Remember Me Recensione: la sorpresa che non ti aspetti

Da DONTNOD alla sua prima opera, la sorpresa che non ti aspetti

Remember Me
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il coraggio di prendersi dei rischi, in questi ultimi anni, è stata merce piuttosto rara. Pochi e alla fine sfortunati dev team hanno provato a produrre qualcosa di differente, qualcosa di più del semplice sparatutto o dell'avventura ricalcata con lo stampino da Uncharted o Assassin's Creed. I risultati, bisogna ammetterlo, non sono sempre stati entusiasmanti, ma il pregio di aver introdotto un'accresciuta maturità narrativa ed un pizzico di freschezza a livello ludico è totalmente innegabile.
    A prendere spunto da questa "situazione" è oggi DONTNOD Entertainment, studio di sviluppo francese che, al suo esordio, riesce già a stupirci con una delle sorprese del 2013. Si tratta di quel Remember Me in cui Capcom, inspiegabilmente, non sembra aver più di tanto creduto. Un supporto pubblicitario decisamente sottotono rispetto a tanti (e più scarsi) altri prodotti non sta portando Remeber Me sulla bocca di tutti, come, a nostro avviso, dovrebbe essere.
    Un concentrato di ottime scelte narrative e intelligenti trovate di gameplay viene infatti azzoppato solo da una fortissima linearità, non impedendo -come vedremo- alla produzione francese di stagliarsi come must have per chiunque ami profondamente il medium videoludico.

    La memoria è la più complessa delle fortezze

    L'aspetto narrativo di Remember Me è probabilmente uno dei (tre/quattro) più interessanti e meglio riusciti nel panorama videoludico di quest'ultimo anno. Siamo nel 2084, a Neo-Parigi. Il Mondo è completamente cambiato da quanto la Memorize ha perfezionato il Sensen, un dispositivo neurale che permette la cancellazione dei ricordi più dolorosi e la condivisione dei più dolci e felici. L'utopia di un solo uomo, tuttavia, si è presto trasformata in un incubo per la sua famiglia e per gli abitanti di Neo-Parigi: l'abuso della manipolazione neurale ha creato una tremenda dipendenza. E mentre i ricchi possono permettersi le cure necessarie, ai meno abbienti toccano i bassifondi, dove i reietti -ora ladri e assassini- sono lasciati a marcire in un moderno Lazzaretto, soffrendo le mutazioni somatiche che la completa perdita di contatto con la realtà ha causato.
    Per tenerli a freno, la Memorize (salita al potere tra le più imponenti corporazioni al Mondo) ha indetto un rigido regime militare, internando i soggetti più pericolosi e praticando loro il raschiamento della memoria come pena detentiva. Un processo di ricondizionamento nel quale i Leaper (i nuovi tossici) vengono trasformati in abominevoli cani da guardia - essere senza più un'anima da controllare a piacimento.
    In opposizione a tutto ciò che il Sistema rappresenta, come spesso accade in situazioni del genere, è nato un movimento sovversivo conosciuto come Erroristi, del quale anche la nostra bella eroina fa parte. Nilin, l'unica in grado di sottrarre e addirittura manipolare i ricordi, si trova tuttavia prigioniera all'interno della Bastiglia (ironicamente trasformata in carcere di massima sicurezza), dove i suoi ricordi vengono cancellati. Poco prima del raschiamento definitivo verrà fortunatamente contattata da Edge, carismatico leader degli Erroristi che l'aiuterà a fuggire. Da tale istante in poi avrà inizio l'avventura vera e propria, che vedrà Nilin impegnarsi su due fronti: da una parte attaccando obiettivi sensibili (strutture o persone) in maniera da far cadere la Memorize; dall'altra intenta al recupero delle sue stesse memorie.
    Si dipanerà da questo punto in poi una vicenda lineare ma molto coinvolgente, estremamente semplice pur nella complessità dei suoi temi. E, in ultimo, non priva di una certa punta di mistero: chi è Edge? Perché Nilin è l'unica ad avere queste capacità? Tutte risposte che otterremo pian piano durante una progressione narrativa che ha il pregio, su tutti, di non inciampare mai nel non detto, portando alla luce gli eventi sempre con molta chiarezza.

    A fare la differenza, per Remember Me, sono soprattutto due fattori: sceneggiatura e caratterizzazione dei personaggi. Partendo da questi ultimi possiamo dire di trovarci di fronte ad uno dei pochi prodotti in grado di mostrarci attori digitali minuziosamente delineati da entrambe le parti. Nilin, al centro dell'attenzione, è una ragazza risoluta ma anche introversa - spaventata dalle sue stesse capacità e non certo convinta che "il fine giustifichi i mezzi". Un rapporto conflittuale tra ciò che deve e ciò che vuole fare perfettamente espresso in piccoli monologhi dalla potenza narrativa incredbile. Un'insicurezza che sfocerà, più avanti, in una serie di battibecchi con Edge, sua guida per l'intera avventura. Lo stesso Edge, pur non mostrandosi sino alla fine, saprà letteralmente "bucare lo schermo". Una personalità decisa, un qual certo alone di mistero e la capacità -da vero leader carismatico- di coinvolgere gli altri. Tutto sottolineato da dialoghi scritti ottimamente. Dialoghi che si riallacciano perfettamente all'elevatissima qualità della sceneggiatura, capace di andare ben al di là di quanto narrato nella decina d'ore necessaria al completamento, facendo di quella di Remember Me, una vicenda degna di un ottimo libro e capace di toccare tematiche sociali e storiche con grande maturità e senza appesantire eccessivamente il plot. Infine i personaggi "di contorno", che di mero supporto non lo sono affatto, mostrando una volta di più l'alto tasso d'attenzione riservato, a questo particolare aspetto, dagli sviluppatori.
    Chiudendo il quadro con un finale convincente, dall'alto tasso emotivo e mai scontato, Remember Me ha toccato le corde più profonde della nostra passione videoludica, regalandoci un'esperienza diversa da solito.

    ReMix

    Se l'aspetto narrativo convince e stupisce, a livello ludico la produzione lascia trasparire un pizzico di fragilità in più. Si tratta, tanto per chiarire, di un action-adventure che mescola qualche nuova meccanica legata agli innesti mnemonici ad un sostrato piuttosto classico, fatto di combattimento ed esplorazione. Ed è proprio partendo da quest'ultima che ci si accorge di tutti i limiti di Remember Me, dettati forse da uno sviluppo molto compresso, e da budget non certo "tripla A". A livello d'interazione ambientale siamo, ad esempio, ai minimi storici: Nilin, al contrario di quanto si poteva ipotizzare, non può arrampicarsi liberamente o esplorare Neo-Parigi come la versione femminile di Ezio Auditore, tantomeno come un surrogato della bella e scattante Faith Connors. Ogni appiglio papabile viene puntualmente segnalato dalla speciale interfaccia grafica, offrendoci costantemente su un piatto d'argento la sola ed unica via per progredire all'interno dei quadri. Per quanto un cornicione possa sembrare vicino ed invitante o un'area di libera esplorazione, dunque, in Remember Me non si potrà (quasi) far nulla se non previsto dagli sviluppatori. Quasi perché a ben vedere ci sono, di quando in quando, delle piccole divagazioni. Troviamo, ad esempio, degli interessanti indizi (frammenti di memorie di altri cacciatori) utili ad indicarci la posizione di alcuni collectibles, oppure, celati ancor meglio, 55 insetti divora-ricordi, da catturare nel corso della progressione.
    Ma il punto è che in pochissimi di questi casi la ricerca ci costringerà a deviare in maniera consistente dal percorso originario. Si tratterà perlopiù di fugaci divagazioni, risolvibili in qualche minuti e, a dirla tutta, non troppo convincenti. Ci troviamo dunque di fronte ad un level design sostanzialmente piatto, troppo lineare per una produzione che vuole imporsi al tramonto di una generazione. Alcune trovate (ricordi rubati o lasciati come una sorta di "guida") ed una manciata di intermezzi adrenalinici in cui dovremo semplicemente fuggire, riescono comunque a non banalizzare eccessivamente la progressione che, nei momenti di pura esplorazione o platforming, appare comunque sottotono.

    Del tutto diverso il combattimento, la componente ad averci veramente stupito al di là di narrazione ed ispirazioni artistiche (come vedremo in seguito). L'inizio, lo ammettiamo, non è dei migliori: con una sola combo a disposizione Nilin potrà sferrare un massimo di tre attacchi concatenati, divenendo monotona (nonostante le spettacolari schivate) dopo un paio di atterramenti. Il prosieguo, tuttavia, inizierà a metterci a disposizione sempre più Pressen ed una serie di nuove e più lunghe stringhe di colpi. Tutto normale non fosse per l'interessante possibilità di combinare queste Pressen nelle stringhe stesse. Si tratta di colpi dagli effetti particolari: puro danno, rigenerazione della salute, diminuzione dei tempi di cooldown delle super e così via, per una personalizzazione del moveset abbastanza libera. Pur non potendo decidere liberamente l'alternanza tra "X" e "Y" in ciascuna combo, saremo in grado di modificarne completamente gli effetti risultanti. Potremo creare combinazioni da cento punti di danno e cinquanta di rigenerazione della salute, cinquanta di danno e cinquanta secondi in meno di cooldown delle abilità speciali; o ancora, più semplicemente duecento o trecento punti di puro danno. Il bilanciamento tra gli effetti, insomma, starà solo e soltanto a noi, così come le tattiche sul come e quando sfruttare tali combinazioni in combattimento.

    "Remember Me, a dispetto di aspettative non troppo elevate, finisce ad un soffio dalla terra dei grandissimi"

    Da questo punto di vista possiamo assicurarvi che, considerando la varietà di nemici (guardie, reietti, robot..) e le loro peculiari attitudini, sarà necessario esplorare ogni Pressen ed avere a portata di mano attacchi che sappiano danneggiare e curare in egual misura. Alcuni frangenti, da questo punto di vista, hanno dimostrato chiaramente che anche ai livelli di difficoltà più bassi, se non avremo progettato le combo giuste, potremo facilmente vedere il Game Over. Il tasso di sfida dunque -pur presentando algoritmi mediamente soddisfacenti a livello di IA- sarà fondato più che altro sulla duttilità interpretativa del giocatore, che dovrà imparare a conoscere il nemico (alcuni, ad esempio, danneggiano Nilin al solo tocco) e ad affrontarlo. Una scelta interessante e, soprattutto, molto funzionale, coraggiosa e stimolante.
    Se ancora i tatticismi non dovessero bastare, ecco che gli sviluppatori hanno inserito le S-Pressen (le "super" alle quali accennavamo poc'anzi). Si tratta di particolari e potentissimi attacchi da utilizzare una volta riempita la barra del Focus (procurando ed assorbendo danni). Anche qui c'è l'imbarazzo della scelta: si va dalla Furia, in grado di mandare Nilin in uno stato di trance combattiva, alla Bomba Logica - un ordigno da piazzare addosso ad un nemico per un'esplosione capace di coinvolgere una larga area (e potenzialmente altri avversari); senza dimenticare Ruggine, per hackerare eventuali robot sul campo e farli combattere al nostro fianco. Il sistema, con tutte queste alternative, darà il meglio di se nelle fasi più concitate, con nemici d'ogni tipologia sul campo, e durante i boss fight - una delle caratteristiche più convincenti della produzione. Ci siamo trovati ad affrontare scontri dal sapore classico, nei quali studiare le routine nemiche fino a capire come contrattaccare, sfruttando soprattutto i Regen e i Cooldown Pressen in maniera oculata e ripensare una strategia per ogni "fase" del combattimento. E' un peccato che, verso la metà dell'avventura e dopo un paio di scontri veramente coinvolgenti, Remember Me si riduca a metterci di fronte avversari "meno caratterizzati", che definiremmo più facilmente come mid-boss piuttosto che come avversari "finali". Fortunatamente lo scontro decisivo, seppur più guidato degli altri, si rivela nuovamente all'altezza, portandoci per mano verso un'ending davvero meravigliosa.

    Chiudono le fasi di manipolazione dei ricordi, di cui abbiamo abbondantemente parlato in ogni nostro hands on. Ce ne sono quattro in totale - un numero non molto elevato che appare tuttavia perfettamente bilanciato una volta tirate le somme dell'intera avventura. Si tratta di intermezzi fantastici, a livello scenico: navigando avanti e indietro nel ricordo come fosse videoregistrato, dovremo individuarne i bug, e modificare alcuni piccoli dettagli per manipolare le vicende come richiesto. A livello ludico, purtroppo, la soluzione possibile è sempre e solo una, limitando le possibilità del giocatore pur immergendolo in qualcosa di fresco e nuovo ed assolutamente godibile.
    Volendo tirare le somme, a livello ludico Remember Me si difende bene. La linearità della progressione e i limiti imposti nella manipolazione dei ricordi scalfiscono in maniera importante l'impalcatura, sorretta comunque da un sistema di combattimento molto interessante e funzionale e da velleità tattiche che prevedono ragionamenti oramai non comuni.

    Parigi è sempre Parigi

    A livello tecnico Remember Me pecca per diverse ragioni, ma globalmente si lascia ammirare più di tante altre produzioni ben più blasonate. La modellazione poligonale è, in primo luogo, veramente ottima: i modelli presentano una quantità di dettagli assolutamente al passo coi tempi, in grado di replicare in maniera convincente i differenti stati d'animo attraverso una larga serie di espressioni facciali molto ben costruite. Meno bene, decisamente meno bene, le animazioni: si sente, soprattutto in fase di combattimento, la perdita di quella fluidità che ha reso grande, ad esempio, Batman Arkham, caratterizzando un comparto non pienamente all'altezza. La produzione si risolleva piuttosto bene mostrando una texturizzazione di buonissima fattura, ricca e pregevole anche se sporcata da un ritardo a volte veramente eccessivo nel caricamento dei dettagli superficiali. Si aggiunge al computo uno sporadico effetto tearing e la totale assenza di interazione ambientale.
Ma Remember Me, al netto di quanto già descritto, spicca comunque, principalmente per la ricercatezza artistica dei suoi scorci. Dai bassifondi ai quartieri più ricchi di Neo-Parigi, finanche all'interno della Bastiglia, il lavoro degli artisti emana una propria aura, e si sente all'istante il grande lavoro di ricerca e perfezionamento del dettaglio atto a creare una metropoli futuristica credibile. Il risultato è eccellente e, per quanto le ambientazioni si limitino a quadri circoscritti, il colpo d'occhio è spesso molto coinvolgente.
    Ottimo anche il lavoro per quanto concerne il comparto sonoro - il doppiaggio in italiano è riuscitissimo, ed è un vero peccato che il lip sync, nella nostra madrelingua sia assolutamente assente (ed in maniera visibilissima). La qualità del doppiaggio aiuta non poco nell'immersione nella vicenda, così come una delicata ma incisiva soundtrack sottolinea in maniera sublime sia i panorami che i diversi momenti dell'avventura. Forse meno bene le mere campionature ambientali, che nel complesso, in questo caso, hanno un peso piuttosto irrilevante.

    Remember Me Remember MeVersione Analizzata Xbox 360Remember Me, a dispetto di aspettative non troppo elevate, finisce ad un soffio dalla terra dei grandissimi. Solo le problematiche di uno sviluppo evidentemente piuttosto condensato ed un budget non elevatissimo impediscono alla produzione DONTNOD Entertainment di scrivere la storia. Elevatissima linearità, impossibilità d’interazione ed esplorazione sono i principali e più gravi difetti, uniti a qualche problemino minore che si presenterà via via, ma senza danneggiare il divertimento. Al di là di ciò non si può non premiare un team che ha saputo rischiare, producendo un videogame diverso dai soliti cloni, con una trama matura, capace di spaziare ben oltre al gioco in se e bellissima nel suo complesso. A fare il paio con l’ottimo comparto narrativo una ricerca artistico/estetica di rilievo che rende Remember Me un’esperienza alla quale abbandonarsi piacevolmente per una decina d’ore d’intrattenimento assicurato. Un videogame che non raggiunge le vette ma che consigliamo senza indugi a chiunque si definisca un vero appassionato.

    8.5

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