Recensione Red Faction: Armageddon

Da un FreeRoaming ad uno shooter lineare e dinamico. L'ultima evoluzione di Red Faction

Recensione Red Faction: Armageddon
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Le origini di Red Faction, non tutti lo sanno, risalgono all'epoca della Playstation 2. Il primo capitolo, uscito nel lontano 2001, era un First Person Shooter ben costruito e originale, che utilizzava in maniera concretissima le caratteristiche del Geo Mod. L'eccellenza dell'engine tecnico messo in piedi da Volition era quella di garantire un'elevata distruttibilità dell'ambiente circostante. All'epoca, scavare cunicoli nella roccia a suon di esplosioni, o svellere l'intera facciata di un palazzone con botte precise di RPG, era davvero un'esperienza unica.
    Purtroppo il seguito di Red Faction (2002) si dimostrò meno affilato, ed anche il profilo del multiplayer rientrò nei canoni, per i demeriti di un level design che della distruttività faceva un elemento solo estetico, invece che tattico.
    Recuperato il brand in questa generazione, Volition lo ha trasformato in uno sparatutto in terza persona. Guerrilla, questo il nome del terzo capitolo, ottenne buoni risultati di critica. Merito soprattutto del GeoMod 2.0, che garantiva la possibilità di distruggere praticamente ogni struttura architettonica. Ma, a ben guardare, l'impostazione Free Roaming tolse qualcosa alle qualità del prodotto. Spuntato sul fronte narrativo, iterativo e poco consistente nella struttura di missioni principali e secondarie, Guerrilla è stato un capitolo da mettere “fra parentesi”.
    Con Armageddon, sebbene la visuale sia rimasta in terza persona, il team di sviluppo fa un opportuno passo indietro, tornando a puntare su un'esperienza certo più lineare, ma dunque anche più gradevole sul fronte della sceneggiatura, della varietà di situazioni e dell'intensità.

    Ribellioni marziane

    Su Marte si combatte una guerra subdola e fratricida. Gli assalti dei ribelli alle colonie umane si fanno sempre più intensi e pericolosi, finchè un'offensiva su larga scala, guidata dal folle visionario Hale, non riesce nell'intento di distruggere il Terraformatore, l'impianto che mantiene un'atmosfera artificiale e permette alla popolazione di vivere in superficie. D'un colpo, anni di conquiste del popolo marziano vengono spazzati via, e la civiltà torna a richiudersi nei bui cunicoli che l'hanno ospitata prima della rivoluzione. Ma ad Hale la vittoria sembra non bastare. In preda ad una voracità distruttiva, libera dal sottosuolo una strana razza di alieni, che assalta senza pietà i resti delle colonie: ed è davvero una nuova apocalisse. Nei panni di Darius Mason dovremo dunque tentare di rimettere a posto le cose, cercando di salvare il Bastione dagli attacchi degli insettoidi e di liberare Marte da questa nuova piaga.
    La trama di gioco si sviluppa in maniera piuttosto prevedibile, ma fortunatamente senza mai tempi morti e momenti di stanca. Gli eventi sono tutti molto classici (assalti ripetuti, rivolte popolari, linee difensive da ripristinare), ma si susseguono con un ritmo incisivo ed efficace. Certo, inutile cercare in Armageddon una sceneggiatura d'alta scuola. Oltre all'originalità, manca la profondità psicologia dei personaggi, manca la risolutezza del character design, e manca anche un Background Sci-Fi dalla grande mole e dalla grande compostezza. Ma per le esigenze di uno Shooter veloce e compulsivo le moderate qualità di Red Faction Armageddon bastano e avanzano. Le cut scene, per altro, risultano gradevoli se non per la regia, almeno per la qualità media del colpo d'occhio, che pure tralascia qualcosa riguardo allo stile della modellazione dei personaggi, ma appare tutto sommato accettabile.

    Sparare. A tutti.

    Dal punto di vista ludico, Red Faction è uno Shooter in terza persona diretto come pochi. Evitando le facilonerie del game design moderno, non propone un sistema di coperture dinamico alla Gears of War, ed anzi ci costringe ad affrontare schiere interminabili di avversari facendo affidamento soltanto sulle armi e sulle abilità del protagonista. Fin dai primi attimi si capisce che Armageddon vuole concedere al giocatore quello che manca da tanto tempo sulla scena: un'opera, per così dire, “blastatoria” indiscriminata e velocissima. E' forse dai tempi del primo Lost Planet che non abbiamo avuto modo di giocare ad un prodotto così fieramente “old school”, in cui la prontezza di riflessi conta più della pazienza e della spettacolarità. Per avere la meglio sulle orde di avversari, dunque, bisogna sempre restare in mobilità, fare qualche capriola ogni tanto e utilizzare il Lock On automatico sul bersaglio più vicino (un veloce tap del dorsale sinistro), così da mettere fuori gioco le minacce il prima possibile. Certo, non aspettatevi una difficoltà troppo elevata, o un'Intelligenza Artificiale raffinata. Le routine comportamentali degli avversari, anzi, sono decisamente semplificate, e anch'essi puntano soprattutto sulla velocità dei loro spostamenti e sull'imprevedibilità. Gli insettoidi marziani saltano da una parete all'altra, alcuni bersagliandovi coi loro proiettili precisi, altri cercando di avvicinarvi per poi saltarvi addosso e squarciarvi con gli aculei minacciosi. Di tanto in tanto, arrivano però grossi bestioni coriacei come pochi, da massacrare a suon di fucilate e mine ad innesco, mentre i terribili cecchini si teletrasportano da un angolo all'altro delle ambientazioni, per confondervi le idee e tenervi sotto tiro con i loro laser rossi alla Predator. Insomma, avrete capito, se è vero che manca un approccio tattico e ragionato, ciò a cui Armageddon non rinuncia è un buon ritmo, vivacissimo dall'inizio alla fine.
    Anche dal punto di vista della varietà il titolo THQ non si fa mancare davvero niente. Anzitutto c'è da mettere in conto che sullo sfondo di ogni battaglia c'è la distruttività ambientale garantita dall'ultima evoluzione del Geo Mod. Non sempre questo elemento si connette agli scontri a fuoco in maniera determinante, ma in ogni caso rende la progressione fortemente più spettacolare, soprattutto nella misura in cui si scopre che è possibile in qualche caso abbattere interi edifici e vederli crollare al suolo in una nuvola di polvere e detriti. I risultati migliori si ottengono poi quando con un paio di proiettili precisi si fanno saltare le casse esplosive o i serbatoi di carburante, devastando alieni poco attenti o triturando le strutture dietro cui si nascondono. Il fatto poi che ogni elemento distrutto rilasci NanoEnergia utile per potenziare le caratteristiche del protagonista, spinge il videoplayer a “darsi alla pazza gioia”, in un crescendo di botti e crolli strutturali.
    Ma Volition, in Armageddon, è andata oltre: ha infatti dotato Darius Mason di uno speciale Guanto Riparatore, con cui è possibile ristrutturare ogni elemento dello scenario. Dopo lo scontro, dunque, è possibile aggiustare i ponti devastati per raggiungere qualche area segreta, ma questa nanotecnologia ha anche qualche applicazione più pratica: in certi casi, ad esempio, è indispensabile per ricostruire le casse distrutte e materializzare così delle coperture che possono salvare la vita del protagonista. Un'idea davvero interessante, supportata da una tecnologia che appare originale e ben sviluppata. Giocando con questa inedita interattività ci sono tornate alla mente le conquiste di Singularity, un altro titolo uscito in sordina ma solito e brillante nel suo svolgimento.
    Le buone qualità di Armageddon, in ogni caso, non finiscono qui. Si è accennato, ad esempio, al sistema di potenziamento del protagonista, che permette non solo di migliorare il quantitativo di salute o l'efficacia dei proiettili, ma anche di guadagnare qualche abilità extra (l'utilizzo è regolato da un cooldown) discretamente intrigante. Fra un'onda d'urto in grado di stordire i nemici nelle vicinanze o una bolla di stasi che blocca i proiettili nemici, c'è insomma da divertirsi.
    Esemplare anche la varietà di bocche da fuoco: doppie pistole, fucili a pompa, mine ad innesco e fucili al plasma: affiancate dall'immancabile Maglio (per un approccio a distanza ravvicinata), rappresentano una risorsa fondamentale per avere la meglio sugli avversari. Ciascuna agisce in maniera diversa ed è quindi opportuno studiarne l'efficacia in diverse circostanze.
    Infine, un altro plauso al team di sviluppo per la quantità di trovate che vivacizzano la progressione. Fra boss fight, esplorazioni claustrofobiche, sequenze On-Rail, sezioni a bordo di un Mech dalla potenza distruttiva, in Armageddon c'è davvero di tutto.
    Il divertimento e la varietà, dunque, non mancano, e nelle otto ore necessarie per completare l'avventura principale il giocatore avrà modo di sperimentare moltissime soluzioni. Certo, dopo qualche tempo non potrà che farsi strada un briciolo di noia. Forse proprio perchè i nemici appaiono fin troppo inclini a farsi massacrare, o forse perchè l'avanzamento molto lineare viene accentuato da un level design spesso triviale e poco gratificante. Gli ambienti poco diversificati fra loro, e le strutture troppo simili giocano un brutto tiro ad un prodotto che con altri investimenti avrebbe senz'ombra di dubbio potuto rivaleggiare con produzioni più blasonate, ma meno genuine.

    Panorami Marziani

    Dal punto di vista tecnico Armageddon vive di alti e bassi. Su questo fronte le conquiste migliori si registrano per quel che riguarda l'interattività ambientale, spinta davvero al massimo in certi frangenti, così come accadeva, del resto, anche nel predecessore (Guerrilla). Il motore fisico, tuttavia, presenta qualche semplificazione nella gestione dei crolli ed evita di processare le collisioni più complesse. Ciò toglie ben poco alla spettacolarità di certe sequenze, evidenziata soprattutto nella modalità Rovina.
    Al di là delle gioie del GeoMod, Red Faction: Armageddon appare solo sufficiente sotto il profilo grafico. I modelli poligonali dei personaggi sono ben costruiti ma non troppo dettagliati, e soprattutto il character design non soddisfa appieno. Discorso diverso per lo stile con cui sono realizzati ribelli marziani e alieni dalle forme d'insetto, forse un po' triviali ma ben collocati nel contesto visivo. Un peccato che le animazioni, sia dei protagonisti che degli avversari, siano poche e lascino un po' a desiderare.
    Si segnala, mentre l'ottimizzazione del codice tende a non cedere mai sul fronte dell'aliasing e della stabilità del framerate, una discreta povertà delle texture. In un ambiente arido come quello del sottosuolo marziano, il problema non si fa notare più di tanto (anche grazie al moderato utilizzo di buoni effetti speciali), ma ogni fermo immagine rivela una scena non esaltante.
    Persino il comparto sonoro ondeggia fra buone prestazioni e inciampi clamorosi. Le tracce, ovviamente, non sono certo di ampio respiro, ma farebbero bene il loro lavoro. In certi momenti l'accompagnamento musicale sottolinea la tensione, inspessisce il mistero, e caratterizza al meglio la progressione. In altri casi, invece, le marcette standardizzate perdurano troppo a lungo come sottofondo delle sparatorie e delle fasi esplorative, di fatto stancando l'ascoltatore.
    Il doppiaggio in inglese è più che buono, senza ombra di dubbio sopra la media degli adattamenti vocali italiani, spesso claudicanti. Ben scandite, le battute sono facilmente comprensibili a chi abbia dimestichezza con l'inglese, anche senza bisogno di sottotitoli comunque molto precisi.

    Rovina e Infestazione

    Invece di proporre un multiplayer competitivo articolato, Guerrilla segue l'opportuna strada di Bulletstorm. Da una parte ci presenta una sorta di modalità Orde, in cui online, affiancati da 3 amici, dovremo respingere ondate di alieni sempre più numerose.
    Dall'altra, nella modalità “Rovina” (sbloccabile con l'Online Pass incluso nella confezione), dovremo far baldoria in alcune mappe prestabilite, devastando ogni struttura per guadagnare un certo numero di punti entro un tempo limite. Soprattutto quest'ultima opzione è un gradevole diversivo in grado di allungare la longevità di qualche ora.

    Red Faction: Armageddon Red Faction: ArmageddonVersione Analizzata PlayStation 3Red Faction: Armageddon è un titolo sinceramente consigliato agli amanti di un'azione diretta e un po' chiassosa, di quella con cui tanto ci si divertiva all'epoca d'oro dei 128 Bit. Il titolo Volition propone un'avventura ritmata e vivace, gradevole soprattutto per la grandissima varietà di situazioni che propone, e per un'interazione ambientale che ad oggi resta raramente esplorata da molti prodotti anche più solidi. I fan di un avanzamento che spesso procede “a testa bassa”, tutto giocato sulla prontezza di riflessi, sopporteranno di buon grado una difficoltà non elevata, l'assenza totale di tatticismo ed un level design non sempre al top. Difetti che, assieme ad un colpo d'occhio non troppo esuberante, peseranno evidentemente per chi cerca un prodotto raffinato dal punto di vista artistico e narrativo. Se avete voglia di uno Shooter disimpegnato e schietto, magari per passare qualche pomeriggio d'estate, l'acquisto di Armageddon è vivamente caldeggiato.

    7.6

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