Recensione Professor Layton vs. Ace Attorney

Due titani del gaming portatile si incontrano in uno strano cross-over

Recensione Professor Layton vs. Ace Attorney
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  • 3DS
  • Quando fu annunciato, Professor Layton vs. Ace Attorney ci sembrò senza mezzi termini un cross-over un po' azzardato. Gli stili delle avventure enigmistiche del professore londinese e di quelle “legali” dell'impacciato “Nick” ci sembravano davvero troppo diversi per poter coesistere felicemente. E invece la scommessa di Level-5 (allo sviluppo) e di Capcom (che ha concesso in dote uno dei suoi più famosi franchise) si è rivelata vincente. Questo insolito incontro fra brand tanto distanti si limita molto semplicemente ad alternare le due ben rodate formule di gioco, che una dopo l'altra si contendono la scena. Eppure la voglia di giocare coi personaggi, di aggiungere qualche elemento inedito, e soprattutto il ritmo ben tenuto nelle 18 ore della densissima avventura, dipingono il profilo di un titolo eccezionale, che si distingue nel panorama del 3DS e non solo. Proprio perché ci ricorda di quanto malleabili siano i mondi fantastici dei videogame, e di come sia possibile, con un pizzico di creatività, sconvolgerle e rimescolarle.

    Alla scoperta di Labirintia

    Nel corso del lungo prologo giocato prima nei panni di Hershel Layton e poi in quelli di Phoenix Wright, non solo vengono (re)introdotte le dinamiche di gioco legate ai due protagonisti, ma comincia ad assumere consistenza una storia sulle prime un po' confusa. Una misteriosa ragazza si precipita nello studio del professore, disperatamente in cerca d'aiuto: è braccata da strane entità che il nostro archeologo identifica subito come Streghe, venute dalla misteriosa città di Labirintia. Dopo qualche peripezia, ed un percorso ovviamente scandito a suon di enigmi, il libro magico che la ragazza portava con sé “risucchia” Luke e Layton, trasportandoli proprio all'interno di questa città incantata.
    Con un salto imprevisto, l'azione passa in mano a Phoenix Wright, che assieme alla sua assistente Maya Fey sarà chiamato ad interrompere gli affari che l'avevano portato a Londra per difendere la stessa ragazza, Luna, accusata di un crimine che ovviamente non avrà commesso. Al termine del processo anche l'avvocato verrà trascinato dal tomo stregato a Labirintia.
    Sarà in questo borgo medievale, che sembra proprio uscito da una favola, che prenderà il via l'avventura: già dopo qualche ora il plot comincerà a farsi più chiaro e coerente, ed il giocatore si sentirà sinceramente incuriosito dalla vicenda. Pare infatti che Labirintia sia una città particolare, costruita dall'immaginazione di un onnisciente Narratore: tutte le storie scritte da questo misterioso figuro si trasformano in realtà, come fossero profezie infallibili. Sulla città pesa anche la minaccia delle Streghe, cacciate e bruciate al rogo dall'Inquisizione, la cui mano si allunga spietata su quello che altrimenti sarebbe un borgo ridente e pacifico.
    A tenere incollati allo schermo è probabilmente questo insolito e inaspettato cambio di setting (che ha risvolti precisi anche sul gameplay), così come una serie di dialoghi sempre brillanti, che si divertono a scherzare con le personalità ormai ben note dei protagonisti (l'incontro fra Layton e Phoenix è semplicemente esilarante).
    Il plot si tiene in piedi in maniera più che dignitosa, proprio perché gioca con elementi di fantasia che aiutano a costruire la giusta atmosfera. Peccato che proprio il finale sia la parte meno riuscita della sceneggiatura: anche se le emozioni sono sempre molto forti, quando il gioco è chiamato a svelare tutti i misteri e chiudere tutti gli spunti, ci sono un bel po' di elementi che appaiono forzati e leggermente fuori posto. La soluzione al grande enigma di Labirintia non è elegante né tantomeno ben ponderata, e tutto si chiude con un “Deus Ex Machina” che sbroglia la matassa con troppa disinvoltura, rovinando in parte anche il fascino del setting.

    A livello di gameplay, Professor Layton vs. Ace Attorney si limita tutto sommato ad affiancare i due stili di gioco legati ai titoli di cui è composto. Ognuno dei capitoli in cui è divisa l'avventura è quindi dedicato alternativamente a Layton o a Phoenix Wright, e ricalca in linea di massima gli stilemi del relativo franchise.
    Nei panni del gentiluomo londinese, insomma, dovremo muoverci da una zona all'altra della città, alla ricerca dell'ennesimo enigma. Stavolta non ci troveremo più a picchiettare sullo schermo in cerca delle monete-aiuto, dal momento che è cambiato leggermente il sistema di navigazione. Ora la scena è visualizzata sullo schermo in alto, e strusciando lo stilo sul touchscreen sposteremo una lente di ingrandimento, che ci permetterà poi di “indagare” nel punto che avremo indicato, o di parlare con i vari personaggi. Ovviamente chiunque in città avrà da proporci un rompicapo, che dovremo prontamente risolvere, ricorrendo eventualmente al sistema di aiuti.
    Si nota fin da subito che gli enigmi proposti in questo Cross-Over sono spesso e volentieri più movimentati di un tempo. Più che veri e propri puzzle, insomma, si tratta di prove d'abilità. Solo raramente bisogna pensare e fornire una risposta secca: più spesso invece dobbiamo attraversare labirinti, capire il funzionamento di qualche meccanismo, spostare blocchi. Professor Layton vs. Ace Attorney riscopre il valore della componente “tattile”, e ci mette di fronte ingranaggi da toccare, diorami da muovere.
    Complessivamente non tutti gli enigmi possono dirsi originalissimi, ma la progressione è in linea di massima sempre piacevole e mai troppo tediosa. C'è da dire però che qualche volta si sente la mancanza di puzzle più complessi o cervellotici. Molto raramente dovremo ricorrere agli aiuti, e quei casi in cui lo faremo la causa sarà probabilmente una spiegazione fumosa dell'enigma piuttosto che una sincera difficoltà nel risolverlo. Verso la fine dell'avventura, poi, le sequenze “investigative” tendono a perdere mordente, proprio perchè l'attenzione del giocatore non viene stimolata da rompicapo all'altezza: meno male che il team se ne è accorto, riducendo drasticamente la durata di queste fasi per far spazio ad un finale tenutissimo.
    Come nota a margine, citiamo il fatto che Level-5 ha completamente abbandonato i minigame che solitamente si trovano in ogni capitolo di Layton: una decisione che troviamo comunque saggia, dal momento che la loro presenza avrebbe probabilmente allentato i ritmi e diluito la progressione. E del resto, Professor Layton vs. Ace Attorney non ha certo bisogno di inizioni di varietà, sul fronte del gameplay.

    (Quasi) Nessuna obiezione

    Le fasi nei panni del Professor Layton fungono anche da indagini preparatorie per i vari processi che dovremo condurre impersonando Mr. Wright: della saga Capcom sono stati recuperati infatti solo i momenti in tribunale, che rappresentano ovviamente il climax della produzione. Dal banco della difesa, il nostro compito sarà come sempre quello di esaminare le testimonianze dei testimoni, e smontarle una per una facendo crollare le tesi dell'accusa.
    Dopo un primo processo abbastanza regolare, nel corso del secondo capitolo si scoprono alcune novità che rendono il tutto sicuramente più pepato. Anzitutto è il cambio di setting che spiazza: d'improvviso ci troviamo in una cittadina medievale in cui i processi assomigliano di più ad un linciaggio. Il team ha saputo “riscrivere” in maniera davvero perfetta le atmosfere classiche della saga, divertendosi a costruire un ambiente diverso eppure familiare. Così il nostro caro giudice sembra uscito da una sessione di Dungeons & Dragons, e sul muro della sala d'attesa fuori dal tribunale pende una gogna che mette subito in chiaro come vengono trattati gli accusati.
    Una volta arrivati nel vivo dell'azione si scoprono nuovi strumenti: visto che la stregoneria gioca un ruolo fondamentale nella storia di Professor Layton vs. Ace Attorney, avremo a disposizione un tomo in cui consultare tutti gli incantesimi conosciuti, che potranno essere usati come prova per confutare le testimonianze sospette.
    Un altro aspetto veramente divertente è la presenza di più personaggi che testimoniano contemporaneamente: bifolchi, contadinotti e ciarlatani si riuniscono tutti insieme per infamare i nostri protetti, componendo deposizioni discretamente eterogenee. In certi casi avremo quindi l'occasione di notare le (scomposte) reazioni degli uni alle frasi degli altri: dovremo mettere in conflitto i vari teste, o evidenziare le contraddizioni fra due affermazioni.
    Non si tratta di grandi rivoluzioni, ma di aspetti che rendono i processi molto più movimentati e piacevoli. Sebbene in qualche caso la struttura logica di queste fasi abbia qualche falla, complessivamente il tutto si tiene, per merito anche delle assurde personalità che ci troviamo davanti.

    Anche dal punto di vista stilistico il titolo mescola le suggestioni dei due franchise: da una parte quindi le schermate statiche di Layton, disegnate con una maniacale cura per i dettagli e intrise di quel fascino proprio della grande tradizione del fumetto europeo. Dall'altra invece modelli tridimensionali simili a quelli di Phoenix Wright 5, di nuovo con queste texture che sembrano disegnate a mano, animati in maniera semplicemente sopraffina. Peccato che proprio la qualità di questi ultimi sia un po' inferiore rispetto a quella dell'ultimo episodio della saga Capcom, che in Giappone è uscito dopo questo cross-over, e ha subito una evidente operazione di adattamento.
    Nonostante il tutto sia riletto alla luce del nuovo setting medievaleggiante, troviamo ovviamente anche una marea di riferimenti alle saghe originali: dai gesti ai vestiti, passando per queste insolite “contaminazioni” per cui Layton punta il dito come Phoenix, e quest'ultimo si improvvisa solutore “più che abile” di enigmi.
    Da citare, prima di concludere, che il titolo è completamente adattato in italiano: non solo i testi (ben tradotti), ma anche il doppiaggio (in quelle scene che lo prevedono). Mentre gli estimatori del Professor Layton c'erano abituati, si tratta di una vera e propria novità per i fan della saga avvocatizia di Capcom: sia mai che qualcuno non posso scoprire proprio grazie a Professor Layton vs. Ace Attorney le avventure tutte testuali di Mr. Wright.
    La scelta delle voci, in ogni caso, è buona ma non ottima, con qualche interpretazione non proprio convincente e alcuni attori che doppiano più di un personaggio, e risultando in intonazioni troppo simili fa loro.

    Professor Layton vs. Ace Attorney Professor Layton vs. Ace AttorneyVersione Analizzata Nintendo 3DSProfessor Layton vs. Ace Attorney non è un semplice cross-over: è al tempo stesso un concentrato densissimo di fan-service allo stato puro, ed un manifesto del gaming su Nintendo 3DS. Mescolando due delle saghe più identificative del panorama videoludico legato al portatile stereoscopico, Level-5 produce un vero e proprio blockbuster, che per entrambi i franchise rappresenta la chiusura di una grande stagione e l'arrivo di nuove prospettive. Se c'è una cosa che stupisce, di Professor Layton vs. Ace Attorney, è proprio questa sua voglia di sperimentare, di andare oltre ai risultati ottenuti singolarmente da Hershel e Phoenix, inserendo nella formula di gioco (anzi: nelle formule!) elementi tutti nuovi che lasceranno i fan soddisfatti ed incuriositi. Peccato che la sceneggiatura, tenutissima fino in fondo, si rovini proprio sul finale, con soluzioni spicciole e spiegazioni forzate, e che nella seconda parte dell'avventura le sezioni “enigmistiche” del professore, anche a causa della qualità non elevatissima dei Puzzle, finiscano per risultare un po' troppo lente. Nonostante questi piccoli inciampi, Professor Layton vs. Ace Attorney è sembrato un prodotto con carattere, coraggio e originalità, e non dovrebbe mancare nella ludoteca dei possessori di un 3DS.

    8.5

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