Red Matter 2 Recensione: il nuovo riferimento per i giochi VR su Quest 2

Red Matter 2 si stabilisce come uno dei giochi di riferimento per Quest 2, anche al di fuori della sfera puzzle-adventure: ecco il perché.

Red Matter 2 Recensione: il nuovo riferimento per i giochi VR su Quest 2
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  • Quando Red Matter è arrivato sul mercato nessuno si aspettava un gioco rompicapo e d'avventura così immersivo: il titolo firmato Vertical Robot ha conquistato gli amanti della VR grazie al suo semplice gameplay e a una storia breve ma sorprendente. Per quanto in realtà sia poco noto a coloro che non giocano col caschetto, parliamo di un'esperienza da non perdere, perché offre un importante livello di interattività e un comparto grafico pregevole.

    Dopo l'annuncio di Red Matter 2 nel corso di aprile le orecchie dei fan si sono drizzate e gli occhi spalancati: il trailer di presentazione e il technical showcase hanno ben sottolineato l'avanzamento tecnologico compiuto dallo studio indipendente spagnolo, che è riuscito a elevare la qualità dei titoli nativi per VR (che girano senza appoggiarsi a un PC esterno) raggiungendo dei risultati degni di nota grazie all'Unreal Engine. Ebbene, abbiamo provato a lungo l'opera di Vertical Robot e adesso possiamo parlarvene nel dettaglio.

    Il sorprendente ritorno dei volgraviani

    Le vicende di Red Matter 2 seguono immediatamente quelle del primo che, lo ricordiamo, ci faceva vestire i panni di un astronauta in una stazione scientifica abbandonata su Rhea, una delle lune di Saturno.

    La base era gestita dalla Volgrovia, superpotenza ispirata a quella sovietica durante la Guerra Fredda, ed era il teatro di una missione di spionaggio che assumeva pian piano dei connotati misteriosi e sorprendenti, coi suoi enigmi da risolvere e i tanti segreti da svelare. Nel secondo capitolo quindi continuiamo a impersonare il protagonista originale, stavolta però in un viaggio fino ai confini del Sistema Solare, capace di mettere in discussione l'intero universo narrativo di Red Matter. Rispetto al primo episodio troviamo un maggior numero di colpi di scena, tali da rendere il ritorno dei volgraviani ancor più intrigante: la narrazione ci guida in un'esperienza che dura più del doppio di quella offerta dal capostipite, priva di cliché e impreziosita da numerosi dettagli che arricchiscono il background dei personaggi. In sostanza, la trama si è rivelata essere molto di più di una mera cornice per il gameplay ed è stata capace a tratti di sorprenderci.

    Molto piacevole in quest'ambito è anche il pizzico di comicità aggiunto in diverse note da tradurre dal volgraviano all'inglese, che serve un po' a spezzare la tensione che spadroneggia in questa avventura nel vuoto dello spazio. Alcuni tra i giocatori più affezionati al primo episodio potrebbero non gradire questa dimensione più leggera ma in realtà il titolo non rinuncia a una dimensione a tratti orrorifica (pensiamo al senso di solitudine e inquietudine tipico del viaggio) o a una struttura ludica ben bilanciata, che difficilmente deluderà i fan di avventure sci-fi rompicapo.

    Di nuove meccaniche e interattività

    Red Matter 2 alza ulteriormente l'asticella per quanto concerne i titoli nativi VR sull'hardware del visore targato Meta e ha dimostrato di aver superato il predecessore in modo evidente. Non possiamo quindi non affermare che questo sequel sia uno dei più bei giochi con grafica realistica disponibili su Quest 2. Nei limiti della piattaforma portatile progettata da Oculus, il team spagnolo è riuscito a raggiungere dei traguardi importanti grazie all'elevata risoluzione delle texture, al numero di poligoni ed effetti particellari su schermo, come pure in materia di direzione artistica e illuminazione globale.

    Certo le animazioni dei personaggi non sono prive di sbavature ma i modelli sono caratterizzati da un livello di dettaglio non indifferente, mentre ombre e riflessi reagiscono in maniera ottimale allo spostamento di oggetti e fonti di luce, raggi laser compresi.

    Dagli asteroidi...

    ...alle lune

    Il level design si ispira chiaramente all'architettura brutalista degli anni della Guerra Fredda, unita con maestria a elementi sci-fi in ambientazioni molto più variegate rispetto alla prima vicenda volgraviana: dalla luna di Saturno ci spostiamo nell'iconica catena di asteroidi che circonda il pianeta in passato osservato dalla sonda Cassini, per poi costeggiare Plutone e arrivare fino a Nettuno, il più remoto del Sistema Solare.

    La varietà delle location è garantita anche dal loro dinamismo, in quanto Red Matter 2 è ricco di sequenze di platforming che a volte ci vedono restare sospesi nell'oblio in assenza di carburante nel jetpack: in certi contesti dovremo davvero lanciarci nel buio sperando di atterrare su una piattaforma, in altri esploreremo corridoi angusti e bui temendo per la nostra vita.

    Paralleli all'incremento dell'eterogeneità delle ambientazioni sono l'aumento dell'interattività e la valorizzazione dell'esperienza rompicapo: Vertical Robot ha migliorato i controlli del primo Red Matter mantenendo lo stesso "grabber", per poi renderlo più intuitivo da utilizzare, giacché le nostre mani impugnano un controller identico a quello del Quest 2 dotato di terminali intercambiabili. Le classiche pinze possono essere sostituite con altri gadget, magari con una torcia lancia-flare capaci di coprire distanze differenti, legate alla durata della pressione del trigger dedicato. Citiamo anche la pistola laser introdotta in virtù delle nuove sequenze di shooting, delle porzioni di gioco dove potremo scegliere se affidarci allo stealth o lanciarci in una sfida diretta con robot e torrette laser. Il miglioramento dei controlli trova riscontro nei puzzle: tra le novità chiave citiamo l'hacking con ologrammi tridimensionali ed enigmi molto più complessi rispetto allo scorso capitolo, da risolvere inventandosi soluzioni bizzarre legate all'interazione con gli oggetti dell'ambiente.

    Pensiamo ad esempio alla possibilità di impilare i libri o di tenere premuti i pulsanti con delle tazze di ceramica. Insomma, servirsi delle peculiarità dei vari scenari è soddisfacente, anche quando sopraggiunge un pizzico di frustrazione per il non riuscire a risolvere nell'immediato un puzzle più ostico della media.

    In materia di shooting, abbiamo gradito il confronto con gli avversari cibernetici, al netto di alcune incertezze di natura tecnica. Ci è capitato infatti di usare l'arma mentre il nostro personaggio si stava spostando dalla copertura e, in casi specifici, questi ha fatto ritorno allo spazio occupato in precedenza annullando l'attacco. In altre occasioni, mentre stavamo per raggiungere la copertura, ci siamo sorprendentemente ritrovati di fronte al nemico e senza un riparo. Fortunatamente parliamo di situazioni che si verificano di rado e che quindi non intaccano la piacevolezza dell'esperienza in modo significativo.

    I robot che hanno tentato di eliminarci si sono rivelati coriacei e capaci di muoversi con rapidità. Abbatterli, in altre parole, non è semplice, giacché hanno i numeri per tenere impegnati i giocatori ed evitare che superino facilmente alcune sezioni. Cruciale in altre parole è il riuscire ad adottare la strategia più opportuna, rinunciando al lanciarsi in mezzo al campo di battaglia senza un piano preciso.

    Una grande esperienza in VR

    Gli importanti passi avanti sul fronte grafico, assieme alla piacevolezza di un'avventura che scorre senza particolari intoppi, permettono ai neofiti di scoprire le potenzialità della realtà virtuale e ai giocatori rodati di ammirare i risultati raggiunti in questo ambito ai giorni nostri.

    Ancor più di Red Matter, le meccaniche di gioco sono ben differenziate e costituiscono un pacchetto ludico davvero completo, capace di offrire una panoramica adeguata sulla realtà virtuale in forma nativa. Senza l'accesso all'hardware di fascia alta non si raggiungono i livelli di Half Life: Alyx (per approfondire vi rimandiamo alla recensione di Half Life Alyx) o Boneworks, i veri benchmark per il settore ma per quanto concerne le esperienze che si basano su dei SoC progettati sulla base di chip per smartphone, Red Matter 2 detta un nuovo standard. Infatti è un prodotto che spinge al limite la periferica VR più utilizzata al mondo, per far gustare a chiunque la bellezza di questa dimensione ludica alternativa.

    Red Matter 2 Red Matter 2Versione Analizzata PCRed Matter 2 è il sequel perfetto del primo capitolo da un punto di vista sia narrativo, sia tecnico. Le prestazioni su Oculus Quest 2 sono eccellenti e il comparto grafico è sensazionale, tanto da rendere questo titolo migliore di molti progetti PCVR con maggiori risorse hardware a disposizione. La storia procede con molte più sorprese rispetto a quella del predecessore e si dipana in scenari differenti, presentando al meglio alcune nuove meccaniche. Nonostante si sia rivelato problematico in specifiche fasi di shooting, il gameplay nel suo insieme è ricco e offre diverse ore di divertimento e meraviglia sia ai novizi del VR che ai veterani. Se avete giocato al capostipite della serie, sappiate che questo sequel potrebbe stupirvi, grazie a un universo distopico sci-fi a tratti sorprendente.

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