla deriva.

    Benché l'assenza di una storia e di dialoghi rischi di rendere Paper Beast inappetibile agli occhi di svariate categorie di giocatori, il puzzle game confezionato dai ragazzi di Pixel Reef merita un posto d'onore fra le opere in realtà virtuale più coinvolgenti fra quelle attualmente disponibili su PlayStation 4, anche e soprattutto grazie ad un livello di immersione strabiliante.

    Come risultato, il prodotto riesce a tenere incollati allo schermo come se i minuti non passassero mai: d'altronde, durante la nostra prova abbiamo addirittura perso la cognizione del tempo e abbiamo rimosso il visore soltanto al termine dell'avventura, ossia dopo quattro ore circa di rompicapi mai frustranti e vagabondaggi fra lande silenziose e colme di misteri.

    Controlli e sistema di movimento

    Essendo Paper Beast il primissimo titolo in realtà virtuale sviluppato da Pixel Reef temevamo che il giovane studio francese escogitasse un sistema di movimento impreciso o addirittura capace di provocare chinetosi. Per nostra fortuna, invece, Éric Chahi ed il suo team hanno scongiurato tale eventualità adottando un meccanismo di spostamento rodato ed efficace, nonché estremamente somigliante a quello adoperato da Skyrim VR e Shadow Legend VR (per conoscere tutti i dettagli sul tetro action RPG sviluppato da VitruviusVR, vi consigliamo di dare un'occhiata alla nostra recente recensione di Shadow Legend VR).

    Attraverso il grilletto del PlayStation Move impugnato dalla mano non dominante è infatti possibile selezionare il punto della mappa in cui spostare l'avatar invisibile del giocatore, mentre due dei tasti frontali consentono di ruotare la telecamera verso destra e sinistra, in modo tale che l'utente possa comodamente controllare in pochi istanti - persino da seduto - l'intero paesaggio circostante.

    Un safari interattivoCome se la modalità avventura non fosse già abbastanza ghiotta, l'offerta ludica di Paper Beast comprende anche una seconda modalità di gioco totalmente Sandbox. Al suo interno i giocatori hanno a disposizione una vastissima area di deserto da modellare a proprio piacimento, attraverso una ricca selezione di strumenti utili, allo scopo di creare un ecosistema unico e inimitabile. Una volta preparato il terreno, saremo persino liberi di piantare alberi e piccole piante, nonché accogliere nel nuovo paesaggio tutte le forme di origami incontrate durante la campagna ("carnivori" inclusi!). Di conseguenza, la modalità Sandbox può essere considerata a tutti gli effetti un safari interattivo, dove osservare la continua evoluzione della natura, sfamare le creature di carta o decidere di annientare la vita attraverso tempeste e altre particolari condizioni climatiche.

    Al PlayStation Move stretto nella mano dominante, invece, sono affidati i controlli per interagire coi vari elementi che compongono gli ecosistemi esplorabili. Se il grilletto posteriore permette di afferrare bestie, oggetti di piccole dimensioni e soprattutto gli strumenti con cui alterare l'ambiente, come una palla di fuoco con la quale sciogliere il ghiaccio o un laccio per costringere gli origami a compiere il lavoro sporco, due tasti frontali sono utilizzati per avvicinare o allontanare gli oggetti e le creature agguantate, come se queste appunto fossero appese alla cima di una lenza. Si tratta, come dicevamo, di una soluzione comoda e più che discreta, ma non per questo esente da difetti. Nelle situazioni più concitate, ossia quando più elementi finiscono per accavallarsi, il sistema di puntamento non riesce a riconoscere efficacemente l'obbiettivo sul quale l'utente vorrebbe intervenire, ragion per cui possono rendersi necessari numerosi tentativi, che in determinate fasi di gioco rischiano di rallentare la progressione più del dovuto.

    Grafica e sonoro

    Dal punto di vista prettamente grafico, quello di Paper Beast non è il mondo più dettagliato fra quelli finora ammirati su PlayStation VR, anche perché la maggior parte degli elementi presenti sullo schermo - ad eccezione delle splendide nuvole che spesso coprono il cielo - sono formati da spigolose figure geometriche. Ciononostante, la semplicità dell'ambiente e degli stessi animali di origami è in questo caso giustificata dalle stravaganti premesse narrative del prodotto, che appunto utilizza come setting un mondo digitale e composto interamente da dati e algoritmi scartati.

    Molto più interessante e vivace ci è parso invece l'impianto sonoro, che nei momenti più euforici dell'avventura non esita a riprodurre i coinvolgenti brani punk-rock composti dal trio nipponico noto come TsuShiMaMiRe. Sono però gli incredibili effetti sonori realizzati da Floriane Pochon ad averci meravigliati, poiché rendono estremamente credibili le trombe d'aria, il congelamento dell'acqua o anche solo l'agghiacciante rumore prodotto da un origami "carnivoro" durante l'ora del pasto.

    Paper Beast Paper BeastVersione Analizzata PlayStation 4In mezzo ai molteplici puzzle game che ormai affollano il parco titoli di PlayStation VR, Paper Beast riesce a distinguersi grazie alla sublime narrazione ambientale e ai suoi peculiari rompicapi, i quali non risultano mai frustranti ma, al contrario, invogliano a modellare con calma l’ambiente circostante. Quello ideato da Éric Chahi è infatti un titolo estremamente rilassante, ispirato e pregno di importanti messaggi nascosti da interpretare. Si tratta, insomma, di un’opera che consigliamo a tutti i fan del leggendario sviluppatore francese, nonché agli appassionati di puzzle game e a chiunque voglia cimentarsi con la sfiziosa modalità Sandbox, che permetterà ai giocatori più fantasiosi di creare e distruggere biosistemi alquanto estrosi.

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