Pikuniku Recensione: l'insostenibile leggerezza di Devolver Digital

Sectordub debutta con una strampalata avventura platform, costruita attorno alla surreale odissea di una creaturina bipede in un universo sopra le righe.

Pikuniku Recensione: l'insostenibile leggerezza di Devolver Digital
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  • Pc
  • Switch
  • Il bello di Pikuniku, l'ultimo nato di casa Devolver Digital nonché la primissima opera del novello studio anglo-francese Sectordub, è che basta appena uno screen per capire tantissime cose. L'avventura del bizzarro Piku, un esserino bipede colorato di rosso, nasce da una singola immagine, o per meglio dire da una gif creata un paio di anni fa da Arnaud De Bock (già autore della grafica di Reigns: Game of Thrones): con i suoi colori piatti e le sue forme semplici, uno screenshot qualsiasi di Pikuniku pertanto capace di trasmettere l'atmosfera strampalata di un gioco semplicemente adorabile. Un divertissement senza chissà quali pretese, a cui va tuttavia riconosciuto il merito di avere stile da vendere, una personalità spiccata e persino qualcosa da dire all'interno del panorama videoludico.

    Eccentrica stamberia

    Pur supportato dall'accattivante aspetto estetico (con quel feeling vettoriale immediatamente riconoscibile, sulla scia di cult di successo quali Locoroco e Patapon), Pikuniku non si sorregge soltanto sulla sua direzione artistica, su mostriciattoli a profusione e simpatici occhietti appiccicati qua e là: al contrario, il cuore del titolo di debutto di Sectordub batte con un'anima a metà strada tra l'avventura e il platform narrativo, con una vaga spruzzata di elementi puzzle e di stramberie.

    Nella confortante semplicità e nella sincera capacità di sorprendere l'utente si nasconde larga parte del fascino di un gioco che, senza particolari ambizioni, mette l'utente al centro di un viaggio assurdo. Un'epopea che comincia con il povero Piku imprigionato all'interno di una grotta in compagnia di un fantasma (con una citazione iniziale da The Legend of Zelda, capace di mostrare immediatamente l'acume della scrittura) e che prosegue poi verso territori che spaziano tra l'inesplorato e l'imprevedibile.

    Situazioni assurde che non sarebbe giusto anticipare in questa sede, perché come accennato in precedenza parte del divertimento di Pikuniku sta proprio nello scoprire quale altra follia ci aspetterà dietro l'angolo, merito anche di un cast di buffi personaggi che non sfigurerebbero in una delle creazioni del buon Keita Takahashi (ovvero il papà di Katamari Damacy e di Wattam).

    Da fuori tutto sembra colorato, allegro, solare. Ma siamo sicuri-sicuri che il tizio che regala montagne di soldi ai cittadini del villaggio non nasconda nulla?

    La linearità di fondo che contraddistingue il gameplay non soltanto non disturba affatto, ma al contrario rende Pikuniku il videogioco ideale per "staccare" da blockbuster particolarmente impegnativi, concedendosi su per giù quattro ore di relax in compagnia di esserini che, seppur privi di arti o di chissà quale espressività, riescono comunque a bucare lo schermo e a coinvolgere nelle loro deliranti peripezie. Anche le attente indicazioni sul da farsi - è impossibile perdersi o rimanere bloccati - e i ritmi alquanto rilassati contribuiscono a instaurare un clima di piena spensieratezza: con la sua colonna sonora sperimentale e le spassose animazioni da cartone animato, Pikuniku finisce per proporsi come un'esperienza sui generis che distrae, strappando qualche sorriso e mettendo di buon umore.

    Paradossalmente, pregi e i difetti di Pikuniku stanno per una volta sullo stesso lato della medaglia: la sua leggerezza, il suo disimpegno, la sua semplicità, addirittura il suo essere quasi inconcludente e deliberatamente un po' vacuo possono, a seconda dell'utente e della sua attitudine, trasformarsi in bonus così come in malus. Di certo, Sectordub non ha fatto nulla per nascondere l'essenza della sua opera prima, provando a confondere le acque con strani mezzucci o altezzose rivendicazioni artistiche: Pikuniku è proprio quel che sembra, ovvero un'avventura delicatamente matta.

    Se vi affascina l'idea di trascorrere qualche ora insieme ad un mostriciattolo che può solo saltare, camminare e rotolare, date pure fiducia a Devolver Digital: il dinoccolato Piku non vi deluderà, e anzi si lascerà gustare con piacere, anche senza mai divenire rimarchevole o memorabile. Se al contrario siete alla ricerca di enigmi geniali, di una storia appassionante, di un gameplay degno di nota o anche solo di una direzione ben definita, passate oltre senza pensarci un istante: non è decisamente questa la proposta adatta alle vostre esigenze.

    In chiusura, una nota sulla modalità co-op: al di là dell'avventura principale, che rappresenta al 99% il fulcro del prodotto, sono disponibili nove livelli bonus da affrontare in cooperativa locale (più una versione rivista e corretta del basket da giocare con i piedi, in furiosi testa a testa 1vs1). Per quanto si tratti di sfide accessorie, di un extra appassionante ma che non può purtroppo diventare di per sé una ragione sufficientemente valida all'acquisto, le brevi missioni a due dimostrano di funzionare piuttosto bene: ci si deve aiutare a vicenda, bisogna ragionare a voce alta, e la componente platform si fa indubbiamente piacevole.

    In coppia un giocatore controlla l'omino rosso Piku e l'altro l'omino giallo Niku. Ovvio, no?

    In queste fasi co-op la memoria non può non tornare a certi passaggi di Snipperclips, qui riproposti con una formula magari leggermente più scontata ma anche meno frustrante. Insomma, in compagnia di un secondo giocatore potreste avere l'occasione di dedicare a Pikuniku una sfiziosa oretta extra, per un tipo di esperienza che con i Joy-Con di Nintendo Switch assume un'ulteriore marcia in più, anche in virtù della struttura mordi e fuggi dei livelli, perfetta per partite rapidissime e pienamente adatta alla natura della console della Grande N.

    Pikuniku PikunikuVersione Analizzata Nintendo SwitchPikuniku è un'avventura strampalata fatta di forme semplici, colori vivaci e atmosfere insolite: un videogame diretto e immediato, che colpisce con la sua indole singolare e la sua convincente realizzazione tecnica. I lati positivi e quelli negativi della curiosa Odissea del mostrino Piku finiscono per essere per assurdo gli stessi: l'opera prima del collettivo Sectordub intrattiene e distrae, senza però lasciare un segno al di là dei toni spensierati ed allegri. Questa leggerezza di fondo non è necessariamente un problema, a patto di avere ben chiaro quello a cui si va incontro.

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