Recensione Ravenmark: Scourge of Estellion

Lo strategico di Witching Hour Studios per iOS e Android osannato dalla critica nel 2011 ci riprova su personal computer, ma questa volta dovrà vedersela con i migliori esponenti del genere.

Recensione Ravenmark: Scourge of Estellion
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  • iPhone
  • iPad
  • Pc
  • Dopo quattro anni pieni pieni dal debutto su iOS, Ravenmark arriva anche su Pc. Il gioco non è cambiato molto dal suo acclamato esordio, le sue innegabile qualità sono per nostra fortuna ancora qui, ma il mercato dei personal computer è radicalmente diverso da quello di smartphone e tablet del 2011, grazie al quale questo strategico ha guadagnato tanta popolarità. Con questo porting, per la prima volta Ravenmark: Scourge of Estellion dovrà vedersela con una valanga di giochi più o meno simili ma naturalmente migliori, a cui non sono stati imposti tutti i limiti che vigevano all'epoca sugli store Apple e in misura minore su quelli Android. Limiti di grandezza, tecnici e anche limiti di qualità, perché bastava molto meno ai tempi per sorprendere con un gioco per "cellulari" (dispregiativo in via di estinzione ma che qualche anno fa andava ancora alla grandissima).

    Natural wonder

    Oggi che la grandissima qualità di Ravenmark nuota proprio dove gli strategici sono stati inventati, il gioco dei Witching Hour Studios ha un po' l'aspetto di una foca tra gli squali: può essere sbranata in un attimo, ma la sua agilità gli garantisce nonostante tutto una buona probabilità di sopravvivere. L'agilità di Ravenmark è naturalmente il suo gameplay, semplice e diretto, matematico ma pur sempre soggetto all'imprevedibilità di una battaglia. Mappe ben delineate, blocchi granitici di trama che si alternano a missioni in difficoltà crescente, grossa enfasi posta sulle unità speciali rappresentate dai personaggi principali... come tipologia di strategico Ravenmark non è poi così lontano da Final Fantasy Tactics, o da The Banner Saga. Ma a differenza dei due colossi sopracitati, la trama di questo gioco non prevede interattività, e le unità da noi comandate non avanzeranno di livello guadagnando nuove tecniche. Ravenmark si fa gioco solo ed esclusivamente nelle sue intriganti battaglie, nelle sue intelligenti ma non sempre sfruttate a dovere regole. Le unità presenti si suddividono essenzialmente in quattro diverse tipologie: unità di fanteria, unità con armi ad asta, cavalleria, e specializzate in attacchi a distanza. La loro efficacia funziona proprio in questo ordine, da leggere circolarmente: la cavalleria che è debole contro le unità con armi ad asta sarà maggiormente efficace contro la fanteria, che è la prima della lista. In Ravenmark ogni turno di gioco si divide in due parti, ma solo nella prima sarà possibile dare ordini alle nostre truppe, mentre nella seconda il giocatore si limiterà a vedere il risultato delle proprie azioni. Questo non è affatto un dettaglio. Ogni unità possiede un valore numerico che ne indica l'iniziativa, e non è detto che quella che abbiamo indirizzato verso un nemico lo troverà ancora al suo posto nel momento in cui potrà finalmente spostarsi. Una buona strategia può quindi trasformarsi in inutile fatica se le cose non andranno per il verso giusto, ed è bene capire subito che certi avvenimenti non potranno mai essere anticipati dal giocatore, perché dettati dal caso o da una catena di eventi al di fuori del nostro controllo. Ed è un cosa che funziona, e che rende ogni scontro capace di sorprendere, anche se rigiocato più e più volte come si è costretti a fare a seguito di una sconfitta. Un'altra caratteristica originale di Ravenmark: Scourge of Estellion è il numero massimo di comandi che si possono dare in ogni turno, che sono sei e oltre i quali non ci è mai permesso di andare. Per ovviare a questo limite è possibile accorpare fino a tre unità in una singola truppa, ma questo significa anche limitare le possibilità di navigazione all'interno della mappa, visto che questi drappelli non possono passare attraverso le caselle occupate da altre unità, e anche solo girarle richiederà un intero turno.

    Un altro modo per sprecare meno punti comando possibile è sfruttare i "standing order", ovvero azioni che ogni unità o truppa replicherà ad ogni turno gratuitamente, senza quindi spendere punti comando se non per attivarle la prima volta. Questi ordini permanenti includono la possibilità di riposare e conseguentemente ripristinare punti ferita, l'avanzamento in una precisa direzione, fare la guardia fermi sul posto e l'inseguimento e successivo attacco contro un'unità nemica in particolare. Non posso che confermare la bontà dell'impianto strategico nonostante la sua intrinseca semplicità, che anche oggi funziona e bene, contribuendo a rendere ogni livello una sfida divertente e sempre impegnativa.

    The woman in red

    Se il 70% di Ravenmark è composto da battaglie sempre più grandi ed epiche, il resto è tutto in mano alla trama, e quindi alla caratterizzazione dei personaggi, ai disegni che ne animeranno i dialoghi e alla sceneggiatura.

    Tecnicamente siamo davanti a un tipico buon gioco mobile del 2011, completamente bidimensionale e sicuramente ben confezionato. Mappe e pedine sembrano fuggite da un acquerello, un vero e proprio dipinto, con grosse e visibili pennellate di colore che ne aumentano l'effetto. L'idea funziona tranne che per le unità, il cui look approssimativo peggiora una volta in movimento, quando le basilari animazioni entreranno in scena. Lo stile vira al cartoon nelle scene d'intermezzo, con piccole e grandi ispirazioni orientali. Con la trama scendiamo in basso, ed è un grande peccato perché i dettagli sull'ambientazione accessibili tramite il codex in-game sono molto più interessanti del vero e proprio svolgimento degli eventi. I dialoghi soprattutto non brillano in qualità, e considerando che è l'unica strada che ha Ravenmark di raccontare la propria storia, l'inciampo si fa sempre più grave man mano che ci si addentrerà nel gioco. C'è insomma il rischio dello skip compulsivo, per saltare tutte le sequenze d'intermezzo e concentrarsi sulla cosa che più conta, il gameplay.

    Ravenmark: Scourge of Estellion Ravenmark: Scourge of EstellionVersione Analizzata PCDal suo debutto a oggi, Ravenmark: Scourge of Estellion non è certo peggiorato. Il problema infatti sono stati i sorpassi, avvenuti in ogni direzione. Il gameplay funziona ancora, graficamente durante le battaglie se la cava grazie al suo peculiare stile visivo, e poi è leggerissimo da far girare. Ma è solo quest'ultima cosa che potrebbe farvelo preferire ad altri giochi più ricchi ed avvincenti, a meno che non ne abbiate già giocati la maggior parte e siate alla ricerca di qualcosa di completamente nuovo. Le regole che dominano il gameplay di Ravenmark d'altronde presentano anche qualche bagliore di originalità, qualcosa abbastanza raro nel genere; la sua lunga campagna, composta da circa cinquanta missioni, necessita di un bel po' di tempo per essere portata a termine, garantendo una longevità di tutto rispetto. E fortunatamente, da metà gioco in poi, le piccole imboscate tra le colline così comuni agli inizi verranno sostituite da battaglie con eserciti sempre più grandi, sempre più divertenti e varie. Ma i dubbi rimangono legittimi. D'altronde perché scegliere Ravenmark e non qualche altro mostro sacro? Perché un gioco così e non un Untold Legends, giusto per fare un esempio? Sì, è perfetto su un tablet, ma anche tanti altri strategici pesanti lo sono, a partire da Civilization V fino ad arrivare al più compatto Xcom Enemy Unknow. Non siamo più nel 2011, e Ravenmark potrebbe non bastare più nemmeno su un iPhone, figuriamoci su un Pc.

    6.9

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