Pokemon Let's GO Pikachu e Eevee Recensione: acchiappali tutti su Switch

Pokemon Let's Go Pikachu e Eevee portano lo storico Pokemon Giallo su Nintendo Switch in una veste nuova, a metà strada tra classicismo e contemporaneità.

Pokémon Let's Go Pikachu e Eevee
Recensione: Nintendo Switch
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  • Switch
  • Pokémon Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee! sembrano quasi il risultato di una strana contaminazione. La base del "composto" è una coppia di GdR Pokémon delle origini, a cui si aggiungono ingredienti che provengono dall'universo Pokémon a tutto tondo, comprese le produzioni non videoludiche. I giochi sono due, ma l'operazione è unica: sicuramente rischiosa, sinceramente anche un po' furba. Come tutte le operazioni rischiose e furbette, non ha tardato a scatenare lo sdegno di tutti quei fan duri e puri che aspettavano l'arrivo dei Pokémon "di ruolo" su console domestiche da tanto, troppo tempo. Con un episodio di ottava generazione per Switch annunciato per il 2019, trovarsi dinanzi ad un nuovo dittico di capitoli così difficile da mettere a fuoco non è proprio ciò che vorrebbe un purista. Per altro, la comunicazione adottata da Nintendo e The Pokémon Company dopo la presentazione all'E3 non è stata delle più efficaci, volta quasi esclusivamente a evidenziare l'estremo livello di accessibilità dei titoli in questione. Eppure, dopo avere giocato Let's GO, Eevee! a fondo, crediamo che di argomenti da sfoggiare ce ne fossero, e di molto più convincenti.

    Girovagando per il mondo, la mia sfera lancerò...

    Per esempio, stranisce pensare a quanto poco sia stato detto, nei mesi appena trascorsi, relativamente al fatto che Pokémon Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee!, prima ancora che ai giocatori di primo pelo, strizzino l'occhio con decisione verso chiunque abbia vissuto in prima persona la nascita del "fenomeno Pokémon" negli anni Novanta. La Kanto presa a modello per i due nuovi giochi è infatti la medesima di Pokémon Giallo e anche l'incedere narrativo ricalca bene o male le stesse linee tracciate dall'opera di provenienza. È un fattore importante per accendere in certi giocatori la miccia del ricordo. Per alcuni di loro, rivivere il viaggio partendo da Biancavilla sarà già di per sé emozionante, tra un sentiero ostruito da uno Snorlax dormiente e una sosta nei pressi di quel famigerato furgoncino attorno al quale consumarsi il pollice nella speranza di scovare "quel Mew di cui tutti parlano". Oltretutto la progressione è ora impreziosita da alcune cut scene imbastite con una certa dose di sentimento, splendidi mini-racconti che porteranno a galla memorie del passato: preparate pure i fazzoletti per quando giungerete alla Torre di Lavandonia.
    Detto questo, nel processo che ha portato il 2D di Giallo a esplodere in una tridimensionalità tutta nuova e sgargiante, Nintendo e Game Freak hanno ritenuto opportuno coinvolgere anche il medium televisivo. In altri termini, in Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee! i riferimenti - sia visivi che sonori - alla serie d'animazione del 1997 sono davvero dappertutto. Rispetto agli RPG per Game Boy, ora tutto è più conforme all'iconografia e alla filosofia dell'anime, a cominciare dal rapporto tra l'utente e il suo starter. Non sorprende che Pikachu o Eevee, a seconda della versione giocata, sia l'unica creatura del nostro gruppo a non volere mai entrare nella sfera poké durante l'avventura, né che rifiuti di evolversi ogni qualvolta glielo si chieda.

    Fa sorridere poi il fatto che non avremo il benché minimo arbitrio sulla sua selezione iniziale: sarà la stessa creaturina, nel prologo, a correrci incontro nei pressi di casa per "farsi acchiappare", a conferma di un destino comune e ineluttabile, che ricalca palesemente il legame tra Ash Ketchum e il suo piccolo amico di tipo elettrico. Più in generale, ad aderire all'immaginario temprato dal cartone è l'intero mondo di gioco di Let's GO, Pikachu/Eevee!

    Entro le piazze e all'interno degli edifici di Kanto - sempre ricolmi di citazioni alla cultura dei Pocket Monster e di altri simpatici easter egg - capiterà d'imbattersi in molti volti noti agli spettatori dello show, dall'agente Jenny all'infermiera Joey, fino all'irresistibile trio Jessie, James e Meowth, ovviamente "pronto a partire alla velocità della luce" sotto l'egida del Team Rocket. In linea con i canoni della serie animata è soprattutto il sensibile lavoro di rimodernamento dell'ambientazione e in particolare dell'overworld, ora finalmente abitato da Pokémon visibili sotto forma di modelli poligonali personalizzati e in scala verosimile. Addirittura gli Shiny, i cosiddetti Pokémon Cromatici, possono essere identificati a colpo d'occhio, più grandi o più piccoli della loro normale stazza in base al colore dell'aura che li circonda, rispettivamente rossa o blu. Oltre a donare ai percorsi, ai dungeon e alla mappa una vivacità inedita, una simile scelta mette da parte gli incontri casuali. Una decisione saggia, che ha il doppio pregio di snellire l'avanzamento e di attribuire a ciascun "trainer" una libertà d'approccio ai Pokémon selvatici pressoché integrale, dandogli l'opportunità di soddisfare le proprie esigenze di Pokédex e di leveling a completo piacimento.

    ... ed ogni Pokémon, così, catturerò!

    Le tre doti (più una) di Poké Ball PlusLeggendo avrete già intuito che la Poké Ball Plus, il device alternativo per giocare a Let's GO, Pikachu!/Eevee!, ci ha lasciato qua e là qualche piccolo dubbio, per lo meno quando si tratta di lanciarla -virtualmente parlando- contro il Pokémon di turno. La preferiamo invece in termini di puro controller. Perché di controller vero e proprio si tratta: ha al suo centro una levetta analogica utile a muovere il personaggio e navigare tra i menù, che è inoltre cliccabile, il che equivale a premere il tasto A del Joy-Con. Un secondo pulsante, celato nella metà rossa dell'aggeggio, funge invece da tasto B. La sfera è piccola, si maneggia bene e - a condizione d'impugnarla correttamente - trasmette gli input al gioco in modo adeguato. In più, la Poké Ball Plus (venduta con Mew all'interno) può essere abitata da un qualsiasi Pokémon a nostra scelta, in modo tale da portarselo a passeggio: agitandola, la pallina vibrerà e diverrà luminosa, emettendo il verso in 8-bit del Pocket Monster al suo interno. I giocatori di Pokémon GO, poi, saranno felici di sapere che può essere usata alla bisogna a mo' di Pokémon GO Plus, il famoso braccialetto di cui la Ball incorpora tutte le funzioni. Eppure, nessuno ci toglie dalla testa che il miglior pregio della Poké Ball Plus risieda nel suo essere un pezzo da collezione incredibilmente piacevole da vedere e da toccare. Gommata, compatta, dal valore affettivo inestimabile: proprio un bell'oggetto.

    Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee!, è risaputo, posseggono alcuni elementi ludici in comune con Pokémon GO. Appurata la voglia di creare dei prodotti anzitutto nostalgici, la commistione con l'esperimento di Niantic ha quindi un suo senso ben preciso. In fondo è grazie a GO che quel pubblico ormai trentenne - anno più, anno meno - è riuscito a riconciliarsi col brand, uscendo di casa e coronando il proprio sogno di allenatore. Dove GO mette maggiormente lo zampino, all'interno dei giochi per Switch, è nelle fasi di acchiappo, non più basate sull'indebolimento del Pokémon - se non in pochi casi specifici - bensì totalmente incentrate sul lancio della sfera contro il mostriciattolo di turno prima che se la dia a gambe. La preda ha attorno al proprio corpo una circonferenza grigia, statica, all'interno della quale se ne riduce progressivamente una seconda, di colore differente in base alla sua aggressività. Impugnando un singolo Joy-Con (o una Poké Ball Plus), il giocatore deve mimare il tiro dell'oggetto biancorosso che subito verrà proiettato a schermo, a seconda della direzione e della potenza infusi dal movimento del braccio. Più si è in grado di centrare il cerchio colorato nel momento della sua massima strettezza, più il lancio viene valutato in positivo, e più alto sarà il conteggio dei punti esperienza nel caso in cui si riuscisse effettivamente a intrappolare il Pokémon. È possibile anche ammansirlo con qualche bacca, nonché aumentare il numero dei bonus ottenibili in caso di vittoria nutrendolo con altri tipi di frutta. Della meccanica c'è poco altro da dire, se non che si tratta di un lieve passo in avanti rispetto a quanto saggiato nell'esperienza per smartphone, per lo meno in fatto di pattern avversarsi, ora più dinamici soprattutto nei faccia a faccia con i Pokémon capaci di svolazzare o di compiere grandi salti. Dal canto suo, l'accoppiata accelerometro-giroscopio del controller fa il suo dovere a intermittenza, replicando a video l'azione di lancio in maniera precisa soltanto a patto che il giocatore si trovi esattamente di fronte al display utilizzato. Finita l'euforia da imitazione, alla lunga abbiamo preferito il sistema di cattura offerto da Switch in modalità portatile, con cioè i due Joy-Con agganciati ai lati della console. In questa forma subentra un control system "a schermo manovrabile" di concezione simile a quella dell'app di Niantic: per gettare la palla non bisogna però strofinare il touchscreen con il dito, bensì semplicemente premere il tasto A.

    Per completezza, specifichiamo che Pokémon GO ha un ruolo - seppur opzionale - anche nella meccanica di trasferimento dei Pokémon, poiché in futuro sarà possibile spostare le creature accalappiate "on the road" all'interno degli stessi Let's GO, Pikachu/Eevee! semplicemente sincronizzando i due software. Una possibilità alternativa ai consueti scambi in locale od online, che non dubitiamo sarà utile ad alcuni per completare il Pokédex con maggiore facilità; una feature che, a onore di correttezza, non abbiamo ancora potuto provare, evidentemente destinata solo e soltanto al periodo post-release.

    Passando alla parte di gameplay dedicata alle battaglie, l'obiettivo resta quello di sempre, vale a dire addestrare il proprio team di "mostri poké" per sconfiggere i Capipalestra, conquistare le loro medaglie e infine diventare il Maestro Pokémon più in gamba di Kanto. Si tratterà insomma di andare incontro ai vari Pigliamosche, Bulli e altri allenatori dagli appellativi improbabili sparsi per la regione, con la sola differenza rispetto al passato che, oltre agli NPC "mono-lotta", stavolta ci attenderanno anche i Coach, personaggi da sfidare ogniqualvolta lo si desideri, evidentemente preziosi in fase di grinding.

    Gli scontri "Pokémon a Pokémon" sono piuttosto conservativi, incentrati sui turni e sulle opposizioni elementali ben note agli appassionati. Casomai, è giusto sottolinearne la bontà della messinscena, con i contendenti finalmente a grandezza naturale, ripresi da una camera virtuale piuttosto virtuosa che sa passare dai campi medi ai primi piani di tutti gli sfidanti con una certa disinvoltura. Dispiace soltanto che Game Freak abbia riposto molta meno cura nel realizzare le animazioni delle mosse, talvolta coreografate quanto basta, ma nella stragrande maggioranza dei casi abbozzate a malapena.

    Come sempre, senza catture e combattimenti è difficile sperare di far crescere adeguatamente di livello i membri del proprio team. Di base, in Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee! i punti esperienza vengono automaticamente spartiti fra tutti i Pokémon della propria compagine senza bisogno di scovare alcun condivisore di Exp, in quanto il software ne prevede uno fin dai primi istanti della campagna, integrato e irremovibile. È un primo indizio di come lo sviluppatore abbia voluto alleggerire il sistema di crescita tradizionale, sgravandolo di qualche lungaggine tipica delle prime versioni di Yellow e affini. Indizio che trova poi conferma in una serie di possibilità di approccio al livellamento che i poké-fan più tecnici rischiano di non apprezzare. Eppure, anche in questo caso, in un prodotto dalle mire di cui abbiamo discusso fino a qui, facciamo davvero fatica a vedere del marcio.

    Scelgo te!

    È opinione di chi scrive che i momenti di "caccia" e quelli di lotta, in Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee!, convivano in maniera piuttosto armoniosa e pacifica. Tuttavia, non potrà piacere a tutti la nuova meccanica di amicizia tra i Pokémon e l'allenatore. Portandoli con sé in battaglia, i Pocket Monster del nostro sestetto riusciranno sempre più frequentemente a schivare in autonomia gli attacchi nemici, oppure a rimanere in competizione con un solo punto vita "per non fare brutta figura" con il proprio partner umano. La cosa si fa evidente soprattutto con Pikachu ed Eevee, che per altro possono essere coccolati con il controller, in una modalità a parte. Capire con precisione quali siano tutti i principi che regolano questo legame è difficile a dirsi, ma si tratta di una semplificazione che non tutti gradiranno.
    Invece, non crediamo ci si possa lamentare dell'estrema eterogeneità offerta in materia di leveling dei propri Pokémon prediletti. È possibile livellare semplicemente acciuffando un Pokémon: in tal caso, i PE vengono calcolati in base a un moltiplicatore che tiene conto di parametri quali la qualità del lancio, la capacità di farcela o meno al primo colpo, l'eventuale appartenenza della bestiola alla categoria Shiny e il numero di Pokémon della stessa specie intrappolati consecutivamente. È poi possibile inviare i "doppioni" al laboratorio del Prof. Oak in qualsiasi istante attraverso il menù di gioco, così da ricevere in cambio delle specifiche Caramelle, molto utili ad affinare le singole statistiche dei propri amici zoomorfi. Ancora, è possibile guadagnare Exp. nei match contro gli altri PNG: distribuzione automatica a parte, un quantitativo superiore verrà assegnato ai Pokémon che sono effettivamente scesi in campo.

    È fondamentale dare risalto al concetto di "libertà", dato che, prodotti alla mano, Let's GO, Pikachu!/Eevee! non sembrano voler negare al videogiocatore l'opportunità di gestire il proprio drappello di combattenti come meglio preferisce, nei limiti stabiliti dal tipo di esperienza offerta. Sono titoli che, ribadiamo, sperano di abbracciare anche una platea meno esperta, e in quest'ottica non dubitiamo che i novizi, magari giovanissimi, opteranno per sfruttare tutte le tecniche per il level up che il software garantisce, anche le più basiche e immediate.

    D'altro canto quei fan di vecchia data disinteressati ai grandi tecnicismi potrebbero godersi la progressione - sinceramente molto ben bilanciata - in totale spensieratezza, proprio come si era soliti fare da piccini, catturando e combattendo senza abusare di Caramelle e quant'altro. Così come nulla vieta ai tradizionalisti più convinti di propendere per un approccio al gioco più tipico e "strategico", privilegiando i duelli contro gli avversari - l'aggiunta dei Coach, in questo senso, è una manna - e dando grande rilievo alla selezione del proprio gruppetto di Pokémon, non solo soppesandone le diverse Nature, ma anche ragionando di statistiche nascoste (i ben noti EV e IV).

    Con questo non intendiamo dire che Pokémon Let's GO, Pikachu! e Let's GO, Eevee! siano episodi di una profondità tale da poter soddisfare i molteplici bisogni dello zoccolo duro, di coloro che antepongono l'aspetto competitivo a ogni cosa, di chi non ritenga il GO per mobile neanche lontanamente degno di essere parte dell'universo nato dal genio di Satoshi Tajiri. Semplicemente, crediamo che, mettendo da parte qualche pregiudizio, questo dittico "ibrido" abbia anche per loro le qualità per farsi apprezzare almeno come buon passatempo, magari usufruito in un momento di relax tra un torneo e l'altro.

    Un problema potenzialmente più avvertibile, semmai, si cela dietro l'endgame, che in ogni caso sopraggiunge dopo le circa trenta, solide ore di main quest. Esplorata in superficie, l'esperienza post-titoli di coda offre qualche contenuto noto agli estimatori dei Pokémon novantini e qualche altro inedito che, di primo acchito, ci è sembrato un po' troppo pretenzioso, specie in relazione ai due target - il gamer ritornato all'ovile e il neofita - a cui la produzione vuole primariamente indirizzarsi. Ne riparleremo in uno speciale dedicato, prossimamente, quando avremo sviscerato questo aspetto in tutte le sue sfaccettature.

    Pokémon Let's Go, Pikachu! e Let's Go, Eevee! Pokémon Let's Go, Pikachu! e Let's Go, Eevee!Versione Analizzata Nintendo SwitchFin dal principio c'è stato un fraintendimento riguardo Pokémon Let’s GO, Pikachu! e Let’s GO, Eevee!: in molti erano convinti che le due produzioni fossero pensate specificamente per i nuovi arrivati. Non va negato che il dittico possa rappresentare un buonissimo punto d'ingresso per i novizi, un moderno ponte che gli consenta di passare da Pokémon GO a un'esperienza "più videoludica" senza perdersi nel reticolo di tecnicismi proposto dai recenti episodi GdR. La verità, però, è che Let’s GO, Pikachu!/Eevee! hanno ben altre mire. Guardano alla platea di chi con i Pokémon "colorati" per Game Boy ha passato la giovinezza, perdendo poi la rotta in direzione di altri lidi. Per queste persone, Let’s GO, Pikachu! e Eevee! saranno dei meravigliosi generatori di ricordi, capaci di dare una forma piena e variopinta a un episodio, Giallo, la cui campagna single player è ancora oggi godibilissima, ora persino ripulita di un po' di vecchiume sedimentato con il tempo. Con tutti gli altri, quegli allenatori che conoscono i terreni ruolistici del brand come le loro tasche, la coppia Let’s GO, Pikachu!/Eevee! avrà invece poco a che spartire. Forse, così ben confezionata, qualcuno di loro la accetterà come svago estemporaneo, ma nulla più. La “pagina di storia” che interessa agli utenti più esperti non è ancora stata scritta. Basta soltanto stringere un po' i denti: il 2019 non è poi così lontano.

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