Recensione Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo per PC

Vivi in punta di spada

Recensione Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo per PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • Orsù uomini alle barche

    L’hype creatosi attorno il fenomeno Pirati dei Carabi è degno di quello di saghe ben più famose quali Star Wars o Lord of the Rings. Parte di questo forse insperato successo lo si deve sicuramente alla magistrale interpretazione di Jhonny Depp nei panni del pirata Jack Sparrow, che in due film su tre riesce, con la sua capacità e il suo carisma, a far chiudere gli occhi su una trama stentorea e su comprimari decisamente meno efficaci che nel primo film; interpretazione contornata, sicuramente a regola d’arte, da una serie continua di gag e situazioni al limite del ridicolo da far sembrare la saga una trasposizione cinematografica del grande Monkey Island di Lucas Arts (ogni buon giocatore ha sprecato ore a cercare le numerosissime analogie). Poteva il pirata più sfortunato di sempre stare lontano dagli schermi videoludici? Assolutamente no, ed infatti, a meno di un anno da una pessima esperienza mutuata con “Legends of Jack Sparrow”, deludentissimo action a scorrimento assolutamente indegno del nome che portava, Disney ci riprova con Ai Confini del Mondo, titolo multipiattaforma (mancava solo che lo mettessero su Spectrum) che porterà i giocatori a ripercorrere le fasi salienti di entrambi i seguiti de La Maledizione della Prima Luna. Radunate ciurma, spada, pistola...e non dimenticate il cappello!

    Nessuno è venuto a salvarmi perché sentiva la mia mancanza?

    La Disney sembra aver imparato dalle passate esperienze, presentando dopo un fallimentare action game a scorrimento... un altro action game a scorrimento! Proprio così: ne Ai Confini del Mondo impersonerete a turno i quattro protagonisti della pellicola (principalmente Capitan Jack Sparrow, ma anche Will, Elizabeth e il mitico Barbossa) attraverso linearissime missioni nelle quali sarete impegnati ad abbattere decine e decine di nemici (che gentilmente verranno però sempre in gruppi di tre) tramite una buona serie di combo (consigliato quindi l’uso di un buon joypad) o, marginalmente, dilettati da alcuni canonici, ma divertenti, sottogiochi inseriti lungo il percorso: si va da semplici duelli con boss di fine livello a sfide a Dadi Pirata e a Texas Hold'em (variante americana del nostrano poker) fino ad una particolare sezione, che prende il nome di “jackanismo”, nella quale, guidando Jack, dovrete premere in tempo i tasti che appariranno in sovrimpressione per ammirare una sequenza filmata nella quale il nostro pirata si sbarazzerà degli avversari (ovviamente in maniera ridicola). Da notare che, per quanto semplici, tali minigame risultano davvero piacevoli, ed in grado di interessare l’utente, e perfino di portarlo a ripetere i livelli in cui dovesse averli falliti.

    Non meno appassionanti risultano i duelli, pur nella loro linearità: i nemici arrivano e vengono ammazzati, ma la serie di combo è ragguardevole così come i diversi trucchi attuabili per liberarsi più in fretta di un avversario troppo ostico: si va dalla classica pistolettata in faccia (“Giochi sporco...” “Pirata.”) allo sciogliere una cima facendo cadere una vela in testa ai nemici, fino a scansare un attacco facendo volare l'avversario in acqua (o dentro una botte) e altri mezzucci non proprio leali ma sicuramente divertenti. Ottime alcune sequenze speciali tratte direttamente dalla pellicola, come il duello nella ruota del mulino o la lotta contro il Kraken a bordo della Perla Nera.

    Deludenti invece le skin dei nemici. Nonostante le tipologie di avversari siano parecchie (pirati, carcerieri, giubbe rosse, uomini-pesce, sicari, soldati della compagnia) per ogni tipo una sola skin ricavata spesso da un modello base comune è davvero troppo poco, e andare avanti ore e ore di gioco a sterminare ondate di cloni può, alla lunga, rivelarsi davvero ripetitivo. Da notare inoltre che l’IA di cui sono dotati gli avversari non si dimostra all’altezza della situazione, presentando fin troppo spesso gente che si incastra nei muri, negli spigoli o che resta ferma ad aspettare di essere ammazzata...

    Temi tu la Morte?

    Ad una giocabilità godibile minata da alcuni piccoli difetti dobbiamo purtroppo accostare uno dei comparti tecnici peggiori degli ultimi anni: innanzitutto da un titolo basato su una famosa serie cinematografica ci si aspetterebbe, almeno, una serie di immagini e filmati ripresi dalle pellicole citate (un ottimo esempio di questo era il discreto Ritorno del Re di Eletronic Arts) mentre invece non avrete mai una sola occasione di vedere una scena che non sia stata creata col motore grafico del gioco. Quest'ultimo, per altro, risente dello sviluppo multipiattaforma, e la sua qualità è in linea con quella della versione PS2 piuttosto che essere assimilabile ai risultati delle console di nuova generazione: modelli appena abbozzati, skin deludenti, texture spoglie, fondali ripetitivi, dettagli assenti, risoluzione massima ferma ai 1024x780 pixel, nessuna implementazione di filtri e anti-aliasing, con in compenso frequenti casi di compenetrazione poligonale (che gioia vero?). L'impressione globale è quella di essere di fronte a un prodotto di molti anni fa. A salvare parzialmente la situazione vengono le animazioni, decisamente ben riuscite (soprattutto quelle del protagonista) e fluide, numerose, in tema con i personaggi: sicuramente adatte ad un comparto tecnico di ben altra levatura.
    Qualcosa su cui invece Pirati dei Carabi è un investimento sicuro sono le musiche: sono quelle della pellicola, quindi nulla da dire: Klaus Badelt si fa sentire anche nei nostri PC e abbattere soldati con He is Pirate in sottofondo o vedere apparire uomini-pesce dal nulla con la minacciosa “The Kraken” a volume sempre più elevato sono esperienze che meriterebbero da sole il prezzo del gioco (se magari fosse budget). Malissimo invece le voci: recitate bene, sicuramente, calate nei personaggi ma non quelle dei doppiatori della pellicola, e questo è un problema decisamente da non sottovalutare.

    Tartarughe marine...

    Ai Confini del Mondo può essere completato in meno di una dozzina di ore: probabilmente un giocatore esperto può venirne a capo in una accanita sessione pomeridiana. Ad aumentare la longevità, oltre alla voglia di rigiocare alcune parti non riuscite al primo tentativo (jackanismi su tutti), la possibilità di sbloccare una serie notevole di contenuti speciali completando le facili missioni secondarie e raccogliendo i numerosi dobloni sparsi in giro per le ambientazioni: è possibile giocare con pressoché qualsiasi personaggio della pellicola, da David Jones ai Pirati Anziani, passando per Lord Beckett, Norrington e decine di altri. Ci sono inoltre diverse modalità secondarie quali sfida (nella quale si deve resistere a ondate sempre crescenti di nemici) e addirittura un deathmatch a due giocatori come se fosse un picchiaduro di vecchia generazione...si tratta di un tentativo di allungare un sugo forse ripetitivo, ma resta comunque un elemento da tenere in considerazione e che ha sicuramente aiutato a portare il giudizio sulla sufficienza.

    Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo Pirati dei Caraibi: Ai Confini del MondoVersione Analizzata PCIl secondo prodotto su licenza Pirates of The Caribean che arriva su PC è decisamente superiore al predecessore. C’è Jack Sparrow, ci sono i duelli -peraltro ben supportati da un sistema di combo assai ricco-, c’è tutto ciò che si vede nella pellicola (tranne la pellicola stessa) e in generale il gioco diverte ed intrattiene in maniera più che degna. Peccato che l’aspetto tecnico mediocre, l’IA stentorea, le voci non originali e una longevità più bassa rispetto lo standard abbiano fatto calare inesorabilmente il voto fino a toccare appena una sufficienza, quando il materiale per aspirare a qualcosa di più c’era tutto.

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