Recensione Rainbow Moon per PS3

Dai creatori di Söldner-X, uno strategico da scaricare via PSN

Recensione Rainbow Moon per PS3
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Disponibile per
  • PS3
  • PSVita
  • Non solo NIS

    Gli strategici a turni sono senza alcun dubbio un genere adatto a pochi appassionati, dotati di un particolare gusto videoludico. In ambito console, il settore segue da diverso tempo gli umori e le decisioni della prolifica NIS: software house quasi prevalentemente votata a questo tipo di giochi e fautrice, tra le altre, della famosa saga di Disgaea. Nei suoi vari prodotti, il team nipponico ha saputo far evolvere gli strategici a turni, rappresentando sempre un punto di riferimento e di arrivo per la concorrenza.
    Il prodotto che ci preoccupiamo di analizzare in questa sede deve sicuramente moltissimo ai giochi di NIS e rappresenta una più che valida declinazione di questa tipologia di giochi. La sua caratteristica più esclusiva va tuttavia ricercata nel fatto che si tratta di un titolo acquistabile accedendo al PSN, ad un prezzo relativamente economico per i contenuti che propone. Forse fin troppo classicheggiante, Rainbow Moon ci ha comunque convinti e divertiti. Scopriamo insieme i suoi punti di forza.

    Poco innovativo, ma molto ben fatto

    Rainbow Moon è stato realizzato da SideQuest Studios, piccolo team teutonico già noto per aver dato i natali a Söldner-X: Himmelsstürmer, scrolling shooter ideato per un pubblico di esperti. La loro nuova fatica, come già detto, è uno strategico a turni con i più classici degli elementi RPG, ambientato nel solito mondo fantasy minacciato da oscure presenze.
    La trama può senz'altro dirsi l'aspetto più deludente della produzione. Priva di personaggi degni di nota e di un intreccio che proponga qualcosa di più del classico eroe alla ricerca della via di casa, vede il coraggioso Baldern raggiungere la luna di Rainbow Moon, attraversando involontariamente un misterioso portale. Con lui, giungono nel regno fino a poco prima pacifico decine e decine di mostri e altri esseri malintenzionati, che sconvolgono la vita degli abitanti del piccolo satellite. Il nostro si trova così di fronte a un doppio compito: riportare la pace e ritornare nel suo mondo d’origine, dove ad attenderlo ci sarà la sua vera nemesi, fautore della trappola che lo ha catapultato su Rainbow Moon.
    A queste premesse tutt'altro che originali, l'avventura non fa nulla per aggiungere qualcosa di più impressionante a livello narrativo. I dialoghi sono ridotti all'osso, privi di pathos e condotti da personaggi scontati e assolutamente coerenti al topos di riferimento. Baldern in particolare, è un protagonista ben lontano dall'avere una caratterizzazione memorabile e, anzi, è forse il più restio a prendere una posizione che sia diversa da quella di semplice avatar, pedina incolore nelle mani dell'utente.

    Ben più convincente e sostanzioso il gameplay: fedele alla tradizione e proprio per questo capace di incontrare facilmente le simpatie di una buona fetta di pubblico.
    Buona parte dell'attenzione è incentrata sull'esplorazione delle ambientazioni. Durante queste fasi potrete scorazzare liberamente alla ricerca di oggetti nascosti, nuovi sentieri, personaggi con cui parlare e quant'altro. A discapito del tempo che scorrerà ad ogni vostro passo, consentendo l'alternasi del giorno e della notte e l'apparizione/sparizione di alcune elementi come specifici negozi in cui fare compere, sarete liberi di aggirarvi per gli scenari senza grossi patemi d'animo. I nemici, difatti, sono tutti ben visibili sulla mappa e quindi non verrete continuamente interrotti da incontri casuali che avrebbero spezzato eccessivamente il ritmo.
    Un'altra componente importante di Rainbow Moon è ovviamente legata alla gestione dei personaggi e dell'equipaggiamento. A Baldern infatti, si uniranno presto nuovi eroi, fino a comporre un party di tre lottatori per volta. Naturalmente non mancheranno armi e scudi dai diversi poteri ed effetti, che potranno essere potenziati presso i fabbri fondendoli con alcuni oggetti che recupererete nel corso dell'avventura.
    Interessante è poi il sistema di crescita. Battaglia dopo battaglia, gli eroi accumuleranno esperienza, salendo progressivamente di livello. Tuttavia ciò non basterà per far progredire le varie statistiche di forza, difesa, velocità e così via. Per farlo dovrete spendere delle gemme, accumulabili uccidendo i nemici, e raggiungendo dei particolari personaggi non giocanti adibiti a questo scopo. Non sarà sufficiente quindi grindare per diventare più forti: dovrete anche spendere saggiamente questa valuta che diventerà in breve il bene più prezioso del gioco.
    Sulla parte gestionale del titolo insomma, c’è poco di cui lamentarsi. Certo, la mancanza di originalità potrebbe infastidire chi è alla ricerca dell’innovazione, ma tutto funziona più che egregiamente.
    Anche sul combat system l’unica vera critica che si può muovere è l’assoluta mancanza di carattere, di una feature che faccia spiccare Rainbow Moon rispetto alla concorrenza. Per il resto tutto fila liscio come l’olio. Avviata la battaglia vi ritroverete nella classica scacchiera, costretti a selezionare una o più mosse da intraprendere all’interno del proprio turno e aspettando quelle degli avversari. Anche da questo punto di vista c’è tutto: colpi critici, mosse speciali che consumeranno mana e pozioni per permettere il recupero di punti salute. Manca la profondità di Disgaea, così come si può biasimare il design assolutamente anonimo delle arene in cui avvengono gli scontri, incapaci di stimolare più di tanto un ulteriore senso tattico nel videogiocatore, ma ogni amante del genere troverà comunque pane per i propri denti.
    Rainbow Moon presenta insomma un gameplay ben oleato, equilibrato e intrigante al punto giusto. Manca il guizzo, la sorpresa, l’inedito, ma gli amanti della tradizione avranno di che gioire.

    Dal punto di vista prettamente tecnico, il titolo è impeccabile pur in tutta la sua semplicità. Da quello artistico invece, è necessario muovere qualche piccola critica. Per quanto non sia troppo difficile credere che qualcuno possa trovare grazioso lo stile adottato dai designer, è indiscutibile che ci troviamo di fronte a qualcosa di non troppo ricercato. Ambientazioni e personaggi sono incapaci di creare qualsivoglia senso di meraviglia, limitandosi ad avvicinarsi al classico stile fantasy tanto inflazionato in questo genere di giochi.
    Molto buono invece il sonoro. Gli effetti, tra i quali alcune parole bofonchiate qua e là dai personaggi, pur non brillando fanno il loro dovere. Deliziosi e sempre a tema invece i temi musicali. Anche in questo caso gli sviluppatori si sono attenuti ai canoni, ma il risultato raggiunto merita indubbiamente ogni plauso.
    Sul fronte della longevità c’è davvero poco di che lamentarsi. La main quest richiede almeno quaranta ore a livello di difficoltà normale per essere completata. Rendendo le cose più ardue o dedicandosi anche alle varie side quest la cifra può tranquillamente raddoppiare, andando così a creare un rapporto quantità-prezzo assolutamente vantaggioso.

    Rainbow Moon Rainbow MoonVersione Analizzata PlayStation 3Rainbow Moon è un titolo ideale per tutti coloro in cerca di un RPG strategico a turni estremamente classico. Questo è sicuramente il punto di forza e insieme la sua pecca più grande. L’assoluta mancanza di innovazione, unita a una trama poco accattivante e uno stile grafico grezzo, gli impediscono di ambire a una valutazione ben più generosa. Ciononostante il gioco sa intrattenere e divertire con genuinità ed efficacia. Caldamente consigliato agli amanti del genere, soprattutto visto il prezzo contenuto in relazione all’offerta, ma anche a tutti coloro che vogliono iniziarsi a questo genere con qualcosa di non eccessivamente complesso e arduo.

    7.8

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