Rainbow Six Siege Recensione: Operazione Phantom Sight, il gatto e il topo

Nokk e Warden hanno iniziato a spingere per trovare il loro posto nel meta, scopriamo tutte le novità di Operazione Phantom Sight.

Rainbow Six Siege Recensione: Operazione Phantom Sight, il gatto e il topo
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  • Chi è il cacciatore e chi la preda? Ce lo siamo chiesti più volte, mentre approfondivamo la conoscenza dei due nuovi innesti dello shooter tattico targato Ubisoft. Operazione Phantom Sight, come ormai di consueto, è andata ad arricchire l'offerta contenutistica di Rainbow Six Siege, titolo che inizia ad assumere dimensioni pantagrueliche. D'altronde il gioco, uscito nel 2015, non ha fatto altro che crescere, evolversi, attrarre nuovi proseliti ed estimatori. Basti pensare ai traguardi raggiunti e superati dalla creatura di Ubisoft Montreal: oltre quarantacinque milioni di giocatori, una scena eSport estremamente vivace e - per quanto possibile - sana (addirittura in grado di ampliarsi a nuovi appuntamenti stagionali come i DreamHack, oltre a presentare prize pool sempre più ricchi). Gli enormi numeri su Twitch sono del resto lì a dimostrarlo.

    Non solo: vi basta recuperare le repliche della finale della nona stagione della Pro League ospitata al Palazzo del Ghiaccio di Milano per accorgervi di quanto calore circondi lo shooter di Ubisoft.
    Merito del lavoro di recupero e miglioramento costante portato avanti dal team canadese sin dai mesi immediatamente successivi l'uscita.
    Percorso costellato di tantissime patch, fix e aggiunte ma soprattutto di una roadmap chiara e proiettata verso il lungo termine. Come di consueto anche l'avvicinamento a Operazione Phantom Sight è stato puntellato da grandi e piccoli aggiustamenti, in modo da preparare nel miglior modo possibile il terreno all'espansione. L'ultimo, in ordine di tempo ha portato alla temporanea rimozione dell'operatrice britannica Clash (a causa di un exploit critico) e all'azzeramento di alcuni gadget, come le mine claymore.
    Ora che Nokk e Warden sono ufficialmente entrati a far parte della squadra Rainbow possiamo tracciare un bilancio generale di questa nuova stagione. Un'anticipazione? Warden ha il potenziale giusto per entrare di diritto nel meta competitivo.

    Le puntate precedenti e il possibile futuro

    Facciamo rapidamente un breve recap per chi si fosse perso le ultime novità legate a Rainbow Six Siege e volesse tornare a giocare o semplicemente provare a cimentarsi con una sfida non certo alla portata di tutti.

    Lo shooter tattico può apparire decisamente ostico per chi - a quattro anni dalla release - desideri provare la profonda anima competitiva che lo caratterizza. I frequenti weekend di gioco gratuiti, in questo senso, aiutano molto ma ovviamente quarantotto ore non bastano.
    Ad ogni modo, le novità di questo quarto Anno si sprecano, e hanno portato il titolo a una maturazione inedita, sino al debutto della stagione australiana.

    Con il costante ampliamento del pool di Operatori e mappe, i novellini rischiano di non essere più in grado di ricucire lo squarcio creatosi tra loro e l'utenza più esperta. Inoltre, non tutti possono permettersi di giocare con una costanza tale da conoscere a fondo il meta di gioco e, tra l'altro, racimolare Fama per sbloccare gli Operatori. Con l'introduzione della modalità "Newcomer" il team di sviluppo ha cercato di smistare i nuovi arrivati dai giocatori con maggiore esperienza, così da non rendere l'entrata nell'universo di Rainbow eccessivamente traumatica.

    Inoltre, i ragazzi di Ubisoft Montreal hanno deciso di porre un freno alla tossicità che funesta i match introducendo il cosiddetto "reverse friendly fire", con l'obiettivo di punire i giocatori che si divertono a rovinare l'esperienza altrui.
    Il nuovo Anno ha portato anche diverse altre aggiunte di rilievo, come il debutto dei cosiddetti "eventi stagionali", l'arrivo del sistema di Pick & Ban per la modalità ranked e tanto altro previsto nei mesi a venire.

    La roadmap, come dicevamo, appare chiara e ricca nonostante le critiche piovute da più parti, soprattutto riguardo alla decisione di tagliare le opzioni di gioco per mantenere unicamente "Bomba". Dopo Burnt Horizon, inoltre, il quarto Anno non accoglierà alcuna location inedita, bensì solo rework di alcune mappe preesistenti (Kafé, giunta proprio con la seconda stagione, Kanal e Theme Park).

    Senza contare i lifting ai combattenti (Lion, Dokkaeby, Glaz, Clash...), le patch di aggiornamento (la 4AS2.1 va a correggere diversi errori, ad esempio) e i prossimi operatori. Per la terza stagione i leak - non si sa quanto attendibili - si sprecano. Pare infatti che informazioni sui gadget unici dell'operatore peruviano e messicano siano trapelate in rete.

    L'operatore di difesa, secondo la fuga di notizie, dovrebbe poter piazzare uno scudo mobile con una sorpresina infiammabile, mentre quello d'attacco avrebbe in dotazione uno speciale rampino. Una delle fonti arriverebbe dall'artwork che mostra Nokk in compagnia di Mira. Sulla lavagna è in effetti possibile notare qualche scarabocchio probabilmente fatto dall'operatore spagnolo, tecnico esperto nonché responsabile anche della messa a punto proprio del gadget del nuovo innesto danese.

    Cucù, mi vedi?

    Come vi anticipavamo nella nostra prova effettuata durante l'evento meneghino, la nuova operazione va a toccare il senso della vista, ovviamente fondamentale, forse più dell'udito.

    Nella fase di preparazione gli attaccanti devono "vedere" dove si trovano gli obiettivi, mentre i difensori con le CCTV (e con gli altri gadget introdotti in questi anni) hanno l'assoluta necessità di carpire informazioni sui movimenti dell'avversario. Operazione Phantom Sight punta quindi a esaltare proprio l'elemento visivo dell'esperienza tattica del titolo Ubisoft.

    Sia l'operatrice d'attacco danese, Nokk, che l'agente statunitense Warden vanno a influenzare la percezione dell'ambiente circostante da parte del proprio team e della formazione avversaria.
    Il team di sviluppo, come ci ha raccontato Alexander Karpazis sta anche lavorando alacremente sotto il profilo della caratterizzazione degli operatori e dell'universo di Rainbow Six.

    I due nuovi innesti, in questo senso, appaiono ottimamente caratterizzati. Tra l'altro, Warden è il primo combattente a non provenire dalle classiche unità antiterrorismo, un dettaglio che apre a numerose interessanti possibilità per i contenuti che verranno.
    Ad ogni buon conto, ai giocatori interessa le abilità che gli operatori mettono in campo. Nokk, di "taglia media" (2 punti armatura e 2 punti velocità), può contare su un gadget unico molto particolare che la pone a metà strada tra un Vigil e una Caveira.

    Il bello è che, questa volta, stiamo parlando di un combattente d'attacco.
    Grazie al Riduttore di Presenza HEL, Nokk può rendersi temporaneamente invisibile alle telecamere, occultando anche i rumori dei propri passi. Il dispositivo ha utilizzi illimitati ma risulta ancorato a un cooldown abbastanza stringente.

    L'invisibilità della danese, però, non riesce a eludere del tutto i gadget tecnologicamente avanzati come gli Yokai di Echo e i droni hackerati da Mozzie. Questi strumenti, infatti, rileveranno la presenza di Nokk esattamente come accade con Vigil, ovvero con un rumore nell'immagine che si farà più intenso all'avvicinarsi dell'attaccante.

    Fretta e ambiente circostante possono inoltre tradire la presenza dell'operatrice. È necessario, anzitutto, limitare i movimenti bruschi: correre farà rilevare una sagoma indistinta sotto forma di "glitch". In aggiunta, calpestare assi di legno, filo spinato e altri detriti porterà a uno spostamento degli stessi, rilevabili chiaramente sia con le CCTV sia tendendo l'orecchio.
    Nokk, secondo la nostra prova. pare un ottimo flanker: nella rastrelliera delle armi può scegliere tra un FMG 9 e un Six12-SD, variante dello shotgun già presente nell'equipaggiamento di Ying e Lesion. La claymore in dotazione potrà garantire differemze strategiche apprezzabili, permettendo all'operatore di coprirsi le spalle e piazzare la trappola senza far rumore.
    Per essere sfruttata al meglio, il giocatore che utilizzerà la danese dovrà prendere velocemente dimestichezza sul cooldown dell'HEL e possedere una grande conoscenza delle mappe. Nokk, al momento, non pare aver fatto grossa breccia nel cuore dei giocatori ma il meta è ancora tutto in evoluzione.

    Buongiornissimo Warden, Kafé?

    Chi, invece, sembra destinato a ritagliarsi un posto nel meta (soprattutto competitivo) è Warden. Il damerino donnaiolo, con un passato nei servizi di sicurezza, è un personaggio pesante e lento. Un "peso" che però va tutto a vantaggio del team in difesa. Lo statunitense si pone come "anchor" per i difensori, un entry denial in grado di contrastare l'irruzione del team attaccante.

    Ottima prima linea non solo per la sua stazza ma anche per il gadget da James Bond di cui è dotato: gli smart glass Colpo d'Occhio. Il dispositivo in dotazione all'americano sa essere decisamente efficace in quanto teso a contrastare i malus visivi portati dagli attaccanti. Attivando i suoi occhiali fashion (soggetti anch'essi a un tempo di ricarica come l'HEL), Warden diviene immune a flashbang (un po' come il dispositivo di Ying) e granate fumogene.

    Ciò significa che l'utente può contare su un campo visivo del tutto normale e privo di ostacoli. Eppure c'è un grosso "ma": come accade a Glaz post rework, infatti, l'americano deve stare immobile: un difetto in parte mitigato dall'armamento in dotazione.

    L'operatore è dotato di uno shotgun, per chi predilige l'impallinamento a corto raggio, e di un SIG MPX, mitraglietta di fabbricazione americana che garantisce una buona stabilità e un discreto volume di fuoco, specialmente in fase di difesa del breach avversario.

    Come terza scelta, invece, Warden ha la fortuna di poter selezionare tra un'arma da fianco semplice come una pistola e una SMG 12, una mitraglietta dal rateo di fuoco travolgente, poco precisa ma devastante e davvero soddisfacente. Filo spinato e scudo mobile completano poi il loadout dell'agente.

    Warden, insomma, sembra avere un grosso potenziale nei match competitivi, con un team ben affiatato e coeso.
    La seconda stagione dell'Anno ha portato anche il rework della mappa Kafé, giocabile da tutti in una sorta di "evento di lancio" a tempo limitato. L'edifico al suo interno racchiude una pletora di piccole e grandi ristrutturazioni che ne hanno decisamente migliorato l'aspetto e la giocabilità, sia per il team in attacco che per la squadra in difesa.

    L'aggiunta di un nuovo "site" si era reso necessario per avvicinarsi al livello qualitativo delle altre mappe. Infine, la rivisitazione della location è andata ad ampliare la complessità architettonica, aumentando anche le variabili tattiche a disposizione dei giocatori, sia in verticale che in orizzontale.

    Rainbow Six Siege Rainbow Six SiegeVersione Analizzata MultiLa seconda stagione dell'Anno 4, come ormai di consueto, ha portato due nuove aggiunte al roster di attaccanti e difensori. Mentre Nokk necessita di una certa abilità per essere sfruttata al meglio, Warden appare già più accessibile, oltre a possedere il potenziale giusto per entrare nel meta competitivo e affiancare Mira nella classifica dei ban. Operazione Phantom Sight ci ha anche regalato il rework della mappa Kafé, resosi necessario per allinearla alla qualità tattico-strategica delle zone più complesse. Il lavoro, sotto questo punto di vista, appare ottimamente svolto. Nonostante le aggiunte e gli aggiustamenti apportati al titolo, ci sono stati un po' di malumori nella community. I motivi sono molteplici, a partire dall'assenza di novità sotto il profilo del map pool per poi passare sia all'equipaggiamento dei due nuovi operatori (le armi sono infatti già ampiamente conosciute dagli utenti) sia alla decisione di Ubisoft Montreal di depennare le modalità ludiche per tenere solo “Bomba”. Nonostante questo, il team di sviluppo continua dritto per la propria strada: nel TS sono attualmente in fase di test le possibili soluzioni per gli exploit di Clash, IQ e Scudo Mobile.

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