Prison Princess: recensione del piccante puzzle game per Nintendo Switch

Sviluppato da Qureate, un puzzle game piuttosto "piccante" è recentemente entrato a far parte del catalogo giochi Nintendo Switch.

Prison Princess: recensione del piccante puzzle game per Nintendo Switch
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  • Da quando Sony ha attuato delle politiche di censura molto rigorose e talvolta persino scellerate, arrivando addirittura a rimuovere intere modalità di gioco (come nel caso di Senran Kagura Burst Re: Newal), l'ibrida di Nintendo è divenuta sempre più una sorta di eden per gli appassionati di titoli piuttosto piccanti e un po' borderline. Nelle ultime settimane, ad esempio, l'eShop ha accolto in sordina anche l'ultima fatica dello sviluppatore nipponico Qureate, già creatore di visual novel a sfondo vagamente erotico come NinNinDays e NekoMiko, che questa volta ci propone invece un puzzle game con elementi da "escape room" e un'immancabile dose di fanservice. Dopo aver trascorso diverse ore in compagnia delle due protagoniste dalle irresistibili rotondità, siamo finalmente pronti per emettere il nostro verdetto finale su Prison Princess, che tra un enigma e l'altro non ha saputo coinvolgerci a dovere.

    Spiriti e mutandine

    Diviso tra il regno di Aria Zaza e quello di Zanji Zed, il continente di Maygard ha vissuto innumerevoli anni di pace e prosperità. Quella che potremmo considerare una vera e propria "epoca d'oro", tuttavia, è terminata con la rottura del sigillo che imprigionava il diabolico Re dei Demoni, il quale, dopo aver fatto ritorno nel mondo umano, ha invaso una città dopo l'altra e trasformato l'intero continente in un invivibile mare di fiamme. Persino l'eroe leggendario, ultima vera speranza dell'umanità, è perito in battaglia, dando totale campo libero al Re dei Demoni.

    Anche dopo la morte, però, lo spirito dell'eroe è rimasto saldamente ancorato al mondo umano e alla missione che avrebbe voluto portare a termine quando era ancora in vita: salvare le due giovani principesse rapite dalle forze del male. In Prison Princess, infatti, il giocatore è chiamato a impersonare una sorta di spirito guida assolutamente intangibile e impotente (per non dire inutile), ma comunque in grado di comunicare con le due principesse, al fine di assisterle e consigliarle durante un improbabile fuga dal tetro castello in cui sono state a lungo imprigionate.

    Nonostante le altisonanti presse narrative di stampo classico, ci duole precisare quanto la trama di Prison Princess abbia una funziona meramente introduttiva; non a caso, nel corso dell'avventura, non vi sono approfondimenti di alcun genere legati al background dell'eroe protagonista o ai regni delle due principesse, che a conti fatti sono addirittura gli unici personaggi a comparire sullo schermo durante le 3-4 ore necessarie per giungere ai titoli di coda. Per quanto tetra, l'intera ambientazione è quindi una banale scusa per trascinare due avvenenti fanciulle in situazioni imbarazzanti e spesso assurde, atte a metterne ripetutamente in mostra le forme generose.

    Pur non prendendosi troppo seriamente, Prison Princess riesce comunque a intrattenere il giocatore grazie alle molteplici gag che vedono protagoniste le due stereotipate eroine: se l'affascinante Zena è la classica tsundere, quindi una fanciulla all'apparenza scontrosa e arrogante, ma che dietro la maschera nasconde una personalità gentile e persino amorevole, Aria è una tenera svampita pronta a cacciarsi nei guai e a mostrarsi all'eroe da angolazioni sempre più compromettenti.

    Sebbene il titolo sia affetto da una longevità tutto sommato scarsa, al punto tale da risultare completabili in una manciata di ore, a seconda dell'intuito e dell'abilità del giocatore nel reperire oggetti chiavi e risolvere gli enigmi proposti, Prison Princess presenta ben cinque finali diversi, il cui innesco è legato al legame instaurato con Zena e Aria nel corso dell'avventura. Le scelte compiute lungo il percorso, infatti, tendono a migliorare o peggiorare i rapporti tra il fantasma dell'eroe e le due splendide principesse, alterando in maniera significativa anche le sorti dello stesso spirito guida. Il fattore rigiocabilità, di conseguenza, diventa un incentivo piuttosto interessante, soprattutto qualora il giocatore decida di sbloccare tutti i finali e le piccanti illustrazioni in 2D.

    Tra un puzzle e l'altro

    Come accennato nel paragrafo precedente, il compito del giocatore in Prison Princess è quello di guidare le due bellissime principesse attraverso le meccaniche tipiche di un titolo di stampo "punta e clicca", suggerendo loro quali oggetti raccogliere e quali luoghi esaminare in maniera approfondita. Nelle cinque stanze esplorabili del castello, infatti, sono nascosti dei puzzle dalla difficoltà variabile e gli strumenti per superarli: che si tratti di un frammento d'argento o di un misero tozzo di pane, ogni singolo elemento reperibile all'interno del castello ha una sua utilità, anche se il più delle volte questa tende a saltar fuori solo per puro caso o dopo aver escluso una lunga serie di variabili.

    La difficoltà di Prison Princess non sta tanto negli enigmi proposti, che nella seconda metà del gioco risultano piuttosto impegnativi, quanto nel localizzare gli oggetti nascosti nel castello e capire come utilizzarli. Con nostro grande disappunto, il giocatore è troppo spesso costretto a esplorare da cima a fondo delle aree esaminate diverse volte, nella speranza di trovare strumenti saltati o addirittura assenti durante le visite precedenti.

    Per facilitare l'impresa ed evitare che gli utenti meno avvezzi al genere rischiassero di rimanere bloccati in eterno in una particolare stanza del gioco, lo sviluppatore ha ben pensato di dotare il nostro alter ego di un incantesimo estremamente utile. Qualora l'utente si ritrovi infatti a corto di idee, il cosiddetto "Senso di Ladro" ha la capacità di mostrare i punti esaminabili di una singolare stanza, facilitando l'individuazione di oggetti e puzzle nascosti. Va comunque precisato che il suddetto incantesimo, a meno che non si abusi dell'onnipresente salvataggio istantaneo, prevede un massimo di dodici utilizzi soltanto, ragion per cui ne consigliamo un uso parecchio ponderato.

    Il valore del 2D

    Quantomeno dal punto di vista artistico, Prison Princess è un prodotto a dir poco eccellente, quantomeno per gli estimatori dei titoli a sfondo vagamente erotico. Disegnate rispettivamente dagli artisti AkasaAi e Waon Inui, Aria e Zena sono caratterizzate da illustrazioni 2D di pregevole fattura e traboccanti di dettagli, che appunto faranno la gioia dei patiti di fanservice, il quale - in questo caso - ci è parso ben più morigerato del previsto.

    Seppur con qualche sporadica eccezione, anche la resa grafica dei puzzle e delle ambientazioni, così semplice ma comunque dettagliata e adeguatamente ombreggiata, ha saputo colpirci in positivo, soprattutto in modalità handheld.

    Per quanto concerne poi il comparto sonoro, Prison Princess può contare su una ricca selezione di brani accattivanti, capaci di accompagnare con assoluta precisione e fedeltà i momenti più strampalati e seri dell'intreccio. Come se non bastasse, Aria e Zena sono rispettivamente doppiate da Mao Amatsuka e Fumiko Uchimura, le quali hanno saputo cogliere e trasmettere in maniera efficace le personalità delle due così diverse protagoniste.

    Trattandosi di un titolo di nicchia e pubblicato persino in sordina su Nintendo Switch, Prison Princess non è stato localizzato in italiano: ciononostante i dialoghi sono ridotti all'osso, e di conseguenza la sola presenza dei sottotitoli in inglese non dovrebbe in alcun modo precludere la totale comprensione della vicenda e la soluzione dei colorati puzzle.

    Prison Princess Prison PrincessVersione Analizzata Nintendo SwitchAl netto della longevità ridotta, Prison Princess è un divertente puzzle adventure che mescola enigmi sempre più complessi e stimolanti, una resa grafica irresistibile e una sana dose di fanservice. La presenza di finali multipli e di enigmi nascosti, nonché di illustrazioni in 2D collezionabili nell’apposita galleria, incoraggia il giocatore a ripetere più volte l’avventura, compiendo magari scelte differenti e rafforzando il legame con una principessa a discapito dell’altra. Gli unici veri passi falsi compiuti dallo sviluppatore Qureate sono rappresentati, in questo caso, da un comparto narrativo praticamente assente e dalle tediose sessioni di backtracking a cui il titolo sottopone l’utente tra un enigma e l’altro. Considerando che il prodotto è proposto alla ragionevole cifra di 16,79€, ne consigliamo l’avvicinamento sia agli appassionati di fanservice, sia a chiunque voglia cimentarsi con un puzzle game originale e non troppo impegnativo.

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