Recensione Pro Evolution Soccer Management

Il mondo del calcio visto dalla panchina

Recensione Pro Evolution Soccer Management
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  • PS2
  • Nuove idee giungono dal passato

    Spesso le idee migliori giungono in momenti inaspettati.
    Shingo Takatsuka e Akiyoshi Chosokabe, durante la lavorazione del quinto episodio di Pro Evolution Soccer 5, hanno confrontato le loro idee e sono giunti alla creazione - quasi per sfizio - di un prodotto nuovo di zecca: Pro Evolution Soccer Management.
    Konami, casa produttrice da sempre attenta sia ai miglioramenti delle varie serie, sia alle novità sotto il profilo creativo, ha dunque deciso di puntare su un genere che di certo presenta assai poche rivalità. Football Manager e Scudetto, contendenti di questa piccola fetta del panorama videoludico, si danno battaglia da molti anni e sono per Pro Evolution Soccer Management i principali avversari da fronteggiare, con al loro attivo milioni di parametri inseriti e una qualità simulativa molto vicina alla realtà.
    Quello su cui il prodotto di casa Konami direttamente punta non è però tanto il confronto diretto con questi forti titoli del passato, quanto l' eredità dal brand Pes - motore grafico in primis - e una cura piuttosto buona per le scene di intermezzo fra i vari match.

    Piccoli allenatori crescono

    Ogni gioco ha il suo asso nella manica.
    Pro Evolution Soccer Management nasce come "figlio" della Master League di Pro Evolution Soccer e si rende indipendente acquisendo quanto di più buono possibile dal suo predecessore.
    Il successo di questo neonato titolo sta senza ombra di dubbio nell' attenzione posta nella differenziazione dei giocatori in campo, aspetto che lo rende assolutamente più coerente alla realtà.
    Pretendere ad esempio che Roberto Carlos vinca un contrasto aereo contro un gigante come Trezeguet sarebbe di certo un' utopia; aspetti come questi e tanti altri - vedi la progressione di Henry o la precisione delle punizioni di Pirlo - rendono l'esperienza di gioco esaltante e mai uguale a se stessa.
    Dietro a questa magnificenza ludica vi è poi un grosso lavoro riguardante la riproduzione delle caratteristiche dei calciatori: sono presenti valori numerici che rappresentano le capacità psico-atletiche dei veri professionisti (velocità, precisione, ecc.).
    Nelle battute iniziali del gioco ci troviamo di fronte ad una serie di decisioni che determineranno le condizioni di partenza: dobbiamo scegliere la squadra da allenare e dunque la lega di riferimento e lo staff tecnico per poi arrivare (dopo troppe e noiose pressioni del tasto X) alla parte centrale del gioco da dove poter gestire tutti gli aspetti cruciali.
    Con lo scorrere del tempo (abbiamo un calendario che ci segnala man mano lo scorrere dei giorni) dovremmo pianificare la preparazione della squadra fin dalla fase del calcio mercato estivo: potremo inoltre utilizzare la consulenza di svariati osservatori sparsi per il mondo per scovare il nuovo Ronaldiñho o tentare di strappare ai team avversari qualche campione già affermato.
    La compravendita non è però il nostro unico scopo: il passo successivo sarà la gestione della preparazione atletica dei nostri giocatori. Possiamo intervenire su molti valori pianificando il lavoro settimanale fin nei minimi particolari, come ad esempio aumentare l' affiatamento della squadra o le capacità dei singoli. Ovviamente un buon coach è attento alla crescita dei suoi giovani, tant' è che si potrà allenarli costantemente per ottenere il migliore dei rendimenti; viceversa se ci siederemo sugli allori con i campioni già affermati, questi perderanno forma e capacità.
    Passando finalmente al concreto, giungiamo al nostro primo incontro: la prima mossa da fare è la scelta del modulo tattico e dei titolari. Ci giungeranno piuttosto utili in questo frangente le informazioni raccolte circa le squadre avversarie dal nostro staff tecnico; i nostri assistenti ci consiglieranno circa le tattiche da adottare con una superba - quasi irreale in realtà - precisione ed efficacia.
    Durante la partita potremmo decidere di intervenire per modificare la posizione di un giocatore o le tattiche in gioco ma qui incominciano ad affiorare i primi guai: pare che le nostre scelte in realtà non influenzino il corso degli eventi.
    Se per esempio decidiamo di cambiare il modulo in campo in maniera più offensiva, con l'idea di sfruttare la superiorità numerica, ci aspettiamo che il gioco reagisca alla nostra scelta: niente di più sbagliato!
    La sensazione di assistere al match con impotenza è evidente fin da subito e l'esperienza di gioco si riduce ad una triste visione degli eventi in campo.
    Abbattuti e sconsolati, proviamo a vedere se negli altri aspetti presenti è concessa una maggiore libertà di scelta: l'allenamento dei giocatori è spesso gestito dal coach adibito e richiede minimamente il nostro intervento mentre il calciomercato è fin troppo facile da gestire, tra cessioni lampo e acquisti facili.
    Ci sono poi altri particolari che sembrano dei veri e proprio indicatori della (poca) cura riposta nel titolo: perchè, ad esempio, la durata del match è fissa a 10 minuti?

    Simulazione, ma non troppo...

    Quello che Pes Management evidenzia è innanzitutto la marcata differenza nella visione del mondo calcistico tra Oriente e Occidente.
    Le presentazioni alla stampa, le interviste a bordo campo e l' attenzione riposta nell' aspetto grafico possono far piacere solo se dietro a tutto questo troviamo un valido impianto di gioco: fattore che riscontriamo solo in parte.
    Trovarsi di fronte a Pes Management è come giocare con quei giochi, famosissimi in terra orientale, che simulano gli appuntamenti con una ragazza: per noi abituati a delle vere e proprie perle come Championship Manager, resta difficile individuare la sostanza.
    Come se tutto ciò non bastasse, troviamo un problema che mina tutto alla base: la localizzazione. Gli stadi, parte delle squadre e dei giocatori hanno nomi inventati, per evitare problemi di copyright: questo particolare poco piacevole contribuisce ad intralciare non poco l' immedesimazione
    Accadrà che spesso, durante la riproduzione del match, ci venga voglia di prendere in mano la situazione per far vedere a quegli undici inetti come si gioca al vero calcio, visto che il computer organizza le azioni neanche fosse al livello minimo di difficoltà presente in qualunque Pes uscito finora.
    Questa leggerezza nella profondità e nella pretesa simulativa rendono questo titolo una sorta di esperimento non propriamente riuscito: ci auguriamo che nelle figure edizioni, sotto questo punto di vista, ci sia un sensibile miglioramento.

    Pro Evolution Soccer Management Pro Evolution Soccer ManagementVersione Analizzata PlayStation 2Portarsi dietro la fama di un capolavoro dei nostri giorni come Pro Evolution Soccer in questo caso è un bel problema. La sensazione di non contare nulla in un gioco che dovrebbe simulare invece il totale controllo delle azioni è forse il concetto che meglio esprime cosa non va in questo prodotto: la struttura di gioco dopo poco annoia e limita le idee positive presenti. Il successo di questo genere di titoli risiede nella profondità di gioco e nella attinenza (sotto il profilo di licenze e altro) con la realtà. La competizione in questo campo è molto alta e oramai anche il videogiocatore medio non si accontenta più dell’ approccio offerto da un gioco come questo. Basterebbe inoltre notare che la modalità Master League di Pes5, tanto criticata per molte cose, riesce ad essere molto più divertente e verosimile rispetto a questo prodotto. Sicuramente la nota bravura degli sviluppatori Konami migliorerà questo prodotto nel tempo e magari un giorno vi parleremo di questo titolo come del migliore nel suo genere: lo attendiamo con ansia.

    5.5

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