Persona 3 e 4 Recensione: due grandi giochi di ruolo finalmente in italiano

Tornano su console Sony e Microsoft, tradotti in italiano, due grandissimi JRPG: eccovi la nostra recensione di Persona 3 e Persona 4.

Persona 3 Portable and Persona 4 Golden
Recensione: PlayStation 5
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • La serie Persona ha una storia davvero particolare. È nata infatti come spin-off di Shin Megami Tensei, di cui manteneva le principali caratteristiche costitutive, pur mostrandosi meno hardcore e più incline alla narrazione. In seguito al successo stratosferico del quinto capitolo si è trasformata, nella mente degli appassionati, nella saga più popolare tra le due, al punto da stravolgere completamente le etichette originali. L'epopea di Joker e compagni ha raggiunto vette di notorietà così elevate da illuminare a sua volta tutti gli altri prodotti Atlus, compresi quelli della saga parente, di cui sono state recentemente proposte rimasterizzazioni o nuovi capitoli.

    Pensiamo ad esempio all'ottima remastered di Nocturne, uno dei "megaten" più apprezzati, o all'eccellente quinto capitolo che ha registrato consenso unanime da parte di critica e fan. Una consistente porzione della fanbase è ormai costituita da giocatori "di nuova acquisizione" che, apprezzando enormemente lo spessore narrativo di Persona 5 (qui la recensione di Persona 5 Royal), ha deciso di addentrarsi nei meandri oscuri di Shin Megami Tensei o scoprire le origini della saga. A questi ultimi utenti è sicuramente dedicata la riproposizione di due dei capitoli più significativi della serie: Persona 3 Portable e Persona 4 Golden. Una riedizione particolarmente significativa per il pubblico nostrano, considerato che costituisce la prima occasione di gustarsi questi due titoli con sottotitoli in italiano.

    L'importanza dei colori nella serie Persona

    La principale differenza tra Persona e la maggior parte degli altri RPG è l'enorme lavoro di introspezione psicologica operato sui personaggi. A testimonianza di ciò, lo stesso concetto alla base del titolo si rifà alle teorie dello psicanalista Carl Jung, secondo cui la "persona" (in latino "maschera") verrebbe indossata dall'individuo per entrare a far parte di un costrutto sociale ed essere accettato, pur trovandosi spesso in contrasto con il vero "io".

    L'approfondimento dei singoli protagonisti e dei loro rapporti interpersonali è una delle caratteristiche distintive dell'intera serie, che assume un'importanza notevole al punto da diventare parte integrante del gameplay, attraverso il sistema di "social link" presente in entrambi i capitoli di questa remaster.

    A tal proposito, ruolo fondamentale nella serie è ricoperto dal colore e dalla palette cromatica di un ogni episodio. Come sappiamo, spesso il colore è associato a una specifica emozione, e Atlus ha deciso di dedicare a questo aspetto una particolare cura. Il colore dominante in Persona 3, ad esempio, è il blu e le sue sfumature, in riferimento alla malinconia e alla depressione. Basti pensare all'espressione, ormai consuetudine nel linguaggio colloquiale anglosassone, "I'm feeling blue" (mi sento triste) o alla stessa etimologia del genere "blues" nella musica afroamericana, in origine un lamento e una riflessione degli schiavi sulla loro penosa condizione. Il terzo capitolo della saga made in Japan è, infatti, uno dei più cupi.

    Il tono della produzione tradisce le proprie origini: è uno degli episodi più simili alla saga Shin Megami Tensei per meccaniche e atmosfera. Fin dai primi minuti di gioco è percepibile una vena quasi horror: dalla stazione desolata, alla comparsa di misteriose bare davanti ai protagonisti, passando per la "Ora Buia" (Dark Hour) che si manifesta dopo la mezzanotte e prevede la comparsa di immonde creature dell'oscurità.

    Persona 3 è insomma molto diverso, nei toni, dal suo più celebre sequel. Anche nei momenti maggiormente allegri e spensierati, il JRPG di Atlus si attesta su un piglio agrodolce, permeato da una continua sensazione di sospensione e ansia. Il giallo è invece il colore portante di Persona 4, che presenta caratteristiche quasi diametralmente opposte a quelle del predecessore. Si tratta di un colore chiaro che incarna la gioia e la spensieratezza, e al contempo simboleggia il thriller, il mistero. Durante gli eventi narrati infatti avremo a che fare con misteriosi omicidi e, nonostante nel titolo non manchino frangenti più oscuri o tristi, parliamo in generale di un'esperienza dai toni più scanzonati.

    Una remaster tra luci ed ombre

    L'operazione di "remaster deluxe" di Persona 3 Portable e 4 Golden presenta alcune importanti aggiunte di gameplay che, nonostante a una prima occhiata sembrino minimali, posseggono un impatto notevole sull'esperienza ludica. Prima di addentrarci nell'analisi, è opportuno fare delle precisazioni che riguardano la versione scelta per il terzo capitolo, un aspetto che desta qualche perplessità. Facciamo una piccola premessa: non esiste l'edizione "perfetta" di Persona 3. Quelle più aggiornate, Portable (adoperata per la remaster) e FES, hanno entrambe pregi e difetti.

    In quest'ultima abbiamo un mondo di gioco esplorabile in terza persona, un capitolo aggiuntivo chiamato "The Answer", nuove Personae da utilizzare in combattimento e soprattutto cinematiche in stile anime di ottima fattura. Non è possibile tuttavia controllare i compagni di viaggio del protagonista, il cui utilizzo sarà delegato a una CPU non sempre impeccabile e ai menu tattici. Nell'edizione Portable, invece, mancano i suddetti filmati, e l'esplorazione avviene tramite menu punta e clicca statici, simili a quelli delle visual novel. Di contro, sarà possibile controllare direttamente ogni personaggio di gioco, rendendo il gameplay più preciso ed affidabile. L'assenza dell'episodio aggiuntivo è invece compensata dalla possibilità di scegliere un alter ego maschile o femminile, con social link e storie leggermente diverse. È possibile, inoltre, affrontare durante l'endgame delle versioni potenziate dei boss incontrati durante la campagna principale. Una remaster sarebbe stata l'occasione perfetta per spegnere una volta per tutte le diatribe circa la miglior versione di Persona 3, e introdurre tutti gli aspetti più riusciti di entrambe le offerte, ma purtroppo così non è stato.

    Le limitazioni di Portable erano giustificate al tempo dalla mancanza di memoria delle console portatili, e hanno molto meno senso nell'ottica di una remaster sulle ammiraglie di Sony e Microsoft. L'assenza di filmati in stile anime, in particolare, compromette in parte l'immersione nel mondo di gioco, componente fondamentale di un JRPG di questo livello.

    Il prezzo budget (circa 19.90 euro) rende comunque l'offerta estremamente appetibile e si tratta di un titolo di tutto rispetto, in grado di regalare innumerevoli ore di divertimento. Nulla da eccepire, invece, riguardo Persona 4 Golden. Questa versione rimasterizzata racchiude tutti i contenuti riveduti e corretti dell'originale ed è, a tutti gli effetti, la migliore edizione acquistabile del capolavoro Atlus.

    Le aggiunte

    Dal punto di vista grafico, il lavoro non è dissimile da quanto fatto per Shin Megami Tensei III: Nocturne Remaster. L'ammodernamento delle texture, la maggiore fluidità delle animazioni e i tempi di caricamento abbreviati sono sicuramente apprezzabili e contribuiscono a dare un senso di superiore pulizia all'azione. Le opzioni aggiuntive del pacchetto non si limitano alla presentazione visiva ma arricchiscono, modernizzano e semplificano il gameplay. Alcune modifiche sono state effettuate per rendere alcune scelte ludiche meno determinanti o l'esperienza meno hardcore.

    Il selettore della difficoltà va sicuramente in questa direzione, e offre opzioni per i giocatori desiderosi di una sfida impegnativa, ma anche per chi cerca solo un'esperienza narrativa. Persona 3, in particolare, presenta una curva di difficoltà ancora simile alla serie Shin Megami Tensei, e anche a livello "normale" può creare più di un grattacapo agli utenti meno avvezzi al genere. La possibilità di cambiare difficoltà in maniera dinamica è sicuramente apprezzabile e permette a chiunque di trovare il grado di sfida più adatto alle proprie esigenze.

    È persino possibile creare un tasso di sfida personalizzato, bilanciando fattori come esperienza guadagnata o danni causati dai nemici. Nella stessa direzione va il quick save, ossia la possibilità di salvare in ogni parte del gioco e non solo raggiungendo un determinato punto. Parte della tensione di due episodi risiede nel delicato bilanciamento tra rischio e ricompensa, che mette il giocatore costantemente di fronte alla facoltà di continuare l'esplorazione dei dungeon (con il rischio di una dipartita e perdita dei propri oggetti e delle personae) o fuggire per mettere in cassaforte i progressi.

    La funzione quick save è sicuramente un'ottima feature, ma rischia di alleggerire l'esperienza, bilanciata attorno alla presenza dei punti di salvataggio. Questi sono comunque presenti, pertanto i giocatori più attenti alla preservazione dell'esperienza classica potranno vivere le due avventure nel modo in cui sono state originariamente concepite.

    Il fatto che all'utente venga concessa una scelta è un'opzione aggiuntiva, nonché assolutamente gradita. Nella stessa direzione va la modalità "Album" di Persona 4, che dà modo al giocatore di tornare sui suoi passi e cambiare alcune delle proprie risposte durante la fase "slice of life" del titolo. La possibilità di rivedere dinamicamente le decisioni rimuove l'importanza di ponderare le interazioni con i personaggi, ma potrebbe essere gradita a chi desidera un'esperienza più rilassata e con scelte meno determinanti. La vera chicca di questa riedizione, almeno per il mercato nostrano, è l'inedita opera di localizzazione in lingua italiana. Dopo aver passato un discreto numero di ore su entrambe le opere possiamo affermare che la traduzione, al netto di qualche piccolissima imprecisione, risulta davvero ben realizzata. Non solo riesce spesso a riproporre le varie tipologie di registro dei personaggi, ma contestualizza alcune battute utilizzando modi di dire nostrani. Spassosissimo, ad esempio, il momento in cui Junpei, uno dei personaggi principali, definisce un'uscita tra ragazzi "la sagra della salsiccia", con una battuta adatta sia al carattere di chi la pronuncia, sia al contesto in cui viene detta.

    Persona e il mercato odierno

    Al di là delle modifiche apportate in questa riedizione, è opportuno riflettere un attimo su quanto, al giorno d'oggi, possano essere godibili due titoli con diversi anni sulle spalle. Inutile negarlo: nonostante una rimasterizzazione di tutto rispetto, Persona 3 Portable mostra i segni del tempo. I tileset dei dungeon sono estremamente ripetitivi e alcuni meccanismi di grinding potrebbero risultare datati per chi è abituato agli RPG odierni. Tuttavia, il fascino dell'ambientazione e una trama davvero unica sapranno stupire chi vorrà scoprire i misteri che si celano dietro la Dark Hour.

    Persona 4 è invecchiato molto meglio e, qualora voleste optare per uno solo dei due prodotti, sarebbe senza dubbio il gioco da prendere maggiormente in considerazione. Le meccaniche risultano più raffinate, e la versione Golden presente in questa compilation può tranquillamente essere paragonata al più blasonato Persona 5 per quantità di contenuti e profondità del gameplay. Ad un prezzo così basso, si tratta di un'occasione assolutamente da non perdere. In ogni caso, l'alto valore storico di entrambi i titoli supera le imperfezioni e i difetti dovuti all'età.

    Rivivere l'evoluzione di un franchise come Persona, osservando il modo in cui si sono sviluppate meccaniche come il social link system o l'acquisizione di nuovi demoni, è una tappa obbligata per ogni fan della saga, anche per quelli che hanno iniziato con Persona 5.

    Persona 3 Portable & Persona 4 Golden Persona 3 Portable & Persona 4 GoldenVersione Analizzata PlayStation 5Questa remaster è pensata per tutti coloro che non hanno avuto occasione di conoscere i vecchi titoli della saga. Entrando più nel dettaglio, in termini strettamente numerici, la riedizione di Persona 3, a nostro avviso, meriterebbe un 8, mentre la rivisitazione di Persona 4 Golden addirittura un 9.5. Il voto che vedete in fondo è dunque frutto di una media tra le due valutazioni suddette. Dietro una componente grafica non di ultima generazione si celano delle trame profonde, degne di essere vissute e capaci di lasciare il segno nella mente di chiunque voglia viverle fino alla fine. Non lasciatevi scoraggiare dalla veste esteriore e tuffatevi in una delle saghe JRPG più significative della storia.

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