Recensione Red Steel

Ubisoft deve affilare le lame

Recensione Red Steel
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  • Wii
  • Acciaio insanguinato

    Da quando è stato annunciato, quasi un anno fa, Red Steel ha da subito alimentato le speranze di quanti hanno sempre sognato di giocare un FPS impugnando il controller come fosse un'arma vera; come se non bastasse, oltre alle armi da fuoco, ci sarebbero state lucenti spade per affettare i nemici menando fendenti per aria col Wiimote. I presupposti per realizzare un capolavoro c'erano tutti, come pure quelli per creare un autentico flop. Adesso che finalmente Red Steel è stato pubblicato, la comunità videoludica si è divisa (come al solito) tra chi lo boccia categoricamente e chi, invece, ne esalta la giocabilità e gli spettacolari effetti grafici. Insomma, la sola cosa di cui si può esser certi è che Red Steel è il titolo più controverso tra quelli pubblicati al lancio della nuova console, e per questo cercheremo di analizzarlo con obiettività. Premettendo che da Ubisoft ci si aspettava di più, tutto sommato questo è un primo passo verso un diverso modo di concepire un genere, quello degli FPS, che mostrava segni di affaticamento dopo una rapida corsa verso il miglioramento estetico, aggirando gli ostacoli di una rinnovata giocabilità.

    La solita storia

    La trama di Red Steel non brilla certamente per originalità e può essere così sintetizzata: siete a Los Angeles a cena con la vostra fidanzata, che vuole presentarvi al suo paparino, un boss della Yakuza. Nemmeno il tempo di ordinare, che dei loschi figuri irrompono nel ristorante e rapiscono la fanciulla ed il vostro onesto suocero; dopo un po' di bagarre, questi viene ucciso, mentre la vostra donna portata a Tokyo. Partirete, quindi, alla volta della capitale nipponica per ritrovarla e lavare l'offesa in un bagno di sangue.
    Una trama esile, con un'ambientazione “sporca” di quelle che non si è abituati a vedere su console Nintendo. L'intreccio è ricco di personaggi stereotipati, e lo stesso protagonista è inconsistente sotto il profilo psicologico; sembra quasi la sceneggiatura di un b-movie, godibilissimo pretesto per sparare a tutto ciò che si muove ed infilzare quei nemici che si richiamano ad un presunto codice d'onore. Tutto questo tiene alto il ritmo di gioco, offrendo una sana esperienza arcade, ma non apporta longevità al titolo.

    Katana + pistola = gameplay immaturo

    All'inizio del gioco, con un escamotage, calibrerete il puntamento del Wii mote: dovrete puntare i pesci che la vostra (petulante) fidanzata vi indicherà tra quelli in un acquario. Il primo livello è un tutorial per apprendere i comandi di gioco; all'inizio l'esperienza può essere un po' traumatica per l'inevitabile difficoltà di utilizzare congiuntamente il Wiimote e il nunchuk, ma i controlli verranno metabolizzati in tempi relativamente brevi. Per muoversi si usa il control stick del nunchuck, mentre col remote si sposta lo sguardo; con i dorsali C e Z, o muovendo rapidamente il nunchuck in basso o in alto, si eseguono varie azioni di gioco. Il Wii mote simula l'impugnatura di una spada o di un'arma da fuoco. Si punta muovendo il telecomando e si spara premendo B a mo' di grilletto; tenendo premuto A si agganciano i nemici, e muovendo contemporaneamente il remote in avanti si zooma su un nemico agganciato. In una fase avanzata dell'avventura si accede alla modalità Focus, che consente di fermare il tempo premendo A e muovendo rapidamente in avanti il telecomando.
    Nei duelli con la spada si muovono il Wii mote per sferrare fendenti, ed il nunchuck per pararsi; per schivare i colpi degli avversari occorre muovere il control stick ed insieme premere il pulsante C.
    Il puntamento un po' impreciso e lento, e la legnosità del sistema direzionale vi renderà, specie all'inizio, facili bersagli degli avversari; le numerose munizioni disponibili, comunque, rendono meno frustrante l'esperienza di gioco, consentendovi di sparacchiare qua e là senza parsimonia, finché non si aggiusta la mira.
    Ciò che più delude sono i duelli all'arma bianca: si ha quasi la sensazione che siano un extra aggiunto in corso d'opera per rendere meno monotona l'esperienza di gioco; dopo un certo numero di sparatorie, infatti, puntuale compare un avversario pronto a sguainare la spada. Tralasciando l'imbarazzo nel comprendere perché, ai fini della trama, se si è armati con un fucile a canne mozze si debba comunque combattere con la pur nobilissima spada, ciò che purtroppo lascia insoddisfatti è la piattezza dei duelli. Nonostante la foga iniziale con cui si affrontano, non è richiesta un'autentica abilità nel padroneggiare la katana, sia per l'esiguità dei movimenti scriptati, sia per la scarsa sensibilità della sensor bar nel percepire i movimenti del Wii mote; dopo poco, i duelli con la spada appariranno quasi un fastidioso intramezzo da superare in tutta fretta.
    Al termine del duello, l'avversario s'inginocchia chiedendo pietà, e spetta al giocatore decidere se graziarlo o infliggergli il colpo finale; quest'ultima opzione attribuisce dei punti rispetto che non hanno alcuna utilità, se non migliorare le statistiche finali di ogni livello.
    La longevità del titolo è compromessa non solo dalla relativa brevità (una dozzina d'ore è più che sufficiente per terminare il gioco), ma anche dalla mancanza di modalità extra che possano invogliare il giocatore a ricominciare l'avventura. Le modalità deathmatch e capture the flag in multiplayer (fino a 4 giocatori), in cui si possono usare solo le armi da fuoco, sono le sole che possano spingere a rigiocare il titolo.

    Sparare è bello!

    Un buon lavoro è stato fatto nella fisica del gioco: altissimo il livello d'interazione con i fondali, visto che praticamente ogni oggetto può essere distrutto a colpi di pistola; non a caso gli ambienti sono ricchi di vetrate, vasi, insegne luminose e qualsiasi altro oggetto possa frantumarsi in mille colorati pezzi se colpito. Tutte chicche aggiunte anche per offrire alla vista piacevoli effetti particellari: molto ben realizzate sono infatti le esplosioni, con annessa cascata di scintille. Considerato che è un gioco sviluppato per Cubo, anche il numero complessivo di poligoni è accettabile, ma sicuramente il pregio maggiore è proprio la pulizia grafica. Ottima, inoltre, la gestione della riflessione, ad esempio nei lussuosi ambienti con il pavimento e le pareti di marmo che, tramite applicazione di un secondo sample di texture sopra il risultato dello shader, hanno parti opache ed altre lucide, con un effetto finale altamente realistico. Nel complesso tutte le texture sono sufficientemente dettagliate e realistiche. Notevoli poi sono la realizzazione e la varietà degli ambienti, tutti con un più o meno vago sentore esotico, la cui bellezza minimalista si regge sul ricercato contrasto tra colori vividi e opachi; non all'altezza, invece, la grossolana animazione dei personaggi.
    Vistoso difetto del motore grafico, purtroppo, è un evidente calo di framerate cui talvolta si assiste, anche nei momenti meno “affollati”; per fortuna questo non inficia la giocabilità e, tutto sommato, nemmeno la fluidità ne risente molto.
    Nota di merito alla colonna sonora ad opera di Tom Salta, sempre adeguata alle situazioni di gioco: un mix di sinfonie orientali incalzanti e deliranti tracce post punk; poco vari e nella norma, invece, i rumori emessi dal remote.
    Davvero fastidiosa infine - e spiace dirlo - è la soluzione adottata per le cutscenes, che hanno un discutibile stile fumettoso che quasi contrasta con la tensione che il titolo vorrebbe evocare.

    Red Steel Red SteelVersione Analizzata Nintendo WiiRed Steel ha alimentato molte speranza, soprattutto in quanti attendevano una ventata di originalità nell'inflazionato genere degli FPS, grazie all'impiego del Wiimote. Purtroppo Ubisoft ha parzialmente deluso queste aspettative, a causa di un sistema di controllo poco intuitivo che, forse, è stato sviluppato frettolosamente. Nonostante la cocente delusione derivante dalla piattezza dei duelli all'arma bianca su cui tanto s'era fantasticato, l'esperienza di gioco risulta abbastanza coinvolgente, anche se poco longeva a causa, soprattutto, di una trama inconsistente e della mancanza di bonus e modalità cooperative. Adeguata alle aspettative, invece, la realizzazione grafica, povera di poligoni, ma ricca di effetti. Più che di occasione persa per Ubisoft, piace parlare di primo buon tentativo di adattare un genere, tradizionalmente legato alle due levette analogiche, al nuovo controller di casa Nintendo. Il risultato, un po' acerbo, è comunque divertente e - piaccia o meno - innovativo.

    6

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