Rain of Reflections Recensione: il cyberpunk tra Quantic Dream e XCOM

Rain of Reflections Chapter 1 è un'avventura cyberpunk che cita la narrativa tipica di Quantic Dream e le meccaniche degli scontri di XCOM.

Rain of Reflections Recensione: il cyberpunk tra Quantic Dream e XCOM
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  • Nel momento della sua massima crescita economica l'umanità si trova ad affrontare un'apocalisse biologica dall'impatto devastante: tutti sono diventati, all'improvviso, infertili. L'ordine sociale e politico viene radicalmente invertito, e si creano classi di censo e razza sulla base di chi è nato in modo biologico e chi invece per clonazione. Nel lusso e nello sfarzo più assoluto di tecnologie futuristiche e strabilianti, i più benestanti studiano e ricercano modi per superare la crisi delle nascite, potenziando sempre di più gli organismi di clonazione in serie. Nel mentre, i quartieri più poveri e la popolazione più indifesa vivono in condizioni critiche ed estremamente pericolose, e i progressi tecnologici per loro hanno avuto una sola conseguenza: più controllo, meno libertà.

    Questo è il mondo in cui ci immerge Rain of Reflections, una distopia molto classica negli antefatti e tradizionale nelle scelte estetiche e tematiche. Originale, invece, è la commistione tra avventura grafica moderna e strategico a turni in salsa XCOM 2, che prende elementi del primo genere e li fonde in modo interessante con le tipiche formule tattiche del secondo.

    Enigmi ed esplorazione tradizionale

    Nelle sue fasi meramente narrative e di dialogo, Rain of Reflections ricalca a grandi linee gli schemi delle moderne avventure grafiche, soprattutto quelle Quantic Dream. Innanzitutto, la sua struttura in capitoli (oggi trovate solo il primo, nei prossimi mesi verranno pubblicati gli altri due) ci farà impersonare diversi protagonisti, offrendo punti di vista a volte opposti o comunque sensibilmente distanti.

    In questo primo episodio,vestiremo i panni di una scienziata delle classi più agiate e potenti, legata direttamente alle figure di spicco del contesto politico nazionale, e ci troveremo ad affrontare i suoi dubbi. La protagonista comincia infatti a sviluppare qualche incertezza morale legata al suo lavoro, poiché coinvolge analisi, test e controlli serrati su cloni molto giovani... e non solo. Decidendo di prendersi le sue responsabilità, lotterà per far fuggire i soggetti di studio dal laboratorio.

    Starà a noi plasmare la trama e la sua direzione, in modo molto profondo. La brevità dell'episodio (circa 3 ore per chi ama esplorare tutto) sfocia nella presenza di poche scelte che sono però assolutamente determinanti per lo sviluppo del racconto. Al contrario dei giochi Quantic Dream, però, mancano quasi completamente i QTE, sostituiti da un'esplorazione dei luoghi e degli ambienti molto tradizionale; un processo che permetterà di scoprire davvero moltissimo sul mondo di gioco, sulla protagonista e sui personaggi che incontreremo, e ci darà tantissime informazioni utili per capire le nostre opzioni di scelta nelle fasi di dialogo. Infine, come sempre, non mancano alcuni enigmi ambientali, a volte forse troppo assurdi per le velleità di realismo e credibilità del racconto, ma che comunque spezzano con intelligenza le fasi più lente dell'esperienza. Niente di complesso o difficile, anzi, ma servono come strumento per forzare l'esplorazione di alcuni ambienti, che altrimenti potrebbero essere "superati" senza alcun tipo di sforzo.

    I dialoghi influenzano a fondo la trama e la personalità della protagonista, e sono sempre molto utili anche nei casi meno rilevanti ai fini della sceneggiatura: anche scambiando qualche frase con un NPC secondario, scopriremo comunque tante cose sull'ambientazione, e persino sui nostri alleati e nemici. La qualità dell'interpretazione attoriale lascia molto a desiderare, non tanto per il doppiaggio, in molti casi efficace e quasi mai sottotono (al netto di un paio di scene), quanto per le animazioni e la direzione generale: si ha quasi l'impressione di essere di fronte a un titolo dell'inizio della generazione scorsa.

    Se da un lato la natura medio budget dell'opera può attutire per alcuni il peso dell'arretratezza delle animazioni, dall'altro il fotorealismo ricercato dagli sviluppatori non permette di soprassedere più di tanto, stridendo in maniera lampante con la qualità della performance digitale.

    In tal senso, comunque, il gioco si avvantaggia di una qualità grafica sopra la media per questo genere di produzioni (tolti i rari casi del panorama tripla A), e offre numerose ambientazioni, interni ed esterni, capaci di recuperare con efficacia molti degli stilemi più classici delle narrazioni distopiche e del cyberpunk: dalle fughe su macchine volanti alla coltre di fumo che sostituisce il cielo, il gioco sa restituire una certa coerenza di fondo delle sue ispirazioni stilistiche.

    Motivazione unica risorsa

    Le fasi di combattimento, in realtà, sono delle sequenze più generalmente "tattiche", durante le quali potremo decidere vari approcci per superare il livello specifico. L'obiettivo di tutti i vari stage è quello di raggiungere un traguardo designato, e dovremo ovviamente farlo ponendo attenzione alle difficoltà del livello.

    Possiamo ricorrere, in alcuni casi, a un approccio violento, sparando contro gli avversari; potremo utilizzare i turni di gioco per muoverci furtivamente tra le coperture, cercando di aggirare il nemico o stordendolo con l'hacking; potremo anche cercare di ricorrere alle minacce e all'improvvisazione per spingere il nemico alla fuga.

    Le varie soluzioni si alternano in maniera molto fluida, di turno in turno, ed è molto interessante poter sperimentare con questi approcci di volta in volta, in funzione della maggiore convenienza del contesto.

    Ad esempio, se il capo delle guardie, nemico particolarmente rognoso, si trova davanti a noi, è troppo appetibile l'opportunità di eliminarlo con un solo colpo per lasciarcela sfuggire. Ma cosa accade se il nemico ci scopre? In Rain of Reflections, al posto della barra della vita troviamo una "barra della motivazione", che descrive lo status psicologico del team in quel momento. Quando si attiva uno scontro ogni azione aggiunge o toglie motivazione in funzione del contesto. Riusciamo a piazzarci dietro una copertura? Otteniamo una motivazione temporanea; un nemico ha distrutto la copertura con un proiettile? Subiamo il malus "scoperto" e "sotto tiro". Se la motivazione scende sotto i limiti imposti dal livello, il personaggio perderà la determinazione che gli serve per affrontare la situazione di pericolo e fuggirà. Potrebbe accadere che un nostro alleato subisca danni motivazionali ingenti e decida di fuggire per sempre. Se questo status psicologico dovesse colpire la nostra protagonista, Wilona, avremo fallito la missione, e dovremo ricominciare.

    Un altro elemento interessante di queste fasi è che tra le azioni disponibili è previsto anche un generico "parlare", che attiva dei dialoghi interni al combattimento, con i quali possiamo diminuire la motivazione del nemico o aumentare caratteristiche speciali dei nostri alleati o della nostra protagonista. Urlare al nostro compagno "puoi farcela!" ne aumenta la motivazione, mentre chiedergli di usare al meglio i proiettili rimasti ne potenzia il focus.

    Infine, la nostra protagonista è una scienziata straordinarie e un'hacker abilissima, capace di risolvere problemi incredibili e di penetrare nei sistemi di sicurezza più difficili, e ciò avrà delle enormi ripercussioni sul gameplay e sulla storia: riuscire ad hackerare in tempo un qualche dispositivo (attraverso tre tipologie di minigiochi diversi) ci offre numerose opportunità, e anche nelle fasi di combattimento potremo attivare barriere, scudi e protezioni a seconda del livello, distraendo i nemici o aprendoci nuovi percorsi.

    Rain of Reflections Chapter 1 Rain of Reflections Chapter 1Versione Analizzata PCRain of Reflections si presenta sul mercato con un primo episodio caratterizzato da tematiche e scelte narrative molto canoniche, eppure dotato di un particolare sistema di combattimento e di hacking, intrigante e originale negli approcci. La fine della storia, la varietà delle scelte ludiche e le tangibili conseguenze di questo primo capitolo lasciano ben sperare per i prossimi episodi: confidiamo quindi che anche i temi del suo racconto possano eliminare ogni oncia di banalità per permettere al lavoro LionBite di spiccare all'interno del sovraffollato panorama indipendente.

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