Recensione Persona 3

Persona, Persona, call out your Persona.

Recensione Persona 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Facciamo contenti tutti

    Tra appassionati di videogiochi e giochi di ruolo, è in corso da sempre un'interminabile diatriba circa la validità dell'RPG di matrice nipponica. In effetti, per i puristi del genere, questi altri non sono che adventure game privi di quelle tipiche caratteristiche ruolistiche, che seguono solitamente binari prestabiliti in cui l'interazione del giocatore con storia e personaggi è molto limitata.
    Forse sarebbe più corretto associare i JRPG a manga ed anime, sia a causa delle similitudini nei temi trattati (e nel modo di svilupparli) che per l'enfasi posta nella caratterizzazione di personaggi e ambientazioni.
    Esistono ovviamente delle eccezioni, ma è innegabile che tra un gioco come Baldur's Gate e Final Fantasy c'è una grossa differenza.
    Paradossale il fatto che proprio un titolo che si presenta come il più riuscito tentativo di riprodurre atmosfere e situazioni tipiche degli anime (nella fattispecie degli shonen, ovvero le serie animate dedicate ad un pubblico di adolescenti) sia forse anche il più vicino alla concezione occidentale di "interpretazione".
    Parliamo dell'ultimo parto di Atlus, nonchè attesissimo seguito di uno degli spin off più apprezzati della serie Megami Tensei: Persona 3, che si appresta finalmente a raggiungere gli scaffali nostrani dopo una lunghissima attesa.

    After School Adventure

    Prendendo le distanze dalle avventure di Nate, Maya, Tatsuya e compagnia, Persona 3 narra vicende completamente slegate dai capitoli precedenti, imbastendo l'intera struttura narrativa su uno degli elementi più cari alla serie, ma mai centrale come questa volta: la vita scolastica.
    Ovviamente, anche in questa nuova incarnazione della serie, il mistero e l'occulto sono preponderanti. Escamotage che da il via alle vicende è la cosiddetta Dark Hour, ovvero sessanta minuti "nascosti" che intercorrono dopo la mezzanotte. Durante questo periodo di tempo, tutti gli esseri umani cadono in una stasi momentanea e si trasformano in bare, mentre esseri chiamati Shadow emergono dall'oscurità. Queste creature non sono pericolose per i dormienti, ma esistono alcune eccezioni: esseri umani che non riescono a mutare in tempo, divenendo prede dei misteriosi mostri che ne risucchiano l'energia vitale, lasciandoli in uno stato di apatia per il resto dela vita. Tra queste persone, però, esistono rarissimi esemplari in grado di evocare dai recessi più profondi del proprio io le cosiddette Persona, alter ego dotati di poteri magici, forza sovrumana e fattezze assolutamente bizzarre.
    Impersoneremo un enigmatico studente trasferitosi alla Gekkoukan High, istituto situato su un'isola fittizia ma dal look decisamente giapponese. Ovviamente il protagonista senza nome sarà uno degli eletti in grado di evocare persona e verrà subito preso di mira da uno strano gruppo di ragazzi, tutti iscritti presso l'istituto, riuniti sotto l'acronimo di S.E.E.S. (Specialized Extracurricular Execution Squad, ovvero Squadra di Esecuzione Speciale Extracurriculare), tutti dotati del nostro stesso potere ed impegnati nella lotta contro le Shadow.
    Coinvolti dai nostri neocompagni paranormali, con cui finiremo per dividere il tetto di un dormitorio studentesco, dovremo destreggiarci tra le lezioni del mattino, i pomeriggi sui libri e nottate passate a perlustrare il Tartarus, una strana torre che compare solo nella Dark Hour.
    La trama è uno dei punti di forza del gioco. Non tragga in inganno l'incedere lento e schematico della storia (avremo modo di approfondire questo aspetto nel paragrafo sul gameplay). Il puzzle che si comporrà al termine del gioco sarà senza dubbio uno dei più intriganti e appaganti di cui sia possibile fare esperienza su PS2. Magistale la cura riposta nella realizzazione dell'ambientazione scolastica, credibile e funzionale, che riproduce addirittura con una punta di realismo, se vogliamo, il ritmo di vita studentesco (e fuori sede). Eccezionale il cambio di registro che tinteggia di nero gli eventi legati alle shadow, impregnando l'atmosfera di tensione ed inquietudine, mantenendo però una coerenza invidiabile, creando una frattura che piega la sceneggiatura lasciandola fluire e modellandola attraverso i canali di più generi e sensazioni senza mai spezzarla.
    Il vero fiore all'occhiello di Persona 3 va ricercato nel ricchissimo cast di Personaggi.
    Ai pochi elementi che si alterneranno sulla scena tra le prime, pigre mattine scolastiche e le battute di caccia notturne si aggiungeranno pian piano una serie di emblematiche figure che arricchiranno la trama di situazioni ed incredibili colpi di scena, ora aggregandosi al nostro party, ora contrapponendovisi.
    Ma non sarà solo la nostra vita extracurriculare a movimentarsi di continuo: giorno dopo giorno potremo farci nuovi amici tra compagni di classe, colleghi del club sportivo e via dicendo. La vita quotidiana riveste un ruolo importante tanto quanto quella legata al mero dungeon crawling.
    Ogni personaggio secondario che abita la zona della Gekkoukan è dotato di una personalità ben definita e ricca di sfaccettature. Acquisendo popolarità e attirando sempre più attenzione, la nostra agenda degli appuntamenti si riempirà sempre di più: dovremo quindi imparare a gestire la mattina a scuola e il resto della giornata tra svago, studio ed epurazione di mostri. Avendo una libertà decisionale notevole nella gestione dei nostri rapporti interpersonali, potremo inoltre fare esperienza in prima persona dell'evoluzione e maturazione di compagni di scuola e d'avventura.

    Una giornata come un'altra

    Il gioco ha una durata predeterminata, ovvero un ciclo scolastico che va da Aprile a Gennaio. Proprio come nella realtà, alcune date corrisponderanno a periodi di vacanza, che spezzeranno l'altresì regolare alternarsi di giorni divisi in modo schematico e ripetitivo. Le sezioni di cui ogni giornata standard sarà composta includono la mattinata a scuola, che dura fino al primo pomeriggio, il tardo pomeriggio, che potremo spendere visitando alcune aree della città o in vari locali con amici, il dopo-cena e la notte.
    Il Week-end, i giorni festivi ed alcuni sparuti key event si svolgono invece in modo diverso, sovente guidandoci attraverso situazioni precalcolate oppure costringendoci a spendere tutto il nostro tempo in una sola attività.
    E' possibile trascorrere ogni "sezione di tempo" in un gran numero di modi possibili, ma volendo ridurre all'osso la meccanica di gioco, è possibile dividere questo aspetto di Persona 3 in due gruppi di situazioni: la prima è votata al miglioramento del protagonista, la seconda all'interazione con gli altri personaggi (inutile dire che questi due aspetti sono strettamente legati e subordinati).
    Recarsi abitualmente al karaoke, al cinema o frequentare un ristorante raffinato, migliorerà tre caratteristiche base, ovvero coraggio, carisma e conoscenza accademica. Aumentando queste stat otterremo un rendimento scolastico migliore e un maggior rispetto dalla gente che ci circonda, permettendoci di attivare dei cosiddetti "Social Link". In totale esistono circa 20 personaggi con cui è possibile intrecciare relazioni di vario genere. Curando nei modi giusti i vari comprimari ci circonderemo così di conoscenti, amici preziosi, rivali, spasimanti. Piacere a tutti non è però facile, prima di tutto perchè il tempo giocherà a nostro sfavore (non potremo dedicare lo stesso spazio a tutti), in secondo luogo perchè guadagnarsi l'altrui fiducia con la frase giusta al momento giusto sarà un compito affatto scontato. Ogni incontro tête à tête sarà condito da un buon numero di dialoghi a riposta multipla o di occasioni per offrire qualche regalo al nostro interlocutore. Ma attenzione, una mossa sbagliata e tutti i nostri sforzi saranno vanificati.
    Non tarderanno a presentarsi occasioni in cui le telefonate si accavalleranno proponendo appuntamenti per il week-end.
    Cosa fare a quel punto? Disdire un appuntamento preso in precedenza? Ignorare tutti per tener compagnia alla nostra misteriosa compagna di gioco on-line? Lasciar perdere il divertimento e prepararsi per l'esame di fine semestre? Ponderare con attenzione è necessario per non incorrere in un "Reverse Link", ovvero un rapporto quasi del tutto compromesso, che necessiterà di un quantitativo superiore di tempo e sforzi per essere riportato alla normalità.
    I Social Link non sono ovviamente una caratteristica volta - esclusivamente - al manieristico gusto della socializzazione tra personaggi digitali: non va dimenticato che Persona 3 è un RPG con tanti mostri cattivi da tagliare in due con spade o abbattere a suon di scariche di pugni.

    Una notte come nessuna

    Quando decideremo di spendere la notte esplorando il Tartarus potremo portare con noi fino a tre compagni, guidati dalla CPU. Ognuno sarà dotato di una determinata Persona tranne il nostro protagonista, che potrà selezionarne svariate attraverso un sistema di evocazione e fusione di mostri tipico dei Megami Tensei: in pratica esiste una possibilità che il bottino di un incontro sia una carta raffigurante un nemico, che potremo quindi richiamare o fondere con un'altra carta. Visto che il nostro potere e dunque la probabilità di sopravvivere dipenderà proprio dalla forza dei nostri alter ego, recarsi regolarmente nella Velvet Room ed unire più carte per creare il mostro più utile per le esigenze dell'area del labirinto che ci appresteremo a visitare è un'aspetto importante del gameplay. E qui tornano in gioco i Social Link: ognuno è assegnato, proprio come le Persona, ad un arcano maggiore dei tarocchi. Migliore sarà dunque il nostro legame con la Persona adatta, migliore sarà il moltiplicatore d'esperienza che guadagneremo in fase di fusione, permettendoci di generare creature di livello sempre più elevato.
    Come nel più classico dei Dungeon Crawler, il Tartarus sarà diviso in un gran numero di piani, generati casualmente dalla CPU e gremiti di mostri sempre più potenti. Scovando le scale per il piano superiore, sarà possibile procedere fino agli immancabili scontri con i boss, che solitamente corrisponderanno anche ad un blocco imposto dalla trama, che sarà impossibile superare prima di un determinato evento chiave che si attiverà in un preciso giorno del calendario. La difficoltà è garantita non solo dalla lenta crescita dei personaggi, ma da un'ottima IA, che sfrutterà a dovere il Press Turn System, la routine che gestisce ormai in via ufficiale il motore dei combattimenti dei titoli targati Megami Tensei, già visto in Nocturne e nei due Digital Devil Saga, modificato per l'occasione in modo da permettere di colpire un numero maggiore di volte gli avversari facendoli sbilanciare.
    Le mosse a disposizione del protagonista includono, oltre ai canonici "attacco", "magie" (queste dipenderanno dalla Persona equipaggiata) e "fuga", anche tecniche combinate tra più alter ego in grado di conferire notevoli bonus all'intera squadra o di infliggere ingenti danni ai nemici.
    Questa volta a cambiare le carte in tavola è però sopratutto l'estrema duttilità del protagonista ed il fatto che anche i nostri compagni di viaggio saranno gestiti dalla CPU. Il limite di controllo su un singolo personaggio giocabile potrebbe inizialmente sembrare una limitazione, ma in realtà aggiunge un certo spessore strategico e un notevole livello di sfida imponendo di selezionare con cura e variare sovente anche i membri del proprio gruppo. Allo stesso modo degli avversari, i nostri alleati impareranno a sfruttare le debolezze elementali e a proteggersi, imparando dai nostri errori (e dai nostri colpi di fortuna) o sfruttando le informazioni ottenute dall'abilità di scansione dei nemici, disponibile in ogni momento. All'occorrenza è poi possibile impartire dei semplici comandi per limitare il consumo di punti magia del party, favorire l'uso di tecniche curative e via dicendo.
    Purtroppo però, anche nella situazione più favorevole, la minima disattenzione può causare un ribaltamento degli scontri, portando alla prematura dipartita dei nostri alleati (che vorranno dunque ritirarsi al dormitorio) o peggio ancora del personaggio principale (generando un impietoso game over istantaneo). Alla luce di questo non bisogna lasciarsi prendere la mano nell'esplorazione solo perchè le aree tendono a somigliarsi di blocco in blocco: occorre sempre muoversi con calma, raccogliendo tesori nella speranza che si rivelino qualche prezioso equipaggiamento, e accumulando esperienza senza stancarsi troppo. Persona 3 è il classico titolo in cui la ritirata è sempre la prima opzione da considerare, specialmente se non ci si vuole sorprendere ad inveire pesantemente contro la tv fissando sgomenti l'inaspettato game over dopo aver speso più di un'ora in incessanti e faticose battaglie.

    Missaggio di un certo livello

    Così come il gameplay miscela con successo elementi presi da rpg occidentali ed orientali, dungeon crawler e simulatori d'appuntamento, anche il comparto tecnico è un'incredibile commistione di generi.
    Per una volta vale la pena cominciare parlando della colonna sonora, ad opera di Shoji Meguro, che sorprendentemente non si affida unicamente alle solite schitarrate rock ma esplora aree inedite a cavallo tra R&B, Hip Hop, senza dimenticare Techno e Jazz, attraverso un gran numero di melodie completamente cantate che si adattano alla perfezione ora alle scene di vita scolastica ora alle situazioni più occulte con toni più scuri. Il meglio viene nelle fasi di combattimento: non è esagerato dire che Mass Destruction, il battle theme di Persona 3, sia tanto il più improbabile quanto uno dei più efficaci sentiti da anni.
    Il titolo gode di un ottimo doppiaggio presente in dosi massicce, ora durante le cutscene in game (accompagnate dai bellissimi artwork ad opera di Shigenori Soejima, che in quest'occasione ha preso completamente il posto di Kaneko al design dei personaggi), ora durante i concitati combattimenti.
    I passaggi più rilevanti della trama sono narrati attraverso bellissime sequenze animate realizzate in uno stile essenziale ma al tempo stesso ricco di dettagli, perfettamente rispecchiato dal motore grafico del gioco.
    I personaggi e gli ambienti prendono vita grazie a colori brillanti e texture pulite e precise. Le animazioni dei modelli di protagonisti, comprimari e mostri sono egualmente curate, fluide e ben caratterizzate restituiscono un senso di dinamismo eccellente grazie al sapiente uso di effetti speciali miscelati e trovate registiche come split screen, improvvise comparse di artwork a tutto schermo e onomatopee dei colpi che conferiscono un retrogusto quasi cartoon al titolo, sfociando in quello che potrebbe essere definito un trash teen horror surreale.
    Il lavoro di ricerca svolto dal team di sviluppo per creare ambientazioni realistiche e credibili ha prodotto un numero non eccessivo di location (sulla mappa di gioco principale se ne contano meno di una decina), ma visivamente innegabilmente azzeccato. Vagando tra stazioni e librerie, fermandosi a guardare le vetrine dei negozi, scegliendo il locale in cui passare la serata sembra di respirare l'atmosfera spensierata di un pomeriggio passato finalmente lontano dai libri. Nel dungeon, invece, a contrastare il ripetitivo grigiore di stanze e corridoi caotici e contorti, anch'essi dotati tutto sommato di un certo fascino (guardare la torre del Tartarus che si erge per la prima volta sulla scuola fa un certo effetto) c'è l'enorme bestiario che attinge a creature presenti in favole, leggende, religioni di tutto il mondo.
    Un valore di produzione in grado di porre il titolo allo stesso livello delle più blasonate produzioni anime moderne grazie ad un taglio brillante, un'atmosfera invidiabile ed una cura per la sceneggiatura ben evidente sin dalle prime battute, figlie di una sceneggiatura curatissima a base di dialoghi perfetti, mai noiosi e sempre in grado di dipingere nel migliore dei modi ogni situazione di gioco.

    Not your cup of tea

    Con tante variabili a disposizione e un mondo da esplorare fatto, prima che di infiniti labirinti, di personaggi memorabili e situazioni stimolanti, Persona 3 ha moltissimi assi nascosti nella manica per incollare il giocatore per più di un centinaio d'ore, complici le subquest ben strutturate e il livello di difficoltà.
    Grazie all'opzione continue plus disponibile dopo aver portato a termine l'avventura una prima volta, è poi possibile correggere eventuali "errori di socializzazione" ed andare fino in fondo ad ogni Social Link, per seguire le vicende di ognuno degli amici dei protagonisti. Affezionarsi a questi comprimari è facile, quasi un obbligo, e solo vedere dove portano i loro problemi quotidiani, i loro sogni, rappresenta un forte incentivo alla rigiocabilità.
    Questo dimostra come Persona 3 sia un prodotto completo e curatissimo sotto ogni aspetto.
    Purtroppo, però, ciò non significa che sia accessibile a chiunque.
    Innanzitutto il titolo giunge sul mercato nostrano con molti mesi di svantaggio rispetto all'uscita americana, per non parlar di quella giapponese, appesantendo il divario tecnico tra PS3 e le console Current-Gen.
    Inoltre, lo spiccato spirito orientale del titolo, misto a tematiche forti (non dimentichiamo il controverso metodo di evocazione delle Persona, che prevede lo spararsi alla tempia con una pistola chiamata Evoker) potrebbe rendere il prodotto atlus un boccone troppo amaro da digerire per molti teen ager, ma al tempo stesso troppo, almeno in apparenza, poco maturo per i più grandi.
    Per concludere vanno tenute in conto la stessa meccanica di gioco, troppo complessa e ripetitiva, votata al grinding e al power playing selvaggio (bisogna pianificare con cura troppe azioni, anche fuori dal dungeon), e non ultima la difficoltà elevata, specie a confronto dei semplicissimi e semplicistici giochi di ruolo che circolano negli ultimi anni.

    Persona 3 Persona 3Versione Analizzata PlayStation 2E' chiaro come Atlus si rivolga con Persona 3, ancora una volta, ad una fetta ben precisa di utenza: quella dell'hardcore gamer, proponendo però qualcosa che va ben oltre il solito RPG. Che il destino dei giochi di ruolo di grande qualità sia restare riposti negli angoli meno illuminati degli scaffali del vostro negozio di fiducia? Davvero l'eccessiva complessità di un titolo o l'intento di focalizzare gli sforzi in fase di sviluppo su un gameplay ricco di variabili a sfavore di una grafica esagerata sono un motivo sufficiente a meritare il disinteresse dell'utenza? Quando passerete davanti a quella copia solitaria di Persona 3, domandatevi questo ed altro. Ma se deciderete di raccoglierla e farla vostra, non lamentatevi: vi avevamo avvertito che non avrebbe fatto per voi.

    8.5

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