Recensione Puzzle Quest: Challenge of the Warlords per Xbox 360

Un puzzle per salvare il mondo!!

Recensione Puzzle Quest: Challenge of the Warlords per Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • Psp
  • Introduzione

    Il Live Arcade di Microsoft è davvero una grande risorsa sia per gli sviluppatori, sia per noi giocatori, perché grazie a questa infrastruttura possono essere distribuiti anche quei prodotti, come i vecchi coin-op o nuovi software, che normalmente non sarebbero abbastanza "forti" da poter sostenere i costi necessari per una distribuzione retail. Non è un caso che il servizio offra al suo interno un gran numero di puzzle game, genere storicamente legato alle console portatili o agli applicativi freeware dei pc, a causa della loro difficile collocazione nel mercato delle console casalinghe, dove un nuovo gioco viene ormai venduto a non meno di 50-60 euro.
    Puzzle Quest rientra in questa categoria e dopo essersi fatto apprezzare dai possessori di Ds e Psp arriva anche su Xbox Live Arcade, con una rinnovata veste grafica e un'inedita modalità online.

    Perché Quest

    Puzzle Quest: Challenge of the Warlords potrebbe essere definito sia un puzzle game con un impianto gdr, sia un gdr ibridato con un puzzle game, questo perché la struttura di gioco è talmente ben amalgamata da non lasciar capire quale dei due sia il genere preponderante.
    Ma procediamo con ordine. La modalità di gioco principale è suddivisa in due momenti ben distinti e complementari: l'articolazione della storia e il momento dell'azione. Per quanto riguarda la storia, ci troveremo ad interpretare un giovane, o una giovane, alle prese con l'invasione del proprio regno da parte di un esercito di non morti capitanato da un certo Lord Bane. Come questa breve premessa lascia intuire la trama che sorregge il gioco riprende, senza particolare fantasia, tutti i maggiori topoi del fantasy: ci saranno nobili cavalieri, delicate donzelle, brutali mostri ed eroiche imprese ad aspettarci lungo le oltre 150 quest nelle quali la storia è suddivisa.
    In questi frangenti lo schema di gioco potrebbe ricordare la serie Fire Emblem. La mappa di gioco (inizialmente di dimensioni esigue, poi destinata ad espandersi) è visualizzata dall'alto, con in evidenza solamente quei luoghi che risultano di interesse per il proseguimento della trama. Tra un punto e l'altro della mappa gli spostamenti avverranno in modo automatico. Una volta raggiunto l'obiettivo si aprirà un menù a tendina, contenente le diverse azioni possibili. Si potrà decidere se gestire il proprio inventario, svolgere le missioni disponibili, raccogliere informazioni utili per trovare nuove subquest o, nel caso in cui ci si trovi in una città sotto il proprio controllo, entrare nella cittadella. Sotto questo nome evocativo si nasconde il cuore dell'esperienza gdr del gioco; dopo aver comprato i diversi edifici della struttura, come la torre del mago o le statue, potremo studiare nuovi incantesimi, creare nuovi oggetti, addestrare le cavalcature (utili per spostarsi più velocemente, evitare alcuni scontri indesiderati e avere nuovi colpi a disposizione) o variare le proprie statistiche.
    Una cittadella completa permetterà oltretutto di avere nuove opzioni ogni qualvolta raggiungeremo un territorio esterno al proprio regno, infatti, dopo aver costruito il giusto edificio, potremo persino andare alla ricerca di nuove rune utili per la creazione di oggetti magici o partire alla conquista di nuove città, le quali, una volta conquistate, foraggeranno settimanalmente le nostre casse. Questo aspetto del gameplay regala al gioco un ulteriore spessore, dovremo, infatti, amministrare il nostro regno e controllare che le città sottomesse non tentino di liberasi dal nostro controllo.
    Un'altra analogia con Fire Emblem consiste nella gestione dei dialoghi: essi sono rappresentati con schermate statiche nelle quali le battute si avvicendano tramite fumetto, senza l'ausilio di particolari animazioni o doppiaggio. Il character design dei personaggi risulta gradevole, come le tracce audio, particolarmente adatte al tipo di ambientazione proposta, molto epiche e orecchiabili. Il vero problema consiste nella mancanza di ispirazione che soffrono sia il comparto audio sia quello video, entrambi pesantemente simili a tutto ciò che si è già visto o sentito in altre produzioni. Un piccolo merito della versione 360 rispetto alle due precedentemente uscite per le console portatili, consiste nell'avere il gioco completamente localizzato in un buon italiano.

    Perché Puzzle

    Fin qui il gioco parrebbe essere quasi un clone di Fire Emblem, ma quello che differenzia Puzzle Quest da questo e altri prodotti simili è che tutte le azioni, come i combattimenti, la creazione di oggetti o l'addestramento della propria cavalcatura, sono realizzabili tramite la risoluzione di un puzzle ispirato a Bejeweled e i suoi cloni. In poche parole in una griglia di 8x8 caselle occorre realizzare una combinazione di tre o più elementi uguali potendo spostarne solamente uno di uno spazio in orizzontale o verticale. La novità consiste nella varietà con la quale questa formula ci viene riproposta. Ogni azione ha infatti una sua griglia specifica, che costringe il giocatore a variare di volta in volta l'approccio alla partita. Per imparare un incantesimo dovremo trovare la soluzione di un puzzle "preconfezionato" da risolvere secondo uno schema specifico; per costruire un oggetto dovremo allineare una o più volte (secondo la rarità dell'artefatto) tre icone a forma di incudine prima che si incappi nel "prosciuga mana" (come è chiamato il momento nel quale non ci sono più mosse a disposizione). La parte meglio riuscita è comunque quella dei combattimenti: in questi frangenti dovremo alternarci con un personaggio gestito dal computer fino a quando uno dei due non si ritroverà senza punti vita (vale a dire la sconfitta). La genialità del sistema pensato dai ragazzi di Infinite Interactive è data dal fatto che ogni giocatore avrà a disposizione, oltre alla mossa "classica" sulla scacchiera, anche delle abilità particolari utilizzabili durante il proprio turno. Esse costano un determinato ammontare di mana, ottenibile allineando un numero sufficiente di sfere dello stesso colore (giallo, verde, blu e rosso). Una volta raggiunto il fabbisogno richiesto si potrà scatenare tutta la potenza dell'abilità selezionata, che potrà rigenerare i vostri punti vita, trasformare il colore o la forma delle gemme nella griglia o infierire direttamente sull'energia dell'avversario. Questo fa sì che il gioco diventi molto di più che un forsennato "allinea le gemme prima dello scadere del tempo", in quanto occorrerà pianificare bene le proprie mosse, privilegiando quei colori necessari per attivare una nostra abilità, o per impedire all'avversario la sua. Altri fattori come le statistiche individuali o l'equipaggiamento indossato modificheranno leggermente il sapiente sistema di combattimento allestito senza però inficiarne il bilanciamento. A questo proposito va però sottolineato come a volte anche gli scontri più curati possono essere stravolti dalla "fortuna" (molto più spesso operante dalla parte del computer), che a volte rende delle mosse apparentemente innocue delle combo devastanti, oltretutto impossibili da prevedere, in quanto ottenute con i pezzi scesi dall'alto in sostituzione di quelli distrutti. Quando ciò avviene la sensazione di impotenza o di combattimento pilotato rasenta quasi la frustrazione, bilanciata dal fatto che le sconfitte non incidono sul prosieguo della trama.

    Come essere originali, senza inventare nulla

    La forza di Puzzle Quest consiste nell'essere un'idea talmente semplice da risultare geniale e originale ora che l'abbiamo sotto i nostri occhi. Questo potrebbe sembrare strano, soprattutto considerando che il gioco attinge a piene mani da tutti i generi che tocca (fantasy, puzzle game, strategici, gdr), senza stravolgere formule e meccaniche già rodate ed affinate. Tutto quello che fa è amalgamare e restituire tutti questi elementi senza sbavature: il risultato è un prodotto fresco, originale ed intrigante, capace di incollare allo schermo sia gli appassionati dei gdr fantasy, sia quelli dei puzzle game.
    Durante la lunga quest principale ci saranno tantissime cose da fare e, una volta terminata, la si potrebbe rigiocare con un'altra classe o ci si potrebbe semplicemente buttare in furiosi 1vs1 sia off che online.
    Il sistema degli achievement è studiato in modo tale da spingere i giocatori a completare la quest principale e a provare la nuova modalità online, nel complesso dovrebbe trattarsi di 200 punti che con un po' di pazienza si possono ottenere facilmente.

    Puzzle Quest: Challenge of the Warlords Puzzle Quest: Challenge of the WarlordsVersione Analizzata Xbox 360Puzzle Quest: Challenge of the Warlords è un prodotto ottimamente confezionato: lungo, divertente appassionante e completo. La natura “portatile” di questo genere di giochi potrebbe però portare molti a prediligere le versioni Ds e Psp già disponibili sul mercato da qualche mese. Per una corretta scelta va sottolineato come la versione Xbox Live Arcade gode di una funzionale modalità online e di una completa localizzazione in italiano. I 1200 Microsoft Point (15 euro circa) rendono inoltre il gioco il più economico tra le versioni disponibili. È un prodotto consigliato a tutti gli amanti dei puzzle game o dei gdr (soprattutto quelli non integralisti), oltre che a coloro alla ricerca di un prodotto longevo da poter giocare saltuariamente o lungo brevi sessioni, subito divertente e senza difficoltà per seguire la trama. Gli unici che dovrebbero tenersene alla larga sono coloro “allergici” ai generi che il gioco tocca e coloro che già lo posseggono per DS o Psp, essendo praticamente lo stesso gioco.

    7.5

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