Pascal's Wager Definitive Edition Recensione: un Soulslike poco ispirato

Abbiamo provato Pascal's Wager Definitive Edition, riedizione per PC di un popolare Soulslike uscito inizialmente solo su smartphone e tablet.

Pascal's Wager Definitive Edition Recensione: un Soulslike poco ispirato
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  • L'enorme successo ottenuto da Dark Souls e i relativi sequel nel corso degli anni ha dato vita ad un lungo filone di titoli ispirati al capolavoro FromSoftware, tanto nell'immaginario quanto nelle meccaniche di gioco. Di soulslike in tempi recenti se ne sono visti davvero tanti su PC e console, e persino sul mercato mobile abbiamo assistito all'arrivo di produzioni ispirate all'opera di Miyazaki, tra le quali spicca Pascal's Wager, il cui nome è ispirato al filosofo francese Blaise Pascal.

    Senza temere le possibili difficoltà dovute al sistema di controllo, l'app è sbarcata nell'estate del 2020 su iOS e Android raccogliendo sin da subito grossi consensi da parte di critica e pubblico. A distanza di qualche mese dal debutto su smartphone e tablet, TipsWorks ha deciso di apportare alcune modifiche al prodotto, e di riproporlo su PC con la Pascal's Wager Definitive Edition, pacchetto comprensivo di tutti i contenuti aggiuntivi.

    Una narrazione priva di stimoli

    Il team di sviluppo di Pascal's Wager ha, senza troppo mistero, deciso di ispirarsi alle produzioni FromSoftware per la creazione del gioco e nello specifico a Bloodborne (per approfondire ecco la nostra recensione di Bloodborne). La storia ci porta infatti in un mondo in rovina infestato da mostruose creature, nel quale la Chiesa, anche questa volta, si è macchiata di azioni brutali, forte della sua egemonia e del suo strapotere. In questo contesto vestiremo i panni di Terrence, ex membro della Chiesa in viaggio insieme ad un piccolo gruppo di bizzarri guerrieri alla disperata ricerca di sua moglie Teresa.

    Senza scendere troppo nei particolari della trama, così da evitare qualsiasi tipo di spoiler, non possiamo purtroppo dirci soddisfatti dalla componente narrativa di Pascal's Wager: ogni singolo aspetto, dalla storia alla caratterizzazione dei personaggi, passando per i dialoghi, ha davvero faticato a intrigarci e coinvolgerci. A differenza dei prodotti ai quali si ispira, il titolo TipsWorks non vuole in alcun modo allestire una vicenda criptica e anzi propone con una certa costanza scene d'intermezzo e dialoghi tra i vari personaggi. Peccato solo che l'andamento del racconto ci sia parso privo di mordente e alquanto noioso, tanto per i contenuti della storia quanto a causa di un doppiaggio di dubbia qualità.

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    Se la storia rimanda perlopiù all'acclamata esclusiva PlayStation 4, le meccaniche di gioco pescano a piene mani da un mix delle produzioni FromSoftware, con qualche piccola deviazione dal tema per quanto concerne la gestione del personaggio. Dimenticatevi infatti la creazione del vostro alter ego digitale e la personalizzazione degli eroi con armi e armature.

    In Pascal's Wager ogni personaggio è dotato di proprie armi e di uno stile di gioco unico: sta al giocatore decidere quale dei quattro guerrieri sbloccabili affiancare a Terrence nel corso dell'avventura. A patto di non trovarsi nel bel mezzo di un combattimento, si può infatti sostituire il personaggio schierato insieme al protagonista, per tentare di risollevare le sorti dello scontro ed evitare di ricevere la fatidica schermata di game over, che si presenta con l'uccisione di entrambi i guerrieri in battaglia.

    A fare da spalla a Terrence, armato di un bastone acuminato e di una spada, sono disponibili dei personaggi che, entro certi limiti, corrispondono più o meno alle varie classi tipiche dei giochi di ruolo: Viola, fragile ed indifesa ma armata di fucile; Norwood, il classico tank che prende a sberle i nemici con una bara; Benita la maga del gruppo i cui attacchi le prosciugano i punti vita e Jerold, un agile spadaccino dotato di stocco. Dal momento che non è contemplata la possibilità di utilizzare uno scudo e che il giocatore è costretto a utilizzare agili schivate molto simili a quelle viste in Bloodborne, l'approccio da adottare varia a seconda dell'eroe selezionato e della sua dotazione.

    Malgrado ciascun personaggio sia ben caratterizzato, non tutti risultano utili allo stesso modo nel corso dei duelli. Controllare adeguatamente questi guerrieri non sarà inoltre sempre facile, a causa della legnosità del combat system e di animazioni abbastanza approssimative. Ad appesantire la situazione ci pensano sia una risposta ai comandi non sempre impeccabile sia una gestione problematica della telecamera. Tutti questi difetti rendono talvolta il combattimento piuttosto frustrante e persino abbattere il più semplice dei mob può tradursi in una rovinosa sconfitta. Anche le collisioni non sono particolarmente precise, e basta anche un piccolo dislivello per dare vita ad inconvenienti che coinvolgono sia il movimento che il combattimento: affrontare un nemico su una scala, ad esempio, può rivelarsi decisamente fastidioso. A condire le dispute contro semplici mostri e ostici boss sono due meccaniche più o meno originali: la resistenza e la Ragione. La prima, pressoché identica a quella di Sekiro (qui la recensione di Sekiro Shadows Die Twice), non è altro che un indicatore situato poco sotto la barra degli HP di qualsiasi avversario, che diminuisce con l'incalzare degli assalti e che, quando viene azzerato, apre una finestra d'attacco per permetterci di sferrare un duro colpo al nemico.

    La Ragione è invece un parametro molto particolare che diminuisce a contatto con le mostruose creature che si aggirano per la mappa e, quando raggiunge i minimi livelli, scatena una sorta di "follia": una volta attivata, la modalità Lunatico, nelle normali fasi di gioco, depotenzia il giocatore e dà inizio a un'invasione di potenti fantasmi, le cui fattezze sono identiche a quelle dei protagonisti. Durante le battaglie contro i boss, simile alterazione porta questi nemici in una rage mode che gli permette di eseguire mosse ancora più letali.

    Fortunatamente la Ragione può essere controllata tramite l'utilizzo dei consumabili e il potenziamento di alcune statistiche nello skill tree. Ciascun eroe dispone infatti di un personale albero delle abilità e di parametri potenziabili con la classica assegnazione di punti: se il progresso legato alle abilità non è condiviso tra i vari eroi, quello relativo alle statistiche è unificato: per migliorare i parametri occorre salire di livello, depositando prima della morte presso un ‘falò' l'equivalente delle Anime e degli Echi del Sangue, ovvero le Ossa di Sendril.

    Un soulslike per tutti

    Anche il level design di Pascal's Wager ha recuperato la lezione dei Souls e bisogna ammettere che in più di un'occasione il lavoro svolto dal team di sviluppo sa farsi apprezzare per la struttura degli stage: il gioco è costituito da macro-aree liberamente esplorabili in cui si possono trovare segreti, completare missioni secondarie e sbloccare scorciatoie.

    Sfortunatamente la qualità dell'ambientazione non è costante e a zone più riuscite se ne alternano altre meno piacevoli, con un posizionamento di checkpoint e shortcut non certo impeccabile. Gli stessi alti e bassi si possono riscontrare nel design dei nemici: in alcuni casi troviamo creature che non sfigurerebbero se messe in un angolo di Yharnam e, in altri momenti, ci troveremo dinanzi a un bestiario decisamente dimenticabile. A fronte di questi difetti, Pascal's Wager può rivelarsi comunque un prodotto interessante per chiunque consideri eccessivamente difficili altri esponenti del genere souls-like: il motivo risiede nella presenza del selettore della difficoltà, grazie al quale scegliere se godersi il gioco con un livello di sfida standard o semplificato, in maniera tale da adattarsi alle diverse esigenze dei giocatori. Decisamente notevole, inoltre, è anche la longevità della produzione, alla quale contribuisce la presenza nel pacchetto di una modalità arena con tanto di classifiche e di un DLC dedicato alla componente narrativa. Il team di sviluppo ha infine pensato di rendere accessibili ai meno esperti anche le sfide a tempo: simile modalità può infatti essere affrontata sia utilizzando i propri guerrieri, sia preset adatti all'occorrenza.

    Un porting superficiale

    Come vi abbiamo accennato in apertura, Pascal's Wager Definitive Edition è la riproposizione di un titolo mobile che, seppur con un comparto tecnico superiore alla media su Android e iOS, mostra evidenti limiti in edizione PC. I modelli poligonali e le mappe non presentano un livello di dettaglio particolarmente elevato e le texture, per quanto godano di una definizione maggiore rispetto alla controparte per smartphone e tablet, non riescono a stare al passo con altre produzioni più moderne.

    Anche l'ottimizzazione non è impeccabile, dal momento che il gioco presenta nette oscillazioni di fluidità a seconda delle aree in cui agiremo, faticando a tratti a mantenere i 60 fps a causa della presenza di qualche effetto particellare o di una maggior quantità di nemici.

    Pascal's Wager Definitive Edition Pascal's Wager Definitive EditionVersione Analizzata PCSe Pascal's Wager è riuscito ad emergere su mobile a causa di una concorrenza poco agguerrita, la sua Definitive Edition su PC non centra il medesimo obiettivo. Una buona longevità e una serie di accortezze che rendono il titolo più accessibile per i non esperti del genere, purtroppo, non bastano a innalzare la qualità complessiva della produzione, aggravata da una realizzazione tecnica approssimativa e da un gameplay non adeguatamente rifinito. Se avete già completato sia tutta la libreria di opere From Software sia gli altri esponenti del genere, e ciononostante avete ancora sete di soulslike, Pascal's Wager potrebbe comunque fare al caso vostro: l'importante è non avere grosse aspettative, ed essere disposti a chiudere un occhio dinanzi ai limiti dell'opera.

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