PlayStation 5 Recensione: la console next-gen Sony alla prova

PlayStation 5 rappresenta la nuova generazione dei videogiochi secondo Sony: come se la cava al debutto la console next-gen della casa giapponese?

PlayStation 5
Recensione: PlayStation 5
Articolo a cura di

Esce dalla confezione con la sua stazza imponente, il peso deciso e le forme "organiche", enorme eppure a suo modo elegante. I render non hanno mai reso giustizia a PlayStation 5, la console con cui Sony inaugura la sua next-gen. Perché se le dimensioni della macchina sono generose se non addirittura sovrabbondanti, è altrettanto vero che il design non può definirsi affatto sgraziato. Le plastiche laterali di ottima fattura, non completamente bianche ma anzi virate leggermente sul grigio, contrastano efficacemente con il corpo centrale nero, lucidissimo, che riflette la luce.

Sono i dettagli, alla fine dei giochi, che contano: il logo PlayStation scavato in un angolo della scocca, i simboli storici del brand che ricoprono l'interno delle superfici, l'illuminazione discreta dei led ed una naturale propensione a far risaltare - anche da angolazioni molto diverse - i vari elementi che costituiscono l'hardware, bastano a trasmettere la sensazione di una macchia statuaria ma gradevole. La vista laterale è composta da un unico blocco chiaro, quella frontale ha un'elevazione monolitica, quella obliqua gioca ottimamente sulle bicromie. E PS5 sta bene anche in orizzontale, "sdraiata", anche se l'operazione per applicare la base non è del tutto immediata. Meglio dunque scegliere una collocazione definitiva e non pensarci più.

Al di là delle considerazioni estetiche, tuttavia, il design della nuova PlayStation un problema ce l'ha, ed è quello degli ingombri: Sony lancia quella che di fatto è la console più grande della storia, procurando qualche grattacapo a chi deve combattere con gli spazi domestici. Non si può dire che il processo d'ingegnerizzazione sia stato del tutto virtuoso, insomma, ma in fin dei conti l'azienda nipponica non se l'è cavata male. I tempi della prima PS3 sono per fortuna un lontano ricordo.

Esperienza d'uso: primo impatto

Nonostante il packaging al risparmio, organizzato alla maniera di PS4 PRO, la macchina manda fin da subito un messaggio molto chiaro: le linee flessuose, il pad dalle forme inedite, l'abbandono di alcuni elementi tradizionali come i simboli colorati sul controller, annunciano apertamente la volontà di rompere con il passato, trasmettendo così l'idea di un prodotto che inaugura una stagione nuova.

E lo stesso fa anche l'interfaccia, ripensata quasi completamente. Le schermate delle opzioni sono sostanzialmente identiche a quelle che già conosciamo, ma la vecchia Cross Media Bar lascia il posto ad un sistema operativo dal look rivoluzionato.

La disposizione di alcuni elementi non convince ancora del tutto, e per imparare a navigare fra Carte Attività e Game Base serve un periodo di adattamento. Questa sensazione di scoperta graduale è sulle prime molto trascinante, e trasmette - assieme alle funzionalità del DualSense - quella partecipe curiosità che non dovrebbe mai mancare all'alba di una nuova gen. Stupisce su tutto l'estrema responsività dell'interfaccia, oltre che ad un mix ricercato fra eleganza e praticità. Muoversi tra le arie schermate, accedere allo Store integrato (finalmente senza tempi morti), spostarsi con un click dalla propria raccolta alla collezione di titoli disponibili sui servizi in abbonamento, è un'esperienza che stacca di diverse lunghezze quella, claudicante, di PS4.

La rapidità del sistema è sottolineata anche dallo startup (se viene lasciata in stand-by la console si accende in appena un paio di secondi), e se è vero che non esiste una funziona simile al Quick Resume, lanciare un gioco come Spider-Man Miles Morales è questione di attimi: 7-8 secondi per raggiungere la selezione del file di salvataggio, un altro paio per trovarsi proiettati direttamente a New York. La velocità fulminante dell'SSD di PS5 riduce le barriere d'ingresso e permette di restare sempre ad un passo dai mondi virtuali che vogliamo esplorare.

Rumorosità e TemperatureI nostri test su consumi, rumore e temperature hanno rivelato che la console Sony è molto esigente in termini di assorbimento di potenza, soprattutto quando fa girare i titoli ottimizzati per la Next-Gen (Marvel's Spider-Man: Miles Morales e Astrobot). Mentre quando si avviano titoli della scorsa generazione (abbiamo effettuato un test su DOOM Eternal) le temperature di lavoro restano tutto sommato contenute (42°), allontanandosi soltanto di qualche grado dai valori registrati sulla Dashboard (38°), con i prodotti più esosi in termini tecnici si sale in maniera percepibile (49° per Astrobot, 53 per Miles Morales a 60fps).Per fortuna i livelli di rumore sono buoni, molto ridotti rispetto a quelli di PS4 PRO: nelle situazioni di stress il suono della ventola sulla vecchia console raggiungeva anche i 70decibel, mentre qui ci si attesta attorno ai 43db. La ventola produce un lieve rumore meccanico: un suono che è sempre più avvertibile rispetto a quello, quasi impercettibile, di Xbox Series X. Nota di demerito per il processo di lettura da disco, che produce un rumore non particolarmente intenso ma con frequenze decisamente fastidiose. Sicuramente non vorrete giocare mentre PS5 sta installando i giochi in formato fisico sul suo SSD.

Uno degli elementi più critici della nuova interfaccia, invece, è rappresentato dalla Game Base: un luogo in cui organizzare i party e attivare le voice chat, che allo stato attuale dei fatti non ci è sembrato del tutto funzionale. In pratica ogni conversazione avuta fino ad oggi con qualsiasi altro utente viene trasformata in un "Gruppo" (un Party), che può essere espanso aggiungendo nuovi partecipanti. Il Party non va creato ogni volta: è uno spazio persistente dal quale lanciare una chat vocale, o in cui potrete depositare screenshot e filmati. L'idea di avere sempre a disposizione i vostri gruppi di gioco è sicuramente intrigante, ma il rischio è quello di incappare in quello che potremmo definire "effetto WhatsApp", finendo per essere sovrastati da gruppi di diverse dimensioni e composizioni intersecate. Avremmo forse preferito una gestione più tradizionale della messaggistica. Da citare inoltre che, quando si gestiscono i messaggi, l'interfaccia rapidissima ancora si scontra con i tempi d'attesa leggermente più dilatati di comunicazione con i server, così che richiamare il profilo di un amico risulti in un piccolo "singhiozzo" dell'esperienza complessiva.

Poco male: in tutte le altre occasioni la User Interface è pensata per rimuovere gli ostacoli in cui si incappava fino ad oggi. Installazioni rapide, gestione dei savefile altrettanto immediata, accesso ai trofei finalmente istantaneo, e persino la possibilità di salvare più di una rete per la connessione ad internet, senza dover reinserire ogni volta la password d'accesso.

Un plauso anche per la gestione delle notifiche, che possono essere personalizzate a vari livelli, e persino silenziate solamente per la sessione in corso, grazie ad una comodissima opzione "non disturbare".

Sony ha insomma gettato una base più che solida per il futuro, consapevole che qualche revisione andrà fatta col tempo. Intanto, la gestione del multitasking e l'immediatezza di navigazione sono senza ombra di dubbio le migliori che abbiamo visto in ambito console.

Esplorando le schermate di sistema è possibile finalmente scoprire anche quant'è lo spazio di archiviazione disponibile, e bisogna ammettere che PlayStation 5, su questo fronte, non brilla. Circa 667 GB di spazio restano sull'SSD dopo la formattazione, ed è sufficiente una decina di giochi installati per "ingolfare" il sistema.

Purtroppo chi deciderà di acquistare l'edizione All Digital della console dovrà costantemente fare i conti con questo limite, sfruttando magari lo spazio di archiviazione Cloud del PlayStation Plus per depositare i salvataggi e disinstallando i titoli che non utilizza più. La situazione, in ogni caso, non è tragica, ma non si può affatto definire rosea.

Retrocompatibilità da PS4 a PS5

Capitolo retrocompatibilità. Da citare, anzitutto, l'ottimo catalogo della PlayStation Plus Collection, che può funzionare da pacchetto introduttivo per chi decide di avvicinarsi all'ecosistema Sony per la prima volta, ma svolge anche il ruolo di meraviglioso Best Of della generazione che stiamo per salutare.

Chi negli ultimi anni ha esplorato con sentita partecipazione i cataloghi dei publisher e non si è lasciato scappare nessuna esclusiva, probabilmente, non troverà molti titoli da giocare, ma è innegabile che avere a disposizione un'ampia selezione delle migliori produzioni first party e qualche multipiattaforma d'eccezione non possa che far piacere. Dall'ultimo Uncharted a Bloodborne, da Persona 4 a Days Gone, dentro c'è davvero un titolo per tutti i gusti, che si tratti di appassionati di sparatutto (Battlefield e COD) o di utenti più giovani alla ricerca di un platform colorato (la trilogia di Crash o Ratchet & Clank).

È proprio scaricando i giochi inclusi nella collezione che si può intuire come funziona la retrocompatibilità. Anche in questo caso, purtroppo, non c'è una specifica regola che può essere applicata a tutti i prodotti, e le situazioni variano caso per caso. Ci sono titoli che ripropongono, su PS5, le stesse opzioni grafiche presenti su PS4 PRO, spingendo al massimo risoluzione o framerate. Final Fantasy XV, ad esempio, gira a 60fps stabili nella modalità "Lite" a 1080p, ma non supera i 30fps, se si imposta la risoluzione a 4K.

Altri prodotti, e purtroppo Bloodborne ricade in questa categoria, non traggono nessun beneficio dal passaggio alla next-gen. Altri titoli ancora, invece, grazie all'intervento del team di sviluppo, riescono senza fatica a raddoppiare il framerate senza rinunce in fatto di risoluzione: Days Gone si gioca a 60fps ed è uno spettacolo per gli occhi.

Tra le opzioni non si trova nessuna menzione di un Boost Mode automatico come quello che fu implementato su PS4 PRO, quindi eventuali migliorie apportate ai singoli titoli arriveranno semmai tramite update mirati. La speranza è che tutti i team interni di Sony vogliano aggiornate le loro esclusive. Se siete tra i molti che sognano la resistenza adattiva dei grilletti del DualSense su Death Stranding, tenete però a freno le aspettative, perché all'orizzonte non sembra esserci nessuna integrazione del genere con le funzionalità del pad.

Rivoluzione DualSense

Proprio il DualSense rappresenta uno dei pilastri dell'esperienza Next-Gen che Sony ha approntato per i giocatori. Solido e ben costruito, con un'ergonomia familiare ma un design che rompe gli schemi classici, il pad è stato a ragione al centro della campagna marketing di PS5, viste le sue doti decisamente inaspettate.

L'impatto che i feedback aptici e i trigger dalla resistenza adattiva possono avere sul coinvolgimento è esplicito fin dalla prima prova con Astro's Playroom, breve ma delizioso platform preinstallato nella console.

Tutto quello che Sony ci ha raccontato nei mesi precedenti al lancio assume concretezza, ad esempio quando il controller utilizza una vibrazione "di precisione" - ottimamente distribuita su tutte le sue superfici - per farci sentire la resistenza dei vari materiali, i passi del protagonista, le ragnatele che si agganciano ai palazzi di New York. Sensazioni tattili e acustiche si mescolano per dare più colore all'esperienza di gioco, mentre i dorsali con resistenza adattiva rappresentano una rivelazione se possibile ancora più travolgente. I trigger riescono infatti a simulare pulsazioni e consistenze, scatti e inceppamenti, strappando un sorriso di meraviglia ogni volta che entrano in gioco.

Mentre si può discutere sull'opportunità o meno di mantenere la disposizione simmetrica degli analogici, è inevitabile lodare il grande lavoro svolto da Sony per evolvere in maniera concreta il pad.

C'è da mettere in conto però un'autonomia leggermente inferiore a quella del DualShock 4. Con Astro's Playroom, titolo che amplifica volutamente le sensazioni innescate dal DualSense e fa larghissimo uso anche del microfono integrato, si resta sotto le quattro ore di utilizzo, mentre con altri prodotti si raggiungono più agilmente le sette ore di gioco. Valori non particolarmente esaltanti, ma più che sufficienti per garantire una certa serenità nell'uso quotidiano.

Giochi e lineup di lancio

Infine, è opportuno dare un'occhiata alla line-up di lancio di PlayStation 5, per capire cosa troveremo nella prima fase di vita della console. La proposta approntata da Sony, anche con il supporto delle terze parti, non può certo dirsi di quelle imprescindibili: con il rinvio di Deathloop e di Destruction All Stars a fare la parte del leone sono rimasti sostanzialmente tre prodotti: Marvel's Spider-Man Miles Morales, Demon's Souls e Godfall.

Sackboy Big Adventure è un'esclusiva sicuramente meno in vista rispetto a quelle appena citate, anche se potrebbe fare la felicità degli utenti più giovani. Oltre al supporto dei multipiattaforma (Watch Dogs Legion, COD Cold War, Assassin's Creed Valhalla) ci sono poi degli indie più modesti come Bugsnax (gratis con PS Plus) e The Pathless, che ovviamente non hanno l'ambizione di sottolineare troppo concretamente il balzo tecnologico garantito da PS5.

Come spesso succede nei momenti di ricambio generazionale, non ci si può aspettare che la prima informata di produzioni sia indicativa di quello che ci aspetta in futuro. È vero, del resto, che pure spulciando fra le produzioni first party si trovano due titoli esplicitamente cross-gen e il remake di un prodotto uscito dieci anni fa.

D'altro canto la versione PS5 di Miles Morales riesce già a solleticare chi sente il bisogno di un guizzo tecnico più pronunciato, non solo grazie all'integrazione del Ray Tracing, ma per merito di un dettaglio inarrivabile su PS4 PRO, almeno per quel che riguarda texture ed effettistica. L'illuminazione in tempo reale di Demon's Souls, se non la qualità dei suoi modelli poligonali, assolvono lo stesso compito con ancora più decisione.

Crediamo che sia impossibile dirsi pienamente soddisfatti di questo lancio, anche perché non è mai piacevole registrare troppa timidezza sul fronte delle nuove IP, ma scavando nella memoria abbiamo ricordi di release estremamente peggiori per varietà e quantità dell'offerta.

La presenza di un software preinstallato in tutte le console, infine, è una piccola chicca che non vedevamo da tempo. E Astro's Playroom, il titolo del team Asobi, supera ogni più rosea aspettativa, dimostrandosi perfetto per accompagnare i primi giorni in compagni dai PS5, e andando agilmente oltre i limiti delle classiche tech demo. Senza esagerare, insomma, non possiamo che definire quella di PlayStation 5 una buona partenza, nella speranza che possa esserci un'accelerata già nel primo anno di vita della console.

PlayStation 5 PlayStation 5Versione Analizzata PlayStation 5La strategia comunicativa di Sony, in questo lungo percorso che ci ha portato al lancio di PS5, è stata affannosa e non sempre efficace. E alcune scelte non solo impopolari, ma addirittura difficilmente comprensibili, macchiano questo inizio di generazione. Stiamo anche parlando di dettagli, come la necessità di attendere un aggiornamento del firmware che sblocchi il supporto agli SSD aggiuntivi, che poco hanno a che fare con l'esperienza ludica complessiva che PS5 offre al day one. A livello di progettazione l'hardware di Sony è figlio di un concept un po' datato, ma ci sono comunque innovazioni ben evidenti come un SSD guizzante e un sistema di raffreddamento a metallo liquido. Sicuramente troppo ingombrante per gli standard di una home console, riesce a sfangarla dal punto di vista dell'estetica, pur prendendo delle scelte evidentemente divisive. Dove la macchina brilla fin da subito è nell'esperienza utente: nell'interfaccia nuova, elegante ma funzionale, nella navigazione immediata, nello startup e nel caricamento dei giochi. La line-up di lancio efficace, sufficientemente diversificata e capace in un paio di casi di mettere in tensione i muscoli dell'hardware, è un pacchetto che copre adeguatamente i primi mesi di vita della console. Per altro facendo risaltare un altro protagonista di questo balzo generazionale, ovvero l'ottimo DualSense. Sony parte insomma col piede giusto, ma ha bisogno di limare qualche spigolosità per poter accelerare davvero. Vedremo dove ci porterà questa nuova stagione.