Recensione Pro Evolution Soccer 6 per PS2

Il re del calcio conquista nuovamente Playstation 2

Recensione Pro Evolution Soccer 6 per PS2
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Disponibile per
  • PS2
  • DS
  • Xbox
  • Xbox 360
  • Pc
  • Psp
  • Immancabile come la "prima" di campionato

    Immancabile come ogni fine d’anno Pro Evolution Soccer è arrivato nei negozi italiani per la gioia dei calciofili nostrani, disponibile per quasi tutte le piattaforme presenti sul mercato. In questa caso ci occuperemo dell’analisi della versione Playstation 2 di Pro Evolution Soccer 6, sicuramente quella più attesa da parte dei videogiocatori italiani, visto il successo che la serie ha ottenuto da sempre sulle console Sony.
    Per questo sesto episodio del suo celebre franchise, Konami e Halifax hanno fatto le cose in grande, assicurandosi due testimonial di eccezione come Adriano e Toni e le licenze ufficiali di alcune delle principali leghe calcistiche mondiali tra le quali Lega Calcio, Liga Spagnola, Eredivise olandese, Campionato Francese. A completare un pacchetto di prima qualità la solita enorme quantità di opzionidi gioco tipiche di Pro Evolution Soccer con, in più, la possibilità di sfidare i propri amici attraverso il gioco online, disponibile, fino a uno spettacolare 4 vs 4, anche in sfide “cross-platform” con gli utenti Personal Computer.

    Arcade o Simulazione?

    Come capita ogni qual volta Konami rende disponibile un nuovo episodio della propria serie calcistica, la prima curiosità di ogni appassionato è quella di saggiare sul campo le differenze nel gameplay che sono state introdotte dal mitico “Seabass” Takatsuka e dal suo gruppo di validi programmatori.
    Dopo la prima partita il primo pensiero che si è fatto subito strada nella mente è stato che per il team responsabile è giunta l’ora di decidere se scegliere definitivamente un approccio simulativo al gioco oppure arcade, non può più permettersi di galleggiare tra le due opzioni con un FIFA Soccer che ogni hanno continua a migliorarsi.
    Da alcuni anni la software house Giapponese intercala infatti un episodio di Pro Evolution Soccer più improntato al realismo ad uno invece più arcade, come non riuscisse ad avere le idee chiare sulla strada da seguire nella difficile ed impervia via del gameplay.
    Se Pro Evolution Soccer 5 era il calcio vero, quello muscoloso fatto di squadre corte, contrasti a centrocampo e difese aggressive pronte a rispondere ad ogni tentativo offensivo dell’avversario, Pro Evolution Soccer 6 è il calcio dei dribbling e delle galoppate sulla fascia, con squadre molto meno pronte nel chiudere e contrastare le incursioni degli attaccanti e dei centrocampisti avversari e con i portieri che purtroppo hanno acquisito l’odiosa tendenza a respingere i tiri più forti nel mezzo dell’area di rigore con somma felicità degli attaccanti. Da segnalare però come rispetto a Winning Eleven 10 siano stati comunque fatti dei passi avanti in questo campo. Altra grossa differenza è la prontezza della squadra ad andare a pressare sull'avversario, i giocatori risultano molto più liberi in campo e gli attaccanti non hanno quasi mai problemi nel girarsi quando ricevono palla spalle alla porta.
    A questo punto è chiaro come venga spontaneo chiedere a Konami di prendere una decisione definitiva su quale impronta voglia dare al suo simulatore calcistico. Da sempre infatti, prima con ISSPRO e poi con Pro Evolution Soccer, la serie è sempre stata considerata, ed ancora oggi lo è, espressione videoludica del calcio giocato e l’episodio dello scorso anno ne rappresentava la sua massima espressione.
    Con Pro Evolution Soccer 6, dal punto di vista del gameplay, sono stati fatti evidenti passi indietro dal punto di vista del realismo di gioco. La scelta potrebbe essere stata dettata dalla volontà di allargare il bacino di utenza anche ai meno esperti che desiderano un titolo più semplice da padroneggiare, ma in questo modo si va inevitabilmente a snaturare quello che è il DNA della serie.
    Per tutto il resto rimane invece l’ottimo Pro Evolution Soccer di sempre. Il comparto tecnico è stato ulteriormente ottimizzato sfruttando gli ultimi residui hardware di Playstation 2, con giocatori ancora più simili alle controparti in carne ed ossa, un frame rate fisso a 60 quadri al secondo, una maggiore pulizia grafica e la presenza di nuove e migliorate animazioni sia palla al piede che nelle classiche esultanze post goal, sostituzione e fasi a gioco fermo.
    Pur adeguandosi all’impostazione più offensiva data da Konami al gameplay di questo ultimo episodio con una predilezione netta della fase di attacco a quella di difesa (terzini che si propongono in profondità, centrocampisti mediani che si inseriscono negli gli spazi rendendo la difesa più sguarnita ai contropiedi e difese meno reattive), l’intelligenza artificiale che gestisce il movimento dei giocatori in camo rimane comunque di alto livello e assolutamente ineguagliata dai concorrenti nonostante gli evidenti passi indietro fatti nella gestione della fase difensiva. Da rivedere in parte invece la fisica del pallone che da a volte un’eccessiva idea di leggerezza e tende a prodursi in pericolose carambole nel caso delle respinte o nei contrasti di gioco.
    I controlli rimangono buoni, pronti nella risposta ai comandi impartiti dal pad e con le classiche azioni speciali (doppio passo, 360 ecc.) performabili o attraverso particolari combinazioni di tasti o attraverso l’utilizzo della leva analogica destra. A tal proposito è da sottolineare come con i fuoriclasse, grazie alla loro maestria nel controllo della palla e nella velocità di dribbling, sia possibile esprimersi in vere e proprie scorribande nella difesa avversaria in ottemperanza ai dettami del gioco spumeggiante promossi da Pro Evolution Soccer 6.

    Mille leghe

    Le modalità di gioco sono rimaste praticamente le stesse, con la possibilità di disputare i vari campionati presenti nel gioco, le coppe internazionali e non, o allenare la propria squadra. La principale aggiunta è la possibilità di disputare il campionato del mondo partendo sin dalle qualificazioni alla fase finale per poi arrivare, dopo un lungo cammino, a disputarsi la coppa.
    Non mancano poi i due pezzi forti di ogni Pro Evolution Soccer. Il primo è l’immancabile Master League ancora più profonda e ricca di opzioni (quest’anno è possibile personalizzare veramente ogni minimo aspetto sia della competizione che della propria squadra) che permette di vivere in prima persona, sia sul campo che da manager, il lungo cammino di una squadra di calcio (dalle serie minori fino al top) dimostrandosi abili nel gestire non solo le partite ma anche il bilancio della società e i contratti dei giocatori.
    Il secondo pezzo forte è la modalità di editing, attraverso la quale è possibile modificare quasi ogni aspetto del gioco, dalle sembianze dei giocatori alle formazioni, persino il design delle divise e degli stemmi delle società di calcio, e che con un piccolo sforzo permette di tenere sempre perfettamente aggiornato il database delle squadre presenti in Pro Evolution Soccer 6. Da segnalare, per tutti i tifosi bianconeri, come la Juventus, pur partecipando al campionato di serie B italiano sia comunque presente all’interno dell’ampio gruppo delle squadre selezionabili.
    Ciliegina sulla torta una modalità online, veramente più in forma che mai in quest’ultimo episodio della serie calcistica Konami, potenziata a tal punto di permettere non solo un 4 contro 4 tra ben 8 giocatori in rete e con una ottima gestione del lag e della connessione, ma anche espandere questa possibilità permettendo di sfidare gli utenti PC di Pro Evolution Soccer 6 in un’appassionate sfida cross-platform con gli utenti Playstation 2.

    Pro Evolution Soccer 6 Pro Evolution Soccer 6Versione Analizzata PlayStation 2In definitiva Pro Evolution Soccer 6 dimostra ancora una volta di essere un prodotto curato e di buon livello ma inferiore rispetto all'episodio precedente per ciò che concerne la parte giocata. Se per tutto ciò che riguarda modalità di gioco, opzioni e editing il calcio Konami è il migliore di quelli sin qui usciti dagli studi della software house Giapponese, nella prova sul campo invece perde rispetto al passato deludendo le attese. Dopo aver, quindi, ampiamente soddisfatto lo scorso anno i puristi della simulazione, vedere questo nuovo episodio virare verso una impostazione più arcade dimostra forse una piccola mancanza di coraggio da parte del team di sviluppo. In attesa quindi che la serie faccia il suo salto su Playstation 3, sperando che decida di continuare da dove si era fermata con il quinto episodio, Pro Evolution Soccer 6 rimane comunque un buon prodotto, un titolo solido dalla longevità pressoché infinita e con una modalità online ben gestita e realizzata.

    7.5

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