Recensione Pokémon Mystery Dungeon 2

Tornano i mostriciattoli di Nintendo, questa volta senza allenatori e Pokeball

Recensione Pokémon Mystery Dungeon 2
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  • DS
  • Un fenomeno culturale

    Dire che i Pokémon sono i personaggi più importanti che gravitano attorno al marchio Nintendo sarebbe quasi riduttivo; con milioni di giochi venduti in ogni angolo del mondo ed apparizioni in tutti i media (dai fumetti, alla televisione, ai libri, ai peluches), i mostriciattoli tascabili creati nel 1995 da Satoshi Tajiri sono più di un brand di successo: fanno parte della cultura metropolitana degli anni duemila e hanno contribuito a tenere a galla il gigante di Kyoto durante gli anni bui del Nintendo 64 e del GameCube.
    Com'è lecito aspettarsi la grande N ha sfruttato fino al midollo l'intuizione di Tajiri, espandendo di anno in anno la rosa dei Pokémon esistenti (passando dagli originari 151 agli attuali 400 e passa) e facendoli protagonisti di ogni genere di giochi, dai picchiaduro fino ai racing. La serie di Pokémon Mystery Dungeon (nata su Gameboy Advance ma ben presto trasferita sul più moderno Nintendo DS) rappresenta un'interessante variazione sul tema che, per una volta, non ci fa vestire i panni dell'Ash Ketchum della situazione ma ci propone un'avventura alternativa, dove interpreteremo non già un umano ma un Pokemon, o meglio, un umano trasformatosi proprio in uno dei mostriciattoli.

    La nascita di un esploratore!

    All'inizio della vicenda ci sveglieremo su una spiaggia sconosciuta, senza più memoria e radicalmente modificati nelle sembianze. Spaesati ed impauriti, faremo presto la conoscenza di personaggi che ci sveleranno gli antefatti della storia. Un misterioso Pokémon, dopo le presentazioni di rito, ci spiegherà che grandi problemi stanno affliggendo il mondo e che l'unico modo per tentare di risolverli è quello di unirsi alla Gilda degli Esploratori. Rinvigoriti dalla nuova amicizia e desiderosi di capire qualcosa riguardo il nostro passato, decideremo così di incamminarci verso la congregazione di esploratori. Una volta all'interno faremo la conoscenza del capo supremo della Gilda, Wigglytuff che, dopo gli sbrigativi convenevoli ci farà cominciare il nostro addestramento come reclute, mandandoci alla scoperta di alcuni Dungeon misteriosi apparsi dopo che il flusso del tempo è stato manomesso da alcuni Pokémon malvagi. Con la convinzione che ristabilire l'ordine nella terra dei Pokémon ci aiuterà a recuperare la memoria e le nostre sembianze originali, decideremo così di accettare le missioni che via via ci verranno assegnate, andando a scoprire alcuni enormi misteri.
    Pokémon Mystery Dungeon si presenta, com'è ormai tradizione per la maggior parte dei titoli che vedono protagonisti i mostriciattoli Nintendo, in due versioni, l'una intitolata esploratori del Tempo, l'altra esploratori dell'Oscurità. Come sempre le differenze sono minime e si riducono fondamentalmente ad alcuni pokemon esclusivi in entrambe le versioni: in Esploratori del Tempo avremo infatti la possibilità di incontrare Celebi, Lucario, Combee, Riolu e Pachirisu, mentre nell'altra versione (Oscurità) avremo Rotom, Burmy, Lopunny, Buneary e Mewtwo. La trama e tutte le location di gioco non variano, dunque l'unica discriminante nel scegliere la versione sarà data dal vostro amore per i Pokémon presenti.

    Shiren the Wanderer ver. 2.0

    Prima di cominciare a giocare ci verrà chiesto, come in ogni RPG che si rispetti, il nome da dare al nostro protagonista e, in seguito, saremo sottoposti ad un semplice test psicologico che permetterà al gioco di scegliere quale mostriciattolo andremo ad interpretare. Ognuno dei possibili candidati, infatti, ha caratteristiche uniche che influenzeranno la partita, rendendola irripetibile e costringendo il giocatore ad adattare le proprie tattiche all'indole ed al tipo di Pokémon prescelto.
    Ecco la lista di tutti i sedici Pokémon che potrebbe capitarci di interpretare: Bulbasaur, Charmander, Squirtle, Pikachu, Meowth, Chikorita, Cyndaquil, Totodile, Treecko, Torchic, Mudkip, Skitty, Turtwig, Chimchar, Piplup, Munchlax.
    A questo punto dovremo scegliere, fra i 15 esclusi, chi sarà il nostro compagno d'avventure. Una volta sbrigate queste formalità iniziali e dopo aver completato un breve dungeon introduttivo, saremo finalmente pronti per svolgere le missioni che ci verranno affidate da Chatot, il luogotenente di Wigglytuff. La struttura di gioco si ripete bene o male costante con l'avanzare dei livelli. Dovremo scegliere se occuparci del recupero di alcuni oggetti perduti dai Pokémon che chiedono aiuto alla Gilda oppure dare la caccia ad alcuni criminali che infestano i Dungeon. E sono proprio questi il vero fulcro del gioco: generati casualmente ad ogni partita mediante un algoritmo frattale, i misteriosi labirinti metteranno a dura prova le nostre capacità tattiche ed orientative, costringendoci spesso a lavorare in squadra con il nostro compagno controllato dalla CPU (e altri due alleati, per un totale di quattro personaggi per il nostro party). Di piano in piano, infatti, i mostri avversari che incontreremo saranno sempre più pericolosi e sarà necessaria un'ottima coordinazione nel team per poter avere la meglio. Fortunatamente Chun Soft (che ha sviluppato il gioco) è riuscita a costruire un RPG strategico profondo e riflessivo pur mantenendo un'interfaccia semplice e chiara senza troppe opzioni e statistiche da decifrare. Il movimento dei personaggi sul campo segue regole precise: per ogni azione che compierà il nostro alter ego, seguirà prima il turno dei nostri compagni, poi quello di tutti i mostri messi in gioco dalla perfida CPU. I due parametri fondamentali da tenere d'occhio saranno l'indole dei membri del nostro party (che potremo far variare in maniera dinamica durante la partita) ed il loro QI; combinando nel modo giusto queste caratteristiche potremo costruire passo dopo passo il team perfetto, bilanciando con attenzione elementi come l'aggressività dei membri e la tendenza ad affidarsi alle mosse speciali; dovessimo fallire nell'impresa andremo incontro a Game Over frequenti e dolorosi, dato che ad ogni morte perderemo tutto il denaro raccolto e la gran parte degli oggetti che portavamo con noi.
    Una volta capito il meccanismo di gestione della squadra, ed appreso l'uso degli oggetti non solo per curare status alterati e ferite, ma anche per tenere a bada la fame ed attaccare i nemici (grazie a sassi, aghi ed altri oggetti da lancio), potremo affrontare anche i Dungeon più impegnativi senza alcuna remora.
    I parametri del compagno possono infatti essere modificati dinamicamente sia con gli oggetti tipici della serie, come MT e MN o Proteine, che grazie al guadagno di esperienza, grazie a cui si sbloccheranno anche tutte le canoniche mosse speciali da utilizzare per primeggiare in combattimento.
    Nutrendo gli alleati con particolari cibi, poi, potranno rendersi disponibili alcune tattiche extra attivabili o meno in base alle necessità, in grado di aumentare sensibilmente la flessibilità del party. Queste voci determineranno il comportamento dell'alleato nel dettaglio: ad esempio selezionando l’opzione adatta sceglierete se il pokémon vi seguirà o se agirà autonomamente, quali mostri attaccherà e quando utilizzerà oggetti.
    Dobbiamo però segnalare che la curva di apprendimento è piuttosto ripida e capiterà spesso, soprattutto ai giocatori meno avvezzi agli RPG strategici, di essere sconfitti, soprattutto ad inizio avventura. Tuttavia, a chi non demorderà dopo i primi tentativi Esploratori del tempo/dell'Oscurità offrirà un'esperienza per molti versi profonda ed appagante che, seppur priva del fascino della serie principale, sarà in grado di divertire per molte ore. Contando poi il fatto che praticamente ogni location è generata casualmente ad ogni partita e che le combinazioni dei 16 pokemon iniziali offrono ognuna uno stile di gioco sempre diverso, anche il fattore rigiocabilità si alza molto e dimostra come il titolo abbia tutte le carte in regola per occupare molto a lungo il tray del nostro DS, complice anche il numero titanico di side quest. In ogni caso è però innegabile che la struttura fondante, costruita sulle solide basi di Shiren the Wanderer (le cui origini risalgono addirittura allo SNES), mostra tutti gli anni che ha, risultando di tanto in tanto ripetitiva ed a volte addirittura arcaica per via dell'eccessiva verbosità di alcuni dialoghi (veramente stucchevoli ed inutili ai fini della trama), nonchè per il sistema di combattimento ibrido che disorienterà i puristi più incalliti.La componente Multiplayer è piuttosto ampia e ben integrata col sistema della Nintendo Wi-Fi connection: all'interno dei dungeon potremo infatti inviare richieste di soccorso ai nostri amici sia attraverso la normale connessione del DS che tramite la message board del Wii, o aiutare temporaneamente con il nostro Pokémon gli amici in difficoltà, o ancora ricevere mail misteriose grazie a cui guadagnare accesso a nuove aree inedite, ricche di nuovi mostri da aggiungere al nostro party e di preziosi tesori.

    Un gioco di nicchia

    Tecnicamente Pokémon Mystery Dungeon non fa certo gridare al miracolo: la grafica bidimensionale con inquadratura dall'alto è funzionale ma, certamente, non impressiona, così come l'accompagnamento musicale, basato sui temi classici della serie, scritti come sempre dal Maestro Koji Kondo. Né il touch screen né le altre funzionalità del DS (esclusion fatta per il Wi - fi) sono sfruttati dato che, nonostante la possibilità di controllare il gioco tramite lo schermo inferiore, l'uso combinato dei pulsanti dorsali e frontali risulta estremamente comodo e funzionale nonché molto più veloce del pennino. Nello schermo inferiore seguiremo il movimento dei nostri personaggi ed i dialoghi, mentre quello superiore sarà deputato a mostrarci la lista dei comandi disponibili o, in alternativa, la mappa del dungeon che stiamo visitando con tanto di luoghi d'interesse e posizione dei nemici. In conclusione ci sentiamo di consigliare il gioco a tutti gli amanti dei Pokémon e dei Dungeon RPG: in entrambi i casi troveranno pane per i loro denti e, senza dubbio, passeranno molte ore divertendosi; tuttavia l'impianto di gioco molto particolare e l'eccessiva difficoltà iniziale rischiano di spaventare, o peggio ancora, annoiare molti giocatori. Sicuramente Pokémon Mystery Dungeon non è un titolo per tutti, ma fa di questa sua atipicità un punto di forza e, coniugando bene le complesse meccaniche dei giochi "alla Shiren" con la fantasia un po' ingenua del mondo di Pikachu e compari, può riuscire veramente a catturare le simpatie degli utenti, a patto di avere la necessaria pazienza per dedicare al prodotto e sopportare alcune derive infantilistiche che, purtroppo, sono la norma in questo genere di produzioni.

    Pokémon Mystery Dungeon 2 Pokémon Mystery Dungeon 2Versione Analizzata Nintendo DSQuesto nuovo episodio di Pokemon Mystery Dungeon è una versione riveduta e corretta di Squadra Blu e Squadra Rossa, usciti poco più di un anno fa, e ancor prima dei Mystery Dungeon apparsi negli anni ’90 sulle console a 16 bit; tuttavia, nonostante le limature grafiche e l’introduzione di un’interessante componente multiplayer, il gioco mantiene tutti i pregi e tutti i difetti che caratterizzavano i suoi predecessori come una curva di apprendimento troppo ripida, specie considerato il target del prodotto, e le difficoltà nella gestione della squadra. Compratelo solo se sapete esattamente a che genere di titolo vi state rivolgendo, in tutti gli altri casi consigliamo una prova preventiva, per evitare cocenti delusioni.

    6.5

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