Recensione Planetary Annihilation

Uno strategico su scala interplanetaria

Recensione Planetary Annihilation
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  • Pc
  • Era il lontano 1997 quando la software house Cavedog Entertainment lanciò sul mercato Total Annihilation, titolo che oggi è ricordato come una gemma del genere RTS, fieramente collocato in quella che possiamo considerare la mitica epoca d'oro del PC gaming. Purtroppo Cavedog non fece in tempo a godersi la gloria che dovette chiudere i battenti qualche anno più tardi, e i giocatori furono costretti aspettare sino al 2007 per vedere la pubblicazione sul mercato di Supreme Commander, successore spirituale della saga. Lo strategico di Gas Powered Game rivoluzionò il genere ancora una volta, sopratutto in termini quantitativi. Il titolo era infatti capace di animare a schermo migliaia di unità, una quantità tale che era possibile giocarci con un secondo monitor ed assegnargli la funzione di "minimappa". Qualche anno dopo uscì anche un Supreme Commander 2, ma il titolo non attecchì come il primo allontanando così l'IP dalle luci della ribalta.
    Tuttavia, sembra che la saga sia dura a morire, dato che alcuni sviluppatori di Cavedog e Gas Powered Game si sono riuniti sotto la bandiera di Uber Entertainment lanciando con successo una milionaria raccolta fondi su Kikstarter per Planetary Annihilation. Grazie anche al vivido interesse dei fan, dunque, questo progetto è approdato su Steam, nella sua versione definitiva, proprio in questi giorni.

    TI ANNICHILISCO IL PIANETA

    La trama di Planetary Annihilation è molto semplice ed al tempo stesso efficace, introdotta in maniera diretta e lineare. Costruite per combattere una guerra in tutta la galassia, delle macchine senzienti si sono riattivate dopo un lungo periodo di inattività, con l'unico scopo di annientare il nemico: così il giocatore viene “infilato” nel mondo di Annihilation, in uno spazio freddo, inorganico e pullulante di robot assassini. La campagna single player ci pone così l'unico semplice (?) obiettivo di conquistare la galassia e distruggere ogni nemico che incontreremo sul nostro cammino. La modalità in singolo è fondamentalmente divisa in due fasi. Una a turni, nella quale ci sposteremo da un sistema solare all'altro, raccogliendo tecnologie per il nostro esercito, finché non incontreremo una forza nemica e non potremo sottrarci allo scontro. La seconda fase rappresenta il cuore pulsante di Planetary Annihilation, e ci catapulterà sul campo di battaglia. Gli scenari sono enormi e generati randomicamente, includendo di fatto un intero sistema solare con pianeti, satelliti, giganti gassosi e via dicendo. All'inizio dello scontro il giocatore potrà scegliere su quale corpo celeste far atterrare il suo comandante, l'unica unità d'élite del gioco, la cui distruzione causerà inevitabilmente la fine della partita. Il gigantesco robot sotto il nostro comando è in grado di difendersi con devastanti attacchi, ma sopratutto è in grado di costruire alcuni edifici che andranno a costituire la nostra base planetaria. In base alle nostre scelte potremmo disporre di carri armati, agguerriti robot, navi da guerra e aerei. Ciascuna fabbrica permette di costruire dei lavoratori specializzati, che si andranno ad affiancare al nostro comandante permettendo lo sblocco di edifici avanzati. Naturalmente sarà importantissima la gestione delle risorse principali: il metallo e l'energia. la prima si può ricavare costruendo estrattori sopra gli appositi depositi sparsi sulle superfici planetarie, mentre la seconda sarà disponibile tramite l'edificazione di apposite centrali elettriche.
    Fin qui non c'è nulla di nuovo per chi ha giocato ad uno qualsiasi dei capitoli precedenti della “serie” Annihilation, ma la vera novità del titolo sta nel fatto che potremo spostarci da un pianeta all'altro e disporre di armi di distruzione di massa mai viste in uno strategico in tempo reale. Il titolo mette a disposizione diversi modi per spostarsi tra i corpi celesti, ma in ogni caso sarà pressoché obbligatorio costruire una base spaziale. Potremo decidere di trasportare le truppe ad una ad una tramite appositi teletrasporti, costruire una nuova base da zero grazie ai costruttori in orbita, oppure costruire uno "stargate" in entrata ed uno in uscita per consentire un flusso costante delle truppe.

    In Planetary Annihilation, comunque, l'unico scopo è quello di distruggere il comandante avversario, e non importa quante unità nemiche o basi abbiamo annientato. Un sistema del genere, e la rapidità con cui è possibile colonizzare interi settori del sistema solare in cui ci troviamo a giocare, ha permesso a Uber Entertainment di sbizzarrirsi sul fronte della potenza offensiva: al giocatore sono concessi strumenti dalla capacità distruttiva impressionante, che possono essere utilizzati per massacrare il folto contingente avversario. Potremo optare per le classiche armi nucleari, che però possono essere neutralizzate da una batteria antimissili, oppure potremo sbarcare su un piccolo satellite, costruire dei giganteschi motori e lanciarlo contro il pianeta del nemico causando un disastro di proporzioni bibliche. Infine i Darth Vader in erba potrebbero incappare in un sistema stellare con una “piccola luna di metallo”, per poi accorgersi che si tratta di una versione videoludica della Morte Nera.
    L'esaltazione che si prova ad avere per le mani strumenti così 'risolutivi' l'abbiamo provata raramente in altri strategici.
    Sul fronte dell'intelligenza artificiale dei propri “commilitoni” siamo su livelli decisamente buoni: data la vastità degli scenari è possibile impartire ordini su scala planetaria, come code di costruzioni molto lunghe o spostamenti che prevedono molti ostacoli sul percorso e che vengono opportunamente aggirati: qui Uber Entertainment si merita tutto il nostro plauso.
    Anche l'IA che gestisce il nemico è molto agguerrita e persino a livello "normale" saprà mettervi sotto torchio sin dai primi minuti della partita, finendo con lanciarvi contro missili nucleari a non finire. Tanto che, a volte, è più facile disputare una partita contro avversari umani visto che, nelle fasi più avanzate di gioco, risulta molto complesso e caotico controllare più insediamenti disposti su vari pianeti contemporaneamente.
    A tal proposito, è bene confermare che l'impianto strategico messo in piedi dal team dà il meglio di sé proprio in multiplayer. Del resto, la campagna principale risulterà dopo qualche ora un po' riduttiva, sia per l'assenza di una trama trascinante che per una progressione che vi costringe a sfruttare determinate tecnologie, senza lasciarvi tutta la libertà interpretativa che invece potrete avere nei match contro altri giocatori.
    Purtroppo, per chi decide di lanciarsi nell'impresa, non esiste alcun tutorial, eccetto un misero video che vi espone grossomodo le principali meccaniche di gioco. E' davvero un peccato che su questo fronte il titolo si dimostri quasi disinteressato a conquistare i neofiti. Ma del resto, c'è anche da dire che Planetary Annihilation non è un prodotto per avventori occasionali: prevede infatti partite molto lunghe, che arrivano anche a superare l'ora, specialmente se vengono disputati match da 8vs8.

    HOUSTON ABBIAMO QUALCHE PROBLEMINO

    Purtroppo non tutto il lavoro degli sviluppatori appare solido come dovrebbe essere. A cominciare dal sistema procedurale per la creazione dei sistemi solari, che da una parte consente si di godere scenari sempre nuovi ed inediti, ma dall'altra non raramente genera corpi celesti che seguono orbite sfalsate, andando a collidere gli uni contro gli altri proprio nel bel mezzo della partita. Provate ad immaginare quindi la frustrazione di vedere i progressi di una partita in fase avanzata andare in fumo con l'eliminazione di tutti i comandanti sui pianeti in collisione.
    Inoltre, seppur sia una peculiarità della saga quella di poter creare eserciti da centinaia di unità a schermo, il titolo presenta grossi problemi di gestione della telecamera, costringendo il giocatore ad un costante "zoom out" e facendogli così perdere di vista la microgestione, ma anche la possibilità di gustarsi quello che il motore grafico di Planetary Annihilation è in grado di offrire con i suoi dettagli.

    Un altro grosso problema riguarda i rapporti fra l'enormità del titolo e la reperibilità delle informazioni sulle unità del nostro esercito. Se per esempio si dovesse inviare un radar satellitare su un pianeta che sospettiamo ospitare forze ostili, questo -giunto in orbita- potrebbe essere distrutto senza che il giocatore se ne accorga. Questo perché il titolo è eccessivamente dispersivo, e l'interfaccia non fa molto per assicurare che le informazioni utili arrivino al giocatore; alle volte ci è capitato persino di perdere di vista la nostra base. Naturalmente esistono hotkey ed anche un sistema che vi permette di ottenere un picture in picture per tenere sempre d'occhio i pianeti o punti di interesse: date quindi un'occhiata alle opzioni avanzate, e cercate di personalizzare al meglio la vostra interfaccia.

    GRAFICA COSMICA

    Il motore grafico di Planetary Annihilation è in grado di mostrare a monitor un intero sistema solare, consentendo al giocatore di zoomare sino alla superficie dei pianeti per osservarne ogni minimo particolare. Naturalmente le dimensioni dei corpi celesti non sono in scala reale ma, lo ammettiamo, l'impatto visivo è davvero notevole sia per la varietà che quantità. Merito anche di un sapiente uso del cell shading, che dà al titolo un aspetto molto fumettistico, perfettamente in linea con l'ambientazione di gioco. Quello che più colpisce però è l'uso delle ombre dinamiche generate dall'unica fonte di luce presente nello scenario, la stella posta al centro del sistema. Questo significa che le fasi giorno/notte di un pianeta o le ombre proiettate dall'unità sono rese non solo in tempo reale, ma definite anche dalle orbite e allineamenti. Oltretutto Planetary Annihilation, con le sue megalomanie da distruzione di massa, non poteva presentarsi senza un motore fisico in grado di deformare le superfici generando crateri o "spezzando" i pianeti a seguito di devastanti esplosioni. Peccato solo che tutti questi dettagli vengano "persi" quando si è costretti a tenere un livello di zoom distante per tenere d'occhio il quadro della situazione generale.

    Naturalmente il colpo d'occhio così denso ha un prezzo che si quantifica in termini di prestazioni e caricamenti molto lunghi. Sulla nostra macchina di fascia media (I5 2500, 8 gb di ram, con una Nividia 770 ti) siamo stati costretti ad abbassare le impostazioni da “ultra” ad “alte” (a 1080p), a causa di un framerate troppo ballerino nelle fasi più concitate.
    Anche il sonoro si attesta su ottimi livelli come la controparte grafica. I campionamenti ambientali sono riusciti sopratutto per ciò che concerne le unità, ma è con la colonna sonora che Planetary Annihilation eccelle: le tracce, estremamente evocative, aiutano ad esaltare il pathos epico della battaglia. Non a caso le musiche sono state affidate ad un orchestra sinfonica come premio raggiungimento di un "funding goal" su Kikstater.

    Planetary Annihilation Planetary AnnihilationVersione Analizzata PCPlanetary Annihilation racchiude in se tutte le potenzialità per un grande strategico in tempo reale. “Grande” in tutti i sensi, se non addirittura enorme. Peccato che la versione definitiva sia stata pubblicata con un po' troppa frettasu Steam. Il titolo infatti presenta diversi problemi, tra cui una gestione della telecamera poco precisa, "collisioni" tra pianeti non desiderate, una campagna in singolo poco entusiasmante, un tutorial pressoché assente ed un engine grafico poco user friendly per le schede grafiche di fascia medio/bassa. A parte questo, se siete fan della serie e siete in grado di sopperire ai problemi sopraelencati, sicuramente il lavoro di Uber sarà in grado di offrirvi buone soddisfazioni, grazie ad un'IA molto curata, interi sistemi solari dove combattere con armate gigantesche, una colonna sonora da urlo e -sopratutto- livelli di distruzione mai visti prima.

    7.5

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