Recensione Professor Layton e la Maschera dei Miracoli

L’archeologo appassionato di enigmi sbarca su Nintendo 3DS

Recensione Professor Layton e la Maschera dei Miracoli
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  • 3DS
  • Eroi antipatici

    Hershel Layton è un personaggio che ormai iniziamo a conoscere piuttosto bene, protagonista di una delle saghe più famose con cui il team nipponico Level-5 ha popolato annualmente la Line-Up della vecchia console portatile Nintendo. Dopo quattro episodi passati a girare il mondo, risolvere intricati enigmi e accrescere la sua fama, ci siamo ormai abituati al suo fare galante, per non dire snob, e alla sua puntigliosa infallibilità.
    Adesso, l’archeologo e detective inglese ha finalmente compiuto il passaggio al 3DS, restando fedele alla sua tradizione ma proponendo, fortunatamente, un episodio qualitativamente molto solido, soprattutto per la qualità narrativa. Vediamo insieme quali sono le caratteristiche de La Maschera dei Miracoli.

    Un po' Las Vegas, un po' Dubai

    Sebbene rappresenti il debutto su Nintendo 3DS, Professor Layton e la Maschera dei Miracoli è rimasto totalmente fedele al concept e al gameplay già visto all’opera sulla piattaforma precedente. Salvo piccoli cambiamenti, di cui il più impattante è sicuramente l’ovvio potenziamento grafico, il titolo è ancora un’avventura grafica basata sulla risoluzione di enigmi logici.
    La trama, come ormai da tradizione, riveste un ruolo tutt’altro che secondario. Intrigante, densa di colpi di scena e sostenuta da una sceneggiatura mai banale, al pari delle tante sfide proposte rappresenta il cuore della produzione, il motivo che spingerà i fan del brand a mettere nuovamente alla prova le proprie capacità intellettuali.
    Identicamente alle puntate precedenti, anche questa volta l’azione prende il via n medias res. Il Professore, l’inseparabile Luke e Emmy, nuova aiutante conosciuta nell'ultimo episodio pubblicato su DS, si stanno godendo una festante parata in quel di Montedore, città a metà strada tra la coloratissima Las Vegas e l’esotica Dubai. Non sono naturalmente lì per vacanza o per condurre appassionanti studi antropologici su una comunità formatasi letteralmente dal nulla. Montedore infatti, costruita nel deserto e divenuta metropoli nel giro di una decina di anni, è teatro di tutta una serie di accadimenti drammatici e sconvolgenti. Il Gentiluomo Mascherato, che indossa la leggendaria e misteriosa Maschera del Caos, sta infatti gettando nel panico gli abitanti con alcuni “miracoli”, così lui li chiama, che sconvolgono la quiete pubblica e mietono vittime. Contattato tramite missiva da una sua vecchia e cara amica, Layton si ritroverà avvinghiato in un mistero che lo costringerà a fare i conti con la sua adolescenza, alla ricerca di una verità che lo lega alla triste scomparsa del suo migliore amico.

    Senza girarci troppo intorno, possiamo tranquillamente affermare che la trama di questo episodio risulta intrigante e appassionante almeno quanto quelle degli episodi passati. Se è pur vero che ci mette un po’ a ingranare e avviarsi, dopo un preambolo fin troppo lungo, la possibilità di scavare nel passato del protagonista rappresenterà un’occasione ghiottissima per tutti i fan. Gli sceneggiatori di Level-5 poi, ormai a proprio agio con i ritmi e i toni della saga, hanno confezionato un intreccio che si mantiene stimolante e vitale sino alla rocambolesca conclusione, che non manca di lanciare qualche indizio per il prossimo e ultimo capitolo di questa nuova trilogia. Inutile poi discutere sulla caratterizzazione dei personaggi. Layton viene ulteriormente approfondito, mostrandone una versione più giovane assolutamente credibile e allo stesso tempo spiazzante. Luke e Emmy continuano a dimostrarsi spalle ideali: in grado di proporre nuovi spunti di riflessione, ma sempre focalizzati sulle mosse del loro mentore. Il Gentiluomo Mascherato è un villain ben tratteggiato, terrificante al punto giusto e credibile. I volti nuovi che si avvicenderanno lungo le indagini hanno ben poco da invidiare ai colleghi dei passati episodi: per quanto si proceda per macchiette e stereotipi, i toni della vicenda, che non tendono mai a prendersi troppo sul serio, fanno in modo che non si scada nel ridicolo o nel fastidioso cliché.
    Trattandosi di una sorta di sequel, a sua volta facente parte di una serie ancora più ampia, è giusto chiedersi se i neofiti che non conoscono i vecchi capitoli possano incorrere in qualche difficoltà di comprensione. Sebbene alcuni riferimenti e piccoli accenni non saranno colti, Level-5 si è mossa ottimamente anche in questo senso, offrendo numerosi appigli narrativi con cui orientarsi e senza mai eccedere con i rimandi al prequel. Ovviamente gli appassionati si godranno maggiormente ogni piccola minuzia del plot, restando ammaliati quando si imbatteranno in un flash back del Professore e lo guideranno in prima persona nelle sezioni che lo mostrano ancora adolescente.

    Un enigma al giorno

    Immutato il gameplay, diviso tra la blanda esplorazione delle ambientazioni e la risoluzione degli enigmi, il tutto contornato da alcuni minigiochi, tre per l’esattezza, utili per spezzare l’azione e intrattenere ulteriormente l’utente.
    Le novità di questo capitolo sono minime, ma la più evidente è legata all’analisi degli scenari. Come in passato il terzetto di investigatori sarà chiamato ad attraversare diversi luoghi tra strade, negozi, hotel e quant’altro. In ognuno di questi, utilizzando il pennino, dovrete interagire con alcuni elementi interattivi sia per scovare alcune monete speciali che forniranno suggerimenti nella risoluzione degli enigmi, sia per parlare con i vari personaggi. Se in passato queste azioni si svolgevano direttamente sul touch-screen, in Professor Layton e la Maschera del Destino, dovrete trascinare una lente d’ingrandimento sempre tramite lo schermo sensibile al tocco, ma l’azione vera e propria è stata spostata sul display superiore. Il perché di una tale scelta è quanto mai scontato: sfruttare l’effetto 3DS della console. Al di là delle considerazioni estetiche, che faremo più tardi, all’atto pratico cambia ben poco. E’ pur vero che l’interazione sembra più mediata e meno diretta, ma si tratta per lo più di semplice abitudine.
    Immutato lo stile e il livello di difficoltà degli enigmi. Ancora una volta avrete a che fare con prove che richiederanno spirito d’osservazione, ingegno e sviluppate capacità logiche. Come in passato, se quelli obbligatori per completare l’avventura sono per lo più superabili da chiunque, grazie anche ai suggerimenti che potrete sfruttare al prezzo di una delle monete che troverete negli scenari, quelli facoltativi saranno in grado di mettere alle strette anche gli appassionati di enigmistica e gli affezionati al brand. E’ pur vero che c’è un alto numero di enigmi riciclati, presi cioè di peso dagli episodi per DS e riproposti con qualche blanda modifica, e che sono pochissimi quelli che sfruttano effettivamente le specifiche del 3DS, come gli accelerometri o l’effetto 3D, ma ciò non toglie che ancora una volta il videogioco proponga una sfida sempre bilanciata e stimolante.
    Sempre parlando di enigmi, va fatta una piccola nota a margine sul loro numero. In questo capitolo sono circa centocinquanta, un numero sensibilmente inferiore rispetto a quello dei capitoli per DS. Fortunatamente, sfruttando il Nintendo Network, potrete scaricarne uno al giorno per un anno intero. Avete capito bene: trecentosessantacinque ulteriori sfide che prolungheranno sensibilmente il tempo passato in compagnia del gioco.
    Tre i minigiochi di contorno all’avventura principale. Robottino ricorda per certi versi Mario Vs Donkey Kong. Il vostro scopo sarà quello di far raggiungere l’uscita a un piccolo automa, impartendogli tutta una serie di comandi che tengano anche conto degli ostacoli, nemici, respingenti e nastri trasportatori sparsi per l’ambientazione. Emporio, il meno intrigante del terzetto, vi imporrà di vendere tutta la merce del negozio allestendo una vetrina in modo che invogli gli acquirenti a comprare tutto rispettando alcune condizioni. Coniglio, infine, vi darà modo di addestrare un roditore all’arte della recitazione e di metterla poi in pratica in alcuni spettacoli in cui dovrete selezionare attentamente l’espressione e l’azione migliore in base al copione sottoposto.

    Prima di concludere la lunga parentesi sul gameplay, è giusto segnalare due piccole divagazioni che i ragazzi di Level-5 si sono permessi di inserire nel corso dell’avventura principale. La prima, assolutamente deludente, è una sorta di gara a cavallo. Usando il pennino per modificare la traiettoria del destriero, dovrete evitare le casse di legno e raccogliere le carote che regaleranno un piccolo boost di velocità. Vuoi per l’imprecisione del sistema di controllo, vuoi per l’essenza action del tutto estranea al resto dell'esperienza, si tratta di una declinazione del gameplay per nulla riuscita e attraente. La seconda variazione sul tema riguarda invece l’esplorazione di un dungeon da effettuare in maniera simile al minigioco Robottino: stando quindi ben attenti nel tracciare il percorso da affrontare districandosi tra nemici e altri impedimenti da evitare a tutti i costi.
    Dal punto di vista grafico, il brand ha goduto del salto generazione della piattaforma ospitante. Sebbene lo stile si sia progressivamente allontanato dalle origini, diventando episodio dopo episodio sempre più colorato e sgargiante, il tratto è rimasto lo stesso: dominato da figure tondeggianti e personaggi dalle proporzioni deformate. Il livello di dettaglio è stato aumentato a dismisura e gli effetti speciali non mancheranno di abbellire ulteriormente ogni anfratto della coloratissima e sgargiante Montedore. L’effetto 3D aggiunge molto al senso di meraviglia, ma soprattutto in alcuni ambienti non tarderà a darvi fastidio, costringendovi a disattivarlo almeno per un po’.
    Il sonoro si adatta completamente alla tradizione. Ancora una volta i temi musicali, splendidi, sono dominati da fisarmoniche e violini, regalando all’avventura un retrogusto retrò assolutamente affascinante. Ottimo il doppiaggio in italiano: ogni singolo attore che ha prestato la sua voce a un personaggio, sia questi un protagonista o una semplice comparsa, merita ogni plauso del caso.
    Anche dal punto di vista della longevità c’è ben poco di cui lamentarsi. L’avventura principale vi porterà via almeno una dozzina di ore, mentre tra minigiochi e enigmi facoltativi raggiungere tranquillamente le venti ore. Come se non bastasse i 365 enigmi aggiuntivi promettono di farvi accendere il 3DS almeno una volta al giorno.

    Professor Layton e la Maschera dei Miracoli Professor Layton e la Maschera dei MiracoliVersione Analizzata Nintendo 3DSProfessor Layton e la Maschera dei Miracoli lascia immutato l'ottimo livello qualitativo della saga. E’ pur vero che alcuni puzzle cominciano a mostrare il fianco a una certa ripetitività, ma è innegabile che l’archeologo inglese sia ancora in grado di ammaliare, appassionare e divertire. Il merito va a una trama stimolante, un cast ottimamente caratterizzato, ai minigiochi di contorno ben confezionati, allo strepitoso comparto grafico-sonoro, ulteriormente galvanizzato dalla maggior potenza del 3DS e dall’effetto 3D, ed ai molti enigmi inediti che riconfermano gli ottimi risultati sempre raggiunti dal brand. Ideale per neofiti e affezionati, il titolo è sconsigliato solo a coloro che non hanno mai apprezzato la creatura di Level-5 o chi ne ha già avuto abbastanza.

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